Del fatto che il Comitato "No Viadotto" si muovesse in modo sospetto, avevo già scritto in qualche articolo precedente. Era evidente che l'astio e la verve polemica nei confronti dei rappresentanti della Cooperativa fosse eccessivo rispetto agli accadimenti e che le polemiche fossero studiate a tavolino per mettere in difficoltà gli amministratori. Ovviamente questo "indirizzo" non è attribuibile ai tanti sostenitori del Comitato, ma a chi ha svolto la funzione di guida in quest'ultimo periodo.
Non è un caso che avessi parlato di "manovre elettorali" in tempi non sospetti.
Il tempo passa e il 6 maggio, probabile data delle elezioni poggine, si avvicina.
Gli "strateghi" delle manovre poltiche locali hanno quindi deciso di dare un ulteriore giro di vite e affondare i colpi contro gli amministratori poggini. Si tratta di una manovra che non può passare inosservata ne essere sottaciuta, sia perchè ha una grande rilevanza nella vita della nostra comunità, cui questo blog è storicamente dedicato, ma anche perchè è evidente che la campagna elettorale poggina non ha nulla a che vedere con la questione viadotto cui il comitato dovrebbe essere orientato.
Vorrei essere chiaro. Il comitato "no viadotto" non è un movimento farlocco creato per nascondere manovre politiche. E' stato il naturale punto di incontro e di reazione a una iniziativa vergognosamente scorretta della Regione Sardegna, che si accinge a deturpare per sempre un luogo unico per l'armonia tra urbanizzazione e natura. Il posto in cui viviamo, se siamo poggini, o quantomeno una bella località del nostro comune, dove andiamo a fare piacevoli passeggiate se siamo capoterresi, oppure anche semplicemente un bel posto di questa nostra Sardegna se siamo cittadini del mondo e amiamo la bellezza.
Il Comitato ha raccolto l'appoggio e il sostegno di un'ampia parte della comunità. Mi permetto anche di aggiungere che l'obiettivo che appariva chiaro sin dall'inizio, quello di non consentire la realizzazione dell'orribile viadotto in cemento armato sostenuto da piloni in puro stile circonvallazione metropolitana, è un obiettivo condiviso dalla totalità della popolazione non solo poggina, ma capoterrese. Nessuno che io conosca ha espresso una valutazione favorevole su quel viadotto.
Sulla base di queste premesse il Comitato ha raccolto 1000 firme per una petizione che aveva certamente l'obiettivo di fermare la realizzazione di quel ponte e che nel suo lungo enunciato chiedeva all'assessore Maninchedda "di sospendere la procedura inerente la realizzazione del progetto definitivo e di attivare rapidamente un percorso partecipativo condiviso con il Comune di capoterra e i suoi abitanti, nonchè con la Cooperativa Poggio dei Pini che conduca in tempi rapidi a una messa in sicurezza della viabilità in coda al lago di Poggio dei Pini".
Queste le richieste che si possono sintetizzare in una frase sola "fermate quel ponte!" D'altronde una petizione, dal latino petĕre, serve proprio per «chiedere».
Appare quantomeno curioso affermare che "secondo i mille firmatari il progetto preliminare non si può modificare". Come abbiamo ampiamente discusso nel blog, questa modificabilità è controversa e si aggroviglia in una normativa talvolta incoerente. Non saranno certo i firmatari di una petizione a stabilire se ciò sia possibile oppure no. Volendo poi andare a fare le pulci alla normativa, personalmente ho trovato più dettagliati e convincenti gli elementi portati da Roberto Trudu rispetto al "Bignami" di Franco Magi, ma una differente valutazione direi che ci può stare e non debba generare gravi conflitti.
Credo di essermi comportato correttamente dando a tutti la possibilità di confrontarsi in questo blog.
Detto questo, secondo me, il mandato che riceve un rappresentante del comitato che si trova in mano una petizione firmata da 1000 persone è quello di adoperarsi per fermare quel ponte. Punto e stop.
Utilizzare quel consenso per fare altro è assolutamente scorretto.
Facciamoci qualche domanda:
Se il ponte fosse modificabile con uno di forma e/o materiali molto diversi, ovviamente piu' bello, come reagirebbero i residenti? Bisognerebbe chiederlo a loro, dopo aver ovviamente saputo di quale proposta stiamo parlando.
E se quel ponte fosse piu' bello di quello disegnato dalla Metassociati i 1000 firmatari vorrebbero comunque contrastarlo? La petizione non lo dice.
A maggior ragione come è pensabile affermare che i 1000 firmatari della petizione siano contrari alla posizione degli amministratori della Cooperativa che ritengono opportuno provare a modificare quel ponte inserendo alcune prescrizioni vincolanti nel bando di gara del progetto definitivo?
Bisognerebbe chiederlo a loro, perchè questo scenario si è reso percorribile solo la settimana scorsa, cioe' dopo la consegna delle firme.
Insomma questa petizione, secondo Franco Magi, indiscusso leader del comitato, sarebbe una cambiale in bianco che gli consentirebbe di dire e fare qualsiasi cosa.
Beh non è affatto cosi. Parlo per me che l'ho firmata convintamente, ma credo di esprimere il pensiero di moltissimi altri residenti.
Ma veniamo ai rapporti tra Comitato e Amministratori della Cooperativa.
La Cooperativa, muovendosi ben prima del Comitato, ha portato avanti vittoriosamente un ricorso al TAR riuscendo a ottenere l'annullamento della prima conferenza di servizi da cui era stata esclusa.
Successivamente ha scritto e incontrato gli Enti regionali. Trovadosi di fronte a risposte "vaghe" dell'Assessore. Anche in seguito a una sollecitazione di questo blog, la Cooperativa ha irrigidito la sua posizione nei confronti della Regione, facendosi co-promotrice della petizione. Non a caso bisogna dare atto a Maninchedda di avere aderito prontamente perlomeno alla seconda richiesta contenuta in quella petizione. Quella di coinvolgere il Comune (che si è tirato indietro), la Cooperativa e i residenti.
La prima richiesta, annullare il preliminare, era veramente una proposta realizzabile?
Nel caso dell'incontro a cui ero presente anche io, si è verificato un fatto nuovo che il portavoce del comitato evita di raccontare; la possibilità di intervenire tra il preliminare e il definitivo. Gli amministratori hanno deciso di "stare al gioco" e provare a cambiare quel progetto. Un imbroglio dell'assessore? Forse, ma tirarsi indietro potrebbe voler dire dare il via libera al ponte così come è, senza alcuna modifica.
Secondo i suoi detrattori l'amministrazione poggina sarebbe incoerente con se stessa. A proposito di incoerenza, adesso il Comitato non dice più "no a quel brutto ponte", ma una cosa ben diversa: "no a qualsiasi ponte". Io personalmente potrei anche essere d'acccordo (e ho spiegato perchè), ma onestamente non era quello l'obiettivo condiviso da cui si era partiti e per cui erano state raccolte le firme.
Appare poi lapalissiano, direbbe qualcuno, che le responsabilità della situazione che si è venuta a creare sono tutte a carico della Regione Sardegna, per lo schifo di ponte che ha approvato e per averlo fatto, come sancito dal TAR, senza coinvolgere i residenti. Eppure il nemico numero uno del Comitato e di Franco Magi non è la Regione, ma l'amministrazione della Cooperativa. Ovviamente e come sempre darò sia a Franco che a Sandro ampio diritto di replica e mi preparo a indossare l'elmetto per il fango che mi verrà lanciato addosso dai soliti noti.
ll fatto che Franco non si candidi alle prossime elezioni non dimostra affatto che egli non stia portando avanti una azione politica. Suvvia, non siamo nati ieri.
Anzi questa affermazione, che viene sbandierata in continuazione, non è affatto positiva per chi la enuncia. Sarebbe piu' corretto che chi porta avanti, legittimamente, una azione politica con la forza e l'abilità con cui Franco sa muoversi, poi si metta in gioco personalmente e non per interposta persona.
Come al solito i poggini si dividono sulle battaglie che dovrebbero portare avanti insieme. Questa volta c'erano anche riusciti, ma poi è scattata la frenesia elettorale e sono cominciati a volare gli stracci.
Chi sta portando avanti questa operazione a fini politici si deve assumere gravissime respnsabilità che riguardano non solo il futuro del nostro patrimonio ambientale ed economico (la Cooperativa è anche una società privata che fornisce servizi), ma anche quel brutto ponte che oggi, grazie a queste manovre autolesioniste è molto piu' vicino.
Prima di concludere mi preme, e lo faccio con un sorriso, ricordare che tra chi accusa l'attuale amministrazione della Cooperativa di partecipare allo scempio ambientale del viadotto ci sono alcuni personaggi che hanno portato avanti il mai dimenticato tentativo di cementificare entrambe le pinete di Poggio nel 2007. Se non fossimo intervenuti a fermarli (io l'ho fatto e voi?) oggi quando arriviamo a Poggio non avremmo quelle due belle chiazze di verde intenso che circondano i colli di Pauliara e Sa Birdiera.
Dulcis in fundo, tra chi accusa l'attuale amministrazione di non informare a sufficienza i residenti e non renderli partecipi delle scelte amministrative c'è sempre chi (casualmente sono gli stessi) nascondeva notizie fondamentali e spese folli, arrivando persino a chiamare i carabilinieri per mandare via i residenti (mogli, figli, nonni di soci) che volevano partecipare a una assemblea.
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