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lunedì 11 febbraio 2008

Basta con 'sto Picone

L'Italia era una volta il paese, per dirla alla Dario Fo, di "naviganti, eroi, poeti, santi". Da un pò di tempo non sforniamo più tanti personaggi di questo tipo. Il clima generale del paese e anche la sua economia rispecchia un momento di tangibile sofferenza, se non proprio di declino. I nodi, si sa, prima o poi vengono al pettine e oggi l'Italia deve rendere conto dei debiti contratti in passato e della poco accorta gestione di quei soldi presi in prestito dalle generazioni future.

Oggi non abbiamo più naviganti, men che meno eroi (tranne uno proprio a Poggio), ma siamo diventati sempre più il paese di Picone. "Mi manda Picone" è il noto film del regista nostro conterraneo Nanni Loy che ha messo su pellicola il malcostume tutto italiano di rivolgersi a intermediari più o meno accreditati per ottenere .. qualsiasi cosa.

Questo "vezzo" forse negli anni '80 faceva anche sorridere. Erano gli anni delle vacche grasse. Si diceva: gli italiani sono così, un pò mafiosi e disordinati, ma anche "brava gente", simpatici e pieni di fantasia. Alle carenze organizzative noi sopperiamo con la creatività, quindi anche questo modo un pò pasticciato di gestire le cose non ci sembrava un difetto grave, ma un fenomeno di costume di cui essere quasi orgogliosi.

In Italia quando un pedone attraversa la strada sulle strisce, ringrazia l'autista che si è fermato. In Italia quando becchi una multa vai dall'avvocato e cerchi un cavillo per non pagarla. Il bello è che ci riesci, anche grazie a una legislazione piena di falle.

In Italia ... andiamo da Picone. Ci interessa vincere un concorso, non pagare una multa, passare avanti in una graduatoria, approvare un progetto non del tutto regolare? Ci pensa Picone.

L'incredibile è che si va da Picone anche per ottenere qualcosa che ci spetta di diritto: un documento, una visura, un letto d'ospedale, un bonifico, una pensione, un lotto di terreno da comprare.

Non ho mai pensato che quel sistema fosse valido, anzi le tante storie reali di "mi manda Picone" a cui ho assistito hanno sempre provocato in me rabbia e tristezza più che divertimento.

La Svizzera non è un paese triste e noioso perche i suoi abitanti rispettano le regole. E' un paese progredito, civile, in cui il diritto non è un optional. Vi sono posti in cui il cittadino non pronuncia il termine "stato" come se fosse qualcosa di schifoso, perchè ne fa parte.

Chi si rivolge a Picone oggi per avere un favore probabilmente pensa che se non agisse così il suo diritto potrebbe essere calpestato da qualcun'altro, perchè "così va il mondo". Si innesca una reazione a catena di eventi negativi. Per mantenere in vita Picone, difatti, è necessario che:
  • i meccanismi amministrativi siano complicati e la trasparenza scarsa;
  • chi è amministrato sia il più possibile distante dalla vita amministrativa;
  • l'informazione sia scarsa e possibilmente controllata;
  • la possibilità di cambiamento del gruppo dirigente sia modesta.

Queste sono tutte caratteristiche ampiamente presenti nel sistema amministrativo italiano. I risultati, non solo nella società, ma anche nella economia del nostro paese sono davanti agli occhi di tutti noi e incombono sul futuro nostro ed in particolare su quello dei giovani.

Non vedo, per il Paese, una possibilità di invertire la corrente diversa da quella di cambiare i metodi che hanno portato a questi risultati così scadenti.

Ovviamente possiamo aspettarci che le cose cadano dall'alto, che "gli altri facciano", possiamo incrociare le dita e sperare. Forse però possiamo fare qualcosa anche noi. Se è vero che il manovratore può decidere dove portare l'autobus è anche vero che il manovratore lo scegliamo noi. Inoltre potremmo anche cercare di non rivolgerci a Picone quando vogliamo ottenere qualcosa che ci spetta di diritto.

Perche questo discorso nel blog di Poggio dei Pini? Cosa c'entrano queste divagazioni sull'Italia, sulla Svizzera.

Beh .... anche qui l'amministrazione ha fatto qualche buco, il "tesoretto" costituito da 900 lotti venduti è stato utilizzato per costuire questo meraviglioso centro residenziale ma, come sappiamo ... la rete idrica è da rifare, le strade, l'illuminazione, la fognatura, i parcheggi idem. Poteva essere raggiunto quell'obiettivo? SI! Non dovremmo oggi venderci i boschi e le pinete.

Che dire poi della trasparenza inesistente, dell'informazione poca e controllata, dello scarso ricambio degli amministratori e della mancata partecipazione dei soci alla vita amministrativa. Vogliamo parlarne? Non so se, come qualcuno ha riferito, anche qui da noi ci sia Picone che distribuisce lotti a persone che sicuramente potrebbero acquistarli senza alcuna "raccomandazione". Di certo ci sono tutte le condizioni per una amministrazione poco trasparente ed efficiente. Sabato prossimo possiamo decidere se vogliamo cambiare oppure no.

Immagine: Mymovies.it

1 commento:

Stefano Fratta ha detto...

Caro Giorgio, penso come te che sia assolutamente necessario cambiare, e cominciare da quanto è più vicino a casa nostra.
C'è un argomento che credo sia molto forte a favore delo cambiamento: per quello che sappiamo all'interno del CdA, non ci sono voci critiche.
Voglio dire che con tutto quello che è successo e nonostante il -comunque- rilevante malcontento che la questione variante e referendum annullato etc. etc., non una sola voce all'interno del CdA si è levata per differenziarsi pubblicamente dalla "linea dura".
E' evidente quindi che una rilevantissima -come minimo- parte dei poggini e delle opinioni dei poggini non hanno attualmente rappresentanza, eventualmente minoritaria, nel CdA.
E questo NON è normale, e visto che il CdA ha tratto a suo modo le conseguenze dell'opposizione ALLA CEMENTIFICAZIONE DELLE PINETE, non si vede perchè non abbia nello stesso modo constatato l'assenza al proprio interno di una rappresentanza di questo sentire, maggioritario a Poggio per stessa evidente ammissione del CdA.
In altre parole: se il CdA si è accorto di avere sbagliato proponendo i lotti nelle pinete, come è possibile che non si sia accorto che nessuno dei propri componenti aveva avvertito la larga ostilità a quanto deciso?
La conseguenza logica, vista l'importanza dell'argomento, che è in ultima analisi il fututro di Poggio, sarebbe stata offrire le dimissioni del CdA per favorire l'ingresso di una rappresentanza di questa opinione, riconosciuta come maggioritaria dallo stesso CdA quando ha deciso di eliminare i lotti nelle pinete.
Concludo chiedendo di nuovo informazioni su COME e QUANDO la decisione del CdA in merito ai Lotti (la delibera del 4 dic. che ha "giustificato" l'annullamento del referendum voluto dal Comitato per lo Sviluppo Sostenibile) è stata portata agli uffici regionali che stanno esaminando la variante. Che procedura sta seguendo questa "rettifica della variante"?
Stefano Fratta

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