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lunedì 10 ottobre 2011

RESOCONTO DELLA ASSEMBLEA INFORMATIVA DELL’8 OTTOBRE 2011

di Giuseppe Monni


Lo scorso sabato si è tenuta la prima Assemblea informativa convocata dal nuovo presidente, Francesco Sanna. Sono state dette molte cose importanti, ma purtroppo non c’erano molti soci. Mi sono quindi preso la briga di fare un resoconto di alcune delle discussioni che vi sono state. Si tratta ovviamente di un mio resoconto, nel quale, quindi, ho messo in evidenza le cose che ritengo più importanti e ho riportato le mie impressioni, senza l’ambizione di fare un resoconto completo e condivisibile da chiunque; accanto alle mie opinioni, però, ho riportato anche fatti precisi e dichiarazioni precise. Mi scuso, quindi, anticipatamente, nel caso avessi dimenticato o travisato le parole di qualcuna delle persone citate, e mi dichiaro pronto fin d’ora a correggere eventuali errori.

Mi rivolgo però, in particolare, al neopresidente Sanna, perché ho ritenuto giusto riportare molte sue affermazioni, che le chiedo di confermare o meno, in nome di quella trasparenza tanto evocata e così poco rispettata. Nel caso in cui avessi scritto delle inesattezze o avessi travisato le sue affermazioni, la invito, presidente, a correggermi, e a dire esattamente qual è la sua posizione, in modo che tutti i soci, anche quei tanti che non erano presenti all’incontro, ne siano informati e possano controllare se lei manterrà gli impegni che ha assunto. In caso contrario, se non smentirà quanto ho scritto, dovremo presumere che lei, presidente, stia confermando quanto ho riportato.
Spero che lei, questa volta, non farà quello che ha fatto con l’ultimo Notiziario, nel quale ha accusato i firmatari del volantino “Nessun dorma!” di aver scritto cose “false e diffamatorie” ma poi non ha specificato né cosa fosse falso né cosa fosse diffamatorio. In questo modo, presidente, lei getta fango sulle persone, e non dà risposte ai soci. Spero che stavolta vorrà assumersi la responsabilità delle sue affermazioni. E, la prego, non si nasconda dietro la ovvia considerazione che il mio resoconto non è imparziale: il mio resoconto non può essere imparziale ma ciò non toglie che ho riportato dei fatti e delle affermazioni che possono essere solo vere o false, e le chiedo quindi di confermarle o smentirle. Non la consideri una sfida o una provocazione, ma un suo dovere nei confronti dei soci. Grazie.


SULLA VARIANTE AL PIANO DI LOTTIZZAZIONE
Il presidente Sanna ha spiegato che si intende portare avanti il progetto approvato dai soci col referendum del Luglio 2010, dando incarico a un tecnico affinché presenti il progetto di Variante al Comune; pare infatti che il Comune abbia dichiarato di non aver ancora ricevuto nulla di ufficiale dalla Cooperativa. Il consigliere Monni (anche per replicare alle inesattezze contenute nell’ultimo Notiziario) ha ricostruito il lavoro compiuto dalla precedente gestione, ricordando che la Cooperativa fin dall’Ottobre 2010 aveva depositato presso il Comune le proposte di modifica al Piano di Lottizzazione, chiedendo al Comune di integrarle nel PUC; dal Comune, a Gennaio, era giunta peraltro la conferma che la bozza di PUC avrebbe previsto circa 150.000mc per nuove residenze; dopodiché il Consiglio di Amministrazione aveva deliberato di completare il progetto con alcuni documenti, tra cui l’adeguamento al PAI. Il consigliere Monni ha concluso ricordando che non si dovrebbe presentare una vera e propria “Variante” perché il TAR ha chiarito che il Comune non potrà approvare nessuna Variante in assenza di un PUC: diffida quindi il nuovo presidente da spendere soldi della Cooperativa inutilmente. Molti soci, tra cui l’ex Presidente (ed ex Sindaco di Capoterra) Bruno Sitzia, hanno chiesto al presidente Sanna per quale ragione si senta la necessità di conferire un nuovo incarico a un nuovo tecnico. Anche il proboviro Manfredo Atzeni rileva che negli ultimi anni si sono succeduti vari progetti di Variante, e spera che l’ultimo progetto, quello approvato dai soci nel Luglio del 2010, sia quello definitivo. Il presidente ha ribadito che si tratta di quello definitivo. Il consigliere Monni ha poi sottolineato due rischi: il primo è che si vogliano cedere al Comune aree di pregio all’interno della lottizzazione, e il secondo è che si vogliano spendere i soldi ricavati dalla vendita dei lotti per rifare le opere di urbanizzazione a spese della Cooperativa, invece che usarli per dare nuovi servizi ai soci; il presidente Sanna ha assicurato che non sussistono questi due rischi.

SULLA CESSIONE DELLE OPERE DI URBANIZZAZIONE
Il presidente ha ribadito la sua intenzione di raggiungere l’obiettivo della cessione delle opere di urbanizzazione, ma ritiene che questo obiettivo possa essere ottenuto attraverso un accordo politico col Sindaco di Capoterra, che si sarebbe impegnato in tal senso; per questa ragione Sanna avrebbe deciso di sospendere l’azione legale avviata dalla precedente gestione. Sollecitato da vari soci, tra i quali Ludovica Mulas e Stefano Fratta, che gli hanno fatto notare che un’azione legale avrebbe consentito di trattare da una posizione di forza, il presidente ha affermato che se entro il prossimo 31 Dicembre non si arriverà alla cessione delle opere di urbanizzazione, la Cooperativa riprenderà l’azione legale. Ludovica Mulas (ex amministratrice e membro del Comitato tecnico) ha ricordato che il presidente Sanna, a Luglio, aveva dato come scadenza Settembre, e aveva preso l’impegno di dimettersi nel caso in cui non avesse raggiunto l’obiettivo: ora Settembre è trascorso, la scadenza è stata spostata a Dicembre, e non si parla più di dimissioni. Il consigliere Monni ha poi evidenziato il fatto che il presidente Sanna, nella sua ultima lettera al Sindaco, chiede solamente la cessione delle principali strade della lottizzazione, ma non chiede affatto la cessione di tutte le altre infrastrutture, ben più importanti e costose, come le fognature e l’acquedotto: secondo Monni il presidente Sanna pensa di poter ottenere entro Dicembre la cessione delle sole strade e di poter spacciare questo risultato minimo come un grande successo. Ludovica Mulas ha poi letto ai soci il verbale del CdA di pochi mesi prima del “ribaltone”, nel quale il consigliere Sanna votò a favore dell’azione legale, “invitando tutti i consiglieri a imboccare senza esitazione la strada indicata dal consigliere Monni (quella dell’azione legale) poiché non ha senso tentare di ottenere una cessione parziale e graduale quando si può pretendere una cessione totale e immediata”. E’ stata solo una delle tante contraddizioni nelle quali è caduto il neopresidente, che in più occasioni ha dimostrato di non ricordare quali delibere aveva votato. Bisogna anche sottolineare che, sebbene il presidente affermi di voler addivenire alla cessione delle opere di urbanizzazione, i consiglieri del suo gruppo che hanno parlato all’Assemblea, come Guido Montali e Luca Madeddu, hanno fatto interventi che vanno nella direzione opposta: Montali ha detto che è rischioso cedere l’acquedotto al Comune perché quest’ultimo non ha i milioni di euro necessari per risanarlo (quindi, secondo Montali, questi milioni di euro dovrebbe metterli la Cooperativa?) e Madeddu ha aggiunto che la Cooperativa deve “inginocchiarsi” (parole testuali) al cospetto del Comune. Dinanzi a queste affermazioni, molti soci hanno fatto notare al presidente che evidentemente la sua linea non è condivisa dalla sua maggioranza, e ci sono quindi fondate rsgioni per sospettare che in realtà non si voglia davvero ottenere il trasferimento delle opere di urbanizzazione al Comune. Il proboviro David Nilson ha chiesto espressamente al presidente se la Cooperativa conferma l’impegno che aveva preso, di sostenere le spese legali di quei soci che hanno firmato per avviare l’azione legale contro il Comune; il presidente ha confermato questo impegno ma ha auspicato che i soci non si muovano in ordine sparso, assicurando che anche la Cooperativa, d’accordo col legale incaricato (l’avv. Tavolacci) presenterà ricorso al TAR se non si raggiungerà un accordo col Comune entro il prossimo 31 Dicembre.

SULLA CESSIONE DELLE DUE DIGHE
Alcuni soci hanno chiesto spiegazioni sulla questione della cessione delle due dighe, sul lago grande e sul lago piccolo, in quanto le ultime informazioni che si sono diffuse sono risultate contraddittorie. Il presidente Sanna (che in un precedente CdA aveva affermato che si stava valutando l’ipotesi di non cedere più le due dighe) ha detto che si sta invece proseguendo sulla linea indicata dalla precedente gestione, e cioè di cedere le due dighe all’Ente Foreste, in quanto la Cooperativa non ha le risorse economiche per mettere a norma gli invasi. Ha aggiunto che si tenterà di fare in modo che i residenti possano continuare a usufruire dei due laghi, ma che purtroppo essi saranno più piccoli, saranno recintati, e il canale di deflusso sarà probabilmente venti volte più grande dell’attuale. La socia Lorella Vargiu ha chiesto che il presidente metta per iscritto l’impegno della Cooperativa a cedere le due dighe, prima che possano accadere fatti che facciano ricadere sulla Società delle gravissime responsabilità.

SUL PORTALE INTERNET DELLA COOPERATIVA
Il presidente ha informato i soci che il Portale internet della Cooperativa è stato affidato a una società (la Freelandia, della quale afferma che sia titolare una socia) che non facendo parte del CdA dovrebbe assicurare quella imparzialità che, secondo il presidente, non vi sarebbe stata in passato. Il consigliere Monni ha chiesto al dott. Sanna dov’era negli ultimi due anni, visto che, prima del suo “ribaltone”, non solo non ha mai contestato la gestione del Portale, ma anzi ha sempre difeso l’operato di chi lo gestiva, ossia il consigliere Plazzotta. Il presidente non ha risposto ma ha ribadito che il Forum pubblicherà tutti gli interventi, anche quelli critici nei confronti degli attuali vertici della Cooperativa. Ha anche preso l’impegno a che sul Portale siano pubblicati i verbali e, preventivamente, l’ordine del giorno del CdA, in modo che chi lo desidera vi possa assistere alle sedute.

SULLE POLEMICHE IN CORSO E SULLA TRASPARENZA
Alcuni soci hanno duramente contestato il presidente Sanna, in quanto, eletto nel 2009 nella lista vincente, ha poi tradito la fiducia dei suoi compagni di lista (e quindi dei suoi elettori) e, autovotandosi presidente, ha portato ai vertici della Società il gruppo che era stato sconfitto nelle elezioni. Una socia si è dichiarata così indignata da questo comportamento del dott. Sanna che ha affermato che, se non si tornerà quanto prima a votare, non pagherà i contributi alla Cooperativa. I consiglieri Lai, Levanti, Loi Zedda e Monni hanno quindi ribadito la loro richiesta di indire nuove elezioni, affinché siano i soci a decidere da chi vogliono essere amministrati. Il presidente Sanna ha risposto che “ci si deve rassegnare” al fatto ch’egli sia presidente, e che comunque si tratta di attendere “solo” fino al prossimo Aprile, quando ci saranno le nuove elezioni, nelle quali ha fatto capire che non intende candidarsi. Gli è stato anche fatto notare che egli è diventato presidente senza avere la fiducia della maggioranza dei consiglieri, in quanto pur di essere eletto presidente si è autovotato; a questa considerazione il dott. Sanna ha risposto che “non c’è nulla di male a considerare se stesso la persona migliore per fare il presidente” (sic!).
Molti soci hanno poi citato il volantino intitolato “Nessun dorma!”, sottoscritto dai consiglieri Cocco, Congiu, Lai, Levanti, Loi Zedda, Monni e Plazzotta, nel quale vengono denunciati una serie di fatti molto gravi, compiuti dai nuovi vertici della Cooperativa in seguito al “ribaltone” di metà Giugno. Alcuni soci, ad esempio Carlo Lay, hanno affermato che, se le contestazioni contenute nel volantino sono vere, si tratta di fatti gravissimi, per i quali bisognerebbe prendere provvedimenti, e spera pertanto che siano smentite. Il consigliere Monni ha fatto notare che il presidente finora non ha smentito nessuna delle accuse contenute nel volantino, ma si è limitato ad affermare, attraverso l’ultimo Notiziario, che le contestazioni contenute nel volantino sono “tutte false” e “diffamatorie”. Il presidente però non ha detto cosa fosse falso e cosa fosse diffamatorio, il che, secondo il consigliere Monni, dimostra la sua mala fede. Anche altri soci, come ad esempio Giampaolo Lai, hanno invitato il presidente a dichiarare precisamente cosa è falso e cosa è diffamatorio in quel volantino, ma il presidente non ha risposto. In compenso, ha affermato di essere in possesso di “dossier” contro i precedenti amministratori, i quali, a suo parere “avevano qualcosa da nascondere”. Dinanzi a queste gravissime affermazioni fatte dal presidente, si sono levate numerose proteste. Il consigliere Monni ha fatto notare che da una parte il presidente afferma di voler favorire un clima di pacificazione, ma poi lancia frasi in puro stile mafioso, che cercano di infangare coloro che lo criticano. Se il presidente ha “dossier” contro i precedenti amministratori e ritiene che essi avessero “qualcosa da nascondere” parli chiaro, oppure chieda scusa perché altrimenti –lui sì- merita di essere condannato per diffamazione. Manfredo Atzeni, a nome di tutto il Collegio dei Probiviri, ha richiamato tutti a una maggiora pacatezza. Il consigliere Levanti ha spiegato che il clima di scontro deriva dal comportamento arrogante del presidente Sanna e dei nuovi amministratori, che stanno facendo ripiombare la Cooperativa ai tempi in cui il presidente Calvisi minacciava di chiamare i Carabinieri per sciogliere le Assemblee dei soci e negava l’accesso agli atti. A questo proposito, Levanti racconta ai soci un episodio emblematico, quando nell’ultimo CdA il presidente Sanna si è rifiutato di consegnargli un documento e alle legittime proteste del consigliere è arrivato a minacciare di “chiamare le guardie”! Il consigliere Monni ha poi denunciato tutta una serie di decisioni prese dal nuovo presidente che impediscono ai consiglieri cosiddetti “di minoranza” di accedere ai documenti e di poter quindi svolgere il loro lavoro. Il presidente Sanna ha risposto che ha voluto limitare l’accesso agli atti proprio a causa di questo clima di scontro. Molti soci hanno allora chiesto che le sedute del CdA siano pubbliche, e il presidente Sanna ha affermato che era nelle sue intenzioni tenere i CdA nella sala assemblee per consentire a qualunque socio di assistere.

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