Non fatevi trarre in inganno dal titolo. non ho deciso di sciorinare una cultura classica che non ho. Anche questo post, come i precedenti, riguarda il tema più importante di cui si sta occupando la nostra comunità, cioè l'orribile ponte, ma vorrei affrontarlo da un punto di vista un pò differente. Non quello della geologia e nemmeno quelli dell'impatto ambientale, della ingegneria naturalistica. non i calcoli strutturali, l'analisi della viabilità, la meteorologia, la climatologia. E nemmeno il budget financing, la cartografia, e la pedologia. Ah dimenticavo. Nemmeno il codice degli appalti. Quante discipline vero?
Dopo l'alluvione siamo diventati tutti quanti un po' ingegneri, geologi, giuristi. Abbiamo letto articoli, pareri, relazioni e, ammettiamolo, pur non avendo una preparazione adeguata in tutte queste materie non abbiamo resistito alla tentazione di dire la nostra. Il web, peraltro, ci aiuta a diffondere le nostre opinioni. Abbiamo fatto bene o male? Abbiamo fatto benissimo ad informarci e anche ad esprimerci. Tuttologi? Si, tuttologi!
Il desiderio di capire le cose che succedono intorno a noi, la facilità nell'accedere alle informazioni e la possibilità di confrontarsi con gli altri, con gli esperti e anche con quelli meno esperti, rappresenta un valore enorme. Meglio il silenzio? Parlare solo di argomenti per i quali si possiede una laurea? Che noia. Non credo sarebbe meglio.
Bisogna stare attenti, però, a non perdere i punti di riferimento e il senso della misura. La medicina, per esempio, ha aiutato l'umanità a vivere meglio, ha sconfitto malattie terribili e ci consente di sperare in una vita lunga il doppio di quella dei nostri antenati. Certo, anche i medici sbagliano, ma non credo sarebbe un bene sostituire la scienza medica con quella propinata dai ciarlatani, degli indovini, dai truffatori o dagli psicopatici.
Oggi le informazioni che circolano sono molte, e ci sono argomenti complicati che richiedono conoscenze molto approfondite. E' complesso lo studio di un vaccino come è complessa l'analisi del rischio idrogeologico e forse ancor più complesso è il nostro ordinamento, composto da codici e codicilli, articoli e commi. In questo marasma si perdererebbe anche Pico della Mirandola, figuriamoci noi! In questo mare di informazioni potremmo facilmente prendere un granchio. Potrebbe capitarci di apprendere solo alcune sfaccetaure di una realtà molto più complessa. Capite bene qual'è il valore di anni dedicati allo studio di una singola materia e, di conseguenza, quanto dovremmo essere cauti noi che non siamo specialisti in tutte queste discipline quando ci addentriamo negli intricati meandri del sapere.
Sarebbe corretto essere modesti, anche quando si sa molto, immaginiamoci quando si sa poco. Non pensare di avere la verità in tasca e confrontare quella parte di conoscenza che si è acquisita, o anche solo le proprie sensazioni, pur importantissime, con il sapere altrui, meglio se proveniente da persone esperte nella materia in cui vogliamo addentrarci. Sotto questo aspetto Poggio dei Pini è un posto meraviglisoso, perche abbiamo moltissime persone di grande conoscenza che sono disposte a mettere il proprio sapere a disposizione della comunità, in modo particolare tramite le nostre associazioni.
La Sibilla Cumana, nella frase che ho utilizzato come titolo di questo post, giocava con il linguaggio fornendo, con le medesime parole, due verità diametralmente opposte.
Ai nostri tempi sono soprattutto giornalisti e politici a giocare spesso con le parole, fornendoci notizie e punti di vista che, a seconda dei dettagli con cui vengono conditi, possono apparire in un modo oppure in un altro.
In questo blog ci siamo già occupati in passato di un caso di questo tipo, quando un noto giornale locale di cui non farò il nome (l'Ugnone) giocò con le parole fornendo una idea che si discostava di molto dalla realtà (I disinformati del 29-11-2010).
Veniamo al dunque. Perchè mi sento di sollecitare tutti, iniziando da me stesso, a una maggiore attenzione nei confronti del modo in cui ci informiamo e, di conseguenza, formiamo le nostre opinioni.
Un testo di cui si è molto parlato in questi giorni è il "Trattato sui contratti pubblici", utilizzato per avvalorare la tesi secondo cui il "progetto preliminare" del famoso ponte Metassociati non si potrebbe modificare sostanzialmente in sede di progettazione definitiva. Come sapete questo è uno dei punti cruciali su cui tutti noi stiamo riflettendo.
Chiunque abbia partecipato agli incontri su questo argomento, tenutisi negli ultimi giorni presso la Cooperativa sa di quale testo sto parlando perchè è stato utilizzato come una specie di Bibbia.
Quasi tutti noi, ma direi anche l'utilizzatore del libro, ammettiamolo, non abbiamo una preparazione specifica su questa materia e quindi ascoltiamo cio' che leggiamo interpretandolo con gli strumenti di cui disponiamo, il che non significa affatto che siamo dei minus habens e dovremmo stare zitti, ma almeno andiamoci con i piedi di piombo.
Per rafforzare il mio ragionamento vi invito a fare un esperimento insieme a me, utilizzando proprio il famoso Trattato sui contratti pubblici.
Vi invito quindi a leggere con attenzione questa parte del testo. Quella evidenziata in giallo.
Tradotto in soldoni sembrerebbe che il progetto definitivo debba essere praticamente uguale al preliminare. Siete d'accordo?
Adesso prendiamo la stessa pagina del libro ma leggiamo anche il paragrafo successivo:
Leggendo anche la parte sottolineata il rosso la situazione cambia radicalmente e noi analisi informatici, geometri, generali, medici, imprenditori, impiegati, taxisti, artisti etc. penseremo che invece il progetto definitivo può essere sostanzialmente diverso dal preliminare.
Ora può anche darsi, dato che questo tomo è composto da migliaia di pagine e dato che di libri su questo argomento ne sono stati stampati molti, che potremmo continuare all'infinito nel gioco di estrapolare frasi a supporto di una tesi oppure di quella opposta.
Non voglio pertanto dire che abbia per forza ragione chi propende per una tesi piuttosto che per per un'altra. Voglio invece dire che è giusto alimentare i nostri dubbi e la nostra ignoranza (nel senso di non conoscenza direbbe Pierluigi Bersani) con informazioni e letture, ma evitiamo di credere di essere depositari della verità solo per avere letto qualche pagina quà e la.
Inoltre, cari amici poggini, in questo caso, dalle nostre scelte, dipenderà anche la possibilità di ottenere un ponte molto diverso da quello progettato dalla Metassociati, che nessuno vuole. E' una situazione difficile, ma cerchiamo di scegliere con le informazioni più complete e veritiere possibili.
1 commento:
Caro Giorgio, se non contestualizziamo la discussione da te aperta, rischiamo di fare solo confusione.
Il trattato a cui ti riferisci riguarda il D.Lgs. 50/2016 o attiene al D.Lgs. n°163/2006 ?
Ti ricordo che il procedimento per l'approvazione del progetto preliminare del ponte è iniziato prima che entrasse in vigore il D.Lgs. 50/2016.
Sui riferimenti giurisprudenziali andrei molto cauto perchè ci sono sentenze che dicono tutto e il contrario di tutto.
In ogni caso, il RUP Ing. Piras durante la riunione convocata da Maninchedda mercoledì scorso, è stato molto chiaro in tema di validità del progetto preliminare e di eventuali modifiche che possono essere apportate in sede di progettazione definitiva.
Dalle registrazioni e dagli appunti in ns. possesso, c'è poco da stare tranquilli !
Il ponte verrà costruito lì e dovrà avere l'altezza utile indicata dallo studio Hydrodata
che si è dimostrato molto carente nella valutazione di tutto il bacino a monte del ponte
esistente che lambisce la recinzione del complesso Hydrodata ( così vuole la RAS e il suo apparato burocratico.
A mio modo di vedere , prima di decidere che ponte fare e dove farlo, occorre riprendere in mano il Piano Hydrodata e verificare tutte le criticità e manchevolezze che tale piano contiene ( vedi le osservazioni redatte con il supporto di un gruppo di professionisti e soci della Cooperativa Poggio dei Pini nel 2010 e che operano nel campo dell'ingegneria civile, idraulica e della geologia applicata alle opere pubbliche.
Sarà determinante inoltre sapere se il canale scolmatore verrà ampliato e se la diga verrà ricostruita in cls e con o senza lo stramazzo centrale.
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