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mercoledì 1 marzo 2017

Magi smentisce il Maninchedda versione blogger

di Franco Magi 
Illustre Assessore Maninchedda,
non posso esimermi dal commentare quanto Ella inopinatamente ed indisturbatamente ha affermato nel blog “Sardegna e Libertà”, che appare davvero fuorviante e privo di veridicità:

-          in primo luogo non corrisponde al vero quanto da lei affermato in ordine al fatto che “il progetto risultato vincitore da una procedura a me totalmente estranea, perché per legge è nell’esclusiva competenza dei dirigenti regionali”. Infatti, tale affermazione è smentita per tabulas dalla Ordinanza a Sua firma n. 574/19 del 12-05-2015, nella quale l’Assessore dei Lavori Pubblici (Ella medesimo), in qualità di soggetto attuatore del Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, ha costituito la Commissione giudicatrice del concorso internazionale di progettazione che è stato aggiudicato ad uno studio professionale di Macomer, che ha proposto un ponte che all’unanimità il Consiglio comunale di Capoterra ha definito “di rara bruttezza” (ordinariamente, come ricordato dall’Assessore, non spetta allo stesso costituire le commissioni di gara, ma in qualità di Commissario ha in questo caso potuto legittimamente farlo);
-          è incomprensibile quanto da Lei affermato in ordine alle presunte “insinuazioni di bassissima lega, formulate sempre in modo tale da non consentirmi mai di adire alle vie legali”, in quanto gli abitanti di Poggio dei Pini non hanno mai avuto elementi per mettere in discussione la regolarità della predetta aggiudicazione, ma hanno semplicemente espresso il più totale malcontento per la qualità dell’opera progettata, che prevede la realizzazione di un imponente ed anonimo viadotto in cemento armato precompresso di oltre 120 metri e sopraelevato di 6 metri dal piano di campagna, con una gigantesca rotatoria metropolitana da realizzarsi in quota mediante accumulo di materiali di riporto e gabbionature sottostanti, che rappresenta inequivocabilmente un disvalore paesaggistico ed una ferita imperitura all’assetto ambientale ed al consolidato equilibrio estetico e visivo del luogo, con conseguente deturpamento della scenografia di tratti di elevato valore paesaggistico;
-          risulta assai preoccupante, perché vorrebbe significare che l’Ing. Alberto Piras (direttore del servizio e RUP) avrebbe scritto il falso, l’affermazione secondo cui  “si è proceduto alla convocazione della Conferenza di servizi e si è commesso un errore formale, eccepito dalla sovrintendenza. Si è dunque riconvocata la Conferenza di servizi in modo corretto”. Infatti, prima nella comunicazione di annullamento della conferenza di servizi, e poi perfino nella determinazione n. 1068/3 del 28 luglio 2016 il Responsabile del procedimento (Ing. Alberto Piras) ha offerto un espediente diverso dall’Assessore Maninchedda, laddove – nel tentare di giustificare la riconvocazione della Conferenza di servizi - affermava che “data la rilevanza delle decisioni assunte dal Comune di Capoterra, ha ritenuto di dover procedere all’annullamento degli esiti della conferenza di servizi dell’8.03.2016 in quanto, per evidenti ragioni di opportunità, ha ritenuto necessario procedere ad un esame collegiale e formale degli elementi ostativi alla realizzazione delle opere rappresentati dal Comune medesimo”.
La verità è purtroppo diversa, ed inspiegabilmente continua ad essere sottaciuta dall’Assessore Maninchedda: l’illegittima esclusione della Cooperativa Poggio dei Pini dalla Conferenza di servizi ha comportato l’avvio di una azione giudiziaria, che a sua volta ha generato la sentenza TAR n° 501/2016 nel quale il Tribunale Amministrativo Regionale ha preso atto dell’annullamento, in corso di giudizio, della decisione a cui è pervenuta la Conferenza di servizi del 8.3.2016 e che “nel nuovo procedimento è stato esplicitamente previsto che, in futuro, la Cooperativa ricorrente sarà specificamente coinvolta nel procedimento”.
A seguito della nuova riconvocazione della Conferenza (dopo parecchi mesi), la materia del contendere è stata dichiarata cessata, ma le spese e gli onorari di giudizio sono stati posti a carico dell’Autorità (Ella medesimo, tramite i Suoi uffici) che ha disposto la Conferenza annullata e sono stati quantificati in euro 1.500,00;
-          quanto poi all’affermazione secondo cui il progetto preliminare avrebbe “tutte le caratteristiche di un progetto che può essere adattato oltre che alle esigenze tecniche anche a quelle estetiche che legittimamente una comunità ritiene di dover realizzare”, è appena il caso di rilevare che non servono imbellettamenti o adattamenti di quell’orribile viadotto, ma un diverso approccio culturale e tecnico che conduca alla progettazione di una opera completamente diversa nella forma, nei materiali e nella tipologia;
-          l’inverosimile affermazione secondo cui “evidentemente la ragionevolezza ha cominciato a farsi strada e rappresentanti della Cooperativa di Poggio dei Pini hanno chiesto di essere ricevuti per capire come stessero realmente le cose, iniziando un percorso di coinvolgimento che non era mai stato escluso, al contrario, era stato previsto” è patetica. Infatti, i buoi sono già scappati dal recinto: il percorso partecipativo andava attuato prima, e non ora per tentare di imbellettare il ponte “di rara bruttezza”.
-          infine, è alquanto subdola l’affermazione secondo la quale “io e gli uffici abbiamo dato corso alla normale procedura che vede i Comuni come soggetti attuatori degli interventi nel loro tessuto urbano. Non si trattava più di intervenire nella foce di un fiume o su una diga o su altro, ma all’interno del tessuto urbano della città, nel quale deve intervenire chi i cittadini hanno scelto per amministrare il loro territorio”, perché l’Assessore “condiziona” furbescamente la delega comunale al “completo rispetto delle prescrizioni acquisite nel corso della conferenza di servizi e delle procedure preordinate alla approvazione degli elaborati progettuali da parte dell’Ufficio commissariale”. Tradotto, tenta in modo infantile di scaricare la patata bollente (e le sue evidenti responsabilità per non aver condiviso dal principio il percorso partecipativo con il Comune e con i suoi abitanti), auspicando inverosimilmente che lo stesso porti avanti il progetto “di rara bruttezza” della Metassociati di Macomer.

Distinti saluti

Capoterra, 28-02-2016

Franco Magi

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