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lunedì 31 ottobre 2011

Le due lapidi

La notizia è stata data anche dalla stampa locale. In occasione del terzo anniversario dell'Alluvione del 22 ottobre 2008 si sono svolte nelle frazioni capoterresi maggiormente colpite, alcune cerimonie e manifestazioni civili e religiose. Molte persone hanno notato, con un certo disappunto, che a Poggio dei Pini è stata posata una lapide in memoria di solo due delle quattro vittime di quel tragico evento. 

Due anni fa, presso la chiesetta di Su Loi, all'ombra di due pini, era stata posata una lapide che riporta un scritta in stile leopardiano (vedi a fondo pagina). Quella lapide ricorda tutte e quattro le vittime, che vengono definite, in un modo che trovo al tempo stesso appropriato e commovente, "compagni di viaggio".
 Come abbiamo avuto modo di appurare dagli esperti, ci sono voluti circa venti minuti all'onda di piena distruttrice per percorrere i 3 km che separano Poggio dei Pini dalle lottizzazioni costiere. L'acqua non conosce barriere, se ne frega dei confini di Lottizzazione, della Convenzioni urbanistiche, dei PUC, dei PAI. E' venuta giù dal cielo e dopo tre ore di diluvio ininterrotto ha trasformato la riarsa valle del Rio S. Girolamo in un fiume più grande del Tevere.   
Quattro di noi non ce l'hanno fatta, molti altri hanno rischiato la vita, salvati da un albero, dal tetto di una casa o semplicemente dalla dea bendata che è stata veramente generosa in quella giornata.
Anche l'emergenza, la ricostruzione e i progetti di messa in sicurezza riguardano tutto il territorio che va dal Monte S. Barbara al mare.  Nonostante ciò c'è ancora qualcuno che ritiene opportuno dedicare una lapide solo alle "sue vittime".  Mi sono trovato a disagio durante la cerimonia di commemorazione che si è tenuta a Su Loi proprio a pochi metri dalla lapide. Avevo a fianco a me Alessandra e Claudio che quel giorno hanno perso Rita,  mamma e moglie. 
Per me questo evento ha rappresentato l'occasione di conoscerli e di portare loro solidarietà, anche se abitano a Iglesias e poco sanno delle problematiche urbanistiche e sociali di Capoterra, il comune "diviso". Ho anche conosciuto molte persone che abitano a due passi dal mare e da quell'argine dal quale il fango si è riversato nelle loro case sino a una altezza di quasi due metri, portandosi via gran parte dei loro averi e persino i ricordi immortalati in fotografie perse per sempre. Quell'evento ha portato distruzione, ma ha anche offerto a tutti i capoterresi un'occasione per creare dei rapporti prima inesistenti, per tendere dei "fili" di comunicazione ed amicizia tra residenti delle diverse zone di questo paese atipico, cresciuto con tanti nuclei urbani separati.
A tre anni di distanza si fanno i bilanci sui lavori di messa in sicurezza, ma che cosa è successo nella società capoterrese, ci siamo trovati più uniti dopo il disastro? Purtroppo penso di poter dire che quella occasione sia stata gettata al vento. 

Non è stato scalfito il sistema basato sulla divisione tra i "capoterresi DOC" e gli "istrangius" delle frazioni. Il Comune continua  a portare avanti una gestione discriminatoria, basata sul prelievo delle risorse da tutti (le tasse) e la redistribuzione solo ad alcuni (amici, parenti, clientes). Ci sono state addirittura le elezioni che hanno confermato come nel nostro paese (italia) il sistema politico-elettorale sia "inchiodato" e avvolto in un intrico di rapporti, relazioni, connivenze, interessi che rende veramente difficile il cambiamento

A Poggio dei Pini molti residenti si sono da sempre sentiti non solo diversi, ma anche "migliori" rispetto al resto della popolazione comunale. Il motivo? Banale. Sono mediamente più ricchi. Il "classismo" è sempre esistito, sempre e ovunque, e non sarà mai estirpato dalla società. Si tratta di uno di quei valori negativi che fanno parte dell'umanità. Sta poi a ogni singolo individuo decidere se farlo proprio oppure no. Non nascondiamoci dietro a un dito, la puzza sotto il naso che si respira a Poggio è più forte di quella dell'impianto di compostaggio.
Una scelta personale, dunque. Però, attenzione, rappresenta un problema per tutti qualora diventasse un  "segno di distinzione" di una intera comunità. Ecco perchè certi episodi sono gravi e i residenti di Poggio dovrebbero stare attenti all'immagine che viene data all'esterno.  Un situazione simile è quella del bracconaggio che rischia di "marchiare" tutti i cacciatori capoterresi, gran parte dei quali rispettano le regole della caccia.   

Ma in fin dei conti essere boriosi, presuntuosi, classisti, che male fa?  E' dannoso per la comunità vivere in un comune in cui le contrapposizioni vengono alimentate da una amministrazione che discrimina tra cittadini di serie A e serie B?

Un dato di fatto è che Poggio dei Pini detiene il record provinciale degli incendi, tutti ovviamente dolosi. Difficile stabilire le cause. Non è il pascolo, non ci sono speculazioni edilizie. Ho sempre pensato che gran parte di essi siano da ricollegare a problematiche di tipo socio-economico. Tradotto: ripicca, invidia, balentìa, rivalsa. 
Come sappiamo dopo l'alluvione qualcuno ha cercato di colpevolizzare la diga di Poggio e vennero anche fatte circolare informazioni false relative a un suo crollo che non è ovviamente mai avvenuto. In questo blog si è scritto molto su questo argomento e, insieme ad altri amici (non tutti di Poggio) abbiamo contribuito ad arginare quella pressione mediatica che ha portato la diga a un pelo dalla demolizione. In quel caso il capro espiatorio serviva per allentare la responsabilità che gravava su alcune istituzioni, ma penso che ci fosse anche una certa avversione ed invidia verso Poggio dei Pini. 
Veniamo ai nostri giorni con un terzo esempio  a testimonianza del fatto che nulla è cambiato. Qualcuno pensa che la realizzazione del Ponte di Pauliara, prima infrastruttura avviata nel post alluvione, rappresenti un favoritismo nei confronti di Poggio, che deriverebbe da non meglio specificate amicizie nelle "alte sfere". Non si considera che la frazione si è trovata divisa in due e che la maggior parte dei servizi si trova dall'altra parte del fiume. Non si pensa che ci sono ragazzini che devono andare a scuola, anziani o persone con difficoltà motorie costretti a fare "trekking" nel guado. 

Esiste a Capoterra un generale senso di mancanza di solidarietà e di scarsa amicizia tra i residenti dei centri urbani che costituiscono questo comune. Sono frutti, amari, che si raccolgono quando si seminano discriminazione, arroganza, invidia. Alla fine nessuno ci guadagna, ci perdiamo tutti.     


4 commenti:

giacomo ha detto...

Purtroppo ci sono persone che si arroccano dietro queste notizie e anzichè vedere le realtà cercano di dividere la popolazione, le lapidi andrebbero messe nelle zone dove sono accaduti i fatti, anche perchè servono da monito per la sicurezza e per ricordare che quel posto non è sicuro e perchè ci sono persone che sono morte li in quel preciso posto, posto non sicuro non grazie alla differenza delle lapidi ma grazie al fatto che ancora i politici ( padroni di alcuni giornalisti ) non hanno messo in sicurezza il fiume e non lo avevano fatto prima, questa è la sacrosanta verità.

Ci sono giornalisti che hanno delle grandi qualità, altri che resteranno sempre dei piccoli servi e che racconteranno quello che gli diranno coloro che anni prima li avevano fatti assumere, di fatto resteranno del valore che sono, la loro massa al pari della stessa in letame vale di meno.

I politici tutti in questo periodo dovrebbero guardare meglio le attualità, la situazione italiana di questo momento, li vede uguali e privilegiati.

Qui devono soltanto fare una cosa, mettere in sciurezza questo rio perchè non ci siano altre lapidi causate dalla loro negligenza cronica.

La popolazione invece dovrebbe stare unita e infischiarsene di queste zizzanie senza senso , costruite a regola d'arte per nascondere le verità.

Ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giacomo i giornalisti fortunatamente non hanno calcato la mano su questa notizia, ma ti assicuro che molta gente ha notato questa cosa e non ci abbiamo fatto una bella figura.
Qualcuno direbbe che si tratta di una "caduta di stile". Sono stanco, per amore di Poggio, di dovere difendere queste azioni che sono lontane dal mio modo di essere, pertanto questa volta ho detto "molti non sono così".

giacomo ha detto...

Giorgio tu hai fatto bene a pubbliare questa cosa, io non la sapevo e avrei preferito non leggerla, perchè è davvero il frutto di menti perverse, a fronte di quello che è gia successo e di quello che sta succedendo ( ponte crollato e fiume "pericolante" ), è l'ennesimo attacco di qualche ignorantello .

Le lapidi non vengono messe ( tutte e due in buona fede ) per suscitare divisioni, servono per ricordare delle persone e per ricordare anche che c'è un pericolo, questo è quello che ci è dato come eredità, io penso.

Io ad esempio le avrei messe come le ha messe la cooperativa, ma apprezzo l'altra variante o meglio non ho nulla da dire.

Le Lapidi poi dovrebbero servire anche per far sbrigare le autorità di diverso tipo, nel mettere in sicurezza questo Rio, un Rio che non ha MAI avuto nessuna manutenzione se non quella di fare quei due canali alla foce che sono pessimi da vedere e inutili, e fare un altro sbaglio a monte della diga, dove il rilevato che ha fatto da diga è crollato facendo straripare il lago grande, PER IL RESTO ERA UN RIO TOTALMENTE OSTRUITO ( CI SONO LE FOTO ) questo è il punto, tutto il resto mi sembra roba da matti.

Ciao Giacomo

giacomo ha detto...

E' poi chiaro che il Poggio è stato attaccato da più fronti, anche sulla diga e anche con le versioni dei rilievi ufficiali, insomma un casino pazzesco messo anche in moto da persone poco professionali e inqualche modo di parte, di fatto qui, unico caso, non si parla del rio ostruito da immondezza e sabbie, strana questa cosa ??

La stessa serie di persone non ne hanno mai fatto cenno..strano anche questo , la cosa puzza molto e credo che tutte le perizie debbano essere rifatte da persone sopra le parti, questo per capire le dinamiche e gli interventi primari.

Per quanto riguarda i primi interventi programmati, sono sbagliati in quanto iniziano dalla foce, cioè quando la massa è ingovernabile.

La realtà è che questo fiume ha due foci, una dentro il lago grande , che rappresenta il pericolo maggiore ( pericolo crollo diga ) e l'altra quando sfocia in mare, questo è un grandissimo e gravissimo errore di valutazione, l'ennesimo che sta generando i soliti interventi simili a quello del ponte avveniristico che poi è crollato, dietro tutte queste manovre davvero incredibili, c'è la scemenza pura di chi si sta muovendo in questo senso, c'è anche la falsità e la solita e uguale tipologia di persone, a volte laureate ma rimaste molto limitate.

La situazione è incredibile e sta per diventare un casino immane.

Ciao Giacomo.

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