Il Comitato No Viadotto propone il telecontrollo al posto del ponte. Bel sogno, ma irrealizzabile. Vediamo perchè.
Nell'ultimo periodo si sente spesso parlare della possibilità di sostituire il ponte in coda al lago di Poggio dei Pini con un sistema di telecontrollo. In parole povere il transito sull'attraversamento del Rio S. Girolamo verrebbe interrotto con una sbarra o con transenne posizionate dalla protezione civile, a seguito dell'attivazione di un allarme proveniente dalle stazioni pluviometriche del territorio. In aggiunta a questa misura, decisamente alternativa rispetto al ponte, si propone di realizzare un nuovo "ponticello" più ampio di quello attuale, ma sempre ampiamente inadeguato rispetto a quanto prescritto dalla normativa. Il famoso "ponte sommergibile", di cui forse avete sentito parlare, è purtroppo una mera fantasia.
Nell'ultimo periodo si sente spesso parlare della possibilità di sostituire il ponte in coda al lago di Poggio dei Pini con un sistema di telecontrollo. In parole povere il transito sull'attraversamento del Rio S. Girolamo verrebbe interrotto con una sbarra o con transenne posizionate dalla protezione civile, a seguito dell'attivazione di un allarme proveniente dalle stazioni pluviometriche del territorio. In aggiunta a questa misura, decisamente alternativa rispetto al ponte, si propone di realizzare un nuovo "ponticello" più ampio di quello attuale, ma sempre ampiamente inadeguato rispetto a quanto prescritto dalla normativa. Il famoso "ponte sommergibile", di cui forse avete sentito parlare, è purtroppo una mera fantasia.
Nel corso dell'ultimo incontro con l'Assessorato regionale ai Lavori Pubblici, il Comitato Noviadotto, guidato da Franco Magi, ha caldeggiato questa soluzione che rappresenterebbe una clamorosa svolta alternativa rispetto al ponte. Sappiamo, infatti che, anche qualora dovesse emergere una soluzione architettonicamente gradevole e anche qualora dovessero sparire le "rampe" e la rotonda sopraelevata, il nuovo ponte sarebbe comunque un "mastodonte" che avrebbe un notevole impatto negativo sull'intera vallata.
Sarebbe bello pensare di rendere. al tempo stesso, sicuro l'attraversamento ed eliminare completamente l'impatto ambientale di questa grande opera. Ecco quindi che il sistema di telecontrollo, che ho ipotizzato nel mese di dicembre con questo post, ha fatto breccia nei sogni dei poggini.
Nel corso dell'ultimo incontro, in modo direi inaspettato, l'assessore non ha chiuso completamente la porta a questa proposta, ma ha proposto al Comitato di elaborare uno scenario di fattibilità non solo tecnica (e da questo punto di vista non ci sarebbero problemi), ma soprattutto normativa.
L'Assessore ha infatti chiarito molto fermamente che non intende esporsi in situazioni non solo (ovviamente) irregolari, ma nemmeno "border line", cioe' non del tutto chiare dal punto di vista delle responsabilità. Come sappiamo, in caso di disastri partono automaticamente processi penali, anche molto pesanti, che colpiscono gli amministratori e i funzionari. Immaginate cosa potrebbe succedere se il disastro avvenisse in un territorio, come il nostro, per cui è stato attuato un piano di messa in sicurezza con un finanziamento di 65 milioni di euro.
Il Comitato afferma che la strada del telecontrollo sarebbe percorribile. Si tratterebbe della soluzione più ovvia anche per le "alte sfere" della Protezione Civile nazionale. Lo avrebbe detto al telefono un funzionario che, però, non è disposto a metterlo per iscritto. Siamo, insomma, a livello di "si dice che ...".
Come supporto normativo a questa richiesta il Comitato riporta la stessa identica proposta che Franco, in qualità di rappresentante del Comune di Capoterra fece alla Conferenza di Servizi, citando una direttiva del settembre 2015 emanata alla direzione generale della agenzia
regionale del distretto idrografico della Sardegna che consente l’esercizio
transitorio per le opere di attraversamento viario esistenti condizione che gli stessi Enti
“pongano in atto ogni opportuno
provvedimento atto a garantire l’esercizio provvisorio dell’infrastruttura in
condizioni di rischio compatibile, con particolare riferimento alla tutela della
pubblica incolumità”. Tale direttiva, può essere applicata a determinare condizioni, tra cui, la prima è questa: "gli Enti proprietari, gestori o concessionari sono
tenuti a motivare adeguatamente l’assenza
di alternative tecnicamente ed economicamente sostenibili,"-
Ora tutti sappiamo che, nel caso in questione, il ponte in coda al lago è oggetto di uno stanziamento di oltre 7 milioni di euro e, pertanto, non si può affermare che non vi sua una alternativa tecnicamente ed economicamente sostenibile". E' quindi errata l'affermazione del "Comitato", seppur segnata in grassetto: "Tutti i sopracitati
requisiti sono soddisfatti nel caso di specie".
La cosa incredibile è che questa risposta era stata già data dai tecnici dell'Assessorato a Franco in Conferenza di Servizi. Come mai viene proposta per una seconda volta?
Bisognerebbe togliere un finanziamento di 7 milioni di euro assegnati a questo ponte per poterla applicare e quindi l'autore rischierebbe di esporsi a una lunga serie di responsabilità sia sul fronte amministrativo/finanziario, che penale/idrogologico. La vedo, molto ma molto in salita.
La cosa incredibile è che questa risposta era stata già data dai tecnici dell'Assessorato a Franco in Conferenza di Servizi. Come mai viene proposta per una seconda volta?
Bisognerebbe togliere un finanziamento di 7 milioni di euro assegnati a questo ponte per poterla applicare e quindi l'autore rischierebbe di esporsi a una lunga serie di responsabilità sia sul fronte amministrativo/finanziario, che penale/idrogologico. La vedo, molto ma molto in salita.
Sarebbe opportuno che la Regione Sardegna, ma sinceramente tutta la Protezione Civile nazionale cominciasse ad aggiornare le proprie tecnologie e a utilizzare sistemi di monitoraggio pr mettere in sicurezza centinaia di infrastrutture del nostro paese. Tantopiù che i fenomeni meteorologici "estremi" appaiono in sensibile aumento. La normativa, però, credo che parli chiaro ed escluda un caso come il nostro da un intervento di questo tipo.
E allora come mai il "sogno impossibile" viene riproposto ai poggini?
Se Martin Luther King aveva un sogno, perchè non ci proviamo anche qui in piena campagna elettorale?
La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?
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