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venerdì 19 dicembre 2008

Una serata con il Partito Democratico

Mi sono recato nella sede del Partito Democratico di Capoterra, sezione Bidda Mores, per assistere all'incontro intitolato "Capoterra e il suo territorio, una progettualità sostenibile".
Considerati gli argomenti toccati e soprattutto il fatto che questo incontro si è tenuto a Capoterra, mi sembrava una opportunità per avere qualche nuova informazione da acquisire e da raccontare a voi. Ma non solo. Indubbiamente quello che è successo non riguarda solo la natura, della quale ci siamo occupati molto in questo blog. Come ben sappiamo, i ponti troppo piccoli e le case o gli asili sui letti dei fiumi non sono stati messi li dalla natura, ma dagli uomini, e gli amministratori comunali sono certamente un anello importante nella catena decisionale che è responsabile di questi gravi errori urbanistici. A queste considerazioni ne aggiungo una puramente personale.
Sono da sempre un sostenitore ed elettore dell'area politica di sinistra e sono rimasto perplesso da certe "situazioni" che si sono verificate nel nostro territorio. Cercherò di spiegarmi, ma permettetemi alcune generalizzazioni. La sinistra si propone, nel nostro paese, come la principale depositaria di valori importanti tra i quali quali la difesa dell'ambiente naturale e la solidarietà. Sono valori che io considero prioritari e che sono fondamentali nell'esercizio della mia preferenza politica. Quello che è accaduto in questo periodo a Poggio dei Pini ha mostrato invece segnali che vanno esattamente nel senso contrario rispetto a queste assunzioni di principio. Gli ideali sono molto importanti ma i fatti contano di piu.


Nel campo della difesa dell'ambiente assistiamo a un tentatativo sistematico, per meri interessi economici, di contrastare non solo le leggi della natura, costruendo su alvei di fiumi e torrenti, su dirupi scoscesi e dentro le pinete, ma anche le normative di salvaguardia che sono state approvate nel nostro stato e ancor meglio nella nostra regione.
In questo scenario cosa succede qui da noi a Capoterra? Le amministrazioni di centrosinistra del comune costruiscono asili a 10 metri da un fiume. Sono state anche quelle di centrodestra? Può darsi. Ma comunque io dalla sinistra mi aspetto una diversità e una innovazione che qui non ho assolutamente visto. Altrimenti perche si chiamano progressisti?

Vogliamo poi parlare di Poggio dei Pini? La Cooperativa è assistita da un legale, Andrea Pubusa, che rappresenta un totem della sinistra isolana. Un mito anche per me, mi ha insegnato la Costituzione. Scrivono di essere ambientalisti, ma vogliono radere al suolo due pinete e costruire a pochi centimetri da un fiume che un giorno è stato il secondo più grande d'Italia dopo il Po.

Parliamo poi di solidarietà: il giorno dopo l'alluvione alcuni personaggi hanno pensato bene di approfittare della grande confusione esistente per attaccare la diga di Poggio dei Pini, indicata come colpevole di tutti i disastri e addirittura della morte di 4 persone. I residenti di Poggio colpiti dall'alluvione e dal lutto? Egoisti. Ma a cosa serviva quell'attacco? A diventare tutti più poveri e piu miseri.
Queste voci, che forse non sono ancora cessate, oltrechè infondate, hanno creato dissidi e divisione nella intera comunità capoterrese. Un danno ENORME per il tessuto sociale delle comunità che abitano questo territorio e che dovrebbe essere spinto verso la coesione ancor di più dalle persone che hanno responsabilità nell'amministrazione. Era apparso chiaro, abbiamo testimonianze anche nel blog che ad alimentare queste falsità e questa tensione erano personaggi che fanno riferimento proprio alla coalizione di centro sinistra. Alla faccia della solidarietà e dell'armonia sociale! Queste cose, dato che nessuno ha pensato di scusarsi e fare un passo indietro nei confronti di quel grave errore di valutazione, le ho ribadite ai presenti anche nel mio intervento. Tra me e me, comunque, mi sono chiesto, un pò alla Nanni Moretti o se volete alla Giogio Gaber, chi fosse di sinistra tra me e loro.
Amici ( o se volete compagni) del partito Democratico di Capoterra: dite qualcosa di sinistra, ma fatelo anche!

Un intervento particolarmente interessante, dal mio punto di vista, è stato quello di Marco Espa, consigliere regionale e residente a Frutti d'Oro due. La sua casa, per intenderci, è una di quelle investite dalla piena. Marco non è quindi solo un politico presente all'incontro per portare voti al proprio mulino, ma in questo contesto è anche una vittima del disastro. Espa ha affermato, senza mezzi termini che la "diga di Poggio dei Pini ha FRENATO la valanga d'acqua". Queste affermazioni riportano finalmente, anche nelle aule frequentate dal PD, la verità sul ruolo giocato dalla piccola diga e dal relativo invaso: il Mommoti cattivo è tornato ad essere lo specchio d'acqua che ha frenato la potenza del mostro, che salva dagli incendi, che umidifica un territorio a rischio di desertificazione. Peccato che adesso, e chissà per quanto, sia solo una pozzanghera. Il Partito Democratico oggi dice la verità, ma ieri qualche suo esponente propagava la falsità, ne prendiamo atto: meglio tardi che mai.

Marco Espa, come molti politici sin dati tempi di Martin Luther King, ha un sogno. Una "Grande Opera" da 50 milioni di euro che metta in sicurezza l'intero territorio. Dove trovare i soldi? La Regione Sardegna, grazie ai risparmi realizzati nel corso della sua gestione ha ridotto il debito dei sardi, liberando risorse da investire nel territorio. Se l'amministrazione Soru dovesse essere confermata (siamo in campagna elettorale) si potrebbero trovare i fondi necessari per realizzare queste opere. Non si dice, certo, che questo "sogno" dovrà scontrarsi con altre decine e centinaia di sogni e che quindi il territorio attualmente devastato potrebbe restare in questo stato di distruzione e di pericolo chissà sino a quando. Accanto al grande sogno vive difatti il grande incubo. Insomma per il PD ci aspetta un futuro di maggiore salvaguardia ambientale. Si arrabbieranno i costruttori? No perchè l'edilizia avrà un grande impulso dagli interventi mirati al risparmio energetico. Ristrutturazioni, quindi, non nuove case sui torrenti.

Banale, per non dire ridicolo, l'intervento di un consigliere comunale che annunciava, come se fosse chissà quale innovazione, che il comune di Capoterra, che non è ancora dotato neanche di un PUC, in futuro si adeguerà al Piano Paesistico Regionale (PPR). Ma guarda che bella idea, innovativa! La realtà è che DOVRA' ADEGUARSI PER FORZA perche quella è la legge.

Espa ha sottolineato anche la rapidità, da record mondiale, con cui sono stati erogati i contributi. In un mio successivo intervento, ho segnalato ai presenti come questa velocità stridesse con la lentezza con la quale si sta procedendo alla attivazione di un collegamento perlomeno provvisorio tra Pauliara e il resto di Poggio dei Pini. In seguito mi è stato comunicato che il Sindaco ha predisposto l'arrivo di un ponte mobile.

A Capoterra qualcuno si lamenta del fatto che i residenti di Poggio dei Pini non si sentano capoterresi. E' un discorso lungo che affronteremo in un'altra occasione. Certamente l'abbandono, perdipiù nel momento del bisogno, non facilita nessun processo di rinsaldamento dei legami tra le comunità, semmai invece acuisce le divisioni.

Si è parlato di responsabilità e della commissione d'inchiesta che dovrà fare luce su quanto avvenuto. Ci vorranno anni per avere delle sentenze in questo senso.

Dall'esposizione dei due assessori comunali presenti in sala (Veronica Pinna e Raffaella Serra), in particolare da quest'ultima che ha curato dal 2001 al 2005 il delicatissimo assessorato all'Urbanistica, mi sono fatto un'idea generale, del tutto personale. In Italia esiste una catena di competenze e responsabilità che sono regolate da una ridda di norme e leggi. Un garbuglio veramente inestricabile nel quale è difficile operare (ed è stato fatto apposta cosi). Ora noi vorremmo conoscere la vertità ed individuare le colpe e i difetti del sistema. Vorremmo che venissero attuate quelle modifiche che impediscano a queste disgrazie di accadere in futuro (non mi riferisco alle piene ma agli asili sul fiume) e vorremmo che chi ha sbagliato non amministri più il bene pubblico. Individuare un singolo anello nella catena del potere da colpire non penso sia facile, ma soprattutto forse non è neanche giusto. Potremmo anche prendercela con l'assessore comunale che ha firmato un provvedimento, ma il resto della catena? Possiamo anche augurarci che gli assessori che hanno dato il via a quegli interventi urbanistici nel corso degli ultimi 30 anni; di destra o di sinistra, onesti o disonesti, resistano a spinte che provengono dalle stesse istituzioni, da poteri spesso molto forti e, parliamoci chiaro, a volte anche dalle bombe e dalle minacce di morte. Penso invece che sia l'intero sistema ad essere mal concepito, il sistema politico e amministrativo del paese. Solo un cambiamento a livello nazionale e regionale (nel PD ritengono che sia già in atto) potrà far cambiare le cose nell'anello più debole della catena (il Comune). Su questi temi vi invito ad un confronto che sono certo sarà sereno, pur toccando la delicata sfera della politica. Sono ovviamente disponibile ad ospitare in questo blog anche il punto di vista di altri soggetti politici.

3 commenti:

giacomo ha detto...

CIAO, GRAZIE GIORGIO PER LE INFORMAZIONI, SARO' SINTETICO, LA SINISTRA O COENTRO SINISTRA DI CAPOTERRA DEVE ESSERE RIFORMATA SUBITO CON VOLTI NUOVI, QUESTO E' QUELLO CHE PENSO.

CIAO GIACOMO

Anonimo ha detto...

Devo sinceramente affermare di essere rimasto abbastanza deluso dall'incontro di ieri, che sapeva tanto di un rito visto e rivisto decine di volte, con un dibattito praticamente inesistente. Ho trovato interessante l'illustrazione di Raffaella Serra, ma questo blog ha fatto molto meglio con gli interventi della dott.sa Rita Lai, poi tutto il resto noioso. Marco Espa ha confermato il parere diffuso: è una persona seria, non un politicante di professione. Infatti è un tecnico prestato alla politica. Il resto, non i resti, da dimenticare, onde evitare ulteriori polemiche. Mentre tornavo a casa ho ripensato al "Polo di aggregazione della zona di Sant Angelo". Aggregazione? Ma quella non doveva essere la zona artigianale con meccanici, carrozzieri, falegnami, ecc. insomma lavorazioni inquinanti lontane dal paese. Ho pensato appunto che li si aggregherà sicuramente l'inquinamento, in un area che per aggregare davvero si sarebbe potuta utilizare per costruire una piscina, o un'impianto sportivo moderno, oppure una struttura turistica.
Tempo fa ne parlai con il Sindaco (con il quale condivido il medesimo datore di lavoro) al quale riferivo le mie perplessità, in ordine all'impegno di ingenti somme per costruire in quella zona un sistema fognario dove non abita alcuno. Sostenevo che sarebbe stao più corretto indirizzare le stesse risorse per rifare le fogne di Residenza del Poggio, costruite ed approvate da Imprenditori e Tecnici da radiare da tutti gli albi civili. Pensate che i collettori fognari non passano nelle pubbliche strade ma dentro i giardini, con immaginabili inconvenienti nei frequenti e ovvi intasamenti. Dicevo a lui che si aspettano da 20 anni questi lavori, molto più urgenti di Sant Angelo. Come al solito, per chi conosce il personaggio, ottenni una cortese accusa di disfattismo. Descrivo questo episodio per sottolineare l'amina politica del paese. Il cittadino che protesta, seppur civilmente, è quello che disturba, che rema contro, che non collabora. Questo dimostra pure che non è vero che i progetti sono fatti con la collaborazione dei cittadini, i quali spesso o sempre, sono tenuiti distanti dalle discussioni, dalle analisi, figuriamoci poi dalle decisioni. Insomma a me non pare una democrazia di partecipazione e di coinvolgimento, quanto piuttosto di autocompiacimento, siamo bravi e questo è sotto gli occhi di tutti. Un po hobbistica, sicuramente molto meno affaristica del passato, ma sempre scadente e poco incline al rinnovamento, che per essere realizzato concretamente deve prevedere il pensionamento di tutti questi signori, e signore.
Senza offesa per alcuno, ovviamente.

Gianleonardo Corda

giacomo ha detto...

CIAO, L'AREA DI S.ANGELO SI PUO' CHIAMARE PIU' FACILMENTE IN DUE MODI, IL PRIMO E' " UNA CATTEDRALE NEL DESERTO " - IL SECONDO E' , COME ROVINARE UNA BELLISSIMA PIANA CHE POTEVA DIVENTARE UN PARCO, UN CENTRO SPORTIVO O COSE DEL GENERE.

MI SEMBRA CHE CIRCA 15/20 ANNI FA' FOSSE STATA PROPOSTA UNA PISTA EQUESTRE PER SVERNARE I CAVALLI DA CORSA DI MEZZA EUROPA, UN CENTRO MOLTO VICINO ALLA NATURA, SE NON RICORDO MALE ANCHE UN CAMPUS UNIVERSITARIO, I SOLDI LI AVREBBERO MESSI DIRETTAMENTE QUESTI GRUPPI DI FUORI, CAPOTERRA AVREBBE DOVUTO METTERE SOLTANTO I TERRENI, RISULTATO? BOCCIATA.

POI SPEVATE CHE QUELL'AREA ERA TUTTA UN OLIVETO, ERA ENORME E PER TOGLIERLO CIRCA 30 ANNI FA SI UTiLIZZARONO ANCHE LE MINE.

PER TORNARE A NOI DICIAMO CHE E' LA CATTEDRALE NEL DESERTO PER ANTONOMASIA E PENSO CHE MAI PARTIRA', BELLISSIMA INVECE E' LA COSTRUZIONE PRIMI 900 DOVE C'E' UN DEPOSITO DELLE CORRIERE, ABBASTANZA BRUTTO E POCO DIGNITOSO PER UN OPERA DI QUEL GENERE, MA DA QUESTE PARTI NON SIAMO ANCORA ARRIVATI A VALUTARE QUESTE COSE COME NEL RESTO DEL MONDO.

CIAO GIACOMO

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