Questo Blog è stato creato per scambiare informazioni, idee, proposte e materiali tra residenti del comune di Capoterra. Si invitano i lettori a firmare i propri commenti o articoli con nome e cognome. Potete inviare i vostri articoli al seguente indirizzo: giorgio.plazzotta@gmail.com

sabato 16 febbraio 2008

Vince la paura

Alcune mie considerazioni sull'assemblea del 16. Ho pensato a lungo sull'opportunità di scrivere questo pezzo perchè la paura non è solo quella di decidere, ma a questo punto, anche quella di parlare. Potrei anche sbianchettare le mie opinioni meno "politically correct" ed adottare un pò di sano ipocrita cerchiobottismo, come se ne è visto tanto all'assemblea di ieri, ma proprio non mi va. Terrò per me solo il 10% di cattivi pensieri, lo giuro.
  • assemblea difficile la gestire, non tanto per i comportamenti assolutamente civili, quanto per l'aspetto emotivo. Si toccava con mano la consapevolezza che a quel punto nessuno ci sarebbe voluto arrivare. Il Presidente dell'assemblea si è trovato una bruttissima gatta da pelare che lo ha messo nella non invidiabile posizione di dovere mollare per forza una sberla in faccia alla metà dei soci presenti. Non c'era, da parte sua, una via d'uscita e ritengo che nessuno dovrebbe rimproverare il suo operato anche non condividendo, come nel mio caso, le scelte fatte.

  • Il Presidente dei Probiviri e un altro socio hanno riferito di non meglio specificati tentativi di accordo tra le parti senza però entare nel dettaglio. Di quale accordo si stesse parlando ai soci presenti in sala non è dato sapere. Una domanda mi è sorta spontanea: dopo 3 mesi di contenzioso, perche trattare proprio all'ultimo momento?

  • Sebbene un compromesso fosse auspicabile, e avrebbe probabilmente evitato la richiesta di revoca, questa strada non è mai stata praticata a causa del muro di gomma. All'improrvviso qualcuno parla di "portone aperto". L'impressione è stata quella di un furbesco inquinamento dell'imminente votazione.

  • L'assemblea ha mantenuto i soci fermi al freddo per quasi 4 ore. Alla fine non si è nemmeno affrontato l'unico argomento all'ordine del giorno. Se l'esito dell'unica votazione fosse stato differente l'assemblea sarebbe potuta durare oltre 5 ore. Questo elemento non è stato minimanente preso in considerazione e si è preferito optare per scelte che hanno causato inutili perdite di tempo e non hanno permesso di svolgere il tema proposto dall'ordine del giorno.

  • La discussione sul voto palese ha occupato gran parte dell'assemblea. Si è ammesso che in 41 anni di vita della cooperativa le votazioni su persone si sono sempre svolte con voto segreto e che questa è la prassi consolidata. Non è apparso chiaro quale cavillo (relativo a una recente sentenza) abbia fatto cambiare questa consuetudine. L'impressione è che in questo Paese le norme vengano tirate fuori dal cappello a cilindro ed utilizzate in modo strumentale a seconda del fine che si vuole raggiungere. Vi sono norme a sostegno di tutto e del contrario di tutto. Si diffonde così l'idea di una debolezza dello stato di diritto e di un ambito, quello normativo, in cui sia assolutamente indispensabile dotarsi di mutande di ferro. Chi alimenta questi inciuci si rende purtroppo corresponsabile della conseguente mancanza di fiducia del cittadino nei confronti della giustizia. Essere più chiari, decisi e meno ipocriti, si può.
  • Clamorosamente in questo Consiglio manca addiruttura quella ristretta minoranza di consiglieri che perlomeno avrebbe potuto fornire una minima informazione su quanto avviene nelle sedute consiliari, anche se poi le decisioni vengono prese nei soliti salotti. Una socia ha provato a proporre una soluzione che equilibrasse questa incredibile anomalia, ma ovviamente si trattava di una speranza utopistica. Appare chiaro che nelle poltrone della sala consiliare è spalmato l'Attak.

  • La soluzione adottata alla fine rappresenta un classico, incredibile e grossolano pasticcio all'italiana. Il Collegio dei Probiviri, mai visto in azione in pecedenza su questa vicenda, ha proposto una nuova votazione non all'ordine del giorno. Non quindi revocare o no il Consiglio di Amministrazione, ma .... votare se votare o non votare la revoca. Mi viene in mente la canzone "Alla fiera dell'Est" di Branduardi di cui vorrei proporvi una versione rivisitata:

    Ai campi del Club House andai a votare
    per la revoca del CdA
    ma venne il probiviro che mi propose
    di votare
    se votare o non votare
    per la revoca del CdA

    Ai campi del Club House andai a votare
    per la revoca del CdA
    ma venne il Comitato che mi propose
    di votare
    se votare o non votare
    per la proposta del Probiviro
    di votare o non votare
    per la revoca del CdA
    ....
    .... (e così via)

  • Perchè una proposta così assurda è passata? Perchè siamo il paese degli "inciuci", siamo famosi nel mondo per questo e giustamente vogliamo manterere la leadership allenandoci anche nei paesi di provincia. La gente è così abituata a questa cose che non ci fa neanche più caso. Vogliamo andare contro la tradizione? Giammai.

  • Alla fine si è svolta una votazione con voto palese nella quale era chiaro che chi si esprimeva in un modo era favorevole al CdA e viceversa. E' evidente che se qualcuno avesse avuto dei timori, alimentati per esempio da informazioni allarmistiche o velate minacce, e non avesse nessuna intenzione di esporsi a ritorsioni di sorta, il suo voto in quella votazione non è stato libero.

  • L'esito della votazione, fatte le premesse di cui al punto precedente, ha fatto registrare una prevalenza del Consiglio di Amministrazione che quindi esce numericamente vittorioso da questa vicenda. La strategia di prendere tempo, da me annunciata sin dalla "batosta" del 1 dicembre, ha dimostrato di essere vincente. Vero è che si è dovuto passare attraverso un referendum illegittimanente annullato e uno farlocco; vero è che "gestire il potere" ti pone in una posizione di vantaggio nel raccogliere consensi. Vero è che il numero delle deleghe raccolte dal CdA tra soci raggiunti e assillati da una efficente e sovvenzionata (da noi) organizzazione propagandistica ha fatto la differenza. Ad ogni modo il CdA è riuscito a capovolgere a suo favore una situazione che due mesi prima era numericamente molto difficile e questo è senza dubbio un successo politico che dimostra abilità;

  • Di contro il Comitato ha realizzato una grande mobilitazione ed è riuscita, sempre che le promesse vengano mantenute, a evitare la distruzione di almeno una parte delle aree più pregiate, le pinete. Se vi saranno altri risultati positivi lo si vedrà in futuro. Oggi molti residenti hanno capito che il disinteresse e il menefreghismo possono avere un costo molto elevato. Di contro i consigli di amministrazione forse faranno più attenzione nell'occultamento degli atti e nella disinformazione, sapendo che quando la corda si tira troppo, come è stato fatto questa volta, si rischia che si spezzi.

  • In questa assemblea ha vinto la paura. E' stata data una rilevanza eccessiva al significato della revoca. Una revoca non è una fucilazione ma un giudizio negativo sull'operato di ammnistratori che era giustificato non solo dagli errori e dalle violazioni compiute, ma anche dalla necessità di fermare una catastrofica variante. Si sarebbe forse anche attivato un processo di maggiore trasparenza che è a mio avviso il vero male della nostra amministrazione. Invece si è preferito tutelare un senso di "signorilità" e di buonismo un pò ipocriti piuttosto che far prevalere valori come la legittimità e la meritocrazia. A me sembra che non fosse difficile uscirne, preservando la signorilità ed inserendo da subito, nel consiglio di amministrazione, un po' più di trasparenza e di legittimità. Se gli organismi predisposti a tutelare l'interesse dei soci (e non quello del CdA) avessero svolto correttamente la loro funzione (come per esempio avvenuto nel 2002 nel caso citato dal socio Vacca) a questo risultato si sarebbe potuti giungere facilmente.

  • Come sarà la Poggio di oggi e quella di domani? Come sarà la Cooperativa? Sarà morta, sarà viva? Ne vorremo fare ancora parte? E' una scelta o una condanna? Vi invito a parlarne sul BLOG, uno spazio che intendo mantenere aperto alla vostra attenzione e che può vivere solo con la vostra partecipazione. Dipenderà solo da noi e possiamo fare molte cose insieme, probabilmente più piacevoli e anche tenere un occhio vigile sulle cose che accadono intorno, perchè no. Dopo avere realizzato il blog ho purtroppo dovuto constatare un certo aumento di persone che mi guardano storto. Spero di avere anche dei nuovi amici. Teniamoci in contatto.

immagine: ♫♪iΛ7 m a₫ ♫♪

13 commenti:

Stefano Fratta ha detto...

Ha pesato la "paura di esporsi" in questo caso? Anch'io credo di sì, e concordo con i tuoi argomenti. D'altra parte una volontà "riconciliativa ed unitaria" non è di per sè un dato negativo. Se fosse libera da sospetti e pressioni.
Si è dipinta come "traumatica", e con toni allarmati se non allarmanti, una eventuale votazione sulla revoca ("un precedente devastante") e c'è stato anche chi ha proposto di "votare con i piedi", andando via e questo atteggiamento è stato proposto prima da chi non voleva il voto segreto.
Non discuto nè la regolarità"in dottrina" delle decisioni, e meno che mai le buone intezioni di chi ha deciso in questo senso, ma certo non è una cosa molto logica scomodare centinaia di persone per "decidere se decidere di decidere" (vedi i commenti di stamattina sul post precedente...)o votare in modo palese se votare in modo segreto etc.etc.(e via con il Loop Cattivo, vero spauracchio delle foreste e delle favole di Poggio). Anche questo è un coniglio uscito dal cappello al momento opportuno, propiziato anche da tentativi di riconciliazione dell'ultimo minuto basati su non si sa cosa.
Difatti si è parlato di una delibera del CdA, ma nessuno l'ha letta e non è stata portata a conoscenza dell'assemblea, mentre il Comitato in quanto tale -gruppo di persone- non è stato realmente e collettivamente coinvolto.
A parte i risultati che la mobilitazione ha comunque portato -primo fra tutti il blocco dei lotti nelle pinete- c'è comunque da evidenziare un fatto fondamentale: la partecipazione si è avviata, la delega in bianco agli "esperti veterani" e ai cooptati da questi è finita.
Molti soci hanno preso l'iniziativa e certamente vigileranno,da qui in avanti, e non abbasseranno la guardia. Motivi molto più che sufficienti per non smettere di ragionare su Poggio.
Anche su questo blog, che grazie alla moderazione di Giorgio e alla assunzione di responsabilità di chi firma i vari commenti èuno spazio di confronto "senza confronto" -con le scadenti imitazioni-.
Stefano Fratta

Giorgio Plazzotta ha detto...

Stefano non mi riferiso solo alla paura di esporsi. Mi riferivo alla paura di cambiare, alla paura di giudicare chi comunque non è li per amministrare il circolo del bridge, ma un patrimonio composto da euro (molti) e da valori che sono stati mal gestiti.
La paura di dire no, di dire basta, di dire voltiamo pagina, di dire cambiate o andate via.
A parte le persone dotate di più o meno abbondanti interessi personali da difendere e le persone del tutto prive (o private) di una corretta informazione, c'erano anche coloro i quali, pur sapendo benissimo quali erano i demeriti in campo e le conseguenze di una riconferma, hanno preferito sotterrare la testa per salvaguardare un "quieto vivere" molto manzonian-abbondiano.

silvio ceccarelli ha detto...

Coraggio potremmo aver perso una battaglia ma non la guerra.
Se continueremo a vigilare sui comportamenti di certe persone sicuramente potremo ottenere una migliore gestione sia del territorio che della comunità che lo vive.
Vigilando si può far uscire allo scoperto le magagne che ora vengono tenute occultate.

silvio ceccarelli ha detto...

Scusate se ritorno. Devo fare i complimenti a Giorgio per quest'ultimo commento che vale più, se posso permettermelo, del post originale.
Complimenti complimenti complimenti

Giorgio Plazzotta ha detto...

propongo cena dei delusi o, ancora meglio, di qualche deluso e qualche contento per cominciare a costruire qualcosa

Giorgio Plazzotta ha detto...

Stamattina aprendo il Blog più famoso d'Italia, quello di Beppe Grillo, ho trovato questo commento che mi ha fatto pensare a qualcosa .........


I consigli comunali devono essere aperti ai cittadini. Chi lo impedisce va denunciato. I sindaci e gli assessori non tollerano la presenza dei loro datori di lavoro. Preferiscono invitare i commensali della torta pubblica: industriali, lobbisti, costruttori. Io non voglio più tollerare questa situazione di esproprio della democrazia.
Lo spazio costituzionale e democratico dei cittadini si riduce sempre di più: non possono scegliere il candidato, sono ignorate le proposte di legge popolare, non sono consultati sul programma elettorale, sono cancellati i referendum.
I ragazzi del Meet Up di Roma non hanno potuto assistere al consiglio comunale. Si approvava l’ultimo atto di Topo Gigio: il nuovo piano regolatore. Il Meet up ha presentato un esposto alla Questura di Roma e si riserva di denunciare Veltroni e i suoi assessori alla Procura. Il blog, con i suoi avvocati, se richiesto, darà un aiuto. Stay tuned.
Controlliamo i nostri dipendenti con l'operazione: "Fiato sul collo".

Pasquale Cabizza ha detto...

Sono Pasquale Cabizza, alias "corronelverde".
Al momento il mio primo commento è che nel blog gli articoli sono troppo lunghi, e quindi poco efficaci.
Io non sono un esperto di blog, e quindi non ho capito cosa devo fare per poter anch'io dire la mia, e poterla pubblicare, e non solo come commento nascosto. Preferisco il sistema dei Forum, che trovo più immediati, ma in questo blog è più frequente la presenza degli aderenti al Comitato per lo Sviluppo Sostenibile, ed è proprio con loro che voglio confrontarmi, pubblicando il mio punto di vista.
Giorgio, dimmi come devo fare a pubblicare un articolo. Mi sono iscritto e ho lasciato il mio indirizzo e-mail.
Grazie, ciao
Pasquale

Giorgio Plazzotta ha detto...

Pasquale blog e forum sono due format di pubblicazione telematica differenti, ognuna delle quali presenta vantaggi e svantaggi.
Nel Portale del Poggio, che ho progettato e realizzato per la Cooperativa nel 2006, optai per il forum, sebbene non anonimo e moderato.
Anche a mio avviso quella formula meglio si addice a servire una comunità.

Purtroppo nel novembre di quest'anno, quando è scoppiata la questione "variante", quello strumento era ancora "oscurato" e l'unica alternativa "rapida" possibile era questo blog.

Il blog ha una struttura più simile a quella del giornale cartaceo, nella quale il gestore del blog (in questo caso il sottoscritto) emette l'informazione che viene commentata dai lettori. Nonostante ciò ho sempre pubblicato, come articolo, tutti i messaggi che mi sono stati proposti da simpatizzanti del Comitato o del CdA. Pubblicherò volentieri anche il tuo. Ti invito a mandarmelo via email all'indirizzo del blog (poggio@isolasarda.it)

La lunghezza di certi articoli non dipende dal format ma solo dalla mia logorrea. Me ne scuso, ma spesso alcuni argomenti meritano approfondimenti e riflessioni, che poi sono lo scopo del blog.
Capisco che un "volantino" o un "programma" dovrebbe avere una maggiore sintesi.

Stefano Fratta ha detto...

Mi sforzo di non considerare negativamente tutto.
Ma uno degli aspetti della "paura di esporsi" -o chiamiamola come vogliamo- è la paura di prendere posizione, di scegliere, di assumersi in proprio qualche responsabilità, e forse è un tipo dio saggezza.
Resta il fatto che si è scelto di non scegliere, con ciò scatenando il loop cattivo, quello intento a mordersi la coda senza arrivare a nulla. Mi viene anche in mente che Poggio conferma anche in questo modo il suo essere un posto "da favola".
In quale altro posto puoi trovare una simile concentrazione di animali mitici, come il citato loop, il magico "coniglio da cilindro", che vive perennemente nascosto nei cappelli e salta fuori appunto solo in occasioni "di prestigio" e il formidabile e baldanzoso Cavillo da Corsa, orgoglio degli uomini probi?
Ad alimentare una certa, chiamiamola così, "vocazione alla cautela" hanno poi contribuito campagne più o meno sotterranee di insinuazioni sulla credibilità personale di questo e di quello -sostituite alla analisi degli argomenti- e la vistosa sproporzione delle organizzazioni in campo.
Stefano Fratta

L'OROLOGIAIO ha detto...

Sono d'accordo sul fatto che ha vinto la paura. vorrei solo aggiungere che questa non è stata provocata soltanto in occasione dell'assemblea, ma è la tattica, o meglio, la strategia adottata sin da subito dal C.d.A. e reiterata l'altra sera in modo sfacciato. Questa strategia ha vinto; onore al merito!. Ma non solo, è stato conseguito un altro importantissimo risultato: il C.d.A. ed i suoi sostenitori possono ora conosere gli oppositori (leggi cattivi), non solo numericamente ma addirittura nominativamente e tutto questo senza aver rischiato assolutamente niente!
Fernando

Giorgio Plazzotta ha detto...

Fernando se il CdA avesse giocato "pulito" adesso non sarebbe al suo posto.
Evidentemente la posta in gioco era talmente alta da giustificare un simile comportamento. Che ci piaccia o no questo e il nostro mondo e ci sono tante persone che ragionano così.
Per correttezza vorrei dire anche l'azione di Franco, iniziata ben prima della questione "variante" ha una sua faccia un pò eccessiva ed antipatica.
Mi sembra però che l'azione di Franco (che ribadisco fastidiosa) si sia sempre svolta alla luce del sole e sulla base di denunce scritte nero su bianco, mentre dall'altra parte si è assistito ad una azione subdola e soterranea basata sulla disinformazione e sulla calunnia.
Evidentemente si è creata una guerra che sarebbe a mio avviso il caso di terminare.
Le dovute azioni di riappacificazione non possono però essere unilaterali.
Tu Fernando che cosa temi come congiurato?

L'OROLOGIAIO ha detto...

Caro Giorgio,
dato che in assemblea ho espresso, "coram populo" e come tanti altri, il mio voto contrario, questo dovrebbe dimostrare che su di noi le intimidazioni non hanno fatto presa e che quindi non temiamo "purghe" di sovietica memoria.
Forse qualcuno eviterà di salutarmi, ma, in mezzo a questo mondo maleducato, penso che non lo noterò nemmeno.
Fernando

Giorgio Plazzotta ha detto...

Fernando considera che il voto palese non solo ha permesso l'"individuazione" ci circa 200 "dissidenti", ma anche qualche altro fenomeno interessante. Hai notato che il gruppo dei "progettisti" ha votato compatto per il si, nonostante le ampie critiche mosse nel blog o alle riunioni?
Anche questo vuol dire qualcosa, no?
Per quanto riguarda i saluti a me non è ancora capitato.
Un mio conoscente mi ha riferito di essere stato tenuto alla larga da un gruppetto di persone in quanto "firmatario di referendum".
Non se se perderò il saluto di qualche persona piccina. Se comunque accadrà ciò sarà ampiamente controbilanciato dall'avere avuto la possibilità di avvicinarmi ed essere avvicinato da persone che non conoscevo. Non tutto il male viene per nuocere.

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