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domenica 9 dicembre 2007

Si va avanti anche senza referendum

Si è tenuta nella serata di oggi una assemblea indetta dal "Comitato per lo sviluppo sostenibile". Come è noto questa data era stata fissata per il referendum consultivo nel quale i soci avrebbero dovuto esprimere la propria opinione sulla variante al Piano di lottizzazione di cui si parla ampiamente in questo blog.
Diciamo subito che la sala era gremita probabilmente oltre le aspettative del comitato organizzatore, tanto che non era stato previsto un impianto di amplificazione (come mai?, io ne ho uno).
Era importante capire quale fosse lo stato d'animo dei residenti, se avessero ancora voglia di lottare per limitare la lottizzazione o se sarebbero ricaduti nella apatia che regna da anni a Poggio dei Pini: "lasciamo che gli altri facciano". A ciò si aggiunga il frenetico "porta a porta" che CdA e supporters hanno ulteriormente infittito nell'ultima settimana. Telefonate e riunioni per piccoli gruppi in cui vengono prospettati scenari catastrofici e presunti complotti politici. Non fa piacere a nessuno crearsi antipatie. I ponzi pilati sono e saranno sempre molti, ma questa mobilitazione continua a coinvolgere la maggioranza dei soci e dei residenti.
All'ingresso della sala era proposta per la firma una petizione per accedere agli atti emessi dal CdA. Purtroppo è così: nella nostra cooperativa è necessario presentare una petizione firmata dal 10% dei soci per forzare la "secretazione" dei documenti relativi alla gestione della società. E' follia. E poi ci si lamenta se nella nostra comunità "circolano voci". Con una simile trasparenza, cosa si pretende? A proposito la variante "pacco" ci è veramente costata 102.000 euro come si dice?
Vorrei riportare alcuni degli spunti emersi nei vari interventi che mi hanno colpito di più.
Dura critica è stata rivolta all'annullamento del referendum che, a parere di molti, è stato causato dal forte timore di ricevere una severa batosta. La "rinuncia" ai lotti delle pinete sarebbe quindi soltanto un'escamotage, dato che il referendum proposto era rivolto alla sospensione dell'intero intervento di lottizzazione e non solo a una piccola parte di esso. L'annullamento è stato considerato un atto arrogante che fa venire meno la fiducia dei soci nei confrinti de CdA. Si è sottolineato come questa "rinuncia" annunciata sia una mera dichiarazione d'intenti che non ha nessun valore giuridico dato che il progetto continua a giacere in regione per l'approvazione. Se ne richiede, invece, l'immediato ritiro. L'unico rappresentante (non so se consigliere) del CdA che ha preso la parola, affrontando la "fossa dei leoni", ha ribattuto, se ho capito bene, che il progetto, in sede di "intesa" non può andare avanti senza il contributo della Cooperativa (o del comune?) e che quindi quello stralcio è cosa fatta. Sarà cosi? E' chiaro che ci sono molti dubbi e che la materia è da specialisti, ma i soci della Cooperativa, senza star lì a citare luminari e professoroni che vi abbondano, penso siano in grado di comprendere appieno qualsiasi argomentazione tecnica, se correttamente esposta. Si pretende invece che il "gregge" ascolti la voce della verità senza alcuna possibilità di contraddittorio.
Sono questioni delicate e sono certo che esistano più strade da seguire: dobbiamo esaminarle tutte e scegliere, insieme, quella che riteniamo la più opportuna. Non potrà esserci unanimità, ma che ci sia almeno maggioranza. L'ho letto nel manuale del piccolo democratico.
Si è parlato molto dei rapporti tra il consiglio di amministrazione e i soci, nonostante una signora abbia fatto uno strano appello a parlare solo della variante. Fusse che nominare il CdA sia lesa maestà? Si è detto che, soprattutto dopo l'annullamento del referendum, si è creato un solco tra i soci e l'amministrazione. L'intervento dei carabinieri alla assemblea sociale è stato considerato gravemente offensivo da parte della platea. Più di un intervenuto ha chiaramente fatto riferimento ad un possibile "impeachment" del consiglio di amministrazione, alla possibilità di nuove elezioni e della formazione di un gruppo dirigenziale alternativo. Queste proposte venivano da soci che non fanno parte del gruppo del "comitato organizzatore". Il fatto che Franco Magi, che del comitato è il promotore, abbia prospettato come accettabile una soluzione in cui l'attuale CdA accolga le richieste fatte da parte della maggioranza dei soci, pur restando i carica, apre la porta a una possibile soluzione di compromesso. Probabilmente è così, ma è anche innegabile che un CdA così sfiduciato avrà difficoltà a restare in carica.
Un altro argomento che è stato sviscerato riguarda i numeri. Questi benedetti numeri presentati sul videoproiettore del Presidente: 20 milioni da spendere, 20 milioni da incassare.
Analizzando il dettaglio del conto della spesa l'ing. Trudu ha effettuato una lunga serie di osservazioni che ne contestano l'esattezza. Lo invito a scrivere in dettaglio su questo argomento. Comunque l'ipotesi generale è che quei conti siano ampiamente sovrabbondanti rispetto alle reali necessità. Ma allora, forse, se ci servono meno soldi potremmo fare meno lotti? E se è così, allora, perchè questi conti sono stati gonfiati? Chiaro che chi li ha emessi oggi non se li può rimangiare e continuerà ad arrampicarsi su specchi sempre più scivolosi. Siamo noi che dobbiamo comprendere e decidere, le carte non saranno mai messe tutte sul tavolo.
Poi una provocazione in risposta alle voci allarmistiche che prospettano pesanti contraccolpi sul portafoglio dei soci, aumenti di quote sociali o pignoramenti di abitazioni qualora non venga approvato questo piano. Se proprio si vuole parlare di vil metallo, dice Stefano Fratta, quanto varranno le nostre proprietà in una Poggio dei Pini più urbanizzata? Certamente di meno.
Poi c'e' la questione dei rapporti con il comune di Capoterra. Oltre la metà di tutta la ICI comunale viene dalla nostra frazione. Notoriamente nemmeno un euro viene speso a Poggio dei Pini, il paese dei ricchi, la Beverly Hills sarda. Chi dovrebbe rappresentare i nostri interessi dice: zitti e mosca, Capoterra non può usare l'ICI per Poggio dei Pini, noi siamo quelli che la pagano e basta! Alla faccia del difensore! ma come? Tutti gli "avvocatoni" che abbiamo li utilizziamo solo per cercare di non far parlare i familiari dei soci? Perchè non si sono impegnati nella difesa dei nostri interessi?
Altri dicono, no, l'ICI può essere usata per le opere di urbanizzazione primaria e quindi il Comune può intervenire sulle strade etc. Qualcuno si deve occupare di questa questione, nella speranza che chi deve difendere i nostri interessi lo faccia per davvero. Ho l'impressione che tutte le amministrazioni precedenti della Cooperativa abbiano delle colpe nei rapporti con il comune di Capoterra e che quegli errori del passato oggi siano decisivi. Non saremmo a questo punto se tali rapporti fossero stati chiariti in precedenza, se le opere realizzate fossero state prese in carico dal comune e così via.
Dulcis in fundo .. la trasparenza, l'informazione e la comunicazione. Il mio argomento preferito.
Tutti hanno parlato di trasparenza, molti hanno individuato nella comunicazione e nell'informazione un possibile strumento che la potrebbe aumentare. Qualcuno ha citato internet, il portale, il sito o il blog come strumento che potrebbe risolvere questo problema. Ma perchè la nostra Comunità nel 2007 ha un sito che è praticamente vuoto? ha chiesto un nuovo socio. Come nei miglior romanzi gialli .. la risposta alla prossima puntata.

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