di Angelo Pani
Viviamo in uno strano mondo di orbi (mi ci metto anch’io) in
cui ciascuno di noi guarda con un solo occhio, quello del nostro
IO, dei nostri interessi, delle nostre passioni. Il secondo occhio,
quello delle ragioni dell’altro, lo teniamo rigorosamente chiuso. Così va il
mondo, lo sappiamo e ci regoliamo di conseguenza. I problemi sorgono quando intervengono
i venditori di fumo. Vogliono che chiudiamo entrambi gli occhi per essere loro a illuminarci spiegando come vanno
le cose.
E’ quanto sta accadendo ora.
Il caso Vodafone può essere letto in modi diversi ma, innegabilmente,
è una vicenda che ha la sua rilevanza, per i risvolti economici e perché tocca
una materia sulla quale la comunità di Poggio si è espressa in passato in modo
chiaro attraverso un referendum. E, come
tutti i fatti rilevanti, va affrontata e non accantonata come vorrebbe chi ha
liquidato l’argomento sentenziando che “un caso Vodafone non esiste”. Credo che, su questa vicenda, i cittadini di
Poggio abbiano il diritto di essere
informati in modo corretto ed esauriente dai loro amministratori. La replica di
Federico ci ha fatto conoscere le ragioni di chi guida la Cooperativa (avremmo
preferito che fossero arrivate prima, non dopo) ma non chiarisce tutti i dubbi.
Per cominciare: si tratta di vendita di un lotto di terreno (quanto è vasto?) o
di cessione temporanea? Da ciò che scrive Federico parrebbe che Vodafone voglia
acquistare l’area in cima alla collina. Se è così, il prezzo di 100 mila euro è
corrispondente ai valori di mercato? A me pare di no. Lo dico basandomi su un
parametro certo: i 20 mila euro annui pagati finora da Vodafone. Visto che il
prezzo di 100 mila euro corrisponde a cinque annualità, chiedo a chi legge
queste righe di fare un semplice calcolo: ritiene che il valore della sua casa sia corrispondente
alla somma che incasserebbe affittandola per cinque anni? Ho già posto questa
domanda ad alcuni poggini e, in risposta, ho sentito solo risate o bestemmie. Temo
che anche l’Agenzia delle Entrate avrebbe da ridire sulla congruità del prezzo.
Per avere cognizione certa dei termini del problema sarebbe
opportuno conoscere il testo del contratto preliminare o della bozza di accordo.
E’ una decisione che i vertici della Cooperativa dovrebbero prendere per
correttezza nei confronti dei soci, innanzi tutto, e per evitare di restare
intrappolati in una palude di veleni. La
campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio di amministrazione della
Cooperativa è appena cominciata (l’ha avviata un anonimo simpatizzante degli
attuali amministratori che ha esordito cercando di spargere zizzania, non
dimentichiamolo) e nessuno ha nostalgia delle faide che hanno a lungo dilaniato
la nostra comunità.
In un recente intervento, proveniente
anch’esso dalla stessa parte, un’ex consigliera ha liquidato con nonchalance la
vicenda della lettera anonima (come avrebbe reagito se, tra quelli che venivano
definiti cani sciolti che vanno in giro annusandosi tra loro, fosse comparso
anche il suo nome?), ha tagliato corto sulla vicenda Vodafone dando ampiamente ragione
ai vertici della Cooperativa e si è dilungata sui motivi che possono aver
spinto Franco Magi a sollevare il caso. Scritti in modo più elegante, sono gli
stessi argomenti portati dall’uomo che vuole restare nell’ombra. Su una cosa
concordo con lei quando scrive “chi non si firma in realtà si è già firmato in
maniera palese”. Infatti, tutti abbiamo capito chi è l’anonimo. Probabilmente
crede di fare una cosa giusta dettando la linea ai supporter ma corre il rischio
di essere assimilata a quelli che sollevano fumo per farci chiudere gli occhi.
p.s.
Nella replica al mio precedente intervento, la ex
consigliera in questione, Ludovica, ha dato la sua personale interpretazione su
fatti di antica data che, evidentemente, le prudono ancora. Temo però che
ricordi male. Succede. Non è mia
abitudine parlare in pubblico di fatti personali che dovrebbero riguardare solo
i diretti interessati ma mi trovo costretto a violare la regola. Spero non si
ripeta. Non dissi che le sue parole meritavano di finire nello sciacquone; scrissi
una mail per spiegare perché interrompevo i miei rapporti col gruppo nel quale
avevamo entrambi militato e aggiunsi che andavo via tirando lo sciacquone. Anche
se avrei molto da dire, non credo sia il caso di dilungarmi sui motivi che mi
spinsero a usare parole così sprezzanti. Quanto al fatto che in precedenza non
l’ho chiamata per nome, questo è perché me lo chiese proprio lei. Lo disse a
muso duro, dicendomi che da allora in poi mi avrebbe ignorato e altrettanto
avrei dovuto fare io.
In tempi non sospetti ho definito Ludovica una persona che
merita una medaglia d’oro perché ha smontato le bugie ripetute per anni sulle
presunte inadempienze della Cooperativa in merito alla gestione delle opere di
urbanizzazione. Su questo punto non ho cambiato opinione. Il problema è un
altro: si può criticare una medaglia d’oro? Sì, se vogliamo tenere aperto
almeno un occhio.
Angelo Pani
2 commenti:
Angelo non ho consultato il contratto, ma ho fatto qualche domanda, sia agli amministratori che a Franco, che ha lanciato l'accusa e quindi ti dico quello che so e che penso.
L'area non so quanto sia grande ma trattandosi di una parte della zona sommitale del M. Pauliara non è certamente edificabile e non avrebbe alcun altro utilizzo redditizio se non quello di posizionarci una antenna. Quindi dal punto di vista "valore del terreno" ovviamente 100 mila euro non sono pochi, la dimensione dovrebbe esseresimile a quella di un lotto.
Qualcuno potrebbe dire che, se non vale la candela meglio tenersi il posto cosi' com'è. sarà certamente piu bello senza l'antenna e anche questa è una considerazione da fare.
Il contratto proposto prevede certamente la vendita definitiva dell'area al posto dell'affitto.
La presenza di un contratto in essere del valore di 20 mila all'anno per 5 anni è la cosa che mi lascia piu' perplesso. Mi chiedo come si può pensare di vendere a 100 mila se quella cifra la metto comunque in cascina con l'affitto?? Mi sorprende il fatto che ben 10 consiglieri abbiano avvalorato questa operazione. Ok prendo i soldi subito invece che dilazionati in 5 anni, ma questo è un ben misero svantaggio rispetto a cio che si va a perdere. Da quello che ho capito la minoranza non ha obiettato con considerazioni economiche, ma paesaggistiche. A questo punto regalerei 15 belle calcolatrici a tutti i consiglieri.
Lo scenario dipinto da Franco (20 mila di ricavo per 30 anni = 500 mila) a me pare estremo.
Ma se lo scenario minimo assicurato è 100 mila avrei capito una decisione che andava a ottenere, per esempio, 200 mila. E se Vodafone fa la voce grossa e se ne va? Intanto i 100 mila me li lascia sul banco in ogni caso e poi.. beh arrivederci.
La storia del referendum io la accantonerei perche quel referendum (ormai datato) è stato disatteso da tutti i cda, tutti. Inoltre è stato effettuato n un periodo in cui i poggini erano ancora "viziati" dalla presenza di lotti da vendere. Oggi hanno capito che il rischio di deficit è elevato, hanno assistito ai tentativi di edificare le pinete per racimolare soldi, hanno assistito all'esito del tentativo di cedere i servizi al comune e cosi via. Credo che se qual referendum si tenesse oggi avrebbe un esito differente e che i poggini abbiano capito che se vogliono tenere un rapporto equilibrato tra livello dei servizi e costi, devono pur rinunciare a qualcosa. Una antenna su un cucuzzolo lontano dalla vista è molto piu' tollerabile di altre cose e trovo veramente ridicolo chi oggi critica l'affare Vodafone e ieri ha sprecato milioni di euro scomparsi nel nulla negli anni 90. Erano soldi anche miei quindi non la smettero' mai di ricordare quell'incredibile spreco. Questo Cda ha commesso un errore. Sarebbe auspicabile che venisse ammesso. Grave, poco grave? Pare addirittura che non ci saranno conseguenze perchè l'affare non andrà in porto e si, ha ragione Franco a dire che la sua denuncia è servita e aggiungerei io che è servito il dibattito che ne è seguito qui nel blog. Io ovviamente mettero questo errore nel calderone insieme a cio' che ha fatto questo cda prima di trarre delle valutazioni conclusive del loro mandato. Ci sarà modo di approfondire.
Per ultima cosa voglio esprimere il mio disappunto per certe reazioni, non solo tue, rispetto alla lettera firmata. Questo continuo insistere nell'indicare Tizio o Caio mi fa rimpiangere di non avere fatto cio' che mi hai suggerito. Avrei forse dovuto effettuare una indagine personale sul contenuto di quella lettera e scriverlo io il pezzo sulle "strategie preelettorali". Come si fa a parlare di politica senza fare nomi? Usiamo perifrasi, appellativi, nomignoli? Forse ci saranno altre lettere firmate in futuro come ce ne sono state in passato. le avete lette senza fiatare su tutti i giornali più blasonati perche nel blog scalcinato no?
La dimensione del terreno non è per nulla simile a quella di un lotto, ma dieci volte meno (circa 100 mq).
Ma certamente non si può valutare il costo dell'area sulla base della dimensione (pensa ad una antenna in un grattacielo, dovrebbero chiedere pochi euro perché non occupa spazio), bensì per la sua strategicità.
Inoltre, oltre che essere in un punto unico ed irripetibile che domina Poggio dei Pini ed il Golfo di Cagliari, l'area è servita da luce, acqua e guardiania.
Se anche Vodafone volesse una nuova area, sai a chi la dovrebbe chiedere? alla nostra Cooperativa!
Il prezzo è assoluatmente in linea con quanto pagano al Comune di Capoterra le stesse compagnie di telecomunicazione (circa 18.000 euro, per esempio allo stadio Santa Rosa).
Nel nostro caso addirittura Anedda ha ridotto canone, ma le compagnie sono 2 (Vodafone e Tim), che certamente non se ne andranno.
E noi avremo il merito di aver sventato questa irragionevole ed antieconomica operazione.
Franco
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