di Franco Magi
Illustre Assessore
Maninchedda,
non posso esimermi dal commentare quanto Ella
inopinatamente ed indisturbatamente ha affermato nel blog “Sardegna e Libertà”,
che appare davvero fuorviante e privo di veridicità:
- in primo luogo non
corrisponde al vero quanto da lei affermato in ordine al fatto che “il progetto risultato vincitore da una
procedura a me totalmente estranea, perché per legge è nell’esclusiva competenza
dei dirigenti regionali”. Infatti, tale affermazione è smentita per tabulas dalla Ordinanza a Sua firma
n. 574/19 del 12-05-2015, nella quale l’Assessore dei Lavori Pubblici (Ella
medesimo), in qualità di soggetto attuatore del Commissario Straordinario
delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio
idrogeologico, ha costituito la Commissione giudicatrice del concorso
internazionale di progettazione che è stato aggiudicato ad uno studio
professionale di Macomer, che ha proposto un ponte che all’unanimità il
Consiglio comunale di Capoterra ha definito “di rara bruttezza” (ordinariamente,
come ricordato dall’Assessore, non spetta allo stesso costituire le commissioni
di gara, ma in qualità di Commissario ha in questo caso potuto legittimamente
farlo);
- è incomprensibile
quanto da Lei affermato in ordine alle presunte “insinuazioni di bassissima lega, formulate
sempre in modo tale da non consentirmi mai di adire alle vie legali”, in
quanto gli abitanti di Poggio dei Pini non hanno mai avuto elementi per mettere
in discussione la regolarità della predetta aggiudicazione, ma hanno
semplicemente espresso il più totale malcontento per la qualità dell’opera
progettata, che prevede la realizzazione di un imponente ed anonimo viadotto in
cemento armato precompresso di oltre 120 metri e sopraelevato di 6 metri dal
piano di campagna, con una gigantesca rotatoria metropolitana da realizzarsi in
quota mediante accumulo di materiali di riporto e gabbionature sottostanti, che
rappresenta inequivocabilmente un disvalore paesaggistico ed una ferita
imperitura all’assetto ambientale ed al consolidato equilibrio estetico e visivo
del luogo, con conseguente deturpamento
della scenografia di tratti di elevato valore
paesaggistico;
-
risulta assai
preoccupante, perché vorrebbe significare che l’Ing. Alberto Piras (direttore
del servizio e RUP) avrebbe scritto il falso, l’affermazione secondo cui “si è proceduto
alla convocazione della Conferenza di servizi e si è commesso un errore formale,
eccepito dalla sovrintendenza. Si è dunque riconvocata la Conferenza di servizi
in modo corretto”. Infatti, prima nella comunicazione di annullamento
della conferenza di servizi, e poi perfino nella determinazione n. 1068/3 del 28
luglio 2016 il Responsabile del procedimento (Ing. Alberto Piras) ha offerto un
espediente diverso dall’Assessore Maninchedda, laddove – nel tentare di
giustificare la riconvocazione della Conferenza di servizi - affermava che “data la rilevanza delle decisioni assunte
dal Comune di Capoterra, ha ritenuto di dover procedere all’annullamento degli
esiti della conferenza di servizi dell’8.03.2016 in quanto, per evidenti ragioni
di opportunità, ha ritenuto necessario procedere ad un esame collegiale e
formale degli elementi ostativi alla realizzazione delle opere rappresentati dal
Comune medesimo”.
La verità è purtroppo
diversa, ed inspiegabilmente continua ad essere sottaciuta dall’Assessore
Maninchedda: l’illegittima esclusione della Cooperativa Poggio dei Pini dalla
Conferenza di servizi ha comportato l’avvio di una azione giudiziaria, che a sua
volta ha generato la sentenza TAR n° 501/2016 nel quale il Tribunale
Amministrativo Regionale ha preso atto dell’annullamento, in corso di giudizio, della decisione a
cui è pervenuta la Conferenza di servizi del 8.3.2016 e che “nel nuovo procedimento è stato
esplicitamente previsto che, in futuro, la Cooperativa ricorrente sarà
specificamente coinvolta nel procedimento”.
A seguito della
nuova riconvocazione della Conferenza (dopo parecchi mesi), la materia del
contendere è stata dichiarata cessata, ma le spese e gli onorari di giudizio
sono stati posti a carico dell’Autorità (Ella medesimo, tramite i Suoi uffici)
che ha disposto la Conferenza annullata e sono stati quantificati in euro
1.500,00;
- quanto poi all’affermazione
secondo cui il progetto preliminare avrebbe “tutte le caratteristiche di un progetto che
può essere adattato oltre che alle esigenze tecniche anche a quelle estetiche
che legittimamente una comunità ritiene di dover realizzare”, è appena il
caso di rilevare che non servono imbellettamenti o adattamenti di quell’orribile
viadotto, ma un diverso approccio culturale e tecnico che conduca alla
progettazione di una opera completamente diversa nella forma, nei materiali e
nella tipologia;
- l’inverosimile affermazione
secondo cui “evidentemente la
ragionevolezza ha cominciato a farsi strada e rappresentanti della Cooperativa
di Poggio dei Pini hanno chiesto di essere ricevuti per capire come stessero
realmente le cose, iniziando un percorso di coinvolgimento che non era mai stato
escluso, al contrario, era stato previsto” è patetica. Infatti, i buoi sono
già scappati dal recinto: il percorso partecipativo andava attuato prima, e non
ora per tentare di imbellettare il ponte “di rara bruttezza”.
- infine, è alquanto subdola
l’affermazione secondo la quale “io e gli
uffici abbiamo dato corso alla normale procedura che vede i Comuni come soggetti
attuatori degli interventi nel loro tessuto urbano. Non si trattava più di
intervenire nella foce di un fiume o su una diga o su altro, ma all’interno del
tessuto urbano della città, nel quale deve intervenire chi i cittadini hanno
scelto per amministrare il loro territorio”, perché l’Assessore “condiziona” furbescamente la delega
comunale al “completo rispetto delle prescrizioni acquisite nel corso della
conferenza di servizi e delle procedure preordinate alla approvazione degli
elaborati progettuali da parte dell’Ufficio commissariale”. Tradotto, tenta
in modo infantile di scaricare la patata bollente (e le sue evidenti
responsabilità per non aver condiviso dal principio il percorso partecipativo
con il Comune e con i suoi abitanti), auspicando inverosimilmente che lo stesso
porti avanti il progetto “di rara bruttezza” della Metassociati di
Macomer.
Distinti saluti
Capoterra, 28-02-2016
Franco Magi
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