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martedì 2 dicembre 2008

Quel ponte che mi separa da mia suocera

Abito a Poggio dei Pini nel rione di Sa Birdiera, di qua dal ponte sul Rio S. Girolamo. Mia suocera Elena abita invece nel rione Pauliara, al di la del ponte crollato il 22 ottobre.

Sebbene la distanza che ci separa sia limitata a meno di un chilometro (2 soli minuti in macchina), da quel giorno io e mia suocera siamo distanti anni luce. Per incontrarci dobbiamo infatti percorrere 7 km di strada all'andata e altrettanti al ritorno. Per questo motivo da allora la mia vita è un inferno. La mia amata suocera quasi non viene più a trovarmi!

E poi vi immaginate se dovesse succerderle qualcosa? Come farei ad accorrere prontamente?
Per favore aiutatemi, ripristinate la strada al più presto!

Dato che da oltre un mese nessuno si preoccupa di ripristinare il collegamento con Pauliara, provo anche io la carta dell'emozione, chissà che non serva a qualcosa.

33 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile signora, capisco il suo disagio. Anche io vorrei provare la carta dell'emozione. Inizio precisando che abito a Residenza del Poggio, dunque non avrei voce in capitolo sulle sorti del ponte, tantomeno su tutti gli altri lavori non ancora realizzati. I giorni successivi al disastro pensavo che tutto si sarebbe risolto in poco tempo, con piste provvisorie, così come è stato fatto nella zona delle piscine, dunque non trovai difficoltà a spiegare ai miei due piccoli che avrebbero dovuto pazientare un pochino. Si lamentavano di non poter più andare nella zona sportiva, cioè in quello che era rimasto della zona sportiva. Ragionavo con loro sulle difficoltà di un pronto ripristino, ma come saprà, i bambini sono mlto più pratici degli adulti, e sebbene fossero davvero sconvolti dall'accaduto con la loro semplicità mi facevano notare che con qualche ruspa e tanta buona volontà tutto si sarebbe risolto in poco tempo. I bambini ci osservano dalla loro dimensione, ma sanno che gli "adulti" sono in grado di rimettere tutto a posto. Ecco, nonostante il calendario scandisse lo scorrere del tempo, nulla purtroppo è cambiato, così'ancora oggi non possono fare quello che a loro parrebbe un diritto, cioè andare in bicicletta verso i campi sportivi. Ho spiegato loro che le cose da fare erano tantissime, l'acqua,le fogne, i telefoni, la luce, ma loro mi hanno fatto osservare che con solo tanta, tantissima buona volonta e pochissimi mezzi a disposizione, un gruppo di "pazzi incoscienti" era riuscito in poco tempo a rimettere in piedi il Club House, i campi da tennis, e quello che rimaneva dell'amato campo di calcio. Non voglio, ne mi permetterei, indirizzare critiche o lamentele, quello che mi preme però è far sapere a chi dovrebbe agire che spesso, troppo spesso, le esigenze di questi piccoli cittadini vengono dimenticate. Ovviamente ho trovato la soluzione, identica alla sua, porto i bambini in auto, con buona pace del risparmio energetico e dell'inquinamento, anche io faccio 15 km, andata e ritorno, mentre penso che fino al 21 ottobre i miei e tutti gli altri, arrivavano e giravano liberamente in bicicletta, centauri idioti permettendo, perchè tutti noi li abbiamo educati all'uso intelligente dell'ambiente che ben si concilia con un sano divertimento.

Gianleonardo Corda

Rita ha detto...

Vorrei far presente che la raccolta di firme per il ripristino della strada per Pauliara è iniziata e finita nel giro di tre giorni, nel senso che la petizione secondo quanto riportava ieri l'Unione Sarda è stata inviata con 400 firme, senza che peraltro molti degli abitanti di Pauliara ne sapessero nulla e abbiano potuto firmarla.
A Pulara abitano molti bambini che si devono recare alle scuole materna, elementare e media e poi ci sono (c'erano?) tantissimi frequentatori della zona sportiva.
Visto quanto segnalato dal Sig. Corda sarebbe stato più efficace se fossero stati coinvolti nella raccolta delle firme anche tutti coloro i quali devono recarsi negli impianti. Mio figlio frequenta la palestra di basket con altri 70-80 bambini, avremmo potuto far firmare tutti i genitori che non abitano solo a Poggio ma anche a Capoterra, Frutti d'Oro, Torre degli Ulivi e Residenza del Poggio, e perchè no? ... anche i bambini stessi.
Inoltre ci sono tante persone adulte e ragazzi che frequentano la palestra di fitness dietro la palestra di basket, che abitano in vari quartieri dall'altra parte di Pauliara, anche loro non sono stati informati.
Insomma se avessimo aspettato qualche giorno forse le firme sarebbero state 1000 o anche di più e l'azione sarebbe potuta essere molto più incisiva.
Chiedo quindi se per caso sia ancora possibile raccogliere altre firme e chi se ne stia occupando, oltre all'edicola e alla Pizzeria, che tra l'altro sono dall'altra parte di Pauliara.
Proporrei che chi organizza queste petizioni ci faccia sapere delle iniziative perchè ci saremmo organizzati per tempo e avremmo potuto raccogliere molte più adesioni.
Grazie Rita Lai

giacomo ha detto...

Ciao per le strade di unione provvisorie ho pensato a due soluzioni, la prima è quella di rendere emerso l'attraversamento ai campi, con una piccola massicciata che non ostacoli il deflusso dell'acqua che è pochissima a seguire una sistemata della strada bianca che poi riporta alla strada che va verso Poggio, la seconda è quella di fare un sentiero pedonale nel lago piccolo che tra le altre cose lo avevamo gia fatto ma che è stato distrutto dalle ruspe, sarebbero provvisori ma efficaci almeno in parte.

Oggi poi mi è capitato di riportare un'anatra al lago grande, vi ringrazia tutti ( quelli del blog ) dalla contentezza si è anche scagazzata, quest'ultima azione era indirizzata a coloro che hanno trovato nelle anatre il capro espiatorio.....ao!! mi ha detto così..non ci posso far nulla.

ciao Giacomo

Piergiorgio ha detto...

Stassera sono pasato al bar per firmare ma mi è stato detto che hanno consegnato i fogli con le firme, più di 1000(mille), questa mattina.
Mi spiace non aver potuto firmare.
La cooperativa cosa sta facendo?

Anonimo ha detto...

44/mo giorno, la ricostruzione.

Con questa sigla vorrei individuare una sorta di bollettino quotidiano da tenere costantemente aggiornato, sulla falsa riga del CIS viaggiare informati.

Un post dedicato alle situazioni oggettive, da segnalare in estrema sintesi tipo:
- grossa buca al centro della strada 248,
- lampioni spenti in tutta la 112,
- macchina (Alfa Romeo) abbandonata da più di un anno in zona sportiva crea pericolo perché spostata dall’alluvione (n.b. questa è una comunicazione vera),
- incrocio strade 33-66 e 99: cunette molto pericolose, mantenersi al centro della carreggiata,
- nella 321 l’asfalto ha ceduto etc. etc.

A fare le segnalazioni, così come l’eventuale ripristino della normalità, dovremmo essere noi, rilevandole in occasione dei nostri passaggi e spostamenti da, per, entro Poggio.

In tal modo vorrei arrivare a costruire una indispensabile informativa, utile anche a misurare la progressione dei lavori e la tempestività degli interventi.

Dobbiamo capire come e quanto sta camminando la macchina che dovrebbe portarci fuori da questa situazione.

Cosa ne pensate ?

Maurizio Cadone

p.s.

Molto simpatico l’intervento sulla suocera.

Anonimo ha detto...

Gentile dott.ssa Lai,
sono dispiaciuta che non sia riuscita a firmare la petizione, che è rimasta a disposizione della popolazione da venerdi mattina scorso a martedi pomeriggio. La raccolta è stata effettuata presso la Chiesa, il Supermercato, l'edicola, il bar La Terrazza, diversi negozi di Capoterra, i Gabbiani e la Club House, proprio per coloro che non potevano spostarsi da Pauliara, dove qualcuno si è anche fatto carico di passare casa per casa (almeno in alcune strade).
Sabato mattina abbiamo parlato con un giornalista dell'Unione Sarda perché pubblicizzasse l'inizativa, ma purtroppo l'articolo non è uscito prima di martedì, con un dato parziale sulla raccolta. Le firme protocollate presso le 10 amministrazioni che abbiamo pensato potessero essere competenti (anche in base ai suggerimenti ricevuti) sono state 1170. Sarebbero potute essere di più, ma siamo stati separati da Pauliara abbastanza a lungo, e ci è sembrato opportuno - anche a fronte del discreto numero di firme raccolto - cercare di velocizzare il tutto.
Oltre a contattare l'Unione Sarda, ho personalmente pubblicato su Facebook l'evento, mandando l'invito a partecipare a Giorgio, il quale però non ha pubblicizzato l'iniziativa come speravo: di fatto molti utenti del blog hanno firmato, quindi penso che il passaparola abbia funzionato almeno in parte.
Sono contenta che sia disponibile per aderire alla protesta: la aspettiamo nel caso si rendesse necessaria una manifestazione più incisiva perché la petizione è stata ignorata.
Stiamo tenendo informata la popolazione sugli sviluppi mediante locandine affisse presso i punti in cui si sono raccolte le firme.
Ci scusiamo se l'organizzazione non è stata perfetta e accettiamo suggerimenti.
Cordiali saluti
Silvia Scalas

Giorgio Plazzotta ha detto...

Silvia, ho dei limiti. Mi auguro che chi porta avanti una iniziativa scriva un commento direttamente qui con i dati e le informazioni corrette oppure mi mandi una mail che avrei pubblicato come articolo.
Spero di fare abbastanza con questo blog ma per la lettura del pensiero non sono ancora attrezzato. Vedrai che andrà ancora meglio la prossima volta 1200 forme sono comunque molte. Bravi.

Anonimo ha detto...

Caro Giorgio,
un paio di settimane fa ti avevo mandato una mail all'indirizzo indicato sul blog chiedendoti collaborazione per organizzare un'iniziativa di qualche tipo per farci sentire, ma non ho avuto risposta. Magari non ti è arrivata... Non mi è sembrato educato però pubblicare direttamente la cosa sul blog perché - passami l'espressione - "non è casa mia".
E' il motivo per cui ti ho mandato la notizia tramite facebook, sperando che appoggiassi la cosa. Non si trattava poi così tanto di "lettura del pensiero"...
Spero che ci saranno in futuro meno fraintendimenti e un tantino più della collaborazione tanto invocata, perché ne abbiamo bisogno un po' tutti quanti.
Silvia Scalas

Giorgio Plazzotta ha detto...

C'è solo una cosa in cui vorrei correggerti, se posso.
QUESTO BLOG E' CASA TUA.

Mi sembra di evere dimostrato sempre una apertura totale verso tutti. Chiedo solo di aiutarmi ad aiutarvi preparandomi le cose da pubblicare perche non posso fare il blogger professionista.

giacomo ha detto...

Ciao, mi sembra che qui si stia facendo un pò di caos a fronte di una cosettina comunque andata bene, 1170 firme sono moltissime, il problema che strade non ne fanno per adesso per i motivi che ho gia citato precedentemente , quindi il problema rimane, le uniche cose che si possono fare sono quelle che ho scritto prima.

Con la diga in queste condizioni non pensoc che faranno delle strade sotto di essa, questo è quello che penso.

Ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Ciao Silvia, secondo me avresti potuto metterla qui direttamente senza tanti problemi, anzi la prossima volta se hai idee o suggerimenti mettile pure qui, fanno tutti così e non vedo motivo per escludere i tuoi interventi.

MA se non ricordo male qualcuno non l'aveva detto qui anche nel blog??...boh non ricordo.

ciao Giacomo

giacomo ha detto...

DICEVO PER LA RACCOLTA FIRME

Anonimo ha detto...

ho trovato questa risposta per Rita su capoterra.net
Luca Madeddu
Gentilissima Dottoressa Rita Lai
Facendo seguito alla sua recente nota pubblicata sul sito Capoterra.net, peraltro assai esaustiva, intendo dare un mio contributo critico e puntualizzare alcuni aspetti. Intanto credo che esprimere un’ opinione sia e debba essere una prerogativa di ogni uomo libero, ogni idea o pensiero merita rispetto a prescindere dallo status sociale e dalla posizione lavorativa di chi lo esprime. Siano essi psicologi, analisti chimici, meccanici, casalinghe. Potrei, credo, non sfigurare in un dibattito tecnico, ma essendo un politico per hobby (non vivo di politica come nessuno dei miei colleghi del Consiglio Comunale e della Giunta) preferisco confrontarmi nel mio nuovo ruolo di amministratore pubblico. All’indomani dell’alluvione ho sostenuto e ribadito che è fondamentale salvare il lago di Poggio garantendo prioritariamente la sicurezza delle popolazioni a valle. Non possiamo permetterci un secondo 22 ottobre. Non faccio mistero alcuno nel condividere idee e ragionamenti del Presidente Renato Soru. Idee esternate sabato 29 Novembre durante l’incontro pubblico di Frutti d’Oro. Assistito dal responsabile del distretto Idrografico della Sardegna, l’ing. Silvano, ha ribadito un concetto importante: il destino del lago e la sicurezza idrogelogica del bacino del Rio S. Girolamo saranno valutati da una commissione di massimi esperti e la sicurezza delle persone sarà posta davanti a ogni altra esigenza. So che alcuni “poggini” hanno invece storto il naso di fronte alle parole del governatore e non hanno apprezzato la sua analisi sulla sicurezza del lago. Infatti le polemiche non sono tardate a farsi sentire. Sul Blogspot Poggio dopo poche ore veniva pubblicata la cronaca dell’incontro. Riporto in grassetto alcuni passi. Soru parlava a Frutti d'Oro e ha quindi pensato ai circa 5000 elettori delle frazioni litoranee potenzialmente colpiti dalla sindrome de Su Vajonti. Ha pertanto rassicurato chi sogna la demolizione della diga e ha trascurato chi vorrebbero il piccolo laghetto collinare. E di seguito a chi reclamava una diga sicura. Queste persone, che paventano i timori di restare vittime di un nuovo Vajont (Su Vajonti), non hanno alcuna conoscenza idrogeologica: sono psicologi, analisti chimici, meccanici, casalinghe. Chi conosce bene Soru e a Poggio dei Pini sono in tanti, sa che il Presidente non è un populista a caccia di consensi. Al contrario, col suo modo di governare, contrassegnato da scelte coraggiose e impopolari, si attira anche ondate di antipatie e dissensi. A mio avviso si muove per il bene del popolo sardo a prescindere dal consenso, come quando dichiara guerra alla Tirrenia. Crea forse consenso smantellare il ‘carrozzone della formazione’? Crea consenso la cosiddetta ‘legge salva coste’? Oppure dismettere 800 auto blu’ ferme bollate e assicurate nell’autoparco della Regione, o toccare gli interessi miliardari della sanità privata. E via elencando. Chiusa la parentesi ‘politica’ entriamo adesso nel vivo dei discorso idrogeologico. La brillante presentazione della Dottoressa Rita Lai, arricchita da grafici e schemi esaustivi, non mi trova d’accordo su alcuni punti che riporto evidenziati in grassetto.

Osserviamo questa immagine tratta dal PAI (Piano dell’Assetto idrogeologico) del Comune di Capoterra, che tra l’altro è pure sbagliato e sottostima l’area a strisce

Il PAI ‘sbagliato’ non è stato commissionato dal Comune di Capoterra ma dalla Regione Sardegna nel 2004. Non è stato redatto da politici, ma da un pool di tecnici e geologi. La lottizzazione Rio S.Girolamo è stata considerata a rischio minimo (si parlava di ‘possibili minime esondazioni’). Chieda dunque spiegazioni ai suoi illustrissimi e strapagati colleghi.

Altro punto dell’ analisi che impone una riflessione. Si può permettere di costruire una città dentro il letto naturale di un fiume? Sapete che esiste una legge del 1974 (L. 64/74) che impone la redazione di una relazione geologica e geotecnica?

Giustissimo, per ottenere la mia sospirata Concessione Edilizia nella Lottizzazione Convenzionata Rio S. Girolamo, ho dovuto presentare due relazioni, la geotecnica e la geologica. Il geologo chiaramente si è rifatto al PAI ed ha espresso nulla osta. Ho dovuto sborsare 350 euro per ogni relazione e mi sono anche alterato con i poveri funzionari del Comune (tra i pochi in Sardegna) che per legge l’hanno pretesa. Il mio progetto è stato esaminato con esito positivo dalla Commissione Edilizia del Comune di Capoterra che al suo interno prevede la figura del geologo… Vado avanti con le altre considerazioni

Un’altra legge del 1985 (Legge Galasso) imponeva una distanza minima di 150 m dalle sponde dei corsi d’acqua per la realizzazione di manufatti ed abitazioni. Come mai a Capoterra non l’hanno mai applicata? Sa quanto dista la scuola materna dal Rio S.Girolamo?

Premetto che non condivido l’ubicazione della scuola materna, peraltro sorta in un’area di cessione che il progettista della Lottizzazione ha destinato ad aree per l’istruzione. La legge Galasso si applica facendo riferimento a una nota esplicativa della Regione che chiarisce quali sono i corsi d’acqua (fiumi) che devono rispettare il vincolo dei 150 m. A Capoterra l’unico corso d’acqua soggetto al vincolo dei 150 m è il Rio S. Lucia. Concludo osservando che si continua a sostenere e far credere che i politici abbiano la facoltà di rilasciare concessioni o autorizzazioni tralasciando un passaggio fondamentale. La riforma degli Enti Locali ha sancito la distinzione dei ruoli tra politico e funzionario tecnico. E’ dagli anni ‘90 che l’Assessore non firma la licenza edilizia. La legge indica un responsabile del procedimento nella figura del dirigente. Non voglio scaricare su altri eventuali responsabilità. Penso solo che questa tragedia debba far riflettere e sia fondamentale cercare in tutti i modi di comprendere i punti deboli di una procedura che non ha funzionato e che ha consentito lo scempio dell’ edificazione di un quartiere in un’area che, adesso tutti lo sappiamo, é a rischio.

Giacomo Mallus
Consigliere Comunale

francomagi ha detto...

Per Silvia Scalas,
potete inviare a Giorgio per la pubblicazione il testo della petizione, peraltro condivisibilissima ed utile?
I lettori che non avessero fatto in tempo a firmare potranno così "aderire" on line.
Ciao

Franco Magi

Giorgio Plazzotta ha detto...

Si è vero Giacomo, si tratta di una piccola sbavatura.
Confesso però di essere un pò dispiaciuto della titubanza che mi sembra cogliere nelle parole di Silvia. Quasi come se ci fosse uno steccato intorno al blog, un campanello da suonare, e non una porta sempre aperta.
Scusa se prendo spunto da questo per fare un discorso più ampio che non ti riguarda personalmente.

Questo blog è nato e vive da oltre 1 anno nel segno della massima trasparenza. Ho pubblicato tutto ciò che mi è stato inviato anche quendo non lo condividevo ed addirittura accuse (pesanti) nei miei stessi confronti.

Anche se "dividerci in gruppi" fa probabilmente parte del nostro modo di essere "umani" ed è utopistico immaginare una comunità di 2000 persone unite in tutto e per tutto, dovremmo prendere atto del fatto che l'unità e la collaborazione possono portare a dei risultati positivi mentre le diatribe e le lotte dannaggiano l'intera comunità.
Dirò di più, noi tutti sappiamo che Poggio dei Pini è un luogo speciale e questo acuisce i nostri timori odierni in relazione a quello che è successo, che sta accadendo e che accadrà in futuro. Poggio non è speciale per volontà divina, ma solo perchè gli uomini che hanno gestito questo territorio sin da prima della fondazione lo hanno curato in modo particolare e qui cito inanzitutto la Cooperativa ma anche tutte le associazioni di volontariato (Grusap, Biblioteca, Gruppo sportivo, associazioni religiose etc.) e anche i singoli poggini che hanno dimostrato un grande rispetto e amore per il luogo in cui vivono. Mi sembra evidente che ciò non accade ovunque.. anzi.
E' proprio il "cooperare" di queste persone che ha offerto a questo territorio quel qualcosa in più che innegabilmente ha.
Non è ancora chiaro quanto di quello che avevamo sia stato portato via da questa alluvione. Sono certo però di una cosa, uniti lo ricostruiremo, uniti potremo arricchire la qualità del luogo in cui viviamo.
Divisi invece perderemo e ci trasformeremo in una frazione urbana qualsiasi.
Il mio è un'invito all'unità, cerchiamo di abbattere i muretti a secco che esistono e di non crearne dei nuovi.
Guardate non so come finirà a storia della diga, non era uno scherzo quando ho parlato del grande prato. Quello che volevo comunicare è che di fronte anche a una grave perdita bisogna reagire costruendo.
Voglio che sia chiaro che questo Blog non ha muri di recinzione. E' uno strumento di comunicazione punto e basta. Duemila persone non possono avere tutte la medesima opinione. Ci si può chiudere a riccio nel proprio gruppetto oppure decidere di confrontarsi, chiarire, giungere a compromessi o magari cambiare anche idea grazie a una maggiore informazione o condivisione. Lowell disse molto argutamente che "sono i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione".
Molte altre persone non hanno ritenuto opportuno aderire a questa possibilità di confronto e di partecipazione, ovviamente chi decide di rinchiudersi dietro un muretto a secco è libero di farlo. Se, però, queste persone hanno un ruolo di responsabilità nella gestione del bene comune o di iniziative che potrebbero portare benefici collettivi, dobbiamo essere conscli che queste decisioni vanno poi a ricadere negativamente sull'intera comunità.

Anonimo ha detto...

Messe da parte le questioni relative ai fraintendimenti, accolgo il tuo invito e faccio come se fossi a casa mia, aggiornando i lettori della situazione della petizione.
Le quasi 1200 firme sono state consegnate da me e da Gisa presso: Presidente della Cooperativa, Comune di Capoterra (Sindaco, Ass.re LLPP e Ass.re all'Ambiente), Prefetto, Protezione Civile Regionale e Provinciale, Genio Civile, Presidente della Provincia, Ass.re Regionale LLPP,Presidente Consiglio Regionale e Commissario Emergenza (Soru).
Stamattina ho ricevuto una chiamata "ufficiosa" dal dirigente Della Protezione Civile della Provincia, il quale mi spiegava che ovviamente per loro è rientrata l'emergenza e che non ha più alcun tipo di potere. Mi ha detto che il tanto auspicato ponte militare secondo lui non verrà fatto, e che la nostra unica speranza di una strada provvisoria sia che dichiarino la diga sicura e che riaprano la vecchia strada a valle di essa in attesa di un ponte più ampio...
Stamane doveva partecipare a una riunione riguardo a questo e mi ha promesso di darmi notizie via mail.
Questo è quanto per il momento...
Concludo confermando che è veramente un momento grigio per Poggio, e cercare di fare un po' fronte comune è l'unica cosa che ci resta, altrimenti - detto proprio terra terra - ragazzi, qui non se ne esce!

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa era il dirigente della Protezione Civile della Regione.
Silvia

giacomo ha detto...

Ciao , con il fiume a monte in quelle condizioni l'emergenza non dovrebbe essere finita, in quanto quella è una delle cause ( ancora potenziali ) di questa strage.

Come si chiama il responsabile della protezione civile???


ciao Giacomo

giacomo ha detto...

PRIMA E NON DOPO.

Ciao, quello che vorrei dire a tutti e che alle prossime elezioni comunali vogliamo persone che non guardino alle leggi o ai vincoli vigenti, vogliamo persone che ritengano pericolose e facciano chiudere o non le facciano costruire o non progettino degli ampliamenti per le scuole in zone pericolose PRIMA delle tragedie, vogliamo persone che capiscano da sole che a 10 mt. da un fiume una scuola non ci può stare, vogliamo persone che non cerchino stupidamente altre scuse, vogliamo persone che rispettino l'ambiente e che rispettando l'ambiente rispettino anche chi ci abita.

Non è una grande colpa non aver visto prima e NON DOPO, è semplicemente la prova provata che non si hanno i requisiti minimi per gestire queste cose, niente di personale ma questo è il mio punto di vista, magari si hanno altre doti.


Questi signori non capiscono una cosa fondamentale che se fosse accaduta una tragedia come quella di una scuola piena di alunni, avrebbero dovuto ringraziare due cose, la prima è che non siamo in Cina dove fucilano anche i politici, la seconda è che in Italia a differenza della Francia non vi è mai stata la ghigliottina, purtroppo, e questa non è antipolitica, penso tuttavia che avrebbero dovuto fare una lunga corsa.


Poichè il Sig. Mallus continua con la sua storia, ci potrebbe rispondere anche qui e sopratutto a queste domande:

1) Perchè i lavori sul fiume sono inziati da valle.

2) Chi ha chiesto ( probabilmemnte insistito )che i vincoli dopo alluvione 1999 venissero cambiati e ammorbiditi in quanto non facevano più costruire sulle aree a rischio, sicuramente non è lei ma questo non lo so, questo è il punto fondamentale di tutta questa vicenda, vanno puniti coloro che hanno fatto si che i vincoli siano stati cambiati, li fa le i nomi o tra un pò li facciamo noi non appena si sapranno.

l'abbattimento dei vincoli ha avuto una certa relazione con le costruzioni in riva al fiume, magari per insistere a lasciarle o ad ampliarle??? .

Poi anche una altra cosa, a parte la legge Galasso, come la mettiamo per le aree demaniali ( DEMANIO PUBBLICO ) e i loro limiti di costruzione.

Ci dica pure, grazie.

Qualcuno non si è ancora reso conto di quello che è successo, mi sembra proprio così.




ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Ciao inserisco qui un documento che avevo dal 2004 e che avevo letto per curiosità riguarda la regione Trentino e un pò quello che ha detto Rita e quello che ho anche da sempre sostenuto io.

Anche la scienza idrogeologica ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni. Oggi gli interventi puramente idraulici, legati soltanto alla regimazione dei corsi d’acqua, al solo controllo delle loro portate, sono ormai considerati del tutto fuori mercato nel rapporto tra costi e benefici. Si privilegia invece la logica della cura globale del territorio, cercando di prevenire il problema a monte.

In questo caso che è il nostro a monte significa a monte della diga grande.

ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Rifacendomi a quanto precedentemente proposto da Giacomo vorrei capire se è possibile forzare la situazione in modo da realizzare perlomeno il guado provvisorio nel punto in cui si era già formato (ma poi è stato chiuso).
Capisco che non è distante dalla diga ma adesso il lago è ridotto a una pozzanghera quindi vorrei capire quali sono i rischi.
Io vedrei bene una soluzione che realizzi imediatamente il guado e che si incominci a progettare il ponte nella sua dislocazione definitiva che potrebbe essere, come qualcuno ha detto, più o meno davanti ai campi sportivi.
Tanto il nuovo ponte non può essere pronto prima di alcuni mesi quindi se non si fa cosi si rischia di andare alle calende greche.

Anonimo ha detto...

Parliamo di L A G O ?

l'ex lago è ormai una pozzanghera cosicchè a valle, anche le case sul fiume, non dovranno avere timore. Almeno fino a quando non dovesse ripresentarsi l'EVENTO nella dimensione già osservata. In questa disgraziata ipotesi un piccolo lago non potrà contenere i 450 mc al secondo che si riverseranno nuovamente sul fiume causando gli stessi problemi.
Ma i Poggini e la nostra Società Cooperativa siamo convinti di poter riavere il lago ?. Vediamo le cose, esaminiamole e troviamo una soluzione. E allora il Genio Civile dice (Ing. Silvano a Frutti d'Oro): poichè è accaduta la portata massima del 22/X E' OBBLIGATORIO PER TUTTI GLI ORGANI PREPOSTI stabilire che il lago DEVE poter scaricare tutta quella portata. Per garantire questo occorre realizzare vie d'uscita adeguate, e pure tutto ciò che stà a valle deve avere dimensioni conseguenti.
Ora la Cooperativa dovrebbe essere concessionaria del lago e, suppongo, aspiri ad ottenere il rinnovo della concessione. Gli ORGANI PUBBLICI PREPOSTI dicono: si ti accordo questo privilegio se tu fai le opere occorrenti per FAR PASSARE ALL'ISTANTE I 450 mc.
Non solo ma come per tutti gli altri casi analoghi (Tirso, Flumendosa e via elencando) il concessionario DEVE dotare tutta l'asta del fiume di segnali acustici da attivare in caso di pericolo per allarmare chi sta a valle. Queste sono reminiscenze a cui mi appoggio per aver letto, in passato, di queste cose, ma potrebbero essere, oggi, mutate.
Il lago interessa la Cooperativa sopratutto per l'aspetto paesaggistico cioè ornamentale. E' veramente una ricchezza per tutto il territorio e sarebbe una iattura non riaverlo. Però l'ottenimento della concessione comporta affrontare spese impossibili per la nostra collettività, e non solo per le cose dette ma anche per gli ulteriori costi che ci verrebbero imposti (recinzione efficiente, guardiania, illuminazione, scarichi automatizzati (cioè motori) e via elencando. Il lago costituisce però un bene non trascurabile ANCHE per la riserva in caso di incendi boschivi.
La potentissima macchina Regionale (5000 dipendenti ?) che opera nell'ambiente (cioè l'Ente Foreste) ha in corso, mi dicono, la costruzione di numerosi bacini proprio per costituire riserva in caso di incendi. E dunque perchè non esaminare l'opportunità della rinuncia alla concessione per favorire l'Ente Regionale che, volendo la riserva per la difesa del suolo e della popolazione, dovrebbe curare la gestione del futuro laghetto ? Chi altri, fra i privati, avrebbe interesse ad addossarsi ingenti spese per avere in concessione un piccolo lago ? Per fare che ? quali guadagni produrrebbe ? E' possibile che altri lettori possano indicare utilità che a me sfuggono ed in tal caso sarebbe bello leggere qui altre idee. Poichè però questo blog viene frequentato anche dal mio amico Giacomo Mallus che risiede al Rio (però in zona non pericolosa) gli chiedo di interessarsi per convincere tutti gli sfortunati proprietari di case a rischio (Rio S.Girolamo, Frutti d'Oro) di unirsi per ottenere almeno due cose essenziali: la delocalizzazione delle loro case in un sito più opportuno ed inoltre costringere urgentemente l'Anas a fare dei VERI PONTI sulla vecchia 195 in grado di far passare, all'occorrenza, i 450 mc al secondo che il 22/X non POTEVANO PASSARE sia per le ostruzioni ma sopratutto per la esigua luce dei ponti stessi. E' accaduto che a valle si è ricostituito un lago avendo come argine la strada 195 e i NUMEROSI MURETTI ANCHE DI CEMENTO delle varie case (vedasi in prossimità della rotonda).
Intendo dire, sebbene a malincuore, ATTENTI SIGNORI NON E' COLPA DELL'EX LAGO DI POGGIO DEI PINI SE AVETE SUBITO GRAVI DANNI PER L'EVENTO, il nostro piccolo lago non poteva sopperire a responsabilità che non gli appartengono ma in parte stanno in capo ad altri oltrechè all'imprevedibilità degli eventi atmosferici. Ad una precisa domanda fatta ad un tecnico specialista della materia: su quei ponti riverificandosi questo evento riuscirà a passare tutto il volume già osservato ? la risposta è stata: quei ponti sono calcolati per far passare un quarto del volume registrato il 22/X e cioè 100 mc al secondo. Ergo: allarghiamo in fretta la DIGA sulla strada 195 proprio dove c'è la rotonda di S.Girolamo, per vitare che vengano nuovamente sommerse tante case.
Ho sentito Soru dire, riferendosi a chi lamentava i danni da mareggiata: "... e però, costruire così VICINO (al mare) !..." Io ho inteso capire: ogni cosa va MESSA al posto giusto.
Grazie per i contributi che verranno e chiedo anche agli Amministratori ed ai Consiglieri della nostra Società di pronunciarsi nel merito.
Giampaolo Lai

giacomo ha detto...

ciao, domani alcuni siti danno brutto tempo fino a sabato, però ho trovato anche un'allerta meteo.

ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Ciao volevo far notare che nel sito www.capoterra.net c'è un egregio intervento del Sig. Corda in risposta all'insistente Sig. Mallus, leggetelo è molto interessante.

Complimenti.

Ciao Giacomo

Anonimo ha detto...

Grazie Giacomo, letto il post dell'ottimo Sig. Corda. Con molto garbo ha fatto al consigliere comunale Mallus barba e capelli.
Mizzega.

Maurizio Cadone

Giorgio Plazzotta ha detto...

Corda lo ha inviato anche a me.

Sicurezza idrogeologica o politica per hobby, cosa scegliere?
4 dicembre 2008
di Gianleonardo Corda

Gentile sig. Mallus, fa piacere leggere che ci sono politici per hobby e sentire che altri lo fanno per professione, tutti gli altri escluso Lei ovviamente. Se ne deduce pure che lo faccia gratuitamente. Le sue precisazioni, non richieste, confermano le voci che circolano sempre con maggiore insistenza in paese: si fa politica per soddisfare una propria "esigenza" personale. C'è chi colleziona francobolli, chi farfalle e c'è chi, come lei, ha l'hobby della politica. Viva la sincerità. Pensavo assieme a milioni di cittadini, che la nobile funzione di politico si realizzasse innanzitutto nella consapevolezza che si è chiamati a rappresentare, nel modo migliore, interessi ed istanze collettive, anche se questi contrastano con quelli individuali. Insomma rappresentare gli elettori non è un mestiere, neppure un hobby, semmai qualcosa con un più altro valore: è una missione civile. Almeno Lei è stato sincero. Grazie di averci informato, per il futuro se ne terrà conto. Sul fattoche molti ne abbiano fatto un mestiere temo che ce ne fossimo accorti tutti da tempo, purtroppo. Mestiere un pò anomalo e non gratuito, esercitato con approssimazione, pressapochismo e arroganza.

Quello che è accaduto il 22 ottobre, infatti, ne rappresenta la triste conferma.
Lei risponde alla dott.sa Lai -che cerca di spiegare ai quattro venti cosa non deve essere fatto affinchè sia garantita la la sicurezza di tutti- cambiando discorso, elencando tutti i passaggi che, legalmente, ha dovuto affrontare per la costruzione della sua casa, sostenendo di essersi pure un po seccato per la tanta carta che ha dovuto compilare, e lamentandosi del fatto di aver dovuto anche pagare delle parcelle. Quasi una vittima del sistema. Ovviamente dice delle ovvietà. Altrettanto chiaro le sembrerà che a Capoterra non tutti si sono comportati nello stesso modo. Infatti l'abusivismo è una caratteristica del nostro paese, un po come lo sono "is pillonis te tacula". Ovviamente omette anche questo, privilegiando la descrizione dei pregi ed i meriti del Governatore Soru, meriti che condivido essendo anche io un suo elettore (del Governatore). Tutto ciò però, non sposta i termini della questione. La sottigliezza che sia stata la Regione e non il Comune a chiedere la predisposizione del PAI, fatto male evidentemente e costato pure tantissimo, è irrilevante. Ciò che pare evidente, anche ai bambini, è che si sono fatti gravissimi errori (errori?), ed il fiume lo ha ricordato a tutti il 22 ottobre, quasi avesse voluto confermare che con la natura non si scherza. Lei non condivide l'ubicazione della Scuola Materna, e ci mancherebbe pure, si inerpica in una giustificazione tecnica sulla destinazione dell'area, quasi un'obbligo divino per edificare in quel punto, ma poi tace sulla realizzazione, a pochi metri, delle abitazioni, anch'esse sommerse dall'onda di piena. Saranno certamente tutte in regola. Ma chi ha scritto le regole? E quali regole poi? Quelle che violentano la logica ed il buon senso?

Allora, Lei che può, faccia per favore nomi e cognomi di chi ha permesso tutto questo. Lei potrebbe coltivare meglio il suo hobby scavando a fondo su concessioni, trasformazioni, urbanizzazioni, avendo, all'inverso di noi comuni cittadini, la possibilità di ottenere tutti i documenti. Scelga lei in quale veste; se lo fa da semplice cittadino troverà una miriade di ostacoli, domande, timbri, bolli, se lo fa da Consigliere Comunale trova tutte le porte aperte. Ci ricorda solo che sono i funzionari che firmano tutto. Anche la magistratura si è accorta di ciò. Cosi infatti è nato qualche anno fà lo scandalo dello stabilimento Maramura e anche allora, dove erano i politici, i nostri rappresentanti? Tutti con gli occhi chiusi? Mah! Sinceramente riesce difficile crederlo.

Vede sig. Mallus, cosi mal facendo, l'avidità e la corruzione hanno prodotto un mostro. Fa male, mi creda, molto male dirlo, perché questo mostro oggi è rappresentato dai quartieri che sono sorti ai lati e sulla foce del fiume, costati enormi sacrifici a tantissime persone che, come lei, hanno fatto tutto onestamente ed in regola. Allora perchè cercare un'altro mostro? Perchè è molto più semplice indirizzare l'attenzione sul lago e sulla diga di Poggio, che sono li intatti da 50 anni molto prima che arrivassero le prime case a valle, e che in questa sciagurata vicenda hanno ricoperto un ruolo di importante protezione, riconosciuto da tecnici veri ed esperti, non da improvvisati ingegneri o geologi.

Continui a coltivare il suo hobby sig. Mallus, nel frattempo mi permetto di ricordarLe, non me ne voglia, che ha pure il dovere di informare i suoi vicini di casa che forse qualcuno, chi vi ha venduto i terreni e le case insieme a chi li ha trasformati da agricoli in edificabili, concedendovi le tutte necessarie autorizzazioni, vi ha preso per i fondelli. Dopo, solo dopo, si potrà discutere di tutto il resto, sempre chè nel frattempo non abbia deciso di cambiare hobby.

Buon lavoro.

Gianleonardo Corda

Piergiorgio ha detto...

In questo blogg ho trovato un articolo intitolato
"Storia di una speculazione edilizia degli Anni '60 sui terreni dei possidenti cagliaritani all'ombra della DC E l'agro diventò una giungla di cemento"

Ecco il lik
http://r-esistenza-settimanale.blogspot.com/2008/10/i-morti-di-capoterra-ca.html

Piergiorgio

Giorgio Plazzotta ha detto...

articolo interessante

Rita ha detto...

Sulle questioni riportate dal Sig. Mallus e dal Sig. Pala a proposito di quanto da me scritto, mi riprometto di inviare a Giorgio un articolo più esplicativo e completo anche dal punto di vista normativo.

Per quanto concerne le azioni concrete necessarie per uscire da questa situazione disastrosa della nostra lottizzazione vorrei far presente che non possiamo certo stare ad aspettare che arrivino i soldi dei risarcimenti, se mai la Regione potrà risarcirci e quanto, perciò ci interesserebbe poter porre ai nostri amministratori alcune domande di tipo operativo-economico, durante una riunione chiesta dai soci agli amministratori, sui seguenti punti che suggerisco (chi ne ha altri potrà aggiungerli):

1) Quali iniziative di messa in sicurezza URGENTE dei lotti e delle infrastrutture la Cooperativa ha deciso di avviare (da effettuarsi con gli operai e i mezzi della Coop), mi riferisco al rifacimento di alcuni tratti stradali, di alcuni ponti minori in cui mancano balaustre, e alla ripulitura urgente di vari ponti ancora intasati dai sedimenti e dalle pietre (vedi zona campi sportivi);

2) Elenco preciso degli interventi eseguiti e da eseguire (oltre agli allacci della rete idrica eseguiti subito dopo l'alluvione) sulle aste fluviali principali. Non si può pensare di risolvere i problemi di tutti gli impluvi (affluenti del Rio S. Gerolamo) che attraversano i quartieri di Poggio, con microinterventi fatti dai singoli soci "che si mettono d'accordo tra di loro" come suggerito da qualche amministratore nella riunione del 16 novembre. E’ indispensabile che si faccia uno studio unitario (che la cooperativa aveva già commissionato nel 2006) da aggiornare con le vicende attuali in modo da avere le indicazioni tecniche precise per il dimensionamento delle tubature da predisporre in ogni lotto, tenendo conto che molti degli impluvi che attraversano terreni privati, poi confluiscono in un ponte stradale o in aree verdi in cui si dovrà necessariamente mettere mano per risolvere problemi di sicurezza. La cooperativa deve premere affinché la Regione finanzi adeguatamente tali interventi ciò per evitare che ciascun socio si improvvisi ingegnere idraulico o peggio ricorra al muratore di fiducia facendosi fare un pozzetto più ampio o facendosi cambiare i tubi delle scoline presenti nel terreno. Penso che alcune modeste situazioni possano essere momentaneamente risolte con interventi minimi anche della cooperativa stessa, impiegando i suoi mezzi, a cui però dovranno fare seguito interventi più massicci sulle aste fluviali (dimensionamento opportuno dei ponti, realizzazione di briglie e scolmatori, casse di espansione, deviazioni delle linee di flusso per evitare che entrino dentro i giardini delle case, sistemazione delle strisce tagliafuoco, ecc.) tutte cose che la cooperativa non può realizzare autonomamente perchè costano milioni di euro.

3) Risorse economiche a disposizione della Cooperativa per la soluzione dei problemi immediati ed eventuale reperimento di altre risorse, a prescindere dai risarcimenti della Regione o dello Stato;

4) Quali iniziative ha promosso in questo mese presso il Comune e gli enti vari al fine di risolvere tutti i problemi e le situazioni che richiedono interventi molto onerosi (diga, ponti più importanti, briglie a monte dell’abitato sulle strade 64 e 70): incontri con Genio Civile, Agenzia di Distretto Idrografico, Abbanoa, ecc.

5) A proposito della cessione delle condotte ad Abbanoa, quali sono gli accordi presi con questa società.? Dal mese di gennaio dovremmo pagare l’acqua con una maggiorazione alla cooperativa, visto che le tariffe di Abbanoa sono maggiori delle nostre? Quando aspettano a informarci?

5) Quali esiti ha avuto la petizione per la realizzazione di una pista pedonale dentro la pineta a monte del lago, che consentisse agli abitanti di Pauliara di recarsi almeno al Centro Commerciale.

6) A parte il rifacimento del ponte per Pauliara per il quale bene che vada ci vorranno anni, (non illudiamoci perché le procedure autorizzative saranno lunghe e la costruzione non è uno scherzo), vorremmo sapere se la Cooperativa ha chiesto UFFICIALMENTE e a chi, la realizzazione urgente del guado provvisorio all'altezza della zona sportiva. Si tenga presente che nel 1999 questo stesso guado e la strada che sbuca all'altezza della rotonda di Tanca Irde erano stati ripristinati a tempo di record dopo due giorni, e avevano consentito agli abitanti di Pauliara di potersi muovere in modo decente, in attesa che venisse rifatto il ponte definitivo sotto la diga.


Chiederei inoltre, come ha già fatto Giorgio, di comunicare tramite il Blog qualsiasi iniziativa, in modo da diffonderla anche in questo modo, perché non credo che tutti frequentino il bar regolarmente o l’edicola quotidianamente, né tanto meno Facebook.

A presto Rita LAI

Giorgio Plazzotta ha detto...

Cara Rita,
ho incontrato casualmente il Presidente ed alcuni consiglieri allo Jabalì ieri sera ma non ho ricevuto risposta al mio saluto (tranne che da L. Madeddu of course). Ho dormito molto bene lo stesso questa notte ma penso di potere dire che non sarà facile ottenere una maggiore comunicazione comunicazione, tantomeno attraverso questo blog che non controllano. Ho l'impressione che sia più facile coinvolgere Soru, Napolitano o Ratzinger.

giacomo ha detto...

Ciao, faccio i miei complimenti come sempre a Rita, per Giorgio, fragatene e andiamo avanti, arriveranno tempi migliori si spera.

ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Giorgio magari non ti hanno visto...tutto è possibile.

ciao Giacomo

Anonimo ha detto...
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