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domenica 30 dicembre 2007

La Cooperativa tra passato e futuro

di Silvio Ceccarelli
Caro Giorgio, nel mio primo articolo ho espresso un'opinione forte, da discutere, concreta che potrebbe veramente cambiare l'assetto della società. Mi aspettavo dei commenti, degli insulti, delle polemiche. Invece niente.
L'unico intervento veramente interessante del sig.Trudu che rimarca il fallimento degli obbiettivi della Coop. avendo finito i lotti senza aver portato a termine le opere convenzionate, non mi sembra indichi una soluzione concreta per il futuro del nostro insediamento. Mi spiego meglio. Se in futuro la Società non si evolverà, abbandonando la vocazione immobiliarista, resterà sempre il rischio che per imprescindibili necessità vuoi di bilancio o di potere o per impulsi politici qualcuno tenterà di cementificare qualche residuo spazio verde. Facciamo un passo in dietro. La necessità di presentare una variante che, se aprovata, potrebbe consentire la realizzazione di 185 o più lotti (non dimentichiamo che nei progetti ante anno 2004 si parlava di 220 nuovi lotti) è conseguenza logica e naturale della mentalità di chi ha amministrato nei precedenti 40 anni.
Avendo ottenuto con IL GRANDE IMBROGLIO la proroga della vita della Società di altri 40 anni si sente in obbligo di garantire ai futuri amministratori le risorse finanziarie per continuare a gestire con gli stessi criteri del passato. Non credo di dover spiegare quali sono i criteri del passato. Se per il passato potevano andare bene, anche se è discutibile, sicuramente non vanno bene per il futuro.
Se in passato si poteva preventivare l'alienazione di alcuni lotti per ripianare il bilancio senza pesare eccessivamente sulle tasche dei soci, per il futuro dobbiamo pretendere una gestione del denaro dei soci molto più trasparente. Il ricavato dalla vendita dei futuri lotti (speriamo il meno possibile) da destinare unicamente alla realizzazione di infrastrutture da cedere al Comune o investimenti produttivi per diminuire la contribuzione richiesta ai soci per i servizi resi.
Anni fa proponevo di sdoppiare la Società per separare la gestione immobiliare dalla gestione dei servizi, questo avrebbe potuto farci risparmiare immediatamente l'applicazione dell' IVA sui contributi versati, rendendo disponibile quanto versato da ogni singolo socio al 100%, mentre con l'attuale regime dal contributo viene detratta la tassa del 20%.
Naturalmente la mia proposta non ha trovato spazio. Ne consensi ne dissensi. Fu semplicemente ignorata. Temo che potesse intaccare gli interessi o le aspettative di chi non ha mai voluto presentare all' Assemblea bilanci preventivi, che vincolassero le spese, ma ha sempre preteso l'approvazione dei bilanci consuntivi, dopo poche e frettolose spiegazioni. Non vi sembra una beffa che per i servizi che la Coop. ci elargisce, che sappiamo almeno in parte dovrebbero essere prestati per legge dal Comune, noi paghiamo l' ICI al Comune+ contributo alla Società + IVA allo Stato?
Rimango in attesa, fiducioso, di una buona dose di critiche, di smentite, perchè no di insulti, purchè siano costruttivi per delineare un futuro assetto della nostra comunità. Silvio Ceccarelli.

12 commenti:

Giorgio Plazzotta ha detto...

Silvio,
non preoccuparti se il confronto da te attivato non ha ancora trovato riscontro, almeno per il momento.
Pensa ai lunghi anni di silenzio che hanno caratterizzato soprattutto quest'ultimo decennio qui a Poggio. Questo modesto blog, nato all'improvviso, viene letto mediamente da 100 persone ogni giorno, non è poco se consideri l'estrema specificità degli argomenti trattati. Inoltre ti faccio notare la totale assenza di interventi provenienti da rappresentanti del CdA, che certamente leggono il blog ma tacciono sia perchè privi di argomentazioni che per la speranza di boicottare e sopprimere quasiasi attività che non sia sotto il loro controllo.
Non sorprenderti, pertanto, se non troverai le loro risposte qui ne da nessun'altra parte. Il tuo messaggio pubblicato qui ha comunque raggiunto molte persone.
Il fatto poi che la strategia del boicottaggio abbia dato ottimi risultati è innegabile e purtroppo ha favorito sprechi e operazioni poco trasparenti. E' comprensibile che si continui a perseguirla.

Oggi sembra che quella strategia vacilli perchè un numero superiore ai soliti 3 o 4 rivoluzionari si sta ribellando a questo stato di cose.
Se questo risveglio sarà solo un fuoco di paglia oppure rappresenterà una svolta nella vita della nostra comunità, DIPENDE SOLO DA NOI.

Anonimo ha detto...

Cari amici, mi inserisco in questo post per sviluppare un ragionamento sul Consiglio di Amministrazione. Premetto che non ho firmato la richiesta di convocazione dell'Assemblea ordinaria dei Soci, avente ad oggetto la revoca del Consiglio di Amministrazione, in quanto confermo le mie perplessità espresse nell'Assemblea del 1° dicembre.
La mia posizione non è critica verso l'iniziativa di sfiducia, che trovo a questo punto perfino necessaria, ma sulla strategia complessiva. La sfiducia al CdA è già nei fatti, ma richiede un corretto e adeguato processo democratico perché lo diventi anche negli atti. E questo è ciò che sta facendo con grande impegno il Comitato per lo sviluppo sostenibile di Poggio dei Pini. Quasi con dolore ho negato la mia firma alla richiesta di convocazione dell'Assemblea, perché il Notiziario del 21 dicembre è stato offensivo e ha determinato in me la convinzione che questa comunità debba avere amministratori diversi. Ma... c'è un ma purtroppo. Io - e con me altri Soci - ho bisogno di alcune certezze, che vorrei vedere espresse prima dell'Assemblea oppure durante la stessa, che riguardano la sostituzione degli attuali amministratori.
Non mi piacciono le battaglie temerarie e non mi piace vedere tanto lavoro perso per mancanza di un disegno complessivo. Non dimentichiamoci che l'obiettivo principe è la tutela della nostra cooperativa (ambientale, sociale, economica e permettetemi di mantenimento occupativo) e che la sostituzione del CdA deve avvenire con una sfiducia costruttiva. Quindi, bando ad ogni forma di ipocrisia e scaramanzia e cominciamo TUTTI INSIEME ad indicare i nomi degli amministratori che si vorrà proporre in alternativa (e questo è un primo segno di trasparenza da parte del Comitato) e poi a redigere un programma di amministrazione della Cooperativa con ipotesi e dati che garantiscano la tutela dei principi sopre esposti.
Se si fallisce l'obiettivo, con nomi proposti frettolosamente e non ritenuti autorevoli e/o al di sopra delle parti, con un programma nebuloso e/o generico, con il venir meno del consenso attorno al Comitato chi bloccherà la depauperazione del nostro patrimonio boschivo?
Propongo quindi a TUTTE le individualità, alle piccole o grandi disponibilità, alle sensibilità, alle semplici abilità o alte professionalità di contribuire a costruire un diverso futuro per la nostra Cooperativa con ogni mezzo che riterranno opportuno condividere.
Grazie e attendo fiducioso.
Roberto Trudu

P.S. Ringrazio Silvio Ceccarelli per l'attenzione prestata al mio post e prometto che parteciperò attivamente nella formulazione di proposte e programmi per il futuro della nostra Cooperativa.

Anonimo ha detto...

Gira voce che il parere proveritate, formulato per richiesta del comitato per affermare i presupposti della giusta causa e chiedere quindi la revoca degli amministratori, altro non sia che una barzelletta.
Ad affermarlo è un noto esponente del comitato F.M.che più volte ha affermato quanto è stato ridicolo chiedere la revoca basandosi su quel parere: “E’ lampante che la revoca per acclamazione sia stata formulata per far ridere…ma ci avevate creduto?ma è chiaro che è una cosa ridicola”. Cosi erano commentati alcuni passi del suddetto parere. Cosa ne pensi di tutto ciò l’autore del parere, è ancora un mistero. Cosa penseranno i numerosi firmatari che si sono fidati di quel parere e come reagiranno non è ancora certo.
Quel che è certo che gli stessi del comitato rigettano le tesi formulate sulla fondatezza della giusta causa.
Ci si chiede adesso che cosa inventeranno per giustificare la domanda di revoca degli amministratori.
Tante sono le domande che ancora attendono una risposta, in primis quali sono state le argomentazioni formulate innanzi ai firmatari per indurli a firmare la revoca.
Da non sottovalutare i numerosi dubbi che attanagliano i firmatari: lo statuto è stato davvero violato? Gli amministratori sono davvero dei ladri? Possibile che abbiano portato avanti una variante con il solo intento di spartirsi i lotti?
Perché gli ex amministratori, all’interno del comitato, non chiariscono le responsabilità delle precedenti gestioni?
Chi aveva la responsabilità di cedere le opere d’urbanizzazione al momento opportuno? Perchè non sono state cedute al tempo? Nello stato in cui si trovano, il comune può prenderle in carico senza fare difficoltà? I vari del comitato, hanno letto con attenzione lo statuto, il codice civile?o pensano che siano d’importanza secondaria?
Sono gli attuali amministratori che non vogliono lasciare il proprio posto o sono i vecchi amministratori che scalciano per riappropriarsene? Vogliamo fidarci ancora di chi promette per il futuro e poi non mantiene?
Tutto questo avremo modo di scoprirlo nei prossimi giorni. Il dibattito è ancora lungo e non accenna a placarsi.
Buon anno a tutti

Giorgio Plazzotta ha detto...

Luca M. devi essere Luca Madeddu, giusto? Per cortesia aiutatemi firmando con nome e cognome.

Io più che "voci circolanti" avrei gradito un commento puntuale anche eventualmente critico da parte del CdA a quel parere pro veritate, possibilmente anche in forma scritta (cosi come lo era il parere).
Come è apparso chiaro in assemblea le interpretazioni delle leggi e dei regolamenti sono complicate anche per gli stessi addetti ai lavori, pertanto non credo "a scatola chiusa" a nessuno mi si presenti pretendendo di esprimere "verità" in questo campo. Tantomeno mi basterà sentire interpretazioni delle leggi e delle normative provenienti da medici, architetti, studenti o analisti informatici.
Anche il parere pro veritate è pertanto criticabile e ben venga una replica critica. Questa replica io non l'ho letta e tu stesso riporti che "gira voce". Scusa ma queste non mi sembrano argomentazioni in alcun modo utili. Il sistema del "gira voce" che ha impreversato nella nostra comunità per decenni ha fatto molti danni, sarebbe il caso di dire basta.

A proposito delle molte domande che tu poni, ci tengo a precisare che quella che riguarda "gli amministratori sono dei ladri" non è stata formulata in questo blog dal sottoscritto come da nessuno degli intervenuti. Non è nemmeno mai stata udita in alcuna assemblea. La tua è quindi una provocazione grave, caro Luca, di cui ti assumi in pieno la paternità.
Ti chiedi (o chiedi) anche il motivo che ha spinto gli amministratori a prendere una decisione così importante senza consultare e farla approvare dai soci così come si ritiene preveda il nostro Statuto. Me lo sono chiesto anche io, ma in realtà sono gli amministratori che dovrebbero spiegare il motivo delle loro azioni. Le illazioni non mi piacciono, l'unica dichiarazione ufficiale rilasciata dal CdA che si riferisce a questo tuo quesito è quella in cui si afferma che la variante del 2007 è "sostanzialmente" identica a quella approvata dai soci nel 1997. Si tratta di una valutazione decisamente errata che è stata ampiamente confutata. Un errore, ma sbagliare non significa rubare.
Termini come "ladri" e "spartizione dei lotti" e neppure giudizi minimamente avvicinabili a questi non sono mai comparsi ne qui ne in altro documento che io abbia mai letto. Perche allora le usi? Dove le hai sentite? Caro Luca queste sono calunnie che ti rispedisco indietro invitandoti caldamente a non inserirle nella discussione a mero titolo di provocazione. Argomenti di questa gravità non fanno altro che inquinare un clima già abbondantemente "riscaldato".

La questione della violazione dello statuto, invece, risale al già citato parere legale che non è stato confutato, sebbene il CdA abbia emesso dei comunicati successivi allo stesso e avrebbe quindi potuto farlo. Ha preferito invece inveire contro i soci.
Attendo con ansia di conoscere i motivi per cui lo statuto non è stato violato come affermato da esperti. E' un argomento chiave, a mio avviso.
Il problema delle responsabilità delle precedenti gestioni della cooperativa e già stato affrontato in questo BLOG. Ne hanno parlato, oltre al sottoscritto, anche Ceccarelli, Trudu e Montali. Si portrebbe dire ti piu? Penso di si.
Fai molte domande ma in realtà vuoi comunicare qualcosa.
Ti invito a non gettare solo le pietre ma ad affrontare direttamente gli argomenti perchè altrimenti quelle pietre appaiono a tutti come illazioni strumentali solo ad una azione di "guerriglia verbale" che, a mio avviso, serve poco ed è anzi dannosa. Ci tengo a precisare che qualche provocazione è talvolta presente anche nei comunicati del "comitato" che ho criticato in varie occasioni proprio per questo motivo.

Anonimo ha detto...

Tengo a precisare che la parola ladri non è mai stata pronunciata in maniera ufficiale dal comitato, riportavo solo alcune illazioni che nel corso degli anni sono circolate intorno alla cooperativa prima ancora che nascesse il comitato.
Non mi pare che gli ex presidenti abbiano spiegato per quale motivo le opere di urbanizzazione non sono state cedute a tempo debito addossando quindi alla cooperativa un onere non indifferente.
È il comitato che insinua che lo statuto è stato violato, spetta a voi spiegarne il motivo!
Le mie domande non erano rivolte a nessuno in particolare,e non volevano in alcun modo essere provocatorie. Piuttosto un invito a riflettere.

P.S. Giorgio non ho più visto un tuo commento sul forum della cooperativa! Prima denunci la mancanza di uno strumento democratico e poi…..lo snobbi????tu stesso ti renderai conto che le contraddizioni che vi caratterizzano sono eccessive.
luca madeddu

Giorgio Plazzotta ha detto...

Luca
anche io ho tante domande sulla gestione della Coop in questi 20 anni. Come sai in tutti questi anni la trasparenza di cui tanto si parla è sempre stata molto limitata.
Ritengo che la gestione della Coop sia un argomento diverso dalla questione "variante" e non vorrei che per sollevare troppe questioni poi alla fine si finisca per non fare niente. Però è bene che se ne parli.
Il ritiro della variante è a mio avviso una priorità dell'oggi. La gestione della cooperativa "ieri" puo' aiutare a fare chiarezza ma il passato non possiamo cambiarlo, il futuro invece si.

Sul forum del CdA sono intervenuto per rispondere ad alcune insinuazioni anonime. Ho sempre detto che uno strumento di comunicazione per la nostra comunità a mio avviso non deve essere anonimo. Lo ripeto: ritengo inaccettabile, inappropriato e dannoso l'anonimato nelle discussioni che riguardano le scelte importanti per la nostra comunità. Sino a qualche tempo fa era inaccettabile anche per il presente CdA quando l'anno scorso venne presentato ai soci il Portale del Poggio. Ti rimando alla lettura del notiziario che lo presentava ai soci. Le contraddizioni non sono pertanto mie, ma del tuo tanto amato CdA.
Quello a cui mi inviti a partecipare è un forum anonimo, amministrato da anonimi, moderato da anonimi, privo di regolamento e dove dalle prime battute sono circolate subito illazioni al limite della calunnia.
Ti assicuro che non ho mai richiesto ne auspicato la presenza di una cosa simile.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Roberto,
concordo sul fatto che il momento del "ritiro della variante" e quello della eventuale revoca del mandato al CdA siano distinti. Se sul primo argomento penso che ci siano stati molti approfondimenti e forse la situazione è abbastanza chiara, la creazione di una nuova amministrazione richiede l'apertura di ben altre riflessioni. Io personalmente avrei gradito che l'attuale cdA riconosesse l'errore fatto e ritirasse la variante, come innegabilmente richiesto da una stragrande maggioranza dei soci. Ma la scelta del CdA è stata differente e si è voluto dare inizio ad uno scontro dannoso che prevede anche la possibilità di una revoca del mandato.
L'obiettivo prioritario è a mio avviso quello di bloccare questa variante, proponendone in alternativa una approvata dai soci.
Per come stanno le cose mi sembra che il raggiungimento di questo obiettivo passi per forza attraverso un cambio di amministrazione, in quanto l'attuale ha espresso chiaramente la sua intenzione di ignorare la volontà della maggioranza dei soci senza poi considerare la questione della presunta illegittimità di alcune sue iniziative.
Mi sembra un atteggiamento alla "muoia Sansone con tutti i Filistei", piuttosto che ammettere i propri errori e ritornare sui propri passi si preferisce andare allo scontro muro contro muro con tutti i danni che ne conseguono. La mia domanda è: esiste uno scenario in cui la variante venga approvata dai soci e il Consiglio mantenga la fiducia degli stessi?

Anonimo ha detto...

Giorgio
condivido in pieno le tue considerazioni e amplio il ragionamento. Quello che chiedo è che alla pars destruens segua una pars construens, affinché gli obiettivi primari del movimento di opinione non vengano gravemente danneggiati dalla mancanza di una chiara e concreta alternativa. Questo è lo spirito della “sfiducia costruttiva”.
Per quanto riguarda la variante al PdL non mi sento di fare troppo casino sul documento redatto dallo studio Masala, in quanto si tratta senz'altro di un lavoro ben realizzato, ma semplicemente non condiviso dai diretti destinatari. Si badi bene che i diretti destinatari non sono i futuri acquirenti, ma noi.
Perché non mi pare il caso di fare troppo casino attorno al piano? Perché avendolo già pagato (anche se in parte a quel che pare) la Cooperativa (quindi tutti i Soci, l'attuale CdA, ma anche i futuri CdA) ha diritto di trarne tutti benefici che riterrà opportuno. È evidente che una ricalibrazione dello stesso Piano sulla base delle scelte concordate, o almeno concertate, con i Soci (con lo strumento della consultazione, ovvero dell'Assemblea e non degli incontri a gruppi) consentirà di proporre un Piano alternativo in tempi brevissimi. Devo aggiungere che parallelamente al Piano urbanistico dovrà essere predisposto un piano economico che preveda un attento esame dei futuri costi della Cooperativa, nonché gli impatti ambientali e sociali del nuovo piano urbanistico. Questo piano economico dovrà disegnare i futuri scenari e analizzare in dettaglio le spese correnti e le spese di investimento e definire un corretto rapporto tra spese e incassi che consenta alla Cooperativa di mantenere l'equilibrio finanziario entro periodi di tempo definiti.
Saluti
Roberto Trudu

Anonimo ha detto...

Piero Scalas
Ciao Giorgio,
Avrei piacere di inserire nel tuo blog un intervento che ho fatto anche nel forum della coop.
"Credo sinceramente che il problema della revoca non riguardi la giusta causa o l'assenza della stessa. Anche perchè sarà una persona super partes ad entrare nel merito.
Mi sembra invece che tante inesattezze o omissioni di informazioni siano state date.
Innanzitutto: le firme raccolte (se non ho capito male si parla di più di 200 soci) non sono firme raccolte per la revoca bensì per la convocazione dell'assemblea che avrà come ordine del giorno la revoca del CdA. E qui viene il punto. La revoca di un CdA è una cosa abbastanza grave, ossia non è sufficiente che un CdA gestisca male per revocarlo, per quello si aspetta di norma la fine del mandato e si eleggono amministatori differenti. Per la revoca occorrono motivi ben più gravi. Proprio per questo motivo qui il legislatore ha introdotto il principio del risarcimento del danno per mancanza di giusta causa. Anche su questo si è tanto discusso: il comitato (o meglio Franco Magi) sostiene che si tratti di cifre irrisorie (lui non essendo socio non può votare la revoca e di conseguenza non risarcirà mai l'eventuale danno Shocked ) altri sostengono invece che si tratti di cifre ben più elevate (moltiplicate per ogni consigliere). Io se fossi socio intenzionato a votare la revoca parlerei prima con un professionista di mia fiducia...tra vedere e non vedere.
E veniamo al voto: come detto la firma è servita solo a convocare l'assemblea. Durante la stessa ogni singolo socio avrà la possibilità, davanti ad un notaio, di esprimere la propria intenzione. Il voto è palese perchè in caso di risarcimento del danno si deve sapere quali soci hanno votato la revoca. Il notaio serve a garantire il corretto svolgimento delle operazioni, per cui credo che qualcuno si dovrà scordare le risse verbali le revoche per acclamazione e la presenza dei non soci.
Per revocare il CdA occorre il 50%+1 dei presenti. Esempio: se all'assemblea ci saranno 600 soci occorreranno 301 voti di revoca.
Questa è l'idea che ho io, aspetto interventi."
Ti ringrazio,
Piero Scalas

Giorgio Plazzotta ha detto...

Io personalmente sto aspettando da due mesi di avere una risposta, possibimente qualificata, all'accusa che gli è stata rivolta per iscritto di avere violato lo statuto della nostra Cooperativa approvando la variante al Piano di lottizazione senza l'approvazione dei soci. Ci sono altre cose importanti che vorrei sapere come quella che riguarda la Convenzione del 1985 e quindi, in defnitiva, l'esatta consistenza degli impegni presi con il Comune di capoterra sulla quale è stata basata la variante stessa. Vorrei conoscere il conto economico di dettaglio di tutta l'iniziativa che dovrebbe portare a questo cosi consistente incremento della densità abitativa del luogo in cui vivo.
Queste risposte non sono mai pervenute. Si continua invece a far circolare, perdipiù in modo indiretto, queste informazioni che già in passato si sono rivelate ingiustificatamente allarmistiche.
Prima si è cercato di spaventarci con la storia del fallimento e del debito, oggi si passa allo scnario "penale" ipotizzando una azione legale nei confronti dei soci.

Eppure sarebbe così facile per tutta la nostra comunità evitare di andare incontro a un momento così doloroso come la revoca di un Consiglio di Amministrazione.
Per quanto mi riguarda basterebbe convincermi di non avere commesso alcuna delle irregolarità che gli sono state contestate.

Piero tu dici che un Consiglio di Amministrazione può essere revocato solo in caso di gravi inadempienze ma non perche ha gestito male. Sono perfettamente d'accordo.
Ora se non sbaglio al CdA non vengono attribuiti errori gestionali, anche perchè non è stato possibile acceder ad atti e delibere che potrebbero fare emergere simili situazioni, che speriamo non sussistano. Le accuse che sono state rivolte riguardano, come detto, la violazione dello Statuto in occasione dell'approvazione della variante. A me sembra una cosa molto grave ma ovviamente non è un parere legale.
E' tanto grave da giustificare una revoca? Ci sono delle azioni penali che possono essere intreprese nei confronti di un CdA che viola lo Statuto?
Sono problematiche legali da cui mi aspetto un parere qualificato.

Per quanto riguarda la votazione, tu dici che dovrebbe essere palese, ma io ho sentito di no. Anche in questo caso richiederei maggiori dettagli e contributi.

Anonimo ha detto...

Piero Scalas
Vedo che il mio intervento ha suscitato anche in te molti dubbi. Purtroppo credo che quello del risarcimento del danno non sia un modo per spaventare quanto una realtà concreta. Avendo mia madre in CdA e sicura della sua onestà ti posso dire che il fatto che domani non sia più tra gli amministratori non cambia nulla nell'economia familiare. Il mio ragionamento va oltre ossia: esiste questo rischio del risarcimento oppure no? E' anche solo approssimativamente quantificabile? Siccome mi fido poco dell'opinione di non soci che tendono a sottovalutare la cosa, anche io gradirei un opinione più qualificata di qualche socio.
Grazie
Piero Scalas

Giorgio Plazzotta ha detto...

Piero,
potrei dirti che la questione della responsabilità civile o penale e del risarcimento dei danni a me sembra improbabile che mi sembra un ennesimo tentativo di ottenere consenso non con i fatti ma con l'allarmismo. In realtà io, come te, non sono esperto in questa materia e quindi non mi lancio in affermazioni assolutistiche, posso solo esprimere sensazioni che lasciano il tempo che trovano.
Non ho ben capito che tipo di scenario di votazione verrebbe fuori dalla tua ipotesi di voto palese. Mi immagino un tavolino con tutti i soci in fila che vengono identificati ed iscritti dal notaio nella lista dei buoni o dei cattivi che saranno denunciati dal CdA e a cui forse sarà sequestrata l'abitazione per pagare gli immensi danni provocati all'immagine del Presidente. Ma su andiamo, questa è una immagine di altri tempi.
Le votazioni di questo tipo nelle cooperative si svolgono a scrutinio segreto e così è stato in passato per le espressioni di voto nella nostra cooperativa. Una azione di rivalsa può essere intentata da chiunque si senta danneggiato, anche dal vicino che ha il canarino troppo rumoroso, poi sarà la giustizia a fare il suo corso.
Immagino che se il CdA ha veramente violato lo Statuto e se questo avesse provocato dei danni ai soci o alla cooperativa gli stessi amministratori potrebbero essere oggetto di azioni di rivalsa. E' comunque chiaro che parlarne in questo momento ha uno scopo intimidatorio che non fa di certo onore a chi utilizza certe argomentazioni, tantopiu' che potrebbero essere invece, in alternativa, mostrati gli elementi che dimostrino il corretto operato del CdA e il suo rispetto dello Statuto e delle leggi urbanistiche.
non capisco il tuo riferimento all'opinione dei non soci. Ti riferisci a Magi? Io non vorrei un suo parere perche Franco non mi sembra abbia un curriculum in campo legale o giudiziario. Invece mi andrebbero bene giudizi di professionisti di questo settore anche non soci, perche no. D'altronde il Presidente ha fatto riferimento in assemblea a un parere legale del Prof. Pubusa che di certo socio non è. Corretto però sarebbe che, sentiti i pareri legali degli esperti, poi a decidere siano i soci.

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