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lunedì 10 dicembre 2007

Lettera all'anziano fondatore

Maurizio Cadone mi ha inviato la seguente lettera. Considerata la difficoltà incontrata da alcuni utenti ho modificato le impostazioni del blog in modo tale da accettare commenti anche senza iscrizione a Google. I commenti anonimi saranno immediatamente eliminati.


Poggio dei Pini 7 dicembre 2007

Illustrissimo Dottor
Avvocato Ettore Lai
Poggio dei Pini

Preliminarmente desidero formularLe i migliori auguri per una pronta ripresa. Ho saputo che non sta bene.
I motivi per i quali (a titolo personale) Le scrivo si collegano alla Sua nota, genericamente indirizzata ai cari amici Soci, pensando di farne parte. Se tale mia interpretazione dovesse essere sbagliata Le chiedo, fin d’ora, scusa.
Ricordo con simpatia i Suoi interventi, nella veste di Presidente di tutti i Poggini, alle riunioni della Cooperativa, sempre formulati con competenza, eleganza, equilibrio; spesso, ironici.

Ho letto il Suo scritto su Capoterra on line, a fonte Massimiliano Cabras, con attenzione e, senza alcuna pretesa ma col massimo rispetto che Le porto, vorrei proporLe uno scambio di impressioni e di quesiti sugli argomenti da Lei trattati. Ricorro al blog, strumento che assolve ad una irrinunciabile funzione informativa, certo che il Suo prezioso contributo aiuterà a capire.

Una premessa scritta in grassetto che titola Crack per la Poggio dei Pini introduce alla Sua nota.
Una affermazione allarmante, che non Le attribuisco, ma che continua ad essere richiamata, non utile a tranquillizzare gli animi, anzi, che spaventa molto. Ho partecipato all’ultima vivace assemblea e non mi pare d’aver sentito in merito ragioni che giustifichino oggi, in punto di diritto e sotto l’aspetto puramente amministrativo e di bilancio, il grave rischio del dissesto.

Il primo Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Poggio dei Pini


La premessa, sempre per calmare le acque, evidenzia, ancora, l’esigenza di salvare le aree del Poggio dei Pini dagli imprenditori avvoltoi. Ci mancherebbe che così non fosse.
Ma dove, chi sono, nomi, cognomi e misteri sottostanti. Si tratta di minacce concrete, con fatti oggettivi riscontrati, o veniamo allertati per il passaggio di una improbabile processione di fantasmi e in previsione del verificarsi di eventi minacciati ? Da chi ci dobbiamo difendere ?

Non si può non condividere il contenuto del primo capoverso della Sua nota, anche se parlare di piano di risanamento pare, se mi posso permettere, eccessivo. La contabilità della società non rileva questa esigenza e nel caso in quali termini ? Perché non sappiamo nulla ?

Mi lascia perplesso l’individuazione della agguerrita minoranza di guastatori, cui fa cenno nel secondo e terzo capoverso. Non so quali siano le Sue fonti di informazione ma desidero rassicurarLa che il gruppo vuole quanto Lei il bene del Poggio dei Pini, e quanto Lei la salvaguardia della bellezza del posto.
In assoluto, la difesa di quel sito per la cui tutela è stato costituito, forse stesso da Lei, il Grusap.
Sono migliaia in Italia le iniziative spontanee attive nella difesa del verde.

Perché sono criticabili e sovversive delle Persone per bene, alcune da Lei altrettanto ben conosciute, moltissime delle quali con i capelli bianchi, che chiedono di spostare gli eventuali lotti in altre zone dove (al limite) mettere a dimora nuovi alberi anziché tagliare quelli rimasti (almeno finora) ?

Grave mancanza di comunicazione e confronto. I messaggi si recepiscono quando vengono trasmessi forte e chiaro, diversamente non hanno seguito.

La Gente, tanta, quella che qui abita da anni, che qui è nata, ha capito quel poco che le si è fatto capire.

Agguerriti, attempati, giovani, vecchi, Soci e non Soci. Caro Avvocato, mi perdoni se banalizzo, qui c’è una Comunità, offesa dentro e fuori l’assemblea, che si sta giocando la qualità della vita presente e futura, e non solo, come giustamente dice anche Lei, ma col sacrosanto diritto di decidere in merito, ovvero di esprimere - a coloro i quali si sono spontaneamente candidati nel volontariato dell’amministrazione - indirizzi gestionali ben precisi.

Dissento sulla affermata equivalenza tra il piano del 1997 e quello attuale. E poi le case a torre appartengono ad un passato non riesumabile.

Nel quinto capoverso parla di rischio di liquidazione, o di fallimento della Cooperativa. La prego, chiedo il Suo contributo, sempre per capire. Se un lotto valore 100 si posiziona a destra anziché a sinistra la Poggio dei Pini fallisce ? Non credo proprio, alla peggio il lotto varrà 90. O è destinata a fallire comunque in dipendenza della perdurante congiuntura economica, della incapacità del mercato ad assorbire i lotti come è stato in questi anni, per l’impossibilità di realizzare i programmi di cui anche Lei fa cenno, per mancanza di adeguati ricavi, per qualcos’altro che a tanti di noi Poggini sfugge ?

Sarebbe auspicabile una migliore presentazione del piano finanziario quantificato, ma poco qualificato ? In questi giorni ho sentito evocare la razionalizzazione della spesa e parlare tanto di economie. Ma è possibile che pur pagando un ICI da strozzo, senza avere nulla in cambio, ancora non siamo riusciti a trasferire al Comune gli impianti, luce, acqua, fogne e strade ? Oppure, ancora vogliamo insistere nell’idea di essere l’unico comune privato nel mondo ?
Sono 20 anni che sento parlare della convenzione: direi una storia comica se i costi sopportati dalla Cooperativa, e quindi da noi Poggini, non la trasformassero in tragedia.

Esco come Tutti la mattina presto, torno sul tardi. La mia ridotta vita sociale è nella più tranquilla Club House. Non mi accorgo di nulla. Ma a cosa allude quando parla di speculatori scatenati, mala fede, manipolazioni ? Il 1° dicembre, avrà saputo, erano presenti nella sala riunioni centinaia di persone. Stento a credere che siano li confluite come uno stupido gregge guidato dal pastore. Mi sembra un po’ duretta da accettare.

In tutto questo sconquasso non riesce a decollare quella che, sempre a mio avviso, è la questione più importante: il ricambio generazionale.
L’ingresso dei giovani, un maggiore coinvolgimento di quelli che dovrebbero progettare con noi vecchi, e poi guidare, il Poggio del domani, di quelli che saranno i futuri Soci.
Ne conosco diversi e li reputo capaci e motivati. A ben vedere chi meglio di loro e delle casalinghe può dirci di cosa c’é bisogno . Non trova ? C’è mancanza di fiducia ?
Quaranta anni fa quale era l’età media dei Padri fondatori della Cooperativa ?

Ha visto, dalla Sua alla mia comunicazione, quanti spunti per una produttiva concertazione sono scaturiti ?

Sperando di non essere stato irriguardoso, nel qual caso ancora una volta mi scuso, rimango nell’attesa di un Suo gradito seguito, e nel rinnovarLe i migliori auguri, La saluto cordialmente.


Maurizio Cadone.

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