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sabato 13 dicembre 2008

Dove nasce il Rio S. Girolamo

Noi che abitiamo qui, lo conosciamo il nostro territorio? Questo Rio S. Girolamo, di cui tanto si parla, prima sembrava che neanche esistesse, tanto che gli uomini di oggi (anzi i politici, razza umana spesso degradata) hanno pensato bene di costruire case (non le proprie of course) e addirittura gli asili in cui far crescere i bambini a 10 metri dal suo alveo addormentato. Gli uomini di ieri, invece, conoscevano la terra e la natura molto meglio di noi.

Non tutti i residenti conoscono bene il territorio che circonda le loro case di Poggio dei Pini, Frutti d'Oro o Capoterra. I cacciatori, abbondanti dalle nostre parti, lo conoscono come le loro tasche e, a parte poche eccezioni, sono abituati a rispettarlo. Molti dei nuovi residenti, in particolare nelle lottizzazioni di recente costruzione, lo conoscono superficialmente. Non se ne facciano una colpa, ho l'impressione che anche il primo cittadino del nostro comune ne abbia una conoscenza approssimativa (vedi articolo).


La mappa che vi mostro è basata sul DTM (Modello Digitale del Terreno). Questo tipo di rappresentazione cartografica mette in particolare evidenza l'orografia e l'idrografia del territorio. E' particolarmente utile per conoscere la conformazione delle montagne e delle valli nelle quali scorrono i rii che, trascurati per decenni, si trovano oggi sotto i riflettori. Riflettori ideali, quelli dell'interesse pubblico e dei mass media. Purtroppo reali sono quelli che illuminano a giorno la diga del laghetto di Poggio dei Pini.

Torniamo sulla mappa e concentriamoci, oggi, sulla zona in cui nasce il Rio S. Girolamo, contrassegnata con 1. Notiamo che l'alta valle del S. Girolamo segue un percorso da sud a nord per poi voltare decisamente verso est nei pressi della vecchia stazioncina mineraria che è stata quasi completamente distrutta dall'alluvione del 22 ottobre.



Il sentiero dissestato, sullo sfondo l'arco montano de Is Sennoras


L'alta Valle del Rio S. Girolamo à uno spettacolo naturale che si trova a pochi passi da Cagliari ed è praticamente dietro casa nostra. Fa parte del più ampio compendio montano del cosiddetto Parco del Sulcis, un parco mai nato nella realtà, ma ricco di meraviglie naturalistiche.
Come si può ben notare da questa immagine la valle è un anfiteatro naturale a cui si accede dalla strada che dall'Hydrocontrol porta verso la chiesetta di S. Girolamo. Chi non è dotato di fuoristrada può lasciare la macchina presso il ponticello (punto 2) e proseguire a piedi.
Prima dell'alluvione si aveva la possibilità di giungere al punto 1 percorrendo una carrareccia che costeggiava il fiume oppure una seconda via (linea gialla) che seguiva un percorso più elevato, attraversando il costone denominato Gennaeraboni. Oggi esiste solo questa seconda possibilità anche se nulla vieta di camminare, seppur con qualche difficoltà, sul letto del fiume che ha travolto ogni cosa nel suo vorticoso passaggio.


Poco prima del punto 1 si trova un ovile di capre e, giunti sul greto, una cascatella deliziosa.

Osserviamo la parte alta della valle e il suo anfiteatro montuoso. Alla nostra destra abbiamo la cresta formata rispettivamente da S'Arcu de Is Sennoras, Pta Su Aingiu Mannu e S'Arcu Su Linnarbu e Pta Is Postas (m. 612, punto 5). Si tratta, a mio avviso, di uno degli scorci più belli i tutto il comprensorio, sia per i colori che per le forme delle rocce; degno di essere annoverato tra i Monumenti Naturali protetti. Per ora si protegge da solo grazie all'asperità del terreno che lo rende difficilmente accessibile. Alla nostra sinistra abbiamo invece il M. S. Barbara che siamo soliti osservare dall'altro versante, quello esposto ad est, al di sopra Poggio dei Pini.

Formazioni rocciose nel versante occidentale del M. S. Barbara

L'alta Valla del Rio S. Girolamo non è isolata, ma comunica con il resto del comprensorio montano attraverso due passi: S'Arcu S'Antoni (punto 4) e S'Arcu S'Olioni (punto 3). Ovviamente si sta parlando di attraversamenti disponbili solo per i camminatori. Il bivio per S'arcu S'Antoni parte da una radura che si trova proprio nei pressi della piccola cascatella che ho utilizzato come punto di riferimento segnalandola con il punto 1.

Arcu S. Antoni (al centro) e M. Conchioru ( a sinistra).

S'Arcu S. Antoni consente di giungere dall'altra parte del crinale dove si trova la Miniera di S. Leone o di percorrere il crinale stesso in direzione nord, sino a giungere nella zona di Is Olias (Comunità Montana). E' un percorso molto lungo ma veramente stupendo anche per la possibilità di ammirare sia il paesaggio che si apre ad Est (la valle, S. Barbara, Poggio e il mare) che quello rivolto ad Ovest (San Leone, Gutturu Mannu, M. Lattias, M. Arcosu).


Proprio nella confluenza tra il Rio S. Girolamo e s'Arriu de sa Figu era stato costruito un capanno per gli spuntini dei cacciatori che è stato completamente demolito dalla piena (già ricostruito poco più in là)


Proseguendo invece lungo il ruscello mi avvio verso le "sorgenti del S. Girolamo". In realtà non esiste nessuna sorgente ma semplicemente il rio si forma dal confluire di alcuni impluvi montani molto scoscesi, in quello che viene denominato Canale Bacchialinu. Oltre la cascatella (punto 1) il sentiero è andato completamente distrutto per alcune centinaia di metri e si cammina a stento tra un masso e l'altro. Più avanti si riprende a camminare più agevolmente percorrendo il lato ovest dell'alveo.

Bacchialinu. La vegetazione piegata dalla forza della piena

Bisogna fare attenzione a quello che una volta era un guado, da cui di diparte, in direzione est, il sentiero che va verso il passo. Adesso il guado è un disastro e si rischia di sbagliare strada, proseguendo diritti. Il sentiero per S'Olioni bisogna cercarlo tra i massi. Dopo questa prima difficoltà il percorso ritorna ad essere semplice e sicuro. Il sentiero infatti abbandona il corso del fiume per inoltrarsi in una fitta boscaglia molto suggestiva. Salendo si incontrano alcune strutture murarie, che ricordano come questi territori oggi impervi e disabitati furono utilizzati dai nostri antenati per ottenere legno, carbone, minerali, cibo.

M. Conchioru (m. 740) Il Rio S. Girolamo nasce qui

Si giunge a S'Arcu S'Olioni (m. 521). Volendo proseguire si raggiungerebbe la carrareccia della forestale che attraversa tutto il Parco del Sulcis collegando S'Ena 'e sa Craba con Is Cannoneris-Pta Sebera, molti km più sud verso Teulada. Salendo verso il passo il sentiero attraversa una zona boscata molto fitta.
Subito al di là di s'Arcu S'Olioni, nella discesa che porta a S'Arcu Varzia si trovano numerose tracce dell'attività dei carbonai.
Volendo si può anche seguire una lungo itinerario che attraversa entrambi i passi, piuttosto impegnativo in termini di tempo e fatica.

2 commenti:

matteo ha detto...

ciao giorgio,
ho l'impressione che nella cartina che accompagna l'articolo siano stati invertiti i contrassegni 3 e 4 relativi agli archi di s'antoni e s'olioni

matteo

Giorgio Plazzotta ha detto...

si grazie. ho corretto il testo.

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