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venerdì 24 aprile 2009

Il delta di Poggio

Il laghetto di Poggio dei Pini è ancora al massimo della sua capienza post-alluvione. Questa situazione è destinata a perdurare fintanto che il Rio S. Girolamo continuerà ad apportarvi acqua. Tra poche settimane questo fenomeno si arresterà e la forte evaporazione ridurrà progressivamente e inesorabilmente la superficie dell'invaso.

Sul lago si è detto di tutto e di più, anche voci che si sono rivelate infondate. Lo sfioratore del lago non è stato riportato alla quota originaria e neppure 1 metro sotto, ma si trova a ben 2,75 metri al di sotto di dove si trovava prima del 22 ottobre. Perdipiù, come si può ben vedere da queste foto, una grande quantità di sedimento si è riversata nel piccolo bacino, interrandolo per circa 1 metro (in alcuni punti anche 2).

5 Marzo. Il lago prima della piena di Pasqua.

18 aprile. Si noti il maggiore interramento causato dalla piena di Pasqua. Utilizzate l'albero al centro del lago come riferimento. La linea blu indica la sponda prima dell'alluvione.


Insomma questo laghetto ha perso quasi 4 metri della sua profondità originaria, il che significa che quel che resta è una sottile lamina d'acqua che evaporerà sotto il sole di luglio. Sarà triste vedere il lago in quelle condizioni, ma cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: oggi il lago avrebbe potuto essere definitivamente scomparso perchè qualcuno voleva buttare giù la diga in terra. Grazie all'intervento di persone che avranno la mia perenne gratitudine (e spero quella di tutti voi), questo evento è stato scongiurato.
Dopo la piena del 22 ottobre una grande quantità di sabbia e terra si è depositata sul fondo ed in quantità maggiore nella zone più prossima all'imboccatura. Il successivo abbassamento del livello provocato artificialmente dai mezzi del Genio Civile ha messo alla luce consistenti quantità di materiale sedimentario (sabbione).
La piena di Pasqua ha "spalmato" questi sedimenti (vedi foto), riducendo ulteriormente la superficie del lago.
Abbiamo assistito, nel piccolo bacino idrico di Poggio dei Pini, a uno dei tanti episodi dell'infinito gioco tra terra e acqua, che si sovrappongono a vicenda.
Il lago di Poggio in questi giorni potrebbe essere oggetto di visite da parte degli studenti dei primi corsi di geografia: come si forma un delta, come si è formato, ad esempio il delta del Po. In piccolo, con il M. S. Barbara che simula le Alpi e il lago che fa la parte del golfo che una volta occupava le terre padane.
Qual'è il futuro di questo lago? Cosa deve essere fatto per ripristinare questo piccolo, ma importante serbatoio idrico, che umidifica e protegge dagli incendi la parte capoterrese del Parco del Sulcis?
Ci sono due problemi principali da risolvere: l'interramento e il canale scolmatore.
La terra che è finita dentro al lago deve essere rimossa. E' complicato? La sabbia e la terra sono utilizzati nelle costruzioni e forse potrebbero anche essere asportate "gratis". Esiste però il problema di una presunta contaminazione di questi sedimenti che, se confermata, potrebbe rendere più complicato il loro smaltimento, assimilandoli a rifiuti speciali.
In estate il lago sarà vuoto, una condizione ideale per la rimozione dei materiali depositati sul fondo. Per essere "vivo" questo lago deve avere anche una profondità sufficiente a conservare l'acqua anche alla fine della stagione estiva.

Particolare del delta di Poggio

Il secondo problema è causato dall'abbassamento del livello provocato dall'inadeguatezza del canale sfioratore a garantire la fuoriuscita dal bacino di tutta l'acqua che vi viene immessa nel caso di nubifragi come quello del 22 ottobre. Il canale di sfioro ha una portata di 200 mc/sec, mentre il 22 ottobre sono transitati da quelle parti ben 400 mc/sec. Allora il canale era ancora più ristretto (100 mc/sec) ed è stato allargato dal Genio Civile nei mesi scorsi. Cosa vogliono dire questi numeri? In pratica la situazione del canale sfioratore è tale che sino a una portata di 200 mc/sec l'acqua che entra nel lago fuoriesce tranquillamente dalla parte opposta. Stiamo parlando di portate considerevoli, tanto per avere un'idea 200 mc/sec rappresentano la portata dell'alluvione del 1999. Se però dovesse ripetersi una situazione simile a quella del 22 ottobre entrerebbe nel lago una quantità di acqua superiore a quella che può fuoriuscirne, con il conseguente innalzamento del livello e la possibilità di un danneggiamento della diga in terra, con i relativi rischi.

Cosa si può fare? Si dovrebbe aumentare la portata dell'attuale canale sfioratore. Operazione costosa ma non impossibile. In alternativa o in aggiunta a questo intervento si potrebbe costruire un secondo canale sfioratore "di emergenza" nel lato opposto della diga. Questo canale non dovrebbe necessariamente essere realizzato alla stessa quota del primo (ci vorrebbe uno scavo enorme), ma potrebbe trovarsi a una altezza intermedia in modo da "entrare in funzione" solo quando il livello dell'acqua avesse raggiunto una quota di pericolo.

Esiste poi un palliativo da realizzare qualora gli interventi di cui sopra non dovessero essere realizzati o dovessero tardare. Si potrebbe realizzare uno sbarramento composto da sacchi si sabbia da posizionare all'imboccatura del canale scolmatore. Questo sbarramento avrebbe la funzione di una sorta di paratia mobile, che sarebbe rimossa automaticamente con l'arrivo di una forte piena (e quindi da ripristinare ogni volta).

Un ricordo che è anche una speranza. Il piccolo lago, nel suo splendore estivo, prezioso serbatoio idrico per la lotta agli incendi.

Attendiamo con ansia la prossima finanziaria regionale per capire se ci sono stanziamenti che possano essere utilizzati per la messa in sicurezza del sistema lago-diga. In ogni caso penso che sia importante che tutti si preoccupino di salvaguardare questo elemento così importante per tutto il territorio del Comune di Capoterra.

21 commenti:

giacomo ha detto...

Ciao, io avrei dei dubbi su questi ormai famosi 400mc/s al secondo ho molte perplessità che siano passati in un preciso punto che è la diga grande compresi sfioratore e strada adiacente.

Intanto dovrebbero essere ricalcolati non bene ma benissimo, perchè altrimenti se fosse una cifra sbagliata farebbe saltare tutti i lavori e tutti calcoli successivi compresi quelli fin'ora svolti e compreso il lago grande che è stato di fatto distrutto, considerato che di sbagli grossolani ne sono stati fatti numerosi e sopratutto nell'opera di ripristino ( diga esclusa ) non escludo a priori che ci sia uno sbaglio di forse 100 mc e più.

Parrebbe che questo calcolo sia stato fatto tenendo presente l'acqua caduta in tutto il bacino, ritengo invece che questo calcolo debba essere fatto proprio sul punto critico ( diga e canale sfioratore ), tenendo presente che la diga è stata tracimata per circa 80 metri lineari con l'acqua sopra di un metro ( = 80 mc/s ), che il canale sfioratore portava 100 mc al secondo, che l'acqua ha invaso anche la strada adiacente per circa un altro metro di altezza e per 20 metri circa di larghezzza ( 20 mc. ) si avrebbe la cifra totale di 200 mc al secondo, che ripeto si devono misurare proprio li e non solo con i dati pluiviometrici ma con una misurazione più certosina, esageriamo ancora e diciamo che ne aggiungiamo altri 50 mc. al secondo, siamo a 250 mc. al secondo, ancora di più, regaliamo a questo calcolo altri 100 mc. ( un altra diga tracimata o 2 mt sopra la diga esistente di acqua ), si andrebbe dopo tutte queste esagerazioni alla cifra di 350 mc. di acqua con una differenza di 50 mc ( che sono moltissimi ), insomma chi ne sa di più dica la sua io sono pronto a dire che avevo sbagliato.



Vist e considerato che il mio è un calcolo molto semplificato ma verosimile e che possa essere sbagliato, si richiede un calcolo ancora più dettagliato, il tutto proprio per evitare che il lago venga tenuto a questo livello, questo per paura e per prudenza, oppure per togliersi ogni responsabilità, e sappiamo come si muovono certi personaggi e sopratutto certi uffici pubblici.

Per me sono passati esagerando circa 250 mc/ s nel momento massimo della portata ( circa 20 minuti )


Ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Ciao, idem per l'acqua in ingresso nel lago grande che esagerando ha molto difficilmente raggiunto i 250 mc al secondo, perchè il ponticello forse ne ha fatto passare 50 mc ( stima per eccesso ), tutti gli altri ponti compreso un ipotetico metro d'acqua su tutto l'arco che va dal ponticello piscine fino a sotto la pineta ne ha fatto passare altri 150 anche qui esagerando , anche qui possiamo aggiungerne ancora dicendo che altri 50 sono sfuggiti al calcolo, totale 300mc ( stima aggiungendo tutto quello che si può aggiungere ) ecco perchè secondo me i calcoli e le stime sarebbero da rifare in maniera più dettagliata servendosi anche dei filmati e delle tante fotografie a dsiposizione.

ciao giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giacomo gli esperti hanno misurato 400 mc/sec. Ritengo che abbiano usato metodologie di rilevazione piuttosto precise. Rita potrebbe dirci qualcosa in più sulla possibilità che quel valore sia sovrastimato.

gianleonardo corda ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Giorgio Plazzotta ha detto...

Gianleonardo il problema delle strade interne di Poggio dei Pini deve essere risolto. Si tratta di strade realizzate a suo tempo e mai collaudate per cause che ci sono ancora non del tutto chiare. I cittadini che vi abitano pagano le tasse allo stato italiano e al comune di capoterra quindi non ritengo accettabile, dopo un'alluvione, che si possa discriminare tra una infrastruttura distrutta pubblica e una infrastruttura a gestione privata. Ad ogni modo non tutte le strade di Poggio sono "della cooperativa". La strada che passa davanti alla Terrazza e presso le piscine è la "strada vicinale S. Barbara" che è sempre stata comunale, idem come sopra per la strada dei Genovesi. Mi sembra ovvio che chi deve ripristinare l'asfalto sia quindi il Comune di Capoterra.

gianleonardo corda ha detto...

Io non sono molto pratico di misure e misurazioni idrauliche, ma ho visto e rivisto i filmati, compreso quello fatto proprio sopra le piscine. Se chi ha fatto gli studi, e tutti sono concordi, sostiene che sono passati 400 mq al secondo non c'è ragione di dubitare. Preferisco vedere opere sovradimensionate, piuttosto che assistere inerme a tragedie come quella che tutti abbiamo visto e vissuto, causate dall'enorme massa d'acqua unito al sottodimensionamento delle strutture.
Altra cosa è invece la sorte del lago.
Ricorda davvero il lago della diga del Vaiont, oggi conpletamente interrato dalla montagna franata.
Non capisco quali siano le intenzioni del Genio Civile, ne della Cooperativa -che a mio avviso invece dovrebbe alzare un pochino di più la voce- mi limito a constatare che che uno degli angoli più belli del nostro territorio sta lentamende scomparendo grazie anche all'insipienza umana.
Perchè aspettare tanto per rimuovere tutti quei detriti che affogano il lago? L'ing. Petrella mi sembra una persona preparata, temo però che abbia concluso il suo compito. Infatti effettuato il rinforzo della diga il cantiere è stato smantellato. Ma allora a cosa è servito consolidare la diga di un lago che non esiste?
Ho sempre pensato, e voglio illudermi che sia davvero così, che quello fosse solo l'inizio di un grande lavoro, però nell'attesa di una auspicata evoluzione, la Cooperativa potrebbe mettere, oltre alla buona volontà dichiarata a parole, anche qualche metro di asfalto nella zona Terrazza e nella zona piscine, non sarebbe sicuramente una grossa cifra ma contribuirebbe perlomeno a rendere nuovamente vivibile la piazzetta che dal 22 Ottobre è diventata impraticabile, prima per il fango ed il dissesto, oggi per la polvere.

gianleonardo corda ha detto...

Giorgio si sono incrociate le nostre risposte.
Intendevo dire che la Cooperativa deve far sentire maggiormente la propria voce con il Comune per ottenere un diritto: ripristinare i tratti di strada distrutti dal fiume, diritto sostenuto dal fatto che la strada che attraversa Poggio è comunale.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Ti faccio presente che sino a pochi mesi fa la Cooperativa sosteneva incredibilmente che la manutenzione delle strade comunali fosse di sua competenza. Ci sono state ampie discussioni nel blog su questo argomento.
Si trattava ovviamente di una lettura distorta e autolesionista della realtà, ma quando uno fa harakiri in questo modo che cosa possiamo attenderci?
Non so cosa aspetti il comune di Capoterra a sistemare le numerose strade che presentano problemi e questo non solo nella zona di Poggio dei Pini. La strada dell'agriturismo Agricantus che porta a Macchiareddu è inagibile e nella zona di Frutti d'Oro 2 ci sono lavori fatti così male che le pozzanghere, quando piove, si trasformano in veri e propri pantani.

giacomo ha detto...

Dare come certe le deduzioni di alcuni esperti che nei primi momenti volevano distruggere la diga mi sembra un pò sbagliato, di errori certi esperti ne hanno commessi tanti, io invece mi sono basato su certe rilevazioni e quasi sicuramente la cifra dei 400mc/s è sbagliata, il dubbio mi resta ed è per questo che ho scritto, se ci fosse stato un errore del 20% ( che può starci ) non avrei scritto niente, purtroppo invece la cosa potrebbe essere assai diversa , comunque sia posso essere anche smentito, ma non con la frase : gli esperti hanno detto così e basta!! , la cosa necessita di un approfondimento appunto fatto da più esperti e magari migliori.


ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

però giacomo il dato sulle precipitazioni è indiscutibile, giusto?
il pluviometro di Su Sinzuru il 22 ottobre ha registrato 372 mm contro i 180 dell'alluvione del 1999.

giacomo ha detto...

Ciao, Quel dato è indiscutibile, però l'acqua quando scende nel fiume ha bisogno di un certo tempo e sopratutto questo tempo è determinato anche dalla conformazione del territorio, esempio se c'è un bosco l'acqua viene rallentata e utlizzata dalle piante, contano i pendii e gli ostacoli in generale, se c'è della pietra viene velocizzata, inoltre i dati pluviometrici sono parziali ad alcune zone, mancano quelli più vicini al bacino interessato, quindi è chiaro che i fattori sono tanti, è per questo che i livelli di controllo in certi punti possono essere più precisi, i due punti forse più precisi sono il canale sfioratore compresa la diga e l'ingresso del lago grande, comunque sia posso anche sbagliarmi, però ho dei dubbi e la cosa andrebbe approfondita, ho dei dubbi anche che il livello sopra la diga abbia raggiunto il metro in altezza, perchè penso che avrebbe fatto più danni, comunque questo è difficile da accertare.

Detto tutto questo si può sempre dire che la diga e i laghi sono parti che non hanno influito e non influiscono sui rischi, invece il fiume a monte e sopratutto prima del lago andrebbe almeno risistemato subito.

Per me è giusto dire che la strizza e la fretta a volte anche infondate hanno condotto alcuni lavori che a loro volta sono stati anche peggiorati, di fatti un lago più capiente può contribuire a ridurre o a rallentare il flusso, così come il più peso potrebbe mettere a rischio la diga stessa, ma quest'ultima è stata messa in sicurezza ancor più di prima, ecco allora che tutta la situazione andrebbe studiata in maniera più dettagliata proprio per arrivare a una misurazione più giusta per la sicurezza e la salvaguardia dell'invaso stesso.


Ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Volevo anche aggiungere che il lago allo stato attuale contiene quasi la metà di quello che è stato previsto nonsotante il livello sia stato ribassato, questo per via dei detriti, quindi siamo in una situazione peggiore di quella calcolata anche se questi calcoli dovessero essere precisissimi, infatti Giorgio dice giustamente come mai non si provvede a dare più spazio all'invaso, facendo asportare la sabbia e ricostituendo anche l'isolotto facendolo più grande, qualcuno ha fatto richiesta di tutto questo?? inoltre le sabbie possono essere anche usate per diversi utlizzi giustamente e anche per i lavori delle fognature.

Anche l'entrata delle acque nel lago grande è stata stravolta e non è stato mantenuto il corso originario, questa azione mette a rischio le case che sono poste a fronte dell'ingresso del lago stesso e questo fatto dovrebbe interessare proprio chi li ha fatti ( Genio Civile ), perchè non hanno rimesso a posto nella condizione originaria il fiume???.

Ci sarebbe bisgono di un intervento immediato per risistemare alcuni dettagli, prima del grande lavoro della messa in sicurezza di tutto il rio, qualcuno potrebbe anche risponderne dovesse risuccedere una catastrofe e si potrebbe anche pensare ( ma penso di sbagliarmi di brutto ) che qualcuno abbia voluto il fiume più lontano dalla strada per legittimare forse qualche lotticino...no no ma questa penso sia fantascienza, anche perchè nel caso si ci sarebbe da ridere per non piangere .

Ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

il laminamento della diga è stato calcolato in 80 cm per circa 20 minuti.
A mio avviso il canale scolmatore come è adesso non è sufficiente. Mi sembra interessante l'ipotesi di costruire un secondo canale laterale di emergenza. Renderebbe sicura la diga e si potrebbe risollevare il livello di tracimazione.
Comeho scritto ci sono due obiettivi:
- togliere la terra
- aumentare la portata del canale scolmatore

sarebbe opportuno che la Cooperativa cominci da subito a lavorare e a trovare soluzioni a questi due problemi

giacomo ha detto...

Allora se è di 80 cm di altezza per un totale di 80 metri lineari sopra la diga sarebbero passati ancora meno metri cubi d'acqua, per la precisione 64, quindi al calcolo precedente andrebbero tolti ancora 36 mc. - insomma come vedi le cose sono da rivedere, perchè fino ad ora ci sono addirittura 186 mc d'acqua in più, si tenga anche presente che a monte è franata una strada ( per chiesa di San Gerolamo ) che ha contenuto circa 30.000 mc d'acqua che nel bel mezzo della tempesta dopo il crollo si sono riversati nel rio, è questo fatto potrebbe aver determinato la tracimazione del lago così come si vede in un filmato del lago grande.

Se il lago si prosciugherà in estate ci saranno sicuramente dei responsabili, fenomeno alluvionale a parte , sopratutto altri organi che non hanno eseguito a REGOLA D'ARTE i lavori di urgenti di ripristino.


ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Ciao un altra cosa sempre al riguardo dell'acqua passata e sempre per calcolare al meglio la portata del 22 ottobre, sopra la diga molto probabilmente l'acqua non aveva un livello uniforme sugli 80 metri tracimati, questo per via di un effetto sifone o tappo di lavandino che veniva creato dal canale sfioratore, quindi se vicino al rudere o in qualche posto da quelle parti l'acqua aveva questi ipotetici 80cm., mentre ci si spostava verso lo sfioratore il livello scendeva fino a diventare zero, anche questo fattore va a incidere sul calcolo generale.

ciao Giacomo

Sandro Atzeni ha detto...

Scusatemi ma tutti questi discorsi non ci portano a nulla e nulla è quello che noi possiamo fare per far si che si compia il progetto "Lago" come era stato previsto con lo sfioratore a -1. Calcoli, accertamenti, sfioratori, bypass etc. sono fra i compiti del cda che si dovrebbe impegnare per smuovere, sensibilizzare, protestare, organizzare, inoltare etc. , mentre, invece, si crogiola nell'immobilismo assoluto. Deduzione: è indispensabile cambiare le teste per uscire dallo stallo, questo è l'unico pensiero che dovrebbe animare le nostre azioni future.

max steri ha detto...

Secondo me il problema principale parte dall'effetto diga creato inizialmente dal ponte Hydrocontyrol, dalla sua quota in altezza e, più a valle il ponte delle piscine in quanto l'acqua scesa dalla montagna in quantità superiore da essere contenuta in quel misero greto che era rimasto, si è espansa in ogni dove... a questo punto i calcoli risultano sempre più difficili e si potrebbe fare delle misurazioni addirittura già più a monte, e cioè dal primo sbarramento artificiale e cioè il ponticello che porta alla chiesetta, perchè è proprio là che in base all'espansione della piena si può stimare quanto questa valanga abbia portato a valle... inoltre si aggiunga il trasporto solido di detriti, alberi e quant'altro, il calcolo per lo scolmatore risulta molto più difficile se adeguato alla puena del 22 ottobre... sempre dalla mia ignoranza in materia, occorrerebbe curare l'alveo prima del lago grande, in modo che il flusso d'acqua entri dal delta direttamente dentro il lago e non invada le strade laterali... la situazione, com'è adesso, davanti ad una piena simile come il 22 ottobre, producerebbe gli stessi danni, in quanto il ponte delle piscine fa da spartiacque e non permette al flusso di raggiungere il lago... secondo me il principale problema sono i ponti a monte del lago... e bisognerebbe intervenire il più presto possibile proprio all'adeguamento della "luce" di scarico di questi....

giacomo ha detto...

Ciao, io poi volevo anche chiedere se esisteva o esiste un rapporto circa le condizioni del fiume prima di questo evento.

Il Rio San Gerolamo negli ultimi ventanni a monte della diga grande era ormai quasi intasato in alcuni punti e in altri era totalmente scomparso, immondezza sabbie e pietrame ne ostruivano il normale scorrimento delle acque, questo fenomeno era stato amplificato dai numerosi incendi accaduti dal 1992 in poi , così dicasi in quel tratto prima delle lottizzazioni di valle, vorrei sapere se esisteva un rapporto dettagliato che accomunasse questi fattori, perchè chiaramente poi non fu fatto niente a parte qualche giornata dell'albero eseguita sopra le piscine e da parte di volontari del Grusap, se dobbiamo ancora aspettare questi tempi sardo-biblici-regionalistici per vedere magari una seria presa di posizione per riforestare questi versanti gravemente danneggiati allora siamo punto a capo, per non parlare della risistemazione del rio almeno per portarlo al suo aspetto orignario.

E poi ricordiamoci anche il gravissimo caso degli elicotteri antincendio che parrebbe siano disponibili da dopo le 10 del mattino e che questo fatto ha fatto si che l'incendio dell'estate 2008 finisse per diventare 10 volte almeno più grande, senza contare lo sperpero di denaro pubblico anch'esso diventato all'ennesima potenza, tutto questo ha peggiorato enormemente le condizioni che poi hanno fatto si che l'acqua venisse giù diretta e senza rallentamenti naturali, quest'estate ci scommettete che la musica sarà la stessa e che a comandarli ci saranno le solite persone ( impunite )?? .

Insomma un servizio antincendio migliorato nei mezzi e negli anni arricchito di tante belle cose ma che nella sostanza presenta molte lacune che per la verità sono le solite ( la materia grigia è chiamata in causa ), è il caso di ridire che si utilizzano ancora metodi da apertura di bottega, come gia dissi 10 anni fa circa in un quotidiano locale.

Insomma per finire il discorso la domanda è questa: esiste qualcuno che controlla i fiumi prima che avvengano tali fenomeni?? se si chi è che per legge dovrebbe controllare???...se qualcuno sa queste cose lo scriva pure.


Ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giacomo ti dico quello che ho capito io. Sabbia e pietre non sono "sporcizia" che intasa il letto dei fiumi a carattere torrentizio come il S. Girolamo, ma fanno parte del loro letto in modo del tutto naturale. Le opere di antropizzazione che vengono realizzate dall'uomo lungo i versanti dei bacini idrografici incidono sulla naturalità degli alvei perchè è noto che una fitta vegetazione trattiene e rallenta le acque ed impedisce l'erosione dei suoli. Ma in generale le sabbie depositate negli alvei durante le piene vengono poi colonizzate dalla vegetazione che sarà poi nuovamente divelta dalla successiva piena mentre la sabbia va verso il mare e le rocce rotolano dai versanti montani ripicciolendosi sempre più e trasformandosi in sabbia, in un eterno gioco tra terra e acqua.
Può darsi che abbia un senso scavare gli alvei ma penso che questo lo si faccia solo quando si vuole ridurre lo spazio che normalmente il fiume si prende durante le sue piene.
Ad ogni modo sono curioso di sentire quello che ci dirà l'esperto di ingegneria naturalistica che terrà una conferenza questo mese su questi argomenti.

giacomo ha detto...

Ciao, Giorgio, i fenomeni erosivi dati dagli incendi causati dall'uomo non sono naturali, sono fenomeni dati dall'antropizzazione dei luoghi, siccome io conosco il fiume da almeno 30 anni ti dico che a causa di questi fenomeni il rio non aveva più le sembianze di prima, per capirci meglio, se dovesse ricrescere la vegetazione lungo il rio nell'alveo non ci andrebbe più la sabbia, non solo ma tale sabbia occupando uno spazio dentro il fiume favorisce le esondazioni, e non essendoci più gli alberi le acque scorrono più veloci, se poi gli studiosi sono anche presunutosi e non si documentano su come erano le condizioni di questo fiume magari chiedendo a qualcuno o guardando le cose in tutti i loro aspetti e più in generale, allora vuol dire che non sono capaci neanche a fare il loro lavoro e nonostante si siano presi una laurea sono rimasti scemi.


Questa è la realtà dei fatti il resto sono supposizioni, hai visto la sabbia nel lago??? ecco prima non c'era, ma non c'era neanche quella di prima, perchè adesso c'è ??? perchè ci sono stati gli incendi e le piogge l'hanno trasportata....andrebbe tolta??? certo che si .....l'hanno tolta?? certo che no ....se il fiume adesso dovesse riscendere con violenza farebbe più danni?? certamente, il fiume dopo l'incendio del 92 era ca,mbiato radicalmente gia dalle prime piogge.

A giorni spero di pubblicare qui una foto del rio tra il poggio e prima della lottizzazioni alle foci così ti ricrederai.

Intanto vorrei sapere se c'era chi aveva il dovere per legge sul redare dei rapporti in base a questi fenomeni erosivi e sulle condizioni del fiume in generale, possibile che nessuno risponda mai a questa domanda..che strano.

ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giacomo 30 anni sono molti, ma nell'ambito della vita del fiume sono un granello di polvere.
A mio avviso nei sabbioni che si trovano adesso nel letto del fiume crescerà di nuovo la vegetazione ma alla prossima piena di grande entità quelle piante saranno nuovamente divelte e il substrato su cui crescono verrà nuovamente trasportato un po' più a valle. Un giorno raggiungerà il mare.
A mio avviso il lavoro sulla vegetazione non deve riguardare tanto il letto quanto piuttosto le sponde e le altre zone in cui possono verificarsi fenomeni erosivi.
E' li che l'acqua lavora sul terreno e cerca di farsi uno spazio ancora più ampio. Potrebbe trovare della pastafrolla oppure un substrato di terra solida tenuta insieme da radici che inoltre, con la loro rugosità, rallentano anche la forze dall'acqua.
E' comunque vero quello che dici, se la zona a monte del lago fosse stata completamente naturalizzata avremmo avuto senza dubbio una minore erosione ed un quantitativo minore di sedimenti nel letto e quindi anche dentro il lago.
I sedimenti incrementano la portata perche si sommano all'acqua e aumentano quindi il rischio sulle infrastrutture. Ecco perchè un importante lavoro che deve essere fatto consiste nel rimboschimento. Sebbene non si possa affatto dire che Poggio e il suo territorio siano degradati (tutt'altro!) è innegabile che a fronte di tanti incendi che si sono verificati non si sia voluto opporre una forte azione di rimboschimento. Questa carenza l'avevo sollevata in un articolo antecedente all'alluvione (2 ottobre 2008 - http://poggiodeipini.blogspot.com/2008/10/il-grusap-cerca-fondi.html ).

Di questo siamo tutti colpevoli perche non possiamo sempre aspettare che sia "lo Stato" (la Regione, il Comune etc) a provvedere a ogni singola cosa. Ancor più sorprendente che il rimboschimento sia stato trascurato in una realtà come quella di Poggio in cui operano una cooperativa (entità solitamente più efficente e sensibile di quella pubblica) e una benemerita associazione di volontari antincendio (Grusap). Forse è il caso di imparare qualcosa e cambiare registro.

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