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lunedì 18 febbraio 2008

Referendum e ... pozzi

Sono Pasquale Cabizza; non intendo per ora fare commenti sull’assemblea del 16 febbraio, e mi limito a fare i complimenti a Manfredo, sulla cui nomina a Presidente erano d’accordo entrambe le parti.
Non sto a commentare neppure le varie posizioni sul tema “Variante”, perché le posizioni sono sempre rispettabili: Era ed è rispettabile la posizione di Medda, Cillocu, Turchiarelli e G.Franco Vacca, che hanno sempre chiesto di mantenere il vecchio Piano per non depauperare il nostro patrimonio, è rispettabile anche la posizione di chi preferisce fermarsi agli 888 lotti urbanizzati fino ad oggi.
Sono i metodi utilizzati per portare avanti le posizioni che sono discutibili. E’ discutibile che a distanza di 11 anni dal referendum del 97 il CdA non convochi un’assemblea preliminare per informare i soci, ma è discutibile tutto quel che è successo a Poggio da un anno a questa parte. Vero che le azioni peggiori sono individuali e non imputabili all’intero Comitato, ma c’è una cosa la cui responsabilità è TUTTA del Comitato: il quesito referendario previsto per il nove dicembre scorso.
Intendo dire che la formulazione di quel quesito non è corretta e lascia intendere cose diverse dalla realtà: si dice “…variante al vigente Piano… che preveda la realizzazione di 1.391.101 mc..”. Già qui si sbaglia, perché si cita il Piano vigente e si lascia intendere che la variante comporti un aumento dei m.cubi rispetto a quest’ultimo. Falso, e non accetto la tesi di F.Magi che dice che il piano è scaduto come un vecchio yogurt. D’altra parte il quesito stesso lo definisce “vigente Piano”. Questa mia tesi è confermata dal passo successivo nel quesito “…l’aumento della popolazione insediabile fino a 3995 unità…”. Aumento rispetto a cosa? Rispetto al vigente piano c’è una riduzione, non un aumento. Tralascio la storia degli ultimi 14 anni perché l’ho già ripetuta in un paio di circostanze.
Ora però vorrei dire qualcosa anche sulle azioni individuali di qualche poggino, e faccio una premessa.
La normativa prevede che i pozzi trivellati per l’acqua potabile siano protetti alla sommità da un box di idonee dimensioni e opportunamente ancorato a terra. Per ancorare il box occorre un basamento rigido, ad esempio in cemento (non in legno). Secondo il Codice Civile una piattaforma in cemento è una costruzione, e quindi deve essere autorizzata. Quando ho iniziato a fare l’amministratore di Poggio nessun pozzo era a norma; ho chiesto alla ASL un congruo lasso di tempo e abbiamo proceduto alla regolarizzazione.
Di recente è stato trivellato il pozzo n.8, nella zona sportiva. Pare che anche lì sia stata realizzata una piattaforma, presumo per le ragioni di cui sopra. Trattandosi di un obbligo di legge, visto che il pozzo è autorizzato, anche per la piattaforma l’autorizzazione sarebbe implicita, e basterebbe una comunicazione: “Caro Comune, ti comunico che sto procedendo alla messa a norma…”.
Non so se detta comunicazione sia stata fatta, e se anche non fosse non è un delitto. Ma qualcuno mi deve spiegare come fa un poggino, che non ha niente da fare se non gironzolare e rompere, a mandare una segnalazione al Comune denunciando l’esecuzione della piattaforma.
Dove sta il dolo della Cooperativa? Forse quel qualcuno pensa che Calvisi e Nateri vogliono affittarsi la piattaforma come posto auto e intascare i proventi?
O che sia stata fatta di notte da briganti in passamontagna per fregare la popolazione? Non è stata fatta invece nell’interesse della comunità visto che il pozzo è necessario?
Scusate lo sfogo, ma la cosa è davvero grave, perché non vengono danneggiati gli amministratori ma l’intera comunità, anche economicamente.
Rivolgo un appello a quelle persone di buon senso che scrivono sul blog, come te, Giorgio, come Stefano Fratta, come G.P. Lai, come Silvio Ceccarelli… vi chiedo un commento su questo.
Siccome ho già parlato troppo, chiudo e nella prossima puntata posso farvi altri esempi, e lo faccio perché vorrei che quel qualcuno la faccia finita con le denunce alla comunità, una volta per tutte.
Grazie
Corronelverde
immagine: peezza82

9 commenti:

Giorgio Plazzotta ha detto...

Pasquale, ti chiederei un breve addendum al tuo articolo perchè a me personalmente sfugge qualcosa che forse dai per scontato sulla questione "pozzi".
Mi sembra che tu faccia riferimento ad eventi che io personalmente non conosco e probabilmente anche altri lettori. Se non capisco male c'è stata qualche denuncia relativa a pozzi della Cooperativa?

Pasquale Cabizza ha detto...

Ciao Giorgio
Pare che il solito qualcuno abbia inviato una segnalazione ai vigili denunciando la piattaforma in calcestruzzo realizzata dalla Cooperativa in corrispondenza del pozzo n.8.

francomagi ha detto...

Gentile Ing. Cabizza,
nelle more della predisposizone di una lettera, nella quale dettaglierò analiticamente le mie considerazioni, La informo che numerosi Soci della Cooperativa Poggio dei Pini sono stati denunciati dagli attuali Amministratori della Cooperativa all'organo di Polizia giudiziaria per piccoli abusi di lieve entità, quali barbecue, piscine pertinenziali, aperture di finestre.
I medesimi Soci hanno poi dovuto pagare ingenti sanzioni e subire finanche procedimenti penali a seguito di dette segnalazioni.
Sarebbe infatti paradossale l’eventuale natura abusiva del manufatto nel momento in cui profondi conoscitori e studiosi del diritto, dall’alto del loro ruolo di amministratori, denunciano altri soci per presunti abusi, sistematicamente peraltro derubricati a seguito delle verifiche dei Vigili Urbani.
Sarebbe ancor più paradossale se, gli stessi Amministratori che denunciano i Soci ed a cui inoltre compete l'obbligo di garantire il rispetto della legge, si fossero loro stessi resi responsabili di abusi edilizi.
Non voglio nemmeno credere che sia vero.
Per questo confido in una pronta Sua smentita, documentata con numero e data delle autorizzazioni ricevute (che tutti i Soci chiedono prima di modificare lo stato dei luoghi).
Quanto alle eventuali sanzioni, mi risulta che la legge le ponga a carico degli amministratori e non dei Soci.
Infatti, qualora fosse stata la Soc. Coop. Poggio dei Pini ad eseguire lavori non autorizzati, per una giurisprudenza ormai pietrificata la responsabilità andrebbe in capo agli Amministratori e non ai Soci, in quanto le scelte degli amministratori non possono andare contro la legge e non possono essere caratterizzate da irresponsabilità o da negligente improvvisazione, ma devono invero caratterizzarsi per essere scelte meditate e conformi al diritto ed il quadro normativo vigente delinea con chiarezza le fattispecie di responsabilità degli amministratori verso la società, ed in particolare la novellata disciplina dell’articolo 2392 del codice civile ha provveduto a sostituire la vecchia “diligenza del mandatario” con una “diligenza professionale”, simile a quella prevista dall’articolo 1176 del codice stesso.

p.s.
essendo l'area di riferimento zona sottoposta a vincolo paesaggistico, contrariamente a quanto da Leiu sostenuto non basta una mera comunicazione, ma una vera e propria autorizzazione, preceduta dal N.O. paesaggistico.

francomagi ha detto...

... ringrazio inoltre l'ing. Cabizza per aver scritto ciò che tutti pensiamo.
Basta con le denunce alla Comunità vale a dire:
basta con le minacce di segnalare galantuomini al CSM, basta con le minacce di chiamare i Carabinieri, semttiamola con le intimidazioni e con il terrorismo psicologico, con le denuncie ai Soci...
Torniamo ad essere il paradiso da tutti conosciuto.
Se questo è lo spirito dell'intervento dell'Ing. Cabizza, io ci sto.
Se lo spirito dell'intervento è della serie "i Soci devono solo ubbidire", io NON ci sto.
Ma sono sicuro, e lo dico sinceramente, che prevarrà il primo.
E se così fosse, lentamente riprenderemo un convivenza pacifica e serena.
Franco Magi

Piergiorgio ha detto...

Leggo puntualmente il blog, grazie Giorgio per il tuo lavoro, personalmente ho poche informazioni riguardanti la gestione della cooperativa, però venire a conoscenza della variante attraverso un volantino del comitato mi a seccato molto, di seguito alcune considerazioni.

Cito: “E’ discutibile che a distanza di 11 anni dal referendum del 97 il CdA non convochi un’assemblea preliminare per informare i soci, ma è discutibile tutto quel che è successo a Poggio da un anno a questa parte”

Non conosco tutte le vicende di poggio da un anno a questa parte, mi piacerebbe conoscerle per poterle giudicare, come me penso che siano molti i soci a cui interessano.

E' vero sono state fatte le riunione a gennaio, ed è stato indetto un referendum consultivo, leggo dal comunicato della cooperativa del 5/12, “ai sensi dell'articolo 63 comma 2 dello statuto”; sono andato leggermi lo statuto:

“Indipendentemente dalle materie affidate alla competenza dell'assemblea straordinaria, qualora il Consiglio di Amministrazione intenda adottare deliberazioni aventi grande rilevanza per la vita della Società sotto il profilo economico ovvero incidano sui principi generali e sulle tradizioni che regolano la vita della Società, le proposte di deliberazione dovranno essere sottoposte a referendum consultivo.”

Nel succitato articolo si parla di proposte di deliberazione, non di progetto presentato e approvato dal comune e già inviato all'intesa alla Regione. Se interpreto bene lo statuto obbliga il consiglio a indire un referendum.

Il presidente all'assemblea del 1/12 affermava che se non si presentava la variante, ogni socio era obbligato al versamento di ben 30.000€ per impedire il fallimento della cooperativa, lo stesso presidente alla riunione del 19/1 affermava che l'affermazione del 1/12 era solo una provocazione (ero presente ad entrambe le assemblee), come si può scherzare su un argomento così delicato o l'affermazione serviva solo a spaventare i soci toccandoli direttamente nel portafoglio?

Le questioni personali che ci possono essere tra la cooperativa e alcuni soci,ex amministratori,ecc. non mi interessano, ciò che voglio sapere e come vengono spesi i soldi dei soci, e mi sembra che ciò non è dato sapere visto i comportamenti del CDA.
Mi piacerebbe recarmi in Cooperativa e poter venire informato sulle spese sostenute € compresi, sulle decisioni che coinvolgono tutta la comunità senza che venga alzato il muro della privacy a protezione dell'operato del CDA sarà possibile in futuro?

Piergiorgio Garavello

Giorgio Plazzotta ha detto...

Pasquale,
sulla questione delle denunce vorrei sottolineare che le iniziative di Franco Magi che si riferiscono ai lavori nel laghetto piccolo e a quelle della strada di Calvisi non hanno provocato alcuna mobilitazione tra i soci ne la formazione di alcun Comitato, che si è invece mobilitato sulle questioni della variante e della trasparenza.

In particolare, è una mia opinione personale, la questione della strada del Presidente non ha alcun fondamento.

L'intervento del laghetto penso invece che sia stato fatto violando la normativa. Non si può essere cavillosi quando si deve impedire ai soci l'accesso agli atti e poi calpestare le norme che regolano la gestione del territorio.
Se è vero come è vero che il CdA ha molto da fare o non può essere ferrato su tutto è anche vero che ci sono soci geologi che gratuitamente si sono offerti di dare una mano e sono stati gentilmente ignorati. Questo atteggiamento di esclusione è gravissimo in una cooperativa.
Chi chiude la porta in faccia alla collaborazione non è degno di amministrare la nostra cooperativa. Basta con questo buonismo ipocrita, si dicano le cose come stanno. Dire: stai sbagliando non è un'offesa imperdonabile.

Ad ogni modo sulla vicenda del laghetto mi sembra di capire ci sarà un pronunciamento ufficiale perchè quella del TAR è una semplice sospensiva se non mi sbaglio.

Sul referendum: la variante del 1970 è oggi solo un pezzo di carta o è un progetto realizzabile?
Vogliamo definirla "vigente", usando il burocratese, oppure vogliamo dire che è irrealizzabile, usando il linguaggio pratico. Usare un progetto irrealizzabile come termine di paragone in un referendum a me non sembra corretto. Può anche darsi che il testo del referendum del 9 dicembre non fosse perfetto, ma a mio avviso era chiaro lo scopo "fermare la variante".

Non penso che possa essere messa sullo stesso piano qualche imprecisione nella formulazione del quesito referendario con la violazione dello Statuto in occasione della variante.

Quello che riferisce Franco Magi in un precedente commento vorrei fosse chiarito. E' vero che gli amministratori hanno denunciato piccoli abusi effettuati da soci? Possiamo fare un pò di chiarezza su questo?

Io sinceramente gradirei che le denunce di Franco, soprattutto se relative a piccolezze come quelle del basamento del pozzo, smettessero subito. Gradirei anche che la cooperativa sia amministrata da persone dotate di saggezza e capacità di gestire anche le controversie senza chiudere la porta, ma dialogando. Il presidente di una cooperativa come la nostra deve possedere queste qualità.
In questo modo il socio che dovesse avere delle rimostranze da fare potrà rivolgersi agli organismi stessi della Cooperativa invece che alla magistratura. Che ne pensate? Non mi sembra corretto chiedere il silenzio solo per "non fare chiasso" e basta.

Queste denunce devono smettere ancora di più oggi se vogliamo, in un momento così difficile, raggiungere l'obiettivo non tanto di una unità che non è mai esistita, ma perlomeno di ritrovare serenità, collaborazione e partecipazione.

francomagi ha detto...

Ciao Giorgio,
Io accolgo con piacere il Tuo invito.
Ma la mia è stata solo una controreazione ai metodi di questi Amministratori.
Non potevo tollerare come potessero denunciare i Soci della Cooperativa per abusi che loro stessi commettevano come Amministratori.
Quanto alle persone che il Socio Cabizza chiama di buon senso, ed alle quali si appella, sappi che anche una di loro, nel 2004, è stata querelata per diffamazione: non poteva permettersi il lusso di "criticare" le modifiche statutarie.
Ma la lista potrebbe essere infinita: e Tu conosci benissimo tutte le voci che sono state fatte artatamente girare negli ultimi mesi (denunceremo tuttti i firmatari, chiederemo i danni e diventeremo miliardari etc...).
Quasi ché ci fosse un culto della querela e della denuncia!!!
La mia è stata dunque solo una reazione: visto che pretendono zelanteria dalla maggior parte dei Soci, vediamo se loro stessi rispettano le leggi. E la risposta è stata NO, per loro stessa ammissione.
Ma venendo alla Tua proposta, che giudico la più edificante e corretta, sono d'accordo.
Dovremmo smetterla tutti, ma proprio tutti.
E non unilateralmente, simulando di fare i buonisti per poi continuare a perpetrare questi metodi.
Lo ribadisco: perché tornino serenità e buon senso occorrono prudenza, equilibrio e dialogo.
E penso che nessuno si sottrarrà a questo.
Franco Magi

Giorgio Plazzotta ha detto...

La demonizzazione di Franco Magi è stata indubbiamente una delle armi propagandistiche principali del CdA.
Come ho già detto, si è preferito utilizzare l'invettiva personale invece di rispondere con argomentazioni concrete.
Come Franco sa, sin dal fatidico 1994, quando lui si infervorò per Silvio, io e lui abbiamo avuto molte discussioni polemiche sulla politica nazionale. Il fatto che oggi ci siamo trovati a condividere un obiettivo comune, pur partendo da posizioni così divese, è la riprova di come questo Comitato sia sorto spontaneamente sulla base di un unico interesse legato alla salvaguardia del luogo in cui viviamo. Non quindi la logica del branco, non parenti da difendere o fidanzate da conquistare, non interessi professionali da tutelare. Per carità, tutti interessi legittimi e legali, ma personali, non certo comunitari.
Ovviamente è del tutto legittima anche una posizione contraria al Comitato o una visione diversa, ci mancherebbe.
Mi fa piacere che sia intervenuto nel blog Pasquale Cabizza, una delle poche persone che è intervenuta in riunioni e assemblee esprimendo le sue opinioni senza avere alcun interesse personale da difendere. Lo invito caldamente a continuare a dialogare perchè è particolarmente importante, in questo momento, la presenza di "tessitori".

Io comunque voglio ringraziare pubblicamente Franco perchè la sua azione ha risvegliato questa comunità dormiente, interrompendo un silenzio che stava lentamente asfissiando Poggio dei Pini.
Ci ha messo la sua faccia e si è esposto alle reazioni che tutti abbiamo "sentito". La sua azione si è sempre svolta scrivendo nero su bianco e si, bisogna ammetterlo, è anche un rompipalle.
Non so se questo luogo socialmente surreale cambierà almeno un pò in futuro. Dipenderà da noi che ci viviamo. Non dico tutti perchè non è possibile, ma sarà sufficiente che una parte lo faccia perchè si innesti un processo positivo.
E' vero quello che dici Franco. Devono cessare certi comportamenti anche e soprattutto da parte di chi ha maggiori responsabilità nella nostra comunità. Speriamo che ciò avvenga, vigileremo.
Il tuo messaggio e la tua azione, Franco, è stata chiara.
Ribadisco il mio invito: inizia tu per primo a sotterrare l'ascia di guerra.

Pasquale Cabizza ha detto...

Ciao Giorgio e ciao Franco
Vedo con piacere un forte interesse al dialogo. Neanch'io voglio la guerra, voglio solo costruire (in senso lato); apprezzo molto le vostre parole, ma non condivido alcune affermazioni di Franco.
Il discorso sarebbe troppo lungo per essere inserito come commento, per cui, caro Giorgio, ti manderò un seguito e sono certo che tu lo pubblicherai sul Blog.
Ciao e a presto

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