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mercoledì 19 ottobre 2011

Dopo il ponte, a rischio anche il guado

La diga in terra di Poggio
Questo post è dedicato alle novità emerse nell'ultimo CdA della Cooperativa, almeno a quelle per le quali ritengo che i residenti e i soci debbano avere una seppur minima informazione. 
Sono certo che 1800 residenti su 2000 firmerebbero una petizione chiedendo di essere informati. A proposito di petizioni informo, invece, i 400 firmatari della petizione dell'anno scorso (quella sulla vigilanza armata) che la loro firma viene tuttora strumentalizzata e tra poco qualcuno dirà che i 400 della petizione vogliono i reliquati, vogliono abolire i verbali, vogliono usare le raccomandate al posto dell'e-mail e cosi' via.  


Sempre e proposito di numeri, ringrazio le 366 persone che hanno visitato il blog nella giornata di ieri, probabilmente in cerca di qualche notizia sul grave problema accaduto al ponte in costruzione.  Mi riserverò di strumentalizzare la loro preferenza in futuro, magari affermando che i 130.000 che hanno visitato questo blog a partire dal 2007 (tra poco compiamo 4 anni), preferiscono leggere (o scrivere) il blog piuttosto che sentire il sermone di qualche politicante che interviene sempre alle riunioni. 

A proposito del ponte il Presidente della Cooperativa ha confermato tutto quanto da me anticipato nell'articolo di ieri, inclusi, purtroppo anche gli scenari negativi. Oggi sono giunti sul posto i tecnici dell'impresa che ha fornito la struttura lesionata. Cercherò di tenervi informati non appena si conosceranno ulteriori notizie.

Un'altra tegola pende sulla testa dei residenti di Pauliara e di tutti i Poggini. Con l'arrivo dell'autunno e quindi delle piogge, riprende il valzer dello scaricabarile sul guado situato nei pressi della diga.
Il Genio Civile ha scritto a vari enti, tra cui il Comune di Capoterra e la Cooperativa, segnalando che quel guado deve essere chiuso. Il problema è che non si capisce a chi spetti questo compito. Da un anno Comune e Cooperativa si rimpallano. Conoscendo il comune e la sua tendenza a non fare nulla nelle frazioni, credo proprio che spetti a loro. 
Il rischio, concreto, è che prima o poi una ruspa impedisca definitivamente il passaggio nel guado. Qualcuno invece propone una gestione dell'accesso a carico della Cooperativa o del Grusap. 
Considerato quello che è successo al nuovo ponte, la chiusura del guado rappresenterebbe una vera beffa. Tutti i residenti dovrebbero passare dall'unico stradello, perlopiù malridotto, che dalla rotonda del Tanca Irde conduce ai campi sportivi. Prepariamoci a cambiare gli ammortizzatori.

Cessione Opere Urbanizzazione. Procede il tira e molla della Cooperativa con il Comune. Sarà forse una trattativa di stampo "vucumprà" con tentativi reciproci di tirare l'acqua al proprio mulino. Devo ammettere che in consiglio non sempre è chiaro quale sia il mulino dei vari consiglieri, in quanto alcuni di loro si dimostrano molto sensibili alle esigenze del "povero" Comune. Da più parti si afferma, invece, di volere procedere con decisione verso uno scenario che, come prescrive la legge, obbliga il Comune a prendere in carico tutto e subito, come successo a Maracalagonis. Cosa che sarebbe dovuta accadere qualche decennio fa. 
Sicuramente si sta perdendo altro tempo prezioso (ogni anno 110.000 euro), dato che la Coop ha sospeso la sua azione legale. La mia impressione è che a dicembre si presenterà un "tozzo di pane" cercando di spacciarlo per una grande conquista e magari promette graduali trasferimenti futuri secondo la collaudata tecnica del "a babbo morto".

Diga. Molte e importanti le incognite sul tappeto: chi, come , quando, quanto. In giugno si è data risposta al "chi". La regione ha infatti modificato lo statuto dell'Ente Foreste in modo tale da rendergli possibile la gestione di piccoli invasi idrici. Una buona notizia per Poggio è che Il consigliere Maria Rita Lai, tra i massimi esperti regionali in questo settore, ha deciso di accettare la proposta del Presidente della Cooperativa e di collaborare con la nuova maggioranza (nonostante i fattacci del "ribaltone") perchè il salvataggio dei laghi, attività a cui si è dedicata con impegno negli ultimi anni, è troppo importante per essere sacrificato sull'altare delle diatribe che attanagliano il CdA e parte della comunità. Si sta preparando una Convenzione tra la Cooperativa e la Regione per definire il passaggio degli invasi (sia quello grande che quello piccolo) dalla Cooperativa all'Ente Foreste. Anche se sembra ci sia la volontà di procedere celermente, io ormai credo solo quando vedo le ruspe in azione. Si sa anche che l'Ente Foreste ha problemi  di personale e lo abbiamo visto scappare all'improvviso (e senza preavviso) dalla vedetta poggina, quindi no sarà certo un pezzo di carta pieno di "intenti" a risolvere i problemi.  Non si è in grado di dire nulla di concreto, ne quando inizieranno i lavori, ne quali saranno le caratteristiche della nuova diga o le dimensioni del nuovo lago. Si fanno solo supposizioni. Questa volta sembra che la Regione e la maggioranza dei consiglieri della Cooperativa preferisca un nuova diga in calcestruzzo, ma solo 15 giorni fa si era detto l'esatto opposto. I miei complimenti a Rita per il suo impegno e la sua immensa pazienza, ripagata in serata con un altro "ceffone". Porta pazienza Rita, gli uomini combattono cosi per il potere, fai finta che sia una rappresentazione teatrale e speriamo in tempi (e uomini) migliori per il Poggio. 

Personale. Sarà riassunto (con altra mansione, per ora) uno dei geometri licenziati in seguito all'operazione di riorganizzazione del personale dell'anno scorso, mentre il ricorso del secondo è stato rigettato. Sarà aumentato il superminimo di parte del personale. Non sono stati resi noti gli effetti sul bilancio di queste decisioni. Si ha la netta impressione che dietro alcune decisioni ci siano considerazioni di tipo umano o politico e non l'attenzione a una corretta gestione della Società, che molti "manager" presenti nel CdA hanno spesso ritenuto essere prioritaria.  Ora sembra che si seguano logiche differenti che non vanno certamente nel senso del risparmio. 
Sono due visioni differenti del modo di gestire la società, entrambe legittime.  Dovrebbero essere i soci a scegliere. Secondo un gruppo di consiglieri i soci avevano chiaramente espresso la loro volontà alle elezioni per il rinnovo del CdA del 2009 e questa volontà è stata tradita dal Ribaltone. Secondo altri, la "petizione" avrebbe annullato quella elezione, legittimando un ritorno ai vecchi sistemi.  

E' enormemente più gratificante dare lavoro piuttosto che toglierlo. Diverte di più aprire i cordoni della borsa piuttosto che stringerli. Ti fai molti amici e non ti trovi le gomme della macchina bucate. Se poi il bilancio va in rosso è sempre possibile trovare uno stratagemma contabile, magari rivalutando gli immobili, per far credere a soci poco informati, che va tutto bene.  Se torneremo in deficit possiamo sempre riesumare anche il piano Reliquati e sperare nell'arrivo del nuovo cemento.  Io effettivamente non so cosa vogliano i poggini, gente strana. Sarei voluto tornare al voto, ma questa possibilità è stata negata da chi preferisce restare saldamente attaccato alle poltroncine della Cooperativa.  
Ad ogni modo, considerato il festival dell'ipocrisia generale questa volta anche io ho deciso di usare i soldi dei soci per fare una buona azione, sono i 400 della petizione che me l'hanno chiesto.         

2 commenti:

silvio ceccarelli ha detto...

unicamente a proposito della Diga chiedo di ospitare una mia riflessione.

Chi conosceva l'aspetto del laghetto, formato dalla diga, prima dell'evento alluvione e del conseguente, artificioso abbassamento del suo livello dovrebbe propendere per il ripristino del paesaggio preesistente.

La diga in cemento, oltre ad essere una bruttura da un punto di vista estetico, ridurrebbe la dimensione dell'invaso a poco più di una pozzanghera, avrebbe tempi di realizzazione lunghissimi, costi sicuramente elevati, e devastazione del territorio inaccettabile.

Secondo una relazione del nostro socio Ing.Roberto Trudu, alias pindaro volo nobiluomo di antica casata dei sangirolamo, sicuramente più competente del sottoscritto, un canale lungo la strada 26 più profondo dell'attuale, per far defluire le acque secondo le portate degli ultimi eventi, non avrebbe un impatto visivo molto differente dall'attuale ed avrebbe sicuramente dei costi e dei tempi di realizzazione minori.

Valutiamo bene. Secondo il mio parere dovremmo cercare di salvaguardare il nostro laghetto e ripristinarlo alle dimensioni precedenti all'alluvione.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Silvio ti fornisco ulteriori informazioni. La situazione preesistente, è appunto pre-cedente alla alluvione del 2008. Quella situazione non può essere più riproposta. E' uno scenario che non è realizzabile per vari motivi legati alla sicurezza e ai costi. L'obiettivo deve quindi essere: la soluzione migliore tra quelle realizzabili. Proviamo ad analizzare i pro e i contro?
E' vero che la diga in cemento ridurrebbe il volume dell'invaso a circa 100.000 mc (erano 250.000 prima dell'alluvione), ma è anche vero (e non viene detto) che anche una nuova eventuale diga in terra dovrebbe essere più bassa. Ricordiamo poi che mentre nella diga in cemento il livello dell'acqua arriva sino al colmo (e tracima) in quelle in terra deve essere mantenuto un c.d. franco tra la sommità e il livello dell'acqua. Per quanto riuarda l'impatto del manufatto la diga in cemento dovrebbe essere più bassa di circa 5 metri rispetto a quella attuale in terra (10 m invece di 15). L'attuale diga in terra non mi sembra un gran bel vedere.
Un'altra informazione che deve essere data è la seguente. Poichè il progetto deve giocoforza prevedere la rimozione della sabbia depositatasi sul fondo del lago e nella zona di "coda", se è vero che l'invaso sarà meno profondo, lo specchio sarà più ampio. Questo certamente importante dal punto di vista paesaggistico. Ma l'elemento più importante che deve esser epreso in considerazione riguarda il deflusso idrico. Dopo l'alluvione tutte le opere che insistono su questo fiume devono essere compatbili con i nuovi dati di piena. Quindi sulla diga cica 380 mc/sec. Per raggiungere quel valore non è possibile mantenere l'attuale canale sfioratore che ha una capacità di soli 80/100 mc/sec che dovrà essere quindi quadruplicata. Con la diga in cemento questa massa d'acqua potrà defluire superando la diga stessa. Con una diga in terra, invece, bisognerebbe realizzare un canale mostruoso del tutto simile a quello che abbiamo visto disegnato nella prima versione dello Studio Hydrodata. Forse non si riuscirebbe nemmeno ad arrivare a piedi sulle sponde con le ochette perche ci sarebbe questo canalone in mezzo, oltre al fatto che sarebbe orribile 8e quasi sempre vuoto come un fossato). non ho ctato il fatto, non secondario, che la diga in terra attuale , oltre ad essere stata tracimata e "rappezzata" non dispone di un efficiente canale di scarico che ritengo sia impossibile da realizzare senza buttarla giù del tutto (perche sta sotto). E' quindi praticamente impossibile che l'attuale diga in terra possa essere mantenuta e non si vuole ovviamente nemmeno che le cose restino cosi come sono perchè il lago praticamente non esiste, forse adesso avrà si e no 40.000 mc. Il probolema dei tempi è certamente da tenere presente, ma l'alternativa a questo scenario è l'abbattimento definitivo e basta.

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