Caro Giorgio,
l’articolo del Socio Pasquale Cabizza mi stimola ad avanzare alcune serene e pacate riflessioni: la prima è sulla fondamentale necessità della continuazione della Tua intensa attività di informazione attraverso il presente blog, che garantisce a tutti il diritto di esprimere le loro opinioni a condizione di non trincerarsi dietro l’anonimato.
l’articolo del Socio Pasquale Cabizza mi stimola ad avanzare alcune serene e pacate riflessioni: la prima è sulla fondamentale necessità della continuazione della Tua intensa attività di informazione attraverso il presente blog, che garantisce a tutti il diritto di esprimere le loro opinioni a condizione di non trincerarsi dietro l’anonimato.
La seconda riguarda la variante al piano di lottizzazione: contrariamente a quanto affermato dal Socio Cabizza, non esiste un parallelismo tra materia urbanistica e yogurt scaduti: infatti l’attuale normativa fissa il termine di 10 anni per il completamento delle opere di urbanizzazione. La conferma di quanto riferito può essere rinvenuta nella nota di prot. 5042 del 20 maggio 1985 con la quale la Regione Sardegna, con riferimento proprio alla convenzione con la Cooperativa Poggio dei Pini, comunicava al Comune di Capoterra che “decorso tale termine il piano di lottizzazione andrebbe interamente riesaminato dal Consiglio comunale”.
E’ indubbio quindi che, a distanza di quasi 40 anni, il vecchio piano di lottizzazione sia solo un ricordo, e che far apparire ciò che in realtà è un aumento come una diminuzione è solo un paradosso semantico.
Per quanto concerne il caso del pozzo trivellato e l’elegante ed educata affermazione “ma qualcuno mi deve spiegare come fa un poggino, che non ha niente da fare se non gironzolare e rompere”, ritengo di dover osservare quanto segue:
Nell’esercizio delle mie funzioni di Consigliere comunale più volte ho rilevato l’acquisizione, al protocollo dell’Ente, di numerose segnalazioni con le quali la Cooperativa Poggio dei Pini, per il tramite dei suoi Amministratori, denunciava i presunti abusi dei Soci nelle loro rispettive abitazioni.
Ciò mi ha molto rammaricato, perché molti di loro hanno dovuto subire un procedimento penale per piccole infrazioni quali realizzazioni di barbecue, piccole piscine, aperture di finestre etc…, sempre censurate con grande solerzia dall’attuale dirigenza della Cooperativa.
Ho dunque potuto constatare come gli attuali Amministratori si ergessero dinanzi ai Soci come paladini della legge, e non ho potuto fare a meno di chiedermi se tale zelanteria la applicassero anche a loro stessi.
Certo di questo, e rassicurato dal fatto che le eventuali sanzioni saranno a carico degli Amministratori e non dei Soci, ho dunque pensato di chiedere di verificare se gli stessi Amministratori che denunciavano alla polizia giudiziaria il socio XXX per la realizzazione di una tettoia abusiva, avessero chiesto le autorizzazioni, ad esempio, per realizzare la tettoia nella zona sportiva. Ovvero ancora, per il basamento del pozzo di cui parla il Socio Cabizza.
In quarant’anni di storia mai la Cooperativa Poggio dei Pini ha subito procedimenti sanzionatori per infrazioni alle leggi urbanistiche, edilizie o paesaggistiche.
Anche grazie a ciò ha consolidato la propria immagine di prestigio e serietà.
Ma negli ultimi anni anche questa tradizione è stata violata.
L’ultima vicenda in ordine di tempo è – come detto - simbolicamente rappresentata dal “progetto in sanatoria tettoia automezzi”, firmata dal Presidente Calvisi e presentata al Comune di Capoterra in data 19 settembre 2007.
Infatti in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, prossima al Rio San Gerolamo, l’esecutivo ha deciso e fatto realizzare – in assenza di qualsivoglia autorizzazione – una tettoia, con tubolari metallici confitti nel terreno ed annegati nel calcestruzzo “con telaio in acciaio delle dimensioni di 17.00 x 7.80 con un’altezza media di H=3.97 e copertura in lastre tipo coverib ……… la pavimentazione è realizzata in cemento con spolvero fresco su fresco e bordata, lato strada 33, da un muretto alto 40 cm”. Inoltre, è stato anche realizzato “un box di dimensioni 3.00 x 1.45 x 2.00”.
La giustificazione addotta nella richiesta di sanatoria presentata solo a seguito di una indagine avviata dal Comune di Capoterra, è stata che “non si è ritenuto di dover chiedere autorizzazione comunale”.
Eppure in altre occasioni – specialmente nei confronti di altri Soci – gli stessi Amministratori hanno dimostrato di ben conoscere la norma paesaggistica e di pretenderne il rigoroso rispetto anche per opere minime e veramente al limite dell’interpretazione.
Non è un mistero che – altro fatto unico – essi abbiano dato corso ad una serie di segnalazioni mediante strumenti più o meno tradizionali “fonogramma TORINOFONO XX XXXXXX: “vi preghiamo di voler cortesemente disporre una verifica sul lotto n° XXX strada XX Pauliara, poiché è stata riscontrata la realizzazione di un fabbricato non autorizzato”, Mitt. Soc. Coop. Poggio dei Pini), ovvero, con nota di prot. XXXXX del XX-XX-XXXX, “si rende noto che il socio XXXXXX XXXXXXX ha richiesto in data X luglio XXXX a codesta Cooperativa il N.O. per la realizzazione di una piscina (…) il quale non può essere rilasciato perché la realizzazione della stessa è in difformità con il regolamento edilizio interno della Cooperativa (…) l’autorizzazione paesistica da voi rilasciata in data 22 giugno 2006, da ritenersi inefficace in base al punto (…). al fine di tutelare gli interessi dei soci ci riserviamo di intraprendere nelle sedi opportune le azioni di cui all’articolo (…)" lamentando addirittura forti dubbi sull’operato dell’ufficio tecnico comunale quando rilasciava concessioni edilizie in sanatoria ad altri Soci.
Ora, cosa dovrebbero pensare o fare i Soci dinanzi ad un Presidente che con la sua (non spontanea) richiesta di sanatoria ha ammesso e certificato di aver violato la legge commettendo un abuso e impegnando anche economicamente la Cooperativa a pagarne le sanzioni?
E’ paradossale che proprio chi dovrebbe dare il buon esempio e che ha sempre voluto interpretare il ruolo di censore degli errori altrui si scopra oggi in fallo proprio sotto tali profili.
Franco Magi
Ciò mi ha molto rammaricato, perché molti di loro hanno dovuto subire un procedimento penale per piccole infrazioni quali realizzazioni di barbecue, piccole piscine, aperture di finestre etc…, sempre censurate con grande solerzia dall’attuale dirigenza della Cooperativa.
Ho dunque potuto constatare come gli attuali Amministratori si ergessero dinanzi ai Soci come paladini della legge, e non ho potuto fare a meno di chiedermi se tale zelanteria la applicassero anche a loro stessi.
Certo di questo, e rassicurato dal fatto che le eventuali sanzioni saranno a carico degli Amministratori e non dei Soci, ho dunque pensato di chiedere di verificare se gli stessi Amministratori che denunciavano alla polizia giudiziaria il socio XXX per la realizzazione di una tettoia abusiva, avessero chiesto le autorizzazioni, ad esempio, per realizzare la tettoia nella zona sportiva. Ovvero ancora, per il basamento del pozzo di cui parla il Socio Cabizza.
In quarant’anni di storia mai la Cooperativa Poggio dei Pini ha subito procedimenti sanzionatori per infrazioni alle leggi urbanistiche, edilizie o paesaggistiche.
Anche grazie a ciò ha consolidato la propria immagine di prestigio e serietà.
Ma negli ultimi anni anche questa tradizione è stata violata.
L’ultima vicenda in ordine di tempo è – come detto - simbolicamente rappresentata dal “progetto in sanatoria tettoia automezzi”, firmata dal Presidente Calvisi e presentata al Comune di Capoterra in data 19 settembre 2007.
Infatti in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, prossima al Rio San Gerolamo, l’esecutivo ha deciso e fatto realizzare – in assenza di qualsivoglia autorizzazione – una tettoia, con tubolari metallici confitti nel terreno ed annegati nel calcestruzzo “con telaio in acciaio delle dimensioni di 17.00 x 7.80 con un’altezza media di H=3.97 e copertura in lastre tipo coverib ……… la pavimentazione è realizzata in cemento con spolvero fresco su fresco e bordata, lato strada 33, da un muretto alto 40 cm”. Inoltre, è stato anche realizzato “un box di dimensioni 3.00 x 1.45 x 2.00”.
La giustificazione addotta nella richiesta di sanatoria presentata solo a seguito di una indagine avviata dal Comune di Capoterra, è stata che “non si è ritenuto di dover chiedere autorizzazione comunale”.
Eppure in altre occasioni – specialmente nei confronti di altri Soci – gli stessi Amministratori hanno dimostrato di ben conoscere la norma paesaggistica e di pretenderne il rigoroso rispetto anche per opere minime e veramente al limite dell’interpretazione.
Non è un mistero che – altro fatto unico – essi abbiano dato corso ad una serie di segnalazioni mediante strumenti più o meno tradizionali “fonogramma TORINOFONO XX XXXXXX: “vi preghiamo di voler cortesemente disporre una verifica sul lotto n° XXX strada XX Pauliara, poiché è stata riscontrata la realizzazione di un fabbricato non autorizzato”, Mitt. Soc. Coop. Poggio dei Pini), ovvero, con nota di prot. XXXXX del XX-XX-XXXX, “si rende noto che il socio XXXXXX XXXXXXX ha richiesto in data X luglio XXXX a codesta Cooperativa il N.O. per la realizzazione di una piscina (…) il quale non può essere rilasciato perché la realizzazione della stessa è in difformità con il regolamento edilizio interno della Cooperativa (…) l’autorizzazione paesistica da voi rilasciata in data 22 giugno 2006, da ritenersi inefficace in base al punto (…). al fine di tutelare gli interessi dei soci ci riserviamo di intraprendere nelle sedi opportune le azioni di cui all’articolo (…)" lamentando addirittura forti dubbi sull’operato dell’ufficio tecnico comunale quando rilasciava concessioni edilizie in sanatoria ad altri Soci.
Ora, cosa dovrebbero pensare o fare i Soci dinanzi ad un Presidente che con la sua (non spontanea) richiesta di sanatoria ha ammesso e certificato di aver violato la legge commettendo un abuso e impegnando anche economicamente la Cooperativa a pagarne le sanzioni?
E’ paradossale che proprio chi dovrebbe dare il buon esempio e che ha sempre voluto interpretare il ruolo di censore degli errori altrui si scopra oggi in fallo proprio sotto tali profili.
Franco Magi
Immagine: reportergimmi
8 commenti:
Premetto che il titolo alla lettera di Franco Magi, non essendomi stato segnalato, l'ho messo io.
Si tratta infatti di una domanda che voglio porre a chiunque possa rispondere.
E' vero che la Cooperativa denunciava i soci?
Se si, quali sono i motivi?
Salve a tutti, concordo con quanto ha detto Giorgio, ringrazio Franco per tutta la vicenda comitato, il suo è stato un comportamento encomiabile da parte dell'unico giovane del poggio che si è battuto con coraggio e spirito di appartenenza, un comportamento degno degli anni in cui è nato il grusap, bravo davvero e grazie.
Per le denunce ritengo che sia una via sbagliata, la vendetta è una cosa che non mi piace e non porta a niente.
Per quanto riguarda il discorso delle vecchie varianti, che anche l'ing. Cabizza che stimo ha di nuovo ripreso ( un paragone un pò fazioso , mi scusi ing. è l'ennesima volta ) penso sia da chiarire una cosa che ritengo molto importante, prima cosa che mio padre ( ing. Cillocu ) non ha mai fatto parte del comitato ( non c'era ) , secondo che sono io in prima persona ad aver sempre partecipato alle riunioni del comitato, terzo che io e mio padre abbiamo idee diverse ( libertà di pensiero - non mi ha dato i pizzinni )su varanti o simili ( idee oggi abbastanza uguali ), quarto che è inutile dire che il referendum proposto dal comitato era sbagliato,(cercare il pelo nell'uovo ),per me no e anche la cooperativa l'ha recepito e ha tolto i lotti dalle pinete, se c'era qualche sbaglio era da attribuire a una situazione ( fatto più grave ) di estrema emergenza visto il non aver informato i soci nei tempi giusti, quinto ( cosa importantissima ) ho i miei dubbi che ci siano le persone giuste e capaci a gestire eventuali opere di urbanizzazionee e quindi di mettere in opera la variante, ripeto ho forti dubbi e comunque sia ci vorrebbe una partecipazione maggiore e gratutita da parte di tutti ( specialisti soci )
Per la vendita dei nuovi lotti mi sembra giusta la proposta dell'asta pubblica senza precedenze verso alcun socio ( tutti i lotti ), una mossa a vantaggio della comunità.
ASSEMBLEA
Il cda allo stato attuale ha forse il 50 % dei consensi, attualmente manca in pratica la rappresentanza in consiglio della metà dei poggini.
Il risultato dell'assemblea ultima non è stato quello di dare fiducia all'attuale cda, ma è stato quello di evitare una votazione discutibile si è chiesto di rimetterci tutti in discussione e di affrontare i problemi e sopratutto di evitare un qualcosa che avrebbe probabilmente creato danni ancora più grandi, il presidente dell'assemblea ( un giudice ) e i probiviri hanno proposto in pratica di rimettere la palla al centro , se questo messaggio non sarà chiaro ad ambo le parti vorrà dire che si inizierà una via senza ritorno, in caso contrario invece si potranno avere dei buoni risultati per tutta la comunità.
N.B. non mi piacciono i copia e incolla di articoli che scrivo io qui e solo qui in questo blog, e se nel comitato c'è stato qualcuno che ha cercato fino all'ultimo di cercare un accordo è soltanto un gesto che io reputo nobile e intelligente cosa che è mancata all'interno del cda.
I miei articoli restano qui, perchè decido che vengano pubblicati solo qui, lo chiedo per cortesia, anche perchè questi copia e incolla mi sono sembrati sin dall'inzio abbastanza infantili...vorrebbero dire: hai visto cosa ha scritto tizio ??' eheheheheh :) - le persone che hanno delle idee e delle opinioni o delle proposte, le scrivano senza mettere il paragone o raffronto.....è più originale così.
cordiali saluti
Giacomo Cillocu
Giacomo
Se il comitato ha cercato di trovare un accordo che non è stato trovato, mi spieghi per quale motivo la colpa è del CDA?
Sai, pensavo che gli accordi si facessero in due, e che in due non si arrivasse ad un accordo!
Sempre che tu non stia dicendo che il comitato ha cercato un accordo con se stesso!
Ciao Luca, mi basta sapere che il comitato ha cercato un accordo....basta e avanza...inoltre il comitato cerca accordi con se stesso ogni giorno che si incontra, così come è vero che nel comitato c'è gente che ha opinioni diverse....sempre meglio che avere opinioni sempre uguali....questo si che è opinabile .
ciao
A proposito di accordo. Qualcuno riuesce a dare maggiori informazioni sull'operato dei Probiviri?
Se non sbaglio spetta proprio a questo organismo il compito di dirimere i conflitti.
La prostrazione recandosi in pellegrinaggio e chiedendo udienza al Presidente della Cooperativa, metodo spesso suggerito da Luca, è un sistema di risoluzione dei conflitti in disuso da circa 4 secoli.
Se non si trattava di propaganda e se ho capito bene il presidente dei Probiviri ha affermato di avere svolto una qualche attività di mediazione, ma non ha fornito ulteriori particolari che avrei invece gradito conoscere dato che mi accingevo con il mio voto a partecipare alla volontà popolare su quella questione.
Considerata la latitanza dal blog di esponenti del CdA, rivolgo questo quesito a Franco Magi che dovrebbe essere a conoscenza di eventuali tentativi di mediazione. Grazie.
ps: Luca per cortesia la firma
Ciao Giorgio,
rispondo volentieri: il venerdì notte è stata proposta una soluzione che evitasse uno scontro diretto, nella consapevolezza che non ci sarebbero stati né vincitori né vinti.
Nessuno poteva prendere impegni per conto del Comitato, ed è per questo che, il giorno dopo, si è dovuta sospendere l'assemblea per 30 minuti.
Dentro il Club House si è tenuta una "riunione" nella quale il Presidente si è detto disponibile a "congelare" la variante al piano di lottizzazione fino a tutto il mandato dell'attuale Cda, ma si è dichiarato completamente indisponibile a garantire ai Soci la consultazione degli atti formalmente richiesti.
Per questo motivo non si è potuto procedere ad un accordo.
Ringrazio Giacomo per gli attestati di stima, seguirò i suoi consigli, ritengo che da oggi si debba guardare al futuro: rimangono tutti i problemi (variante, trasparenza), ma spero sia da ritenersi superato il clima che si è vissuto soprattutto nell'ultimo mese.
A maggio ci sarà l'assemblea per l'approvazione del bilancio e, soprattutto, per l'elezione dei componenti il Collegio Sindacale.
In tale sede potranno e dovranno essere fatte valere le giuste ragioni dei Soci.
Il Comitato continuerà certamente il suo ruolo di stimolo e di impulso.
A breve ci rivedremo (accogliendo l'invito di Giorgio non nell'angusto e freddo ex circolo sociale) e decideremo insieme come proseguire la nostra azione tesa a salvaguardare la vivibilità del Poggio (le nostre risorse non sono i potenziali metri cubi costruibili, ma il verde) ed a garantire la trasparenza e la partecipazione dei Soci alla vita comunitaria.
Franco Magi
Ribadisco che non trovo corretto che nel corso dell'assemblea del 16 si sia fatto un accenno alla presenza di tentativi di compromesso senza specificare alcun dettaglio.
Questa informazione poteva avere un impatto sulla votazione che si è tenuta. Si è invece consentito di esprimere dei meri accenni senza alcun particolare.
Oggi vorrei sapere se, come affermato in assemblea, esiste una delibera che riporta questo impegno del CdA a non procedere sino alla fine del mandato.
Qualora esista una delibera chiederei la cortesia per esempio a Giampaolo Lai di riferire sulla stessa e sulla delibera che esclude le pinete dalla variante. Penso che non si tratti di delibere "secretate" o sottoposte ad "omissis" giusto?
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