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domenica 2 dicembre 2007

Un segnale forte e chiaro

Ieri pomeriggio si è tenuta, presso i locali della Cooperativa una assemblea che ha visto la partecipazione di un numero di soci talmente elevato da costituire probabilmente il record storico per la nostra comunità. Non conosco il numero dei partecipanti, anche perchè ero seduto nelle prime file. Spero che qualcuno lo pubblichi, sarebbe interessante conoscerlo. L'assemblea è iniziata con grande ritardo, oltre 1 ora, proprio a causa dell'afflusso così elevato. Nella sala gremita si respirava sin dall'inizio una certa elettricità e gli sguardi avvelenati non si contavano. Tutti erano consci del fatto che quella era una riunione speciale. Negli ultimi anni alle assemblee sociali si presentavano solo quattro gatti ed ora, improvvisamente, una marea di gente.

Il numero così elevato di soci presenti non faceva presagire niente di buono per il CdA e molti si chiedevano quante persone erano state mobilitate da un gruppo e quante dall'altro. Sicuramente c'erano anche molte facce nuove di soci che si sono trasferiti a Poggio negli ultimi 5-10 anni e non hanno conosciuto quel periodo di grande partecipazione che aveva caratterizzato i primi 25 anni di vita della nostra Cooperativa.
Era noto che, a causa della variante al piano di lottizzazione, si erano formati nella comunità due gruppi contrapposti che avevano, nelle settimane precedenti, effettuato una forte azione di sensibilizzazione presso i residenti (soci, familiari, figli, mogli, fratelli, genitori, tutti noi che abitiamo qui). Si sapeva che l'assemblea sarebbe stato momento sia di confronto che di scontro.
L'elezione del presidente dell'assemblea ha rappresentato l'occasione per la prima bordata. Sono stati proposti due candidati (non capita quasi mai) e si è dovuto deve procedere con la prima votazione. La netta vittoria del candidato del "comitato" ha chiarito subito che i rapporti di forza nella sala vedevano una netta supremazia del "comitato" nei confronti del CdA. La fazione che si riferisce al CdA ha sparato subito un paio di cartucce "avvelenate". Si è tentata la strada della delegittimazione nei confronti del presidente dell'assemblea eletto da cotanta maggioranza di soci. Ma in questa giornata speciale l'uditiorio era pieno di avvocati, giudici e magistrati, pertanto i tentativi di forzare la ragionevolezza utilizzando dei cavilli da azzeccagarbugli sono stati prontamente respinti.

Il presidente del CdA Calvisi ha affrontato quindi il primo tema all'ordine del giorno. Con una lunga e dettagliata esposizione ha presentato finalmente ai soci le caratteristiche della nuova variante al Piano di Lottizzazione. Si tratta di un mare di numeri, dati e mappe che probabilmente molti soci avranno avuto difficoltà ad afferrare, ma purtroppo questa è la realtà di un intervento di questo tipo. Sono stati affrontati anche i temi legati alla situazione economica della società, riportando i dati di bilancio e le stime degli impegni che la cooperativa dovrebbe affrontare e che giustificherebbero questa nuova colata di cemento. In due parole: dobbiamo spendere 20 milioni, dobbiamo incassare 20 milioni.
L'intervento del presidente merita alcune osservazioni. Le mappe e le cifre mostrate hanno evidenzano chiaramente una grande differenza tra la variante del 97 e quella che finalmente è stata svelata ai soci: sono nettamente differenti le cubature, il numero di lotti e, soprattutto, l'impatto sulle aree boscate. Ma come? Non si era detto e scritto (ultimo notiziario) che queste varianti erano SOSTANZIALMENTE identiche? Era uno scherzo oppure una bugia, vedete un pò voi.
Questa spiacevole discrepanza tra la verità e quello che si è detto e scritto, mi spiace dirlo, dovrebbe spingere a una verifica anche sugli altri dati esposti. In mancanza di sincerità viene anche a mancare la fiducia. Questo bilancio in attivo contrasta con una percezione di "grandi spese" che si ha all'esterno e l'importo annuo destinato alle spese per il personale, che ammonta a 520 milioni di euro, sembra ingente.
Il presidente non ha invece rinunciato alla presentazione di un suo "pezzo forte": la liquidazione coatta, il vero "Mommotti" del novembre 2007.
Compare, nelle tabelle presentate dal presidente, anche un progetto denominato "Medda 2003" di cui non si aveva mai avuto notizia (almeno fuori dalla torre d'avorio). In effetti pare che fosse un progetto di massima che non si è mai concretizzato in una proposta di variante. Ma allora perche il presidente Calvisi lo ha posto all'attenzione dell'assemblea, che gia alle prese con tutti quei numeri? Perchè quella proposta, che prevedeva comunque la realizzazione di molti lotti nelle aree verdi, era stata approvata anche da alcuni consiglieri che oggi appoggiano la mozione del comitato "oppositore". Il presidente Calvisi ha voluto lanciare un messaggio che a mio avviso non deve passare inosservato: forse qualcuno di quelli che oggi urla "salviamo il verde" sino a ieri era pronto a costruire ovunque. Sappiamo che, a differenza di quanto affermato da un "socio anziano" la storia dei CdA è costellata da un alternarsi di fazioni che si sono combattute con veemenza e non pochi colpi bassi, accuse personali, sospetti e calunnie. Probabilmente chi è stato defenestrato in passato oggi aspira a ritornare in sella e per farlo è pronto anche a firmare una petizione in favore della formica sulcitana in via d'estinzione.
Al Presidente Calvisi deve essere anche dato atto di una esposizione chiara e professionale e di non essere caduto, come altri sui colleghi, in controproducenti nervosismi o puerilità.

Dopo la presentazione della variante, il numeroso pubblico si è dovuto letteralmente "sorbire" una lunghissima esposizione da parte del presidente del collegio sindacale che era stata inserita nell'ordine del giorno dal CdA pur non avendo nessuna attinenza con il tema (la variante) che rappresentava il fulcro dell'interesse per le centinaia di presenti. Il collegio sindacale ha riferito sugli esiti di due diversi esposti presentati da alcuni soci e riguardanti gli interventi effettuati dalla Cooperativa presso il lago piccolo e la bitumazione della strada che porta alla abitazione del presidente Calvisi. Si sa come vanno queste questioni legali nel nostro paese. Si fa una denuncia, poi viene il ricorso, la sospensiva, poi il controricorso e così via. Purtroppo l'iter di quelle questioni non si è certo concluso. Il CdA ha però pensato bene di giocare questa carta nel tentativo di "portare acqua al proprio mulino". Dispiace constatare che il collegio sindacale, organisomo di controllo, si sia prestato a svolgere questa funzione di supporto.

E' venuto quindi il momento di dare la parola ai presenti. Il primo iscritto a parlare era Franco Magi, il giovane cresciuto a Poggio che con le sue iniziative ha fatto uscire allo scoperto la questione della variante. Alcuni consiglieri di amminstrazione non volevano farlo parlare a causa di una interpretazione restrittiva del regolamento. Si è anche sollevato un ambaradam con urla da stadio. In realtà familiari dei soci hanno preso parola anche in altre assemblee precedenti senza suscitare alcuna opposizione ma, come già detto, questa era una assemblea diversa. Nel suo intervento Magi ha ribadito l'opposizione a una lottizzazione delle aree verdi e la inesistenza di reali rischi di tipo economico per la nostra comunità.

Quasi tutti gli intervenuti che hanno preso la parola successivamente hanno espresso la loro contrarietà a questa variante, raffonzando ulteriormente nei presenti la convinzione che si trattasse di un intervento sbagliato nei contenuti oltre che nei modi.

Potrebbe essere interessante citare alcuni spunti provenienti da questi interventi.

E' emerso che continua nella nostra cooperativa la pratica della secretazione di documenti. E' una azione pittosto sgradevole di cui si sono più volte lamentati soci non solo con questa amministrazione, ma anche con svariate amministrazioni precedenti. Mi sono sempre chiesto se il motivo per cui avvengono queste "secretazioni" è il volere nascondere qualcosa oppure se è un semplice esercizio di potere. Questa volta però l'hanno fatta grossa: hanno impedito di cosultare i documenti relativi alla variante anche a uno dei Probiviri! Esilarante.

A questo proposito almeno due persone hanno sottilineato il fatto che i soci della cooperativa non sono sudditi. Evidentemente il distacco tra l'amministrazione e i soci non è causato solo dal disineresse di questi ultimi, ma anche da un atteggiamento degli amministratori che tente ad escludere e tenere alla larga i soci stessi.

Questo tema è stato affrontato anche da una socia (geologa) che raccontato di come la sua consulenza gratuita sia stata rifiutata. Io stesso potrei testimoniare come almeno due consigli di amministrazione abbiano rifiutato la mia proposta di collaborazione gratuita che avrebbe consentito alla nostra comunutà di sidporre di un sito Internet funzionante, con tutti i benefici che ne conseguono in temini di informazione e trasparenza.

Un autogol lo ha commesso a mio avviso l'unico socio fondatore che ha preso la parola. Dopo avere ricordato, come ampiamente prevedibile, di essere un socio fondatore della cooperativa (ancora e sempre grazie!), ha sottolineato come grazie al sacrificio di lui e pochi altri i soci potevano godersi le passeggiate con i cani. Eppure in tanti hanno cercato di farlo staccare da quella poltrona senza quasi mai riuscirci. In realtà, oltre alla fantastica fondazione di Poggio dei Pini e a molte altre ottime cose, i consigli di amministrazione hanno anche prodotto mancanza di rinnovamento, trasparenza nulla, informazione bulgara. Negli anni '60 questi soci benemeriti hanno fondato una Cooperativa e non un feudo.

Una problematica molto più seria, già comunque evidenziata in questo blog, si riferisce alla necessità di realizzare un piano che non riguardi solo l'urbanizzazione, ma anche la gestione dei servizi. Se infatti la gestione dei servizi dovesse rimanere sempre come una spada di Damocle sulla nostra testa, dopo avere speso i 20 milioni di euro ed edificato a 189 lotti, pinete comprese, la rete idrica avrebbe comunque incominciato a deteriorarsi e il ciclo delle spese sarebbe ricominciato daccapo, senza mai finire.

Tra le spigolature inseriamo l'affermazione di chi ritiene che, anche se dovesse essere edificata la pineta sarebbe comunque rispettata: buon giorno signor albero, come sta stamattina?

3 commenti:

Filippo ha detto...

Filippo Jacazio (Dhago).
Una cosa ancora non mi è chiara, e ho notato che quasi tutti gli interventi ci hanno girato intorno, senza mai andare al punto.
Per la prima volta siamo venuti a conoscenza di un po' di numeri. Approssimativi e da argomentare, ma almeno ci siamo fatti un'idea dell'ordine di grandezza delle spese che aspettano la Cooperativa.
Mi sono chiesto: quali e quante delle spese prospettate sono e resteranno necessarie, che si proceda alla rilottizzazione o meno?
La maggior parte è destinata alla messa a norma delle "opere di urbanizzazione primaria" (illuminazione pubblica e acquedotto), in previsione della cessione in carico al comune di questi servizi. Ma non è assolutamente chiaro se si intenda cederli, questi servizi. Anzi, lo stesso presidente Calvisi mi sembra abbia parlato di "valutazione dei futuri amministratori". Ma allora? dobbiamo spendere dei soldi per aggiustare una macchina che non si sa se venderemo? E se non la vendiamo, è necessario ripararla lo stesso? Io non lo so, e non ci è stato detto.
Ancora, circa 3.500.000 euro se ne andranno per le opere di urbanizzazione primaria dei nuovi lotti. Forse non ho capito bene, ma vuol dire che dobbiamo vendere alcuni lotti per avere i soldi per renderli fruibili? Mi sembra un serpente che si morde la coda. E se realizzassimo meno lotti, non avremmo meno spese di urbanizzazione?
Infine, mi sembra inquietante che nella relazione non si sia minimamente accennato alla valutazione di ipotesi alternative alla lottizzazione. E' davvero l'unica strada percorribile? Cosa ostacola la possibilità di realizzare attività produttive (di reddito)in seno alla Cooperativa? Perchè, come ha detto uno degli intervenuti, prima o poi i terreni finiranno, e allora cosa ci venderemo?
Mi fermo, sapendo che altri avrenno altri quesiti irrisolti.
Grazie ancora.

Giorgio Plazzotta ha detto...

effettivamente è necessaria una riflessione e una pianificazione globale che comprenda non solo i lotti, ma anche i servizi, e la diponbilità degli stessi (c'e' l'acqua per tutti)? Se poi si parla di investimenti mi viene la pelle d'oca dopo che ho visto tutti quei soldi buttai via nella Poggio Sport.
Per quanto riguarda la tua domanda sul costo delle opere di urbanizzazione mi sento di potere rispondere che i 3.500 + 810 (urb secondaria) devono essere spesi per poterne ricavare 20.000. Quindi ci sarebbe un netto ricavo che rende l'investimento conveniente dal punto di vista economico. La domanda semmai è: ma siamo sicuri che dobbiamo realizzarle noi queste opere? E i 20 milioni di ICI che abbiamo versato al comune negli ultimi 15 anni?

Non dobbiamo fondare un nuovo stato autonomo, viviamo in Italia e paghiamo le tasse a stato e comune. Mi sembra che a Poggio manchino ancora alcune centinaia di residenti dei lotti non ancora edificati, siamo certi che vogliamo continuare a crescere?

Stefano Fratta ha detto...

Concordo con Giorgio e con Dhago e insisto: 1)Il Cda ha proposto un conto di prospettiva in cui si parla delle necessità future delle Coop. senza menzionare il fattore risparmio e/o la cessione di alcuni servizi al Comune, al quale paghiamo una salatissima ICI. 2)Non solo il merito (quantità e ubicazione dei lotti) è sbagliato, ma soprattutto è sbagliato il metodo, senza una discussione preventiva tra i soci, in effettiva contraddizione con quanto espresso -nei fatti- dal referendum del 97. 3)Nella assemblea di Sabato scorso si sono visti anche i Carabinieri, che mi piacerebbe vedere impegnati a catturare qualche ladro svaligiatore delle nostre case e non disturbato inutilmente per venire alla nostra assemblea, chiamati da non so chi per qualche motivo che non capisco. 4)Credo che vadano fatti sostanziali passi avanti verso una maggiore partecipazione e una piena trasparenza degli atti della Coop., mettendo in rete programmi, discussioni e aprendo ogni spazio a tutta la popolazione residente. Non deve neanche prospettarsi una assemblea che riguarda problemi di tutti i residenti che non sia aperta al contributo di tutti, siamo o no una comunità?
Stefano Fratta

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