Sei mesi di travaglio, sei mesi di immobilismo, sei mesi di scaricabarile.
Smaltita la sbornia elettorale ecco che gli "orsi" si risvegliano dal letargo. La caccia alle poltrone e il consolidamento degli equilibri di potere hanno fatto il loro corso, avendo priorità su tutto. Sugli sfollati che vivono lontano dalle loro case distrutte, sulle migliaia di persone che percorrono strade insicure, su un territorio che ha urgente bisogno di interventi. Ora è venuto il tempo di pensare a questa ferita ancora aperta che è stata lasciata a sanguinare per così tanto tempo.
Ad ogni modo, anche a causa di una certa pressione esercitata dall'opinione pubblica, sembra che l'elefantiaca macchina del potere regionale si decida a muoversi.
Dopo lo scandalo delle licenze edilizie concesse dal Comune di Capoterra nel gennaio 2009 per costruzioni da realizzare a Frutti d'Oro 2, nel bel mezzo del letto del fiume esondato, ecco che oggi il Comune stesso corre ai ripari emanando una delibera che sancisce il blocco di nuovi volumi urbanistici in tutta l'area esondata, come perimetrata dalla cartografia ufficiale della Regione anche da noi pubblicata a suo tempo.
Anche in questo caso si assiste a un tentativo di scaricabarile: "doveva farlo la Regione". Invece l'ha fatto il Comune oggi. Diciamo noi: perchè non l'ha fatto prima?
In Viale Trento si sveglia l'assessore all'Urbanistica Asunis, che ha dato mandato agli assessori di Lavori Pubblici, Difesa Ambiente ed Enti Locali di definire gli interventi urgenti per ridurre il rischio idrogeologico. Gli assessorati si sono dati 30 giorni di tempo per effettuare questa definizione, mentre entro 3 mesi il Comune dovrebbe adeguare il proprio piano di fabbricazione a quanto emergerà da queste analisi.
Io mi chiedo a questo punto che fine abbia fatto il famoso Studio Idrogeologico da 500 mila euro avviato con urgenza dalla giunta Soru e del quale non se ne sa più niente. Desaparecido?
allo stesso modo non si è più sentito parlare di "Patto del Fiume" e di partecipazione della popolazione alle scelte che caleranno dall'alto su questo territorio. Eppure a Capoterra si è recentemente formata una Associazione (22 Ottobre) che ha proprio questo obiettivo e che si è dimostrata particolarmente preparata nelle discipline relative al riassetto idrogeologico tanto da avere contribuito in molte occasioni a indirizzare gli stessi soggetti istituzionali nella direzione di un percorso di ricostruzione ottimale.
Un altro fronte di cui si conosce l'esistenza, ma su cui esiste un comprensibile riserbo, è quello dell'inchiesta giudiziaria collegata al disastro del 22 ottobre. Ne parla sempre il Giornale di Sardegna (leggi pdf) che , in effetti, non riporta alcuna informazione definitiva. Serve però a ricordare ai lettore dell'esistenza anche di questo fronte e di rispondere alla domanda: chi è colpevole di tutto questo? Ho un personale presentimento e penso di conoscere la risposta. In un paese che non ha individuato colpevoli per le più grandi stragi nazionali, un paese in cui il sistema legislativo è composto da un intrico di scappatoie e di cavilli, anche questa volte non vi saranno colpevoli per quelle cinque bare.
E' probabilmente che tutti quanti ci concentriamo, lavoriamo e spingiamo per dare risposta a un'altra domanda "quando torneremo a vivere una vita normale?".
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immagine: khuasi
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