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lunedì 29 dicembre 2008

Quale sviluppo per Poggio senza lotti?

Analisi di uno sviluppo sostenibile di Poggio in assenza di risorse derivanti dalla vendita di lotti (in quanto esauriti)

Abbiamo visto che chi ha amministrato finora ha sempre ipotizzato di poter utilizzare risorse derivanti dalla vendita di lotti per far fronte alle spese correnti. Nell'imminenza della fine dei lotti disponibili ha provveduto a prolungare la vita della Società, per poterla indebitare, in attesa di ottenere l'edificabilità di altre porzioni di territorio.

A scompaginare i piani del CdA nel frattempo sono accaduti due eventi imprevisti. Il primo, che sarebbe stato prevedibile se solo i nostri amministratori fossero stati più accorti e meno arroganti, è stato la bocciatura del piano da parte della Regione. Il secondo l'evento alluvione.

Il secondo evento, l'alluvione, ha messo in evidenza tutti i limiti di una Società di persone che ha voluto sostituirsi per troppi anni alla Pubblica Amministrazione, senza averne le prerogative, le risorse e le capacità.
Abbiamo visto comunque che la Pubblica Amministrazione non si è sottratta ai propri compiti nel far fronte all'emergenza. Possiamo augurarci, ma più che augurarci potremmo far di tutto per ottenere che, cessata l'emergenza, la gestione e la manutenzione delle opere inerenti i servizi primari venga svolta dagli Enti pubblici di competenza (per non lasciare dubbi intendo: strade-illuminazione-acquedotto-fognature).

A questo punto qualcuno si chiederà, che cosa resta da fare alla Cooperativa? Penso comunque molto.
Senza l'impegno della gestione della rete idrica e delle piccole manutenzioni delle strade gli operai potrebbero essere impegnati nelle manutenzioni dei beni immobili della Società che, a mio parere, sono sempre stati trascurati, qualcuno troppo (vedi esperienza negativa della palestra e della zona sportiva in genere). Continuare l'unico servizio fino ad ora offerto la guardiania (l'altro, l'acquedotto, ha un suo bilancio ed una sua esazione trimestrale a parte). La manutenzione e la valorizzazione del verde pubblico, per consentire una miglior fruizione dello stesso da parte dei soci e forse una più efficace prevenzione contro gli incendi estivi.

Pensate che sia fantascenza? Che sia un'utopia? Io ritengo che occorra solo un cambio di mentalità. Una scelta culturale, la salvaguardia del territorio, così come è stato disegnato fin'ora, con la sua fisionomia atttuale, la sua bellezza contro una deturpante invasione di case collocate in ogni angolo. Fare cioè una scelta ambientalista e rifiutare la scelta immobiliarista.

Quando il presidente parlava ai soci durante l'assemblea convocata nei palloni dei campi da tennis, per aggiornare i soci sui progetti da realizzare con gli introiti dalla vendita dei nuovi lotti, elencava; tot milioni per l'acquedotto, da rifare perchè fatiscente, tot milioni per le fogne, le sezioni dei tubi sono troppo piccole, non smaltiscono adeguatamenete e si intasano, tot milioni per l'adeguamento dell'illuminazione pubblica, tot milioni per le strade ed i parcheggi, etc... etc... Allora una parte dei soci era disposta a barattare il territorio per continuare a far realizzare e gestire queste opere dalla Società. Oggi la situazione è radicalmente cambiata.
Il CdA onestamente dichiara di non essere in grado di eseguire queste opere e si propone di farle eseguire da un ente pubblico. Chiaramente però l'Ente che rifarà l'acquedotto e la rete fognaria li vorrà gestire per ammortizzare i costi sostenuti. Anche il problema strade dovrà essere risolto dal Comune, con fondi che il Comune stesso sa come e dove reperire, in quanto proprietario delle stesse per usucapione così come è proprietario dell'impianto di illuminazione pubblica, anche se non è ancora stata formalizzata la cessione.

Fatte queste valutazioni, a cosa servirebbe tutto il denaro derivante dalla ipotetica vendita di ipotetici lotti dopo una ipotetica approvazione di una variante al piano di lottizzazione del 1967?

Proviamo a fare una scelta sostenibile? Proviamo a ipotizzare una gestione della Cooperativa e dei suoi beni con metodi diversi da come è stato fatto fino al 22 ottobre 2008 ? Magari utilizzando unicamente le risorse derivanti dalle locazioni dei suoi immobili, dalla gestione dei servizi e dal contributo mensile dei soci che "... omissis ... deve rappresentare un onere di modesto rilievo" (art. 11 Statuto). Magari anche ipotizzando delle economie nella gestione.

Con i migliori auguri per il nuovo anno ma anche per le eventuali scelte che saremo chiamati a fare, saluto tutti cordialmente.


Silvio Ceccarelli

6 commenti:

Giorgio Plazzotta ha detto...

Silvio l'argomento che affronti è serio. Molti lettori avranno notato che questi temi vengono trattati a Poggio come un vero e proprio TABOO. Nessuno ne parla: perche non esistono oppure perchè è meglio lavorare in silenzio per estrarre al momento opportuno i conigli dal cappello a cilindro?
Magari lo si vorrà fare qualche minuto prima di votare per l'elezione del nuovo CdA, cosicchè i soci non abbiano tempo e modo di informarsi correttmente.
L'ho già fatto notare in precedenza. La cooperativa non parla di fogne, reti idriche, gestione futura? Quello che accade all'interno del CdA noi soci lo apprendiamo dall'Unione Sarda. E' paradossale.
Non credo proprio che questo silenzio sia casuale. Penso proprio che abbia ragione chi si chiede "cosa bolle in pentola".

giacomo ha detto...

ARGOMENTI DI MERDA...ops cacca.

Ciao volevo dire una cosa che riguarda le fogne , le sezioni dei tubi e le sezioni del cervello di alcuni creano ormai dei dubbi diffusi.

Allora le sezioni dei tubi fognari ( quelle rimaste ) erano adatte, il problema è che c'è ancora molta gente ( non grandi cagatori ma bensì grandi stronzi ) che collegano i tubi delle acque piovane dei tetti alle fogne, quindi questo è il problema.

Le fogne scoppiano quando piove e non quando tutti vanno alla toilette a meno che non ci vadano tutti assieme quando piove, quindi mi sembra ovvio che la causa sia accertata e matematicamente provata, chi continua a dire altre cose o ci fa o ci è, ci è cosa? non si sa, ma a proposito della prima opzione è ormai sicuro che il pianeta è pieno di stronzi ( fonte ansa ).

Per quanto riguarda cosa bolle in pentola giustamente chiesto da Giorgio, la risposta è in una delle parole del mio argomento appena affrontato, meglio cotta che cruda.



Ciao Giacomo

Piergiorgio ha detto...

Il problema e proprio questo "cosa bolle in pentola". Finora l'economia di poggio era basata sulla vendita dei lotti.
Finiti i lotti finiti i soldi.

Dove sono finiti, non mi sembra molto economia, le strade sono malconce, la rete idrica è un colabrodo (tutto questo anche senza l'alluvione), e possibile che con i soldi della vendita di tutti i lotti non si sia riusciti ad accantonare qualcosa?

Secondo me amministrare non significa solo spendere, tanto c'è la terra da vendere, significa anche risparmiare.

Silvio a perfettamente ragione bisogna "reinventare" poggio senza l'apporto monetario derivante dalla vendita dei lotti. Certamente questa opzione è molto più difficile da portare avanti, è sicuramente più facile fare e vendere lotti.

A proposito di lotti, chi viene a Poggio a comprare un lotto a pochi metri da un ripetitore?
Come fa la stessa persona a concedere l'uso di un lotto per l'istallazione permanente di un antenna e poi prevedere lotti tutto attorno(vedi progetto variante)?
Mi ripeto a chi vorrà venderli, o sarà costretto a svenderli?

Anonimo ha detto...

Ciao Piergiorgio,

a proposito di ripetitore, almeno Tu hai avuto notizie o delucidazioni da Luca Madeddu noto Liucca riguardo l'antenna.
2 giorni fà con la sua solita spavalderia al Bar di Poggio alla mia domanda " allora le antenne ? " mi ha risposto con un certo imbarazzo " come sempre non vi fatte gli affari Vostri " ( stessa risposta data per la strada abusiva del presidente ).
Alla seguente domanda sulle rotatorie ( dove Liucca era portatore di interssi ) ugualmente ha fatto finta di non capire.............
Ma non è più semplice assumersi le responsabilità per quello che si dice e ammettere gli eventuali errori?


Ciao
Claudio Magi

Giorgio Plazzotta ha detto...

scusate ma veramente queste continue schermaglie non penso che interessino a nessuno.
Chi vuole scrive quando gli pare e dice quello che gli pare.
Cerchiamo di concentrarci sui contenuti.

Stefano Fratta ha detto...

Sono d'accordo con l'analisi di Silvio Ceccarelli e con le sue conclusioni.
Temo però che un argomento che verrà tirato fuori dai lottizzatori a tutti i costi sarà lo spauracchio del fallimento della Coop, rischio a fronte del quale ci si vuole convincere che è meglio lottizare il lottizabile e magari il non proprio lottizzabile, ma siìì...
Molto di quanto fatto e detto -tra le righe o apertamente- dall'attuale C.di Amministrazione e dai suoi portavoce tendeva e tende a radicare questa convinzione tra i soci.
Vorrei osservare alcune cose: se la coop è a rischio di fallimento o di dissesto finanziario, come si giusticano molte delle spese fatte in via straordinaria e ordinaria? Se la coop è arrivata a questo punto quali sono le responsabilità in capo agli amministratori passati e presenti?
Quali garanzie ci sono, viste le premesse, che non si debba ripresentare lo stesso problema una volta esaurita la "vena aurifera" della miniera-Poggio con relativa rilottizzazione ulteriore?
Ancora: questo è il momento -che durerà anni- in cui vendere qulunque lotto significherà svenderlo -risultato dei danni anche di immagine prodotti dalla aluuvione- almeno sino a quando la nuova 195 non avrà ridisegnato la viabilità da e per Cagliari e sino a quando l'assetto idrogeologico di Capoterra non sarà stato risistemato. Quali garanzie ci sono, con operazioni simili, a fronte di possibili accaparratori al ribasso e cementificatori al rialzo?
Io credo assolutamente necessario perciò imprimere una svolta decisa a tutto il sistema della coop. partendo dalla compatibilità ambientale di qualunque intervento e riportare il regime di entrate e spese della coop al suo flusso naturale con le quote dei soci, gli introiti delle locazioni e con servizi ai soci da creare e rafforzare.Per essere più chiaro: meglio nessun nuovo lotto, ma se vendere qulche lotto dovesse essere indispensabile per motivi di cassa NESSUN LOTTO IN PINETA, NESSUN LOTTO SUL LAGO, NESSUN LOTTO A SATURARE L'AREA DELL'EX GRUSAP e le aree verdi.
E' necessaria una svolta ambientalista, in linea con i motivi che ci hanno spinto -parlo per me ma credo anche per molti altri- a scegliere Poggio dei Pini per vivere e per far crescere le nostre famiglie.
Stefano

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