Il CdA ha inviato a tutti i soci un nuovo comunicato. Non sono in grado di riportarne il testo integralmente perche non mi è stato inviato il file però, essendo indirizzato anche a me, mi premetto di commentare quanto vi è scritto.
Si parla dell'assemblea del 1 dicembre. In molti eravamo li, trecento, quattrocento? Non si sa, perchè nella guerra dei numeri, quelli che non fanno comodo non vengono mai riportati.
Molti, forse imprevedibilmente molti. Invece di ammettere che una affluenza simile non era stata prevista e che la sala del Circolo Sociale, in questa occasione, si è rivelata troppo angusta, il Consiglio si ostina nel volere polemizzare sulla presenza di parenti dei soci che avrebbe addirittura reso necessario l'intervento della forza pubblica. Ma i parenti di soci avevano già parlato e presieduto anche in precedenti assemblee, perche in questa no?
In realtà il Presidente ha perso la calma, dimostrando di possedere un savoir-faire piuttosto discutibile e di non sapere gestire una situazione delicata, dote indispensabile a chi ricorpre una carica del genere. Chiedere scusa? Nemmeno per sogno. Nel comunicato si preferisce polemizzare con i soci stessi che hanno espresso "ostilità nei confronti degli amministratori in carica, con illazioni gratuite e pesanti insinuazioni ...". Ma ve la ricordate l'assemblea? Una lunga serie di interventi concreti e circostanziati, critiche certo, richieste, inviti provenienti da soci giovani e anziani.
Le insinuazioni sono invece contenute in questo comunicato poco "natalizio", dove si fa riferimento a un "gruppo che vuole defenestrare l'Attuale Consiglio di Amministrazione per sostituirlo con uno più addomesticato alle proprie esigenze, utilizzando informazioni che creano un clima avvelenato, accentuato da rancori personali ...". Cosa sono queste se non insinuazioni? E perchè il Consiglio non parla chiaro? Quali sono queste esigenze e quali sarebbero i rancori personali? Vogliamo saperlo. Non si può lanciare la pietra e nascondere la mano. Se ci sono dei rischi per la nostra comunità è giusto che siamo avvertiti.
Una amenità: il Consiglio ha annullato il referendum "ritenendo di interpretare la richiesta di gran parte dei soci", "ha deciso di escludere dalla Variante ... i lotti nelle Pinete". Ma perchè si deve interpretare? Il quesito del referendum non era chiaramente scritto su carta e non si riferiva all'intera variante? Inoltre hanno interpellato i soci richiedenti? No. Si è trattato di un atto di imperio che è stato ritenuto illegittimo dal legale Marco Pibiri.
Parte poi l'attacco personale e la demonizzazione nei confronti di Franco Magi che non viene neanche nominato, ma definito "un personaggio, peraltro non socio", che avrebbe avviato avviato una campagna denigratoria contro questo CdA. Qui siamo ai "Promessi Sposi" e Magi sarebbe "l'Innominato", ma su, andiamo.
E' vero che Franco Magi, che molti abbiamo visto crescere qui a Poggio (quindi non un corpo estraneo proveniente dal mondo politico), ha avviato tre distinte azioni di contrasto nei confronti della Cooperativa (lavori nel laghetto, asfalto nella strada del Presidente e Piano di Lottizzazione) ma dove finisce il diritto alla critica o la difesa della legalità e dove inizia la denigrazione? Da Franco Magi abbiamo certamente sentito molte critiche e denunce, ma sono state tutte scritte su carta. Io la denigrazione e l'insinuazione le leggo invece su questo foglio natalizio del Consiglio di Amministrazione.
Si vuole per caso dire che esiste un gruppo di potere politicizzato che vuole mettere le mani su Poggio dei Pini? E quanti lotti vorrebbero realizzare costoro, ancora più dei 189 che vuole realizzare QUESTA amministrazione? Non si è ancora capito che le decisioni di questa portata le devono prendere i soci, votando? Così doveva essere e così sarà anche in futuro.
E questo Franco Magi chi è per provocare condanne dei giudici nei confronti della Coop. e come fa a convincere 300 soci a votare contro questo CdA? Manipola la stampa e la magistratura? E queste centinaia di soci sarebbero forse un gregge addomesticato? Siamo stati trasformati tutti in adepti di Forza Italia? Andiamo su, è Natale, non il 1 apile!
Dica invece il Consiglio a noi soci, anche alla luce di questa convenzione dell'85 recentemente emersa, perchè voleva realizzare tutti quei lotti, dato che gli impegni presi dalla nostra cooperativa non lo richiedevano. Ci dica perchè ha agito senza consultarci come previsto dallo Statuto e perchè, sebbene ampiamente sfiduciato, abbia impedito con un pretesto (ritenuto illegittimo) una consultazione regolarmente richiesta da centinaia di noi.
Perchè nel comunicato il Consiglio di Amministrazione non fa alcun cenno all'accusa, supportata da un parere legale, di avere agito in difformità con quanto affermato dal nostro Statuto? Una accusa grave, perchè non viene smentita?
Sempre noi, i soci, avremmo concesso ai parenti dei soci di esprimersi in assemblea agendo in "modo anomalo e sintomatico". Ah! Gli anomali erano i 300 soci che hanno alzato la mano quella sera. E anche sintomatici, ma di che? Anomalo è sicuramente il comportamento di un Consiglio che decide il futuro della nostra cooperativa (ma anche del luogo in cui viviamo) senza consultare i soci, come previsto dallo Statuto. Sintomatico è forse solo il fatto che i soci abbiano deciso di dire basta a questo modo di amministrare la nostra Società, lo hanno fatto democraticamente, partecipando in massa ad assemblee che sino a pochi mesi fa erano deserte, firmando le richieste di referendum e le petizioni.
Arriva poi il patetico momento dell'autocommiserazione "il consiglio di amministrazione in carica è formato da persone che hanno a cuore il futuro della società e a ciò hanno sempre lavorato e lavorano nell'interesse della Comunità". Sono parole che sembrano scritte nel libro Cuore di De Amicis. Tutti dei Garrone i nostri Amministratori. "Deve rispondere dei suoi comportamenti alla scadenza del suo mandato". Chi l'ha detto? Una cosa del genere capita solo in Vaticano, ma qui, come è evidente, siamo su ben altro livello. Ma poi, scusatemi, se l'80% dei soci ti sfiduciano e ritengono, nel migliore dei casi, che tu abbia sbagliato, chi te lo fa fare a continuare a "sacrificarti"? E' così importante quella poltrona?
La realtà è differente: questo Consiglio di Amministrazione, che è sicuramente formato da persone che hanno a cuore etc etc ..., ha però anche commesso molti gravi errori. O meglio, ne ha commesso almeno uno molto grosso e dopo, per evitare di ammetterlo, ne ha commesso una raffica. Ora viene accusato di avere commesso gravi violazioni dello Statuto, di avere offeso i soci della Cooperativa annullando unilateralmente le loro iniziative, di avere imbastito una campagna di informazione intrisa di valutazioni allarmistiche e insinuazioni mai provate, creando disarmonia tra i residenti. Ha probabilmnete fatto quello di cui accuso i suoi oppositori, causando discredito e imbarazzo alla nostra comunità, con i conseguenti danni anche economici che ne sono derivati e ne deriveranno. Ha messo a rischio l'armonia urbanistica di questo luogo in palese difformità con quanto era stato progettato da chi lo ha fondato, oltre che dalle indicazioni e dai desideri di tutti i soci.
E' proprio per tutte queste ragioni, e non certo per gli inesistenti fantasmi paventati, che i soci di questa Cooperativa hanno chiaramente espresso la loro sfiducia nei suoi confronti.
11 commenti:
Quanta ingratitudine! Si sacrificano per noi e tu fai dell'ironia!
Stefano Fratta
Il mio principale ringraziamento va a Giorgio per la preziosa opportunità offerta ai Soci della Cooperativa di esprimersi con i propri testi, fuori dai vincoli – di cui ne riconosco la legittimazione al CdA senza alcuna vena polemica – del Notiziario, ma anche fuori dalla identificazione “a tutti i costi” nel Comitato per lo sviluppo sostenibile di Poggio dei Pini, che peraltro io sostengo.
Mi scuso, senza tediarvi oltre, per un intervento non troppo tempestivo, ma doveroso dopo il gentile invito del caro amico Giorgio e forse non inopportuno, visto che negli ultimi post ci si è allontanati un po' troppo dal punto focale del movimento di opinione.
Non sono un oppositore “arrabbiato” della nuova lottizzazione, sono un oppositore “critico”, ma non per questo meno determinato. Preferisco questa opposizione perché mi consente di mantenere la dovuta lucidità per raggiungere l'obiettivo comune di vedere soddisfatta un'aspettativa inespressa (o forse non compiutamente espressa), ma estremamente diffusa tra i Soci della Cooperativa.
E parto da qui. Descrivere Poggio a chi vi abita è un inutile esercizio linguistico, perciò vi risparmierò, ma l'identificazione dei poggini nel proprio territorio è un elemento di valutazione da cui non si può prescindere e di cui non si può tacere. Questo profondo senso di appartenenza ad un determinato territorio, mi ha colpito domenica 9 dicembre, più di quanto non avessi percepito nelle prime riunioni dell'auto-proclamato Comitato, o all'Assemblea dei Soci (e non Soci) di sabato 1° dicembre. Si è andati in crescendo, dalla prima sessantina di Soci infreddoliti e ammassati nell'ex salone Parrocchiale, agli oltre 250 di domenica, per dire qualcosa che non si può semplicisticamente esprimere per slogan, ma che io trovo particolarmente complesso da riassumere in descrizioni sintetiche.
Prendo atto, come credo altri avranno fatto, che il problema nuova lottizzazione non può essere ridotto alla salvezza della “Pineta Pauli Ara” e della “Pineta Sa Birdiera”, la questione è ben più ampia e articolata. Io personalmente credo che la dichiarazione d'intenti del Consiglio di Amministrazione possa ritenersi una vittoria dei Soci, come credo che nei rapporti tra galantuomini, pur in assenza di vincoli giuridici, la parola data abbia un suo valore e che se questa parola sia stata spesa e (soprattutto) scritta, seguiranno atti e fatti concludenti per darvi seguito. Prendo atto e non mi attardo, perché alcuni interventi dei Soci su ulteriori criticità che permangono in un Piano che pure salva le pinete, sono stati sufficientemente convincenti.
Riprendo invece la questione economica. Parto da una premessa principale: il conto presentato non mi ha convinto affatto. E poiché il conto economico è la base su cui è stato dimensionato il futuro piano di espansione di Poggio dei Pini, questo determina la mia ferma opposizione a questo Piano di Lottizzazione.
Esistono, in tutti i fenomeni studiati e studiabili dalle scienze, dei livelli di sviluppo oltre i quali i fenomeni in esame modificano drasticamente i loro comportamenti. Il raggiungimento di una massa critica, ad esempio, può scatenare delle reazioni non più controllabili. La nostra comunità si trova oggi in condizioni di convivenza e qualità della vita di ottimo livello ed è in grado di trovare, senza particolari difficoltà, dei punti di equilibrio e stabilità sociale ed economica. La previsione di uno sviluppo ed ampliamento indefinito senza effetti negativi è inimmaginabile. Questo perché al raggiungimento della citata massa critica, la crescita delle spese da sostenere da un lato e la diminuzione della qualità della vita dall'altra, trasformerebbero Poggio dei Pini in una “cosa” diversa da quella attuale, con minore appetibilità per gli abitanti di oggi e spazi magari più consoni per coloro che normalmente scelgono ambienti urbani con livelli di antropizzazione più spinti.
Ebbene la prima analisi che mi aspetterei nel presentare una lottizzazione “promossa” da chi ci deve vivere e che vorrà viverci ancora per molti anni (noi soci e i nostri familiari), e non da un'impresa commerciale, è lo studio scientifico del più probabile valore di massimo insediamento oltre il quale non sarà possibile mantenere l'attuale qualità della vita e sostenibilità delle spese di gestione. Ma questo non c'è! C'è stata somministrata invece una distinta di spese necessarie per i prossimi anni (5, 10 o 40?) e la relativa copertura finanziaria attraverso la realizzazione di un corrispondente valore espresso in lotti edificabili, senza alcuna valutazione dell'impatto degli stessi sull'attuale sistema economico e sociale.
Per contro si scopre che 37 anni sono passati davvero invano, visto che nel periodo delle vacche grasse, quando i lotti da vendere ancora c'erano, non si è riusciti a realizzare le opere di urbanizzazione primaria e secondaria in attuazione della Convenzione. Qualcosa non ha funzionato, lo si vuole ammettere almeno per un attimo? Per dirla in grande sintesi, per 37 anni NON ci si è preoccupati troppo di realizzare, rifare e mantenere le opere di urbanizzazione secondo dei canoni e delle regole scritte nella convenzione che ne assicurassero il passaggio al più presto al Comune, mentre adesso, e a spese di chi vorrebbe viverci per i prossimi 37 anni, si deve fare tutto a puntino.
Che non si sia riusciti a fare le opere come si deve non lo dico io, ma i numeri proposti dal Consiglio di Amministrazione per spiegare e giustificare questo Piano di Lottizzazione. Ve li proporrò analizzandoli uno per uno. Forse questa parte che segue vi sembrerà troppo prosaica, ma rende bene l'idea:
* Illuminazione pubblica: l'attuale impianto non è a norma e per adeguarlo servono almeno 1.200.000,00 €. Difficile calcolare i consumi che ogni anno sostiene la Cooperativa, ma sicuramente una cifra che potrebbe coprire almeno la metà di un mutuo ventennale per il loro adeguamento. È stata realizzata dopo il 1985 e collaudata due volte. Sarebbe interessante sapere quanto è costato, quanto abbiamo speso per i collaudi e le manutenzioni, e ancora quanto si spende all'anno di energia elettrica.
* Le strade (vecchie) sono da rifare. Fogne da rifare. Ma perché? Forse per 37 anni non si sono rispettate le regole della convenzione. E quindi per adeguarle bisogna spendere altri 2.200.000,00 € per le strade e 1.500.000,00 € per le fogne, da reperire con la depauperazione del patrimonio boschivo che vorremo godere noi per i prossimi “37 anni”. E quanto sono costati 37 anni di manutenzione ad impianti che non possono essere consegnati al Comune? Ma siamo poi sicuri che con la nuova convenzione di lottizzazione, visto che paghiamo oltre la metà dell'ICI, non si possa concertare con l'Amministrazione il passaggio immediato delle strade e delle fogne che presentano il miglior livello costruttivo? Ma chi siamo noi, Babbo Natale?
* L'impianto di potabilizzazione da adeguare con 400.000,00 € (4 nuovi lotti). Mi dispiace, ma gli impianti di potabilizzazione non sono un onere a carico dei lottizzanti. E se proprio lo vogliamo fare, i costi vanno posti a carico degli utilizzatori in proporzione ai consumi (in bolletta per intenderci) e non a danno delle aree verdi.
* E i costi per il nuovo acquedotto. Ne vogliamo parlare? La realizzazione di un nuovo acquedotto consentirebbe la conversione del vecchio in una rete duale non potabile, come mi è stato esposto dal C.d.A. in un colloquio che ho chiesto per avere chiarimenti. Evviva sarebbe la soluzione ideale per il verde privato. L'acqua si pagherebbe al prezzo di costo, ma senza il costo per la potabilizzazione che è l'onere più rilevante nella composizione del prezzo. Questa cifra base potrebbe essere ricaricata con una consistente percentuale di maggiorazione per finanziare la realizzazione della nuova rete per l'acqua potabile. In pratica potremo pagare l'acqua dei giardini al costo attuale, ma nel contempo finanziare le somme necessarie per fronteggiare, o almeno abbattere, le spese per la nuova rete.
* Interventi sul verde. Di che si tratta? Manutenzione? Nuovo impianto? Cerco di capire meglio: distruggiamo i boschi naturali e poi ci pentiamo e realizziamo, con 500.000,00 €, altro verde di nuovo impianto? Ma facciamola più semplice!
* Opere di urbanizzazione secondaria nuovi lotti. Mettiamola così: qualcosa la dovremo pur costruire, perciò i nostri nuovi vicini avranno pazienza e ci pagheranno un piccolo risarcimento, finanziando di tasca loro gli oneri di urbanizzazione secondaria al momento della concessione edilizia. Non è politicamente corretto? Pazienza.
* Opere di urbanizzazione secondaria vecchi lotti. Ma cosa dobbiamo costruire ancora? Leggo in una puntualizzazione degli Amministratori: una nuova scuola elementare che discende da una Convenzione del 1980! Ma... cosa succede? ditemi che sono su scherzi a parte! Cerco di capire... la Poggio dei Pini ha un obbligo pendente da 27 anni che deve onorare oggi? Perché non ce ne avete parlato prima? Quanti conigli ci sono ancora nel cilindro? E la Convenzione del 2 agosto 1985 (Rep. 12229 – Vol. 1527) che recita: «Che tutte le opere di urbanizzazione primaria e secondaria sono state realizzate e con rispetto delle prescrizioni del piano di lottizzazione, con la sola eccezione delle opere relative alla rete fognaria i cui lavori sono in corso ed agli impianti di illuminazione pubblica del Centro Residenziale Poggio dei Pini». È un falso oppure mi sfugge qualcosa?
* Investimenti per 3.500.000,00 €. Immagino si tratti di investimenti produttivi, se no non ne comprendo l'utilità. La rete gas è produttiva e non certo onerosa, case da affittare... paghiamo noi? O ci pagano? Insomma perché dobbiamo mettere in conto così tanti soldi per investimenti che si dovrebbero pagare da soli?
Insomma alla fine della fiera, le spese possibili si riducono di 7/8 milioni di €, abbattendo la necessità di lotti da immettere sul mercato del 40%. Di conseguenza anche i costi per le urbanizzazioni primarie dei nuovi lotti si abbatterebbero in proporzione recuperando un altro milione e mezzo di euro ed eliminando altri 15 lotti, per un totale di 97 lotti contro i 187 previsti dal nuovo progetto.
In questo modo la lottizzazione avrebbe un minore impatto dal punto di vista ambientale e antropico e troverebbe un maggiore apprezzamento tra i soci.
Chiudo questo mio, forse troppo lungo, intervento con un commento all'ultima comunicazione del Consiglio di Amministrazione. Credo di essere intervenuto in questa importante e stimolante discussione con pacatezza e attenzione per le ragioni del Consiglio di Amministrazione. Non altrettanta attenzione ho ricevuto. Non io direttamente, ma in quanto Socio che contesta i propri amministratori. Credo di poterlo fare. Mi sono sentito dire durante l'Assemblea che non mi informo e non leggo i notiziari. Leggo precisazioni del C.d.A. che attribuiscono ad un gruppo di Soci la diffusione di notizie false e tendenziose. Ma come? Avevo capito che si doveva costruire una determinata cosa con una certa cifra e poi la cosa era diversa perché ci sono ancora obblighi del 1980! Magari è il caso di essere più chiari, piuttosto che accusare i Soci che contestano «di esprimere ostilità nei confronti degli amministratori in carica, con illazioni gratuite e pesanti insinuazioni» e minacciarli di doverne rispondere nelle «sedi opportune». Siamo Soci e rivendichiamo il diritto di contestare l'operato degli Amministratori. Volete ridurci al silenzio con la minaccia delle denunce. Che caduta di stile.
Per quanto riguarda i Soci che sono rimasti all'esterno della sala, c'è da dire che la scelta della sala non è stata del Comitato e se la sala è piccola l'errore di progettazione non è certo del Comitato, perciò tentare di attribuire la “colpa” ai familiari dei Soci sia di pessimo gusto e non aiuta certo ad aggregare consenso attorno agli Amministratori in carica.
Vorrei dire qualcosa anche sul fatto che noi Soci ci esprimiamo in assemblea in modo “anomalo e sintomatico”, ma mi limito ad un sorriso di sufficienza nei confronti di chi ha solo pensato di insultarmi in questo modo.
Sono profondamente deluso e offeso dalle ultime due comunicazioni del Consiglio e questo determinerà l'orientamento delle mie prossime scelte sulle iniziative dei Soci e del Comitato, anche ulteriori e diverse dalle sole iniziative relative al Piano di Lottizzazione.
Roberto Trudu
quindi l'impianto di potabilizzazione, se non è un onere a carico dei lottizzanti, a carico di chi ritiene che sia?
matteo atzeni
Sorvolando su tutti gli altri aspetti, peraltro già commentati benissimo da Giorgio, vorrei far rilevare il sussiego con cui, nell'ultimo comunicato, il Consiglio di Amministrazione enfatizza il fatto di voler stralciare le pinete dal piano di lottizzazione " per venire incontro alla volontà di numerosi soci". Suona tanto come una concessione di stile medioevale, in cui il sovrano, "assaggiati" gli umori del popolino, decide di dare un contentino per placare gli animi esagitati dei sudditi. Mi sembra evidente che il Consiglio aveva prima deciso tutto, oso dire nascostamente, e poi, dato che qualcuno aveva "lanciato il sasso in piccionaia" ed il popolo tumultuava, ha magnanimamente promesso qualche modifica, sperando così di blandire i "bollenti spiriti" ed ora se ne vanta pure!.....
Se era sbagliato agire così nel medioevo, figuriamoci al giorno d'oggi ed in una Cooperativa come la nostra, dove i soci non sono sudditi e gli amministratori non sono dei re. O forse dobbiamo rassegnarci che invece la realtà è proprio questa?
Fernando
Concordo pienamente con quanto ha scritto Roberto Trudu. Pur non avendo le sue precise competenze tecniche ero arrivato alle stesse conclusioni. Perchè ci sono in realtà molte cose che non tornano, la scuola elementare che compare come argomento in un certo punto per poi non essere più citata, (dobbiamo o no farla?), le previsioni di spesa fatte senza chiarire quali spese in realtà sarebbero necessarie solo per le opere di urbanizzazzione relative ai nuovi lotti. E poi c'è il metodo, veramente incomprensibile. Se avessi voluto consigliare maliziosamente un avversario allo scopo di fargli sbagliare tutto nella counicazione e nei rapporti con i soci non sarei arrivato a tanto.
Eliminare il referendum: una idea assolutamente sbagliata, da qualunque punto di vista -oltre che in contrasto con lo statuto, a quanto pare-.
Senza un pronunciamento dei soci su cosa ci si basa per modificare un piano che ci è stato presentato come l'ultima inevitabile spiaggia? Su una impressione. Senza un voto nè del'assemblea nè dei soci in un referendum.
Trattare i soci del Comitato come dei mestatori e personalizzare le accuse contro "un personaggio".... che stile!
Come potrei non avere piena fiducia in amministratori così attenti al consenso e così democratici che per salvare poggio dai cementificatori piazzano lotti nelle pinete, e per l'armonia impediscono ai soci di proninciarsi, e tutto per il mio bene, che loro conoscono meglio di me, evidentemente!
Stefano Fratta
Ho letto l'ultimo comunicato del CdA, quello datato 21 dicembre 2007. Visto che questo é il filone della comunicazione mi adeguo e aggiungo, alle tante, alcune mie considerazioni.
Il clima natalizio potrebbe molto facilmente suggerimi di sviluppare in apertura un certo tema. Non lo faccio. Invito soltanto il CdA a non scrivere nella prossima lettera circolare che "l'anonimo personaggio" citato nel comunicato ha ricevuto la fiducia di centinaia di persone dicendo loro di essere uno dei re "Magi" ritornato sulla terra per fare guerra agli Amministratori della Cooperativa. E, ancora, a non scrivere che nella vecchia sede sociale é stata individuata la "mangiatoia" degli speculatori.
Non sarebbero affermazioni credibili. Per chi non lo sapesse le ridotte spese sono state sostenute mettendo mani al portafoglio, chi più chi meno.
Le sparate, poi, lasciamole ai cacciatori: un gruppo che vuole imporre un CdA addomesticato .... alle proprie esigenze. Quali ?
In un post di qualche giorno fa un Poggino si domandava perplesso: ma che considerazione hanno di noi gli Amministratori ?
Non lo so, ma di se stessi sicuramente molto elevata se continuano a denunciare l'esistenza di un gruppo di "agitatori di professione" (magari un pò maturo e senza altro da fare) che li vuole defenestrare per astio e rancori personali. Il massimo.
La nota ci ricorda, ancora, che la nostra Cooperativa é regolamentata dal Codice Civile e dallo Statuto Sociale. Ecco una cosa molto vera che dovremmo ricordare tutti.
Sulle frasi a tentato effetto che vogliono stupire con effetti speciali del tipo "più danni alla Poggio dei Pini .. di quanti non ne abbiano arrecato"
CdA, un piccolo gesto di umiltà: accreditate ai Residenti un quoziente di intelligenza quasi come il Vostro.
Auguri a Tutti.
Maurizio Cadone
Gent.mo Sig. Atzeni, qualunque cosa potrebbe essere a carico dei lottizzanti, basta essere consenzienti. Che ne direbbe di un depuratore tutto nostro? E una bella centrale elettrica? E perché non dotarci di un rigassificatore per distribuire il metano dell'Algeria? Non si alteri, facevo solo un po' di spirito dovuto al clima festoso di Natale. Insomma un po' di sano sarcasmo per farle capire che ci si può dotare di servizi finché si vuole per evitare di dipendere dai fornitori istituzionali, ma poi bisogna provvedere a sostenerne i costi. Per arrivare subito al vulnus dei servizi autogestiti: siamo sicuri di essere bravi a gestire, più di quanto non lo faccia un gestore professionista?
Torniamo alla sua domanda. Chi lo dovrebbe fare? Il Gestore Unico individuato dalla riforma del Servizio Idrico Integrato! Aspetti non si stracci le vesti... lo so anch'io che Abbanoa è meglio evitarla, ma se ci dicono che devono spendere milioni e milioni per rifare la rete idrica per passarla al Comune, allora è inevitabile che il passaggio dovrà essere indirizzato ad Abbanoa in virtù del Contratto di Servizio che lega il Comune ad Abbanoa S.p.A. e l'obbligatorietà della gestione da parte di questa società. E questa società, le assicuro, non ha bisogno del nostro micro potabilizzatore.
Roberto Trudu
Gentile Sig. Trudu,
c'è stato un equivoco.
la mia domanda era puramente tecnica mentre ho l'impressione che sia apparsa "provocatoria";
evidentemente l'ho formulata male.
chiedevo a Lei, in quanto persona piu' esperta di me di urbanistica, un chiarimento su un punto sollevato nel suo post.
chiarimento che mi ha dato, e di questo la ringrazio;
mi spiace che il tono del mio breve intervento sia stato frainteso
Si Roberto, anche a mio avviso Matteo voleva solo chiedere un approfondimento su quanto da te espresso, senza alcun intento provocatorio. Si è trattato di un malinteso.
Scusate il sarcasmo, ma continuo a leggere nei blog, forum, notiziari, ecc. che il bianco è nero e viceversa, e mi sembrava che il Sig. Atzeni volesse seguire l'onda revisionistica. Chiedo nuovamente scusa.
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici continuo ad aspettare che qualcuno mi chiarisca alcuni dubbi, che sono miei quanto degli altri Soci.
Roberto Trudu
E' un noto problema legato a questo tipo di comunicazione. Ci si legge ma non possiamo vedere le espressioni del viso, i movimenti del corpo, l'inflessione della voce. Gli equivoci sono più facili. E' pero' il prezzo da pagare per avere un luogo dove potesrsi informare e confrontare quando vogliamo, dalle nostre case. Inoltre noi abbiamo un grosso vantaggio. Possiamo sempre decidere di continuare la discussione di persona davanti a un bicchiere di vino.
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