Questo Blog è stato creato per scambiare informazioni, idee, proposte e materiali tra residenti del comune di Capoterra. Si invitano i lettori a firmare i propri commenti o articoli con nome e cognome. Potete inviare i vostri articoli al seguente indirizzo: giorgio.plazzotta@gmail.com

mercoledì 30 gennaio 2008

Siluro sui sondaggi

Una triste canzone di Riccardo Cocciante targata anni 70 recitava "era già tutto previsto".
Quando ho attivato i sondaggi nel blog, utilizzando un sistema software che fornisce un controllo molto blando sulla regolarità della votazione, mi sono interrogato sull'opportunità di utilizzarli in un luogo così rissoso ed in un momento così particolare.

Era grande la tentazione di conoscere l'orientamento dei lettori su svariati temi tra i tanti di cui oggi finalmente la gente ha ripreso a discutere.

D'altronde sapevo che prima o poi qualcuno si sarebbe divertito al gioco del sabotatore. Purtroppo nel blog mancano quegli strumenti che erano presenti nel Portale del Poggio 2006: iscrizione nominativa, database, software di sondaggi che registra i voti degli iscritti. In queste condizioni esiste la possibilità, per qualche smaliziato giocherellone, di alterare il sondaggio effettuando più votazioni. L'unico modo per accorgersi di un evento simile, con gli strumenti a me disponibili, era quello di monitorare l'andamento delle votazioni, verificando che non vi fossero "picchi" sospetti.

Tutto è filato liscio in due mesi e mezzo di sondaggi. Le votazioni hanno sempre seguito un trend regolare, fornendo almeno una apparenza di regolarità.
Il "botto" si è verificato nella giornata del 28 gennaio scorso, quando in uno dei sondaggi, quello dedicato al Grusap, il numero dei voti si è impennato. Nonostante una media di 3 voti giornalieri, sono arrivati improvvisamente (nell'arco di 24 ore) circa 50 voti tutti sulla medesima opzione del sondaggio. Ho potuto verificare che il trend continuava ho deciso di annullare il sondaggio che era stato "attaccato" da quella che ritenevo essere l'azione di un singolo.
Non mi sarei aspettato invece di sapere, nella serata di ieri, che era stata messa in moto addirittura una "mobilitazione", una catena di S. Antonio per votare tutti nel sondaggio. Aiooooo, nel blog a votare!
Non mi è dato di sapere se le persone che hanno votato siano di Poggio dei Pini oppure no. Non dispongo di uno strumento di analisi del traffico di rete così sofisticato, la versione "free" di easystat mi dice che erano "europei"... a caval donato.
Certo se fossero persone di Poggio avrebbero potuto votare in quel sondaggio nei 20 giorni precedenti, come mai tutti il 28? Potevano essere tutti Poggini che non si erano mai collegati a questo blog e sono stati sensibilizzati per l'occasione. Mi sembra poco probabile ma ho già ammesso, scusandomi per il possibile errore, di non avere immaginato una eventualità di questo tipo. Non avrei annullato il sondaggio.
Qualora invece la catena di S. Antonio abbia coinvolto gli amici di Pirri, San Francisco o della Kamchakta, che poco sanno di ciò che avviene a Poggio, allora questa "mobilitazione" assume tutta l'aria di un sabotaggio e non fa certamente onore a chi l'ha organizzata.

Mi rendo conto, leggendo alcuni commenti di ieri, che qualcuno assegna a questi sondaggi un valore che non hanno (Piero Scalas parla addirittura di "vincere il sondaggio" come se fosse una gara). Prendo atto, e lo ritengo un elemento utile a leggere questa questione del sondaggio, anche dell'invito che ci rivolge Luca a non occuparci del Grusap, come se questa associazione non fosse nel cuore e non abbia visto la partecipazione attiva anche di quelli che oggi hanno qualche anno di più. Mi sembra, comunque, che del Grusap in questo blog non se ne sia parlato affatto. Come al solito ci si appropria di cose che sono di tante altre persone. Premessa questa libertà, il Presidente del Grusap o altri ragazzi dell'associazione, avrebbero potuto liberamente esprimere anche una critica sulla formulazione del quesito che intitolava il sondaggio. Non si è mossa foglia, però è partita questa inziativa della "mobilitazione" o del sabotaggio che Scalas scrive di "conoscere bene". Ne prendo atto.

Comunque, considerata la possibilità di alterare l'esito dei sondaggi utilizzando artifici tecnici o coinvolgendo persone estranee alle questioni discusse e, non ultimo, considerato il fatto che non ho nessun desiderio ne possibilità di stare dietro a questo genere di complicazioni, ne di fare il detective ho deciso di sospendere la pubblicazione di ulteriori sondaggi che potrebbero essere oggetto di nuovi sabotaggi o mobilitazioni che dir si voglia.

Immagine: ZespiraL

martedì 29 gennaio 2008

Il comitato perde i pezzi

Ricevo e pubblico testualmente una mail che ho ricevuto da Piero Scalas. Non ho nessun problema ad invertire i ruoli: tu scrivi l'articolo e io il commento.

Ciao Giorgio,
avevo ripromesso a me stesso di non scrivere più all’interno del blog, per i motivi che ti avevo spiegato. Mi trovo però stamane a leggere un tuo intervento che riporta alcune illazioni e anche una cosa non vera.
Vorrei iniziare dalla fine e cioè dal sondaggio sul Grusap. Premetto che qualsiasi sondaggio ha come requisito fondamentale la chiarezza e imparzialità dei quesiti.
Mi spiego meglio: chiedere se il Grusap doveva schierarsi a favore o contro il nuovo piano di lottizzazione è una domanda chiara e imparziale, chiedere invece se schierarsi a favore del cda oppure a favore della tutela delle pinete mi sembra un quesito non equilibrato già in partenza. A mio giudizio non corrisponde al vero la tua affermazione per cui 40 voti siano stati effettuati dallo stesso computer. So perfettamente che tanti voti sono arrivati nella giornata di ieri e ciò è dovuto alla mobilitazione di alcuni soci del Grusap che hanno inviato delle mail ad amici spiegando la situazione e chiedendo di votare a favore della imparzialità del Grusap. Pertanto non si tratta di un voto falsato bensì di un voto diverso rispetto alle tue e alle aspettative del comitato, molto scorretto pertanto bloccarlo e riportare un risultato parziale dell’85% non verificabile da alcuno e sparato lì come per dire: “Avevamo vinto il sondaggio!”. Pertanto, il fatto che sia possibile esprimere più voti dallo stesso computer, come da te dichiarato, non c’entra in alcun modo con questo sondaggio mentre a mio giudizio getta molti dubbi sui sondaggi attuali e quelli già conclusi e sulla veridicità dei risultati.
Rimanendo in tema di veridicità di risultati mi sembra abbastanza sgradevole la tua affermazione “al referendum non ha partecipato, ne come scrutatore ne come osservatore alcun componente del "Comitato" che si oppone alla Variante e questo riduce la credibilità dei risultati che saranno comunicati.” Un affermazione di questo tipo fa pensare a brogli elettorali e gradirei che denunciassi fatti di questo tipo. Mi sembra che sia tu che il comitato abbiate invitato i soci a disertare il referendum e probabilmente avete deciso di fare altrettanto allo spoglio delle schede (operazione aperta a tutti i soci) salvo poi gettare dubbi sul corretto svolgimento delle operazioni. Ti dico qual è la mia sensazione: quando il comitato raccoglieva 128 firme dei soci per l’accesso agli atti o 227 firme per la convocazione dell’assemblea c’era chi con toni trionfalistici parlava di “maggioranza” dei soci. Adesso dopo aver visto andare a votare a favore del pdl 250 soci (qualcuno vicino al comitato mi ha svelato che non si aspettavano più di 70 soci…) a qualcuno sta venendo qualche dubbio e forse…gli brucia anche la patata! I segnali che il comitato fosse morente, come detto da Luca, erano già arrivati durante gli incontri ai campi da tennis. Sabato non era presente nessuno del comitato (loro si che si proclamano amanti del dialogo e della democrazia!) a parte il solo Franco Magi. Mi dispiace sinceramente che non fossi presente neanche tu. Oltre alla variante si è avuto modo di trattare altri temi importanti, tra i quali la presunta violazione dello statuto. Il presidente Calvisi ha avuto modo di spiegare, dati alla mano, i motivi per i quali non è stata violata alcuna norma dello statuto. Sarebbe stato bello avere un contraddittorio tra i presenti, magari con argomentazioni più valide rispetto a quelle portate da Franco Magi che è stato smentito dai presenti, ing. Cabizza in primis, sui dati e sugli argomenti da lui presentati con un po’ di imbarazzo.
Evidentemente a tanti non interessa più il confronto a gran voce auspicato, (Franco Magi, da buon politico, quando parlano gli altri chiacchiera con i presenti senza neanche ascoltare) molti preferiscono limitarsi a proporre soluzioni sul blog. Criticano l’attuale cda e la sua gestione proponendo soluzioni riguardo il piano di lottizzazione, la nascita di una società di servizi, la gestione della zona sportiva e della piscina, il Sig. Lai come soluzione alla socializzazione propone accordi commerciali con qualsiasi categoria professionale, dagli idraulici alle banche! Ma ci rendiamo conto che tutti questi signori che adesso scrivono fiumi di parole sono stati amministratori fino all’altro ieri? Tutte queste grandi idee non le avevano da amministratori? Nessuno di loro è in alcun modo responsabile della situazione attuale? Ho visto sul portale della cooperativa un verbale del Cda di una riunione del 2004 dove parole testuali : “Il Consigliere Lai dichiara il suo dissenso rispetto alle ipotizzate cessioni al Comune delle opere di urbanizzazione. Esprime dubbi circa la capacità del Comune alla gestione delle stesse come testimoniano l’incuria ed il degrado in cui versano le strade del centro urbano e le gravi carenze del servizio idrico. Ricorda che alla Residenza del Poggio hanno atteso due anni per ottenere un impianto di illuminazione delle strade. Precisa che la scelta di dimorare a Poggio dei Pini è stata da lui fatta proprio in virtù dell’impegno sancito nella Convenzione di lottizzazione che prevede l’esclusione della cessione delle opere di urbanizzazione al Comune. E’, in sostanza, favorevole alla prosecuzione dello stato di fatto attuale e precisa che procederà alla tutela dei suoi diritti ove venissero modificati gli impegni con il Comune vigenti all’epoca di ammissione a Socio.”
Mi sembra che alcune persone abbiano la memoria corta oppure cambino idea con troppa leggerezza.
Non vorrei che anche i dati di accesso al tuo blog fossero falsati. Io ad esempio entro almeno una decina di volte al giorno. Conta come un solo accesso o come dieci? Perché credo ci sia una bella differenza! Personalmente comincio ad avere anche dubbi sulla esistenza di questo comitato. Un po’ come il Keyser Soze de “I soliti sospetti”! Sul tuo blog scrivono sempre le stesse 3 persone, alla prima riunione saranno state una ventina in tutto. Ma queste centinaia di soci dove sarebbero? C’è stata una richiesta di accesso agli atti che è stata concessa ma nessuno pare abbia ancora preso visione di questi atti che dovrebbero contenere dati clamorosi! Viene richiesto un referendum e poi si diserta lo stesso salvo poi cercare di sminuire la batosta subita! Viene distribuito un volantino non firmato ma si criticano dei “giovani di poggio” che osano fare lo stesso. Adesso si comincia a paventare “trucchi” dei nostri rappresentanti in vista della prossima “chance” per cambiare. E’ partita la campagna per l’assemblea della revoca del CdA evidentemente. Credimi non ci sarà nessun trucco ma semplicemente il rispetto delle regole, così come avvenuto fino ad ora. Sarebbe bello se fino a quel giorno si evitassero accuse personali, menzogne e campagne di denigrazione, sarebbe bello se si arrivasse a quel giorno con correttezza e serietà ed ognuno fosse pronto a difendere le proprie idee e ad assumersi per questo le proprie responsabilità.
Faccio mia una frase rivolta sabato dall’avvocato Garau a Franco Magi: “Combattete! Ma con le palle però!”
Ti ringrazio

Piero Scalas

lunedì 28 gennaio 2008

Si è tenuto il referendum farsa

Si è tenuto domenica il referendum farsa. Non ho ancora avuto l'occasione di conoscere i risultati definitivi ma i numeri che mi sono stati riferiti riportano 290 voti, di sui solo 40 per il NO (piano del 1970) e il resto per il SI (variante 2007).

Ammettendo che questi siano i risultati che saranno annunciati quali considerazioni possono essere effettuate? Lo spazio, come al solito è a vostra disposizione.

Al referendum non ha partecipato, ne come scrutatore ne come osservatore alcun componente del "Comitato" che si oppone alla Variante e questo riduce la credibilità dei risultati che saranno comunicati. E' innegabile che in questo momento il CdA abbia bisogno di consenso. Viene attaccato da molti soci che sono stanchi di questo modo di gestire la Cooperativa e sono preoccupati per l'impatto che questa variante avrà sul futuro di questo luogo.
In questo momento al CdA non serviva una votazione "molto trasparente", ne serviva una un po più favorevole della batosta rimediata il 1 dicembre.
Quelli che vogliono cambiare avranno un'altra chance, sempre che non spunti fuori qualche altro trucco da prestigiatore dal cappello a cilindro dei nostri rappresentanti.

domenica 27 gennaio 2008

5000 visite per il BLOG

Nella giornata di ieri il contatore visite del nostro BLOG ha superato le 5000 unità.

Il dato medio giornaliero dell'ultimo periodo è di circa 90 visite, con picchi di 120. Sono stati pubblicati 60 articoli e 247 commenti dei lettori. Nel blog sono stai inseriti 8 sondaggi che hanno visto la partecipazione di circa 150 elettori ciascuno.

Un elemento significativo è la sostanziale tenuta del dato delle visite anche dopo il primo periodo di curiosità e di "scalpore" che si è avuto all'inizio di dicembre. Questo significa che i lettori continuano ad essere interessati alle tematiche trattate nel blog e lo considerano un utile punto di incontro e di confronto. Significa che uno strumento come questo può entrare a far parte del nostro modo quotidiano di interagire con la realtà e le persone, così come il telefono e la televisione.

Il blog contiene forse un "fiume di parole". E' un male? Erano meglio informazioni poche e confuse? Moltissimi residenti si sono trovati concordi nel ritenere insufficente l'informazione ricevuta a proposito della variante. Poi è venuto fuori che, come in una reazione a catena, emergevano dal passato più o meno recente tantissimi eventi che avremmo voluto sapere e che ci hanno sorpreso. Questa ignoranza di oggi è dovuta al menefreghismo di chi non ha voluto sapere o alla avarizia di informazioni e di coinvolgimento che le amministrazioni hanno sempre elargito ai soci? A mio avviso a entrambe le cose con una differenza però: lo Statuto assegna al CdA l'obbligo non solo di informare, ma anche di promuovere la vita sociale della comunità. Il socio può anche sonnecchiare e decidere di continuare a farlo ma l'amministrazione dovrebbe fare il possibile sia per informare che per stimolare le attività sociali. Mi sembra di poter dire che, nonostante le maggiori difficoltà, le amministrazioni dei primi 20 anni di vita di Poggio dei Pini facessero di più sia in un campo che nell'altro. Oggi, nonostante siamo quattro volte di più, rispetto ai 500 residenti del 1990, le attività sociali, quelle sportive, quelle anche di semplice intrattenimento o incontro sono addirittura diminuite. In palestra e nei campi sportivi non ci sono più squadre, i nostri ragazzi vanno a giocare altrove. Le piscine non sono più un luogo di incontro e passeggiate nelle serate estive, il "palio dei rioni" appartiene ormai al mito e così via.

E' innegabile che oggi lo strumento principale per informarsi sia rappresentato dalla rete. Se è vero che le novità tecnologiche possono mettere in difficioltà le persone più anziane, è anche vero che queste ultime hanno bisogno solo di un pò più di tempo e pazienza per impadronirsi di qualsiasi tecnologia, ma poi arrivano anche loro. Il Bancomat alla fine degli anni '80 destava preoccupazioni e timori. Oggi nessuno lo mette in discussione. Pensate che anche il CdA, dopo avere oscurato l'anno scorso il suo stesso portale e dopo il successo di questo blog che è completamente fuori dal suo controllo, ha dovuto rinunciare all'oscuramento telematico ed oggi dichiara di avere grandi progetti in questo settore.
Vedremo se in futuro lo spazio telematico sarà utilizzato per migliorare anche la qualità della nostra vita di residenti di Poggio dei Pini. Oggi questo minuscolo blog ci ha permesso di stendere un filo tra le molte persone che volevano sapere e volevano parlare. E' questo, un momento molto particolare per la nostra comunità; comunque vadano le cose in futuro. Lo abbiamo raccontato qui, in queste pagine. Non si possono fare riunioni sociali ogni settimana. Però un blog, un forum o un portale, possono rappresentare quello spazio sempre aperto in cui ognuno può inserire le proprie domande e le proprie risposte, interagire con gli altri, organizzare eventi che possono coinvolgere due o duemila persone. Questa piazza è si telematica e "virtuale", ma può essere utilizzata per fare cose reali.

Immagine: Joleenieweenie

sabato 26 gennaio 2008

I GIOVANI “VEGLIARDI” DI POGGIO DEI PINI SCRIVONO ANCORA.

di Giampaolo Lai

Leggo il nuovo scritto dei “Giovani” datato 19/1/08. Ovviamente si intuisce che si tratta di VEGLIARDI scriventi e spiego perché.

1 – si invoca il rifacimento totale della rete idrica: E’ più giusto dire che la rete idrica necessita di alcuni interventi. Intanto precisiamo che non si debbono fare interventi radicali bensì localizzati e “progressivi” quindi con oneri diluiti nel tempo i cui costi potranno, come sarebbe giusto, essere recuperati sul costo della fornitura. Al limite si potrebbe ricorrere ad un mutuo. Ma c’è un però. Abbanoa, si voglia o non si voglia, gestirà obbligatoriamente anche il nostro acquedotto. Non sarà immediatamente ma non passerà troppo tempo. Si dice che già Capoterra passerà entro breve. Il Comune ha l’obbligo di rifare ciò che non è efficiente nel centro urbano ? Dovrà consegnare impianti totalmente rinnovati o consegnerà nello stato in cui si trovano ora gli impianti. Come hanno operato i Comuni già passati alla gestione Abbanoa. Noi dobbiamo essere i primi della classe ?

2 – la rete fognaria: idem come sopra. Ma poi noi già paghiamo al Comune oneri di adduzione e trattamento dei liquami (le cartelle arrivano regolarmente). Chi ci ha mai spiegato quali costi vengono coperti con le cartelle esattoriali ?

3 – Illuminazione stradale: il nostro impianto rispetta la norma sull’inquinamento luminoso perché proietta il cono di luce “solo” verso il basso. Non viene emessa luce verso il cielo come avviene con apparecchiature trasparenti. E’ a norme CEI perché è stato collaudato. Il rinforzo del numero di pali (rispetto del calcolo dell’illuminamento occorrente in un centro urbano) sarebbe già possibile perché le sezioni dei conduttori posati teneva conto di questo rinforzo. Così dicasi per le apparecchiature di comando installate nelle cassette di alimentazione dei vari circuiti. Però domando: dobbiamo illuminare Piazza Esedra o Piazza Castello o Piazza Plebiscito o Piazza Costituzione, o Piazza del Popolo ? Dobbiamo snaturare la nostra caratteristica urbana/semi rurale ? E quali Norme dobbiamo rispettare: quelle vigenti al momento della costruzione o quelle che verranno fra X anni. Rischiamo di intervenire ora per fare cose che saranno superate fra breve avuto riguardo al divenire molto rapido di normative nel campo elettrico.

4 – Strade: si dice che qui piove molto ! le strade vengono inondate ! vengono distrutte ! e le cunette ? chi le controlla ? ed i canali (che vengono anche ostruiti dai Soci con getti di calcestruzzo per soddisfare i propri bisogni con buona pace della Società ?

5 -- Spese ordinarie: quale azione sul contenimento dei costi si attua ? Forse affidando, in perdita, i pochi beni patrimoniali che potrebbero fruttare ? Forse assumendo consulenti a costi sconosciuti ? Appaltando a trattativa privata e segreta, all’esterno, senza il coinvolgimento di Soci che potrebbero garantire minori oneri ?

6 – Gas e fibre ottiche: sul gas, a Cagliari mi è stato fatto, gratuitamente, un allaccio, da me non richiesto. Così anche a Lanusei, ad Arzana, e in numerosissimi altri centri della Sardegna. Come avranno fatto ? chi ha pagato ? babbo natale ? chiediamolo ad un nostro Socio che questi impianti ha realizzato nel capoluogo, forse si troveranno le fonti di finanziamento e così nel medesimo scavo che si farà per il gas metteremo anche le fibbre ottiche che, come si sa, sono già superate dagli eventi perché nel frattempo è arrivato il WI FI con cui potrebbe realizzarsi una rete di videosorveglianza che, guarda caso, consentirebbe di contenere altri costi ora presenti.

7 – il piano di lottizzazione nato sul progetto dell’Ing. Monni (che è molto bello salvo per la parte che ha previsto la disseminazione sul territorio di importanti servizi quali le Scuole, la Chiesa, l’aggregato delle associazioni ed altri servizi) e che ha visto la convenzione del 1970 è scaduto per due ragioni. Intanto perché la valenza decennale prevista dalla legge è stata ampiamente superata nonostante gli interventi di proroga e poi, principalmente, perché la legge Buccalossi ha stravolto totalmente i ruoli del pubblico e del privato nelle aree di nuova urbanizzazione. Dice il Presidente che si intraprenderebbe la guerra dei trent’anni. E perché ? se non proviamo a sentire i nostri interlocutori (il Comune) e ricordargli quali costi ha sostenuto per casi di lottizzazioni abbandonate dai lottizzanti (e la Corte dei Conti ?). Avanti, meno incompatibilità da parte di nostri Amministratori e la vertenza si potrebbe utilmente almeno proporre. Ma no, noi siamo benestanti e preferiamo pagare di tasca.

Il piano di lottizzazione nella sua originale stesura non esiste più anche perché, di fatto modificato ed accorciato proprio dai Soci con il referendum del 1997. Resta l’ipotesi dello scambio con il Comune di 38 ettari di Masoni Ollastu di nostra proprietà, con la minore superficie di 6 ettari sul costone delle Scuole medie e materna. Ecco su questo penso che potrebbe farsi una riflessione favorevole. E’ chiaro che converrebbe ad entrambe le parti.

8 – I lotti servono per rifare le opere: a parte quanto esposto prima, i ricavi dai nuovi lotti andrebbero tutti a coprire le spese di urbanizzazione di buona parte di questi e poi, gli introiti sarebbero diluiti in molti anni e, strada facendo, servono lotti da vendere per bilanciare i costi annuali ! A buon intenditor …

9 – Risorse finanziarie occorrenti dove trovarle ? risposta: subito dai nuovi lotti in aree A2 e A3. Storia che è certificata perché a Poggio occorre avere sempre la carta scritta sotto mano visto che ti propinano frequentemente cose di dubbia verità. Era tutto pronto già tre anni fa (2004) bastava ritirare in Comune la concessione edilizia. Non è stato fatto. Chiedo perché (al Presidente, il 19, è sfuggito questo quesito da me proposto, forse per pura dimenticanza). Ricordo anche che questa situazione si era sbloccata grazie alla determinatezza dell’allora Consigliere Luigi Putzolu che aveva costretto, antecedentemente, il Presidente Secchi ad invocare il Commissario ad Acta dalla Regione vista l’inerzia del Comune a decidere. Se fosse andata avanti quella parte di attività, la Società avrebbe registrato in entrata una massa finanziaria di circa 2,5 milioni di Euro (75.000 Euro – valore stimabile di ciascuno dei 32 lotti) . Il 50% circa sarebbe andata spesa in opere di urbanizzazione ma circa 1,2 milioni di Euro sarebbero stati disponibili per fare alcune cose che oggi si indicano indispensabili, se no, la fine della Società (fallimenti etc). Sarebbe stato utile quella milionata di Euro ? Sicuramente verrà obiettato che questi numeri sono di pura fantasia. Vero, altrettanto come sono di pura fantasia quelli indicati dal CdA in varie occasioni (20 milioni di €uro occorrenti).
Punto e basta perché ho già detto abbastanza.

Giampaolo Lai

mercoledì 23 gennaio 2008

Il muro di gomma

di Giampaolo Lai

Eccomi, come promesso vi aggiorno sulla esatta situazione dell'accesso agli atti e vi trascrivo le cose più importanti che risultano scritte su corrispondenza protocollata.

Dunque in data 3/1/08 prot. n. 6 la Soc. Coop.va mi scrive dicendomi che sarà possibile vedere le carte ma solo quelle che indica il codice civile e cioè: libro Soci, verbali CdA, verbali Comitato Esecutivo.

Aggiunge però:" ...ELLA ED OGNI ALTRO SOCIO SOTTOSCRITTORE SIETE RESPONSABILI DELLA RISERVATEZZA DEI DATI DEI QUALI POTRETE PRENDERE CONOSCENZA E DELLA LORO EVENTUALE DIVULGAZIONE" (testuale).

Mi spavento, letteralmente, e mi precipito a scrivere a mia volta invitando la Società ad oscurare tutte quelle notizie di cui non dovrò sapere nulla.

Risposta della Cooperativa priva di alcuna ulteriore indicazione, rispetto a quanto già dettomi precedentemente.

A questo punto mi ricordo che noi Soci (tutti) ci siamo arricchiti avendo, tra gli esperti, anche un Consulente Legale che recentemente è stato cooptato nella struttura Societaria ed Aziendale, col preciso incarico di assistere l'organo deliberante (cioè il CdA).

E scrivo una ulteriore lettera chiedendo che questo consulente "MI FORNISCA UN PARERE SCRITTO CIRCA LE NORME A CUI DOVRO' ATTENERMI NEL TRASFERIRE AI 128 SOCI RICHIEDENTI LE INFORMAZIONI CHE RICAVERO' DALLA VISIONE DEGLI ATTI SOCIALI".

Questa richiesta derivava dalla riflessione: se abbiamo un Consulente, che noi, forse, retribuiamo, evidentemente non dovrebbe avere difficoltà a fornire le indicazioni richieste. Infatti l'accesso agli atti corrisponde ad un'azione istituzionalmente prevista dallo Statuto (e meglio regolata dal Codice Civile).

La cooperativa risponde con lettera protocollo del 18/1 spiegando che il Consulente Legale non è a disposizione dei Soci ma a lui si è ricorsi "PER I NUMEROSI ED IMPORTANTI IMPEGNI SOCIETARI ED AZIENDALI E PER TUTTI GLI ADEMPIMENTI ANCHE DI CARATTERE ISTITUZIONALE .. E TRA QUESTE NON RIENTRA L'ASSISTENZA LEGALE AI SOCI DELLA COOPERATIVA.."

Intuisco che il CdA si sia spogliato delle sue competenze Istituzionali ed abbia, forse, incaricato il Consulente di provvedere alla bisogna. La lettera della Cooperativa, però, prosegue con un'apertura insperata in quanto.

"IN OGNI CASO FACCIAMO PRESENTE CHE A MENTE DELL'ART. 2545 bis DEL C.C. IL SOCIO CHE E' STATO DESIGNATO RAPPRESENTANTE ESERCITA I DIRITTI IN NOME E PER CONTO DEI SOCI RICHIEDENTI, I QUALI HANNO DIRITTO DI ESSERE INFORMATI DA QUEST'ULTIMO CIRCA IL CONTENUTO DEGLI ATTI ESAMINATI".

Finalmente! Detto questo quanto prima mi attiverò per esaminare quanto richiesto. Una riflessione ancora la farei.

Tutto questo ambaradan di lettere che vanno e che vengono contenenti intimidazioni di cui non afferro il profondo significato, tutte queste occultazioni dell'organo Societario nei confronti di Soci di una Cooperativa che vorrebbero qualche informazione più profonda (vista la superficialità e fumosità di quella data, quando viene data), il periodico ricorso a norme del codice civile (forse in quanto i Soci sono affiliati di una centrale spionistica internazionale che muove interessi giganteschi e si occupa di rilevanti eventi che attengono alla sicurezza dei popoli), tutto questo caos il nostro CdA avrebbe potuto ricondurlo alla sua insignificante valenza.

Avrebbe potuto aprire i libri e dire: guardate tutto perchè qui di segreto, nascosto non c'è nulla i beni sono di tutti ed il bene futuro appartiene a tutti.

Avrebbe potuto agire, cioè, come aveva fatto il precedente CdA che ad una analoga richiesta fatta singolarmente dall'Ing. Franco Nateri non aveva esitato di mostrargli tutto quanto chiedeva di vedere, fino all'ultima fattura o ai certificati di analisi sulla qualità dell'acqua o anche alla corrispondenza, ed alle offerte economiche, o agli appalti per forniture e/o servizi.

Queste carte, è stato già detto, noi non le vedremo, il nostro sguardo si fermerà al libro dei Soci ed ai verbali del CdA e del Comitato Esecutivo, con buona pace per il Codice Civile che, speriamo, venga in futuro lasciato in... pace, o, meglio, venga addirittura interrato, come facevano gli indiani d'America con l'ascia di guerra quando volevano conquistare la pace.

Giampaolo Lai

martedì 22 gennaio 2008

Il Comitato dice NO al referendum del 27

Due giorni dopo la riunione del 19 il Comitato emette un nuovo comunicato.
I lettori del BLOG possono scaricarlo cliccando qui.
La novità principale è l'invito a non recarsi a votare per il prossimo referendum del 27 gennaio.
Il referendum viene considerato inutile in quanto mette in relazione l'ultima variante approvata con il piano di lottizzazione del 1970 che è irrealizzabile. Così facendo il socio elettore deve scegliere tra l'approvazione di questa variante e l'edificazione della montagna. Una vera e propria trappola mirante a ottenere una fiducia che non c'è giocando con le parole. E' un'altra delle pagine oscure di questa amministrazione che offende l'intelligenza dei soci e non prende atto delle loro richieste di cambiamento, non solo nei contenuti, ma anche nei metodi.

I soci si trovano a prendere atto che in 40 anni di amministrazione, pur con tante cose buone fatte, ci sia stato un grande deficit di efficenza, capacità e lungimiranza e non si sia riusciti a realizzare quello che andava fatto pur avendo a disposizione l'ingente risorsa costituita da 900 lotti venduti. Oggi ci si chiede di vendere il territorio, un pezzo del cuore di questo luogo, per rimediare agli errori fatti. Anzi non lo si chiede, lo si fa e basta: zitti e muti.
Il vero quesito, la vera scommessa davanti alla quale ci troviamo è invece un'altra: un piano di lottizzazione prossimo al massimo dell'edificabile (come quello approvato dalla Cooperativa), oppure un incremento più contenuto, che cerchi di limitare i danni ambientali realizzando ciò che è indispensabile?
Nel primo caso arriverebbe una quantità di denaro maggiore, ma la Poggio che conosciamo diventerà un'altra cosa che a molti di noi non piacerà. E tutti quei soldi saranno spesi bene? Come in passato?
Di questo volantino del comitato mi sono piaciute molto le foto aeree dei cosiddetti "siti identitari". Spero davvero che un giorno non si debba guardare questa pagina con una lacrima di rimpianto, come quelle fotografie del Poetto con la sabbia bianca, i casotti o il tram.
Quello che mi è piaciuto meno sono invece i troppi avverbi, aggettivi e sostantivi rafforzativi usati da Franco che rendono più difficile la lettura e sanno di slogan alla Bondi o Schifani (mollali).
Il comunicato riporta per la prima volta alcuni dati della riunione del 1 dicembre, immagino che provengano dal verbale: soci presenti 414, voti contrari alla mozione del CdA 384 (81%).

domenica 20 gennaio 2008

La riunione del 19 gennaio

Sabato 19 gennaio si è tenuta una delle due riunioni propedeutiche al referendum promosso dal CdA di cui si è ampiamente scritto in questo blog. Come di consuetudine, scrivo un resoconto per chi non c'era, ma soprattutto mi interessa commentare e sollecitare i lettori ad inserire le proprie considerazioni personali.

La partecipazione alla riunione: scarsa. Non so se nel freddo tendone dei campi sportivi ci fossero 100 persone, forse meno. Se si considerano i circa 500 partecipanti all'assemblea del 1 dicembre (compresi i non soci) e le centinaia di firme raccolte dalle iniziative del Comitato, a questa riunione hanno partecipato veramente poche persone. Perche? Sinceramente vorrei conoscere il vostro parere perchè anche io sono rimasto sorpreso.

Un accenno alla scarsa partecipazione è stato effettuato dal Giovane secondo cui "l'informazione è scarsa perchè manca la controparte" e tutti noi presenti avremmo dovuto invitare i nostri vicini.

Continuo a contrastare l'idea secondo cui gli 800 soci della cooperativa, o se vogliamo i 1800 residenti di Poggio dei Pini, si comportino come un gregge di pecore che si muove a seconda delle indicazioni del pastore. Ancora mano utile è la logica del blocchi contrapposti che traspare da alcuni comunicati e da certe affermazioni. Non mi piace pensare alle persone che hanno una visione diversa da me su una questione come a una "controparte", e questo non vale neanche per quelle persone che hanno degli interessi personali o dei legami familiari da supportare e difendere. Ad ogni modo, se si hanno argomenti e ragioni, si può fare informazione anche in presenza di un boicottaggio da parte degli "oppositori", basta guardare questo blog!

Tra i motivi più probabili per cui molte persone non si sono recate a questa riunione c'è, a mio parere, il fatto che tra il 1 dicembre e oggi ci sono state ampie possibilità di informazione. I residenti hanno avuto occasione di leggere vari documenti cartacei e hanno potuto informarsi e confrontarsi anche su internet. Spero di avere avuto un piccolo merito affinchè oggi, a quasi due mesi dall'apertura di questo blog, ci sia stato a Poggio dei Pini uno scambio di opinioni ed un confronto che non è mai esistito in precedenza e che, chi mi conosce lo sa, inseguivo e proponevo da tempo. Vanno bene le riunioni, anche perche sono momenti di socializzazione importante, ma come luogo di confronto, se organizzato seriamente, Internet offre oggi delle potenzialità enormi che sarebbe anacronistico non utilizzare.

Un altro possibile motivo della parziale disattenzione verso questa riunione potrebbe risiedere nella sfiducia che i soci hanno in questo CdA. La fiducia, come suol dirsi, va meritata. Non dimentichiamoci che questa riunione segue eventi abbastanza "traumatici". Oggi il CdA, dopo avere zittito, oscurato, boicottato, omesso e offeso indice una riunione alla quale molti soci non partecipano. E' davvero così strano?

Torniamo alla riunione e parliamo di variante. Il presidente Calvisi in mezz'ora ritorna sulla variante fornendo ulteriori precisazioni, ma soprattutto suoi punti di vista da "non tecnico" quale egli giustamente si dichiara. Ecco così che il piano di lottizzazione originario del 1970 ed i suoi principi ispiratori vengono "interpretati" dal presidente che vive tra noi da pochi anni e che come tanti non ha mai respirato l'aria di quegli anni della "fondazione". Ci viene quindi detto che le volumetrie di allora erano state "condensate" nelle famose torri delle antenne di Sa Birdiera e che già da allora i fondatori avevano in realtà intenzione non già di costruire gli assurdi palazzoni di 30 piani, bensì di "spargere" queste volumetrie per l'intera Poggio dei Pini. Pertanto a tutti i soci che hanno acquistato un lotto di terreno che confinava con le aree verdi e a cui era stato assicurato che in quei terreni non si sarebbe mai costruito in effetti sarebbe stata detta da sempre una solenne bugia. Non mi sembra una interpretazione proponibile. I progetti sono fatti di numeri e mappe, non di "intenzioni" e di interpretazioni.

Una simile lettura della situazione sembra volere scaricare sui "fondatori" responsabilità che invece sono di chi oggi, rimasto senza il becco di un quattrino a causa di una gestione non oculata delle risorse, vuole stravolgere proprio quel piano originario e perdipiù lo vuole fare senza discutere con i soci. E' il famoso gioco dello scaricabarile.

Non è la prima volta che i fondatori vengono "interpetati" e strumentalizzati per coprire le magagne recenti, non mi sembra corretto.

Il problema di oggi però non è tanto la discussione su quanti soldi servano, su quanti lotti servano, su dove lottizzare e su dove no. Queste scelte sono state già fatte dal CdA quasi 1 anno fa senza discuterne con i soci e la variante, commissionata e pagata (non si sa quanto) è stata già presentata agli enti competenti in attesa di approvazione. Questa azione è contraria al nostro Statuto e questa discussione, per quanto utile, avviene in ritardo di un paio di anni. Vogliamo fare finta di niente?

E' chiaro che l'amministrazione cerchi di coprire questo grossolano errore e questo atto offensivo nei confronti dei soci a cui viene in qualche modo detto: queste cose lasciatele fare a noi che siamo esperti, voi continuate tranquilli a pagare il condominio e a passeggiare con i vostri cani nelle zone verdi. Anzi ve le riduciamo così renderemo più facile la socializzazione.

Come nella riunione precedente, anche in questa, il CdA non mette bene in evidenza le mappe. Le mappe sono sempre state mostrate frettolosamente negli incontri individuali presso la Coop. sotto forma di "lenzuoli" cartacei che vi assicuro, sono ben poco facilmente comprensibili se non gli si dedica una lettura attenta di almeno 15 minuti.

Nel 1997 le mappe colorate e con diverse zonizzazioni, erano state esposte in modo da potere essere analizzate accuratamente. Quindi niente mappe (per fortuna sono nel blog).

Però il CdA si sofferma ampiamente sui numeri astrusi delle volumetrie. 1.600.000 mc erano previsti, riduzione di 300.000 nel 97, riduzione di 400.000 nel 2007, senza contare i metri cubi di Masoni Ollastu e S. Barbara. Perchè tutto questo fiorire di numeri e niente mappe? Per confonderci. Innanzitutto queste migliaia di metri cubi ci confondono a priori, inoltre è facile prendere un metro cubo da qui e metterlo là, nel totale resta sempre 1 metro cubo anche se la realtà che ci sta dietro potrebbe essere molto differente.

In una mappa, invece, i cambiamenti, le variazioni o gli stravolgimenti, vengono messi in mostra molto più nettamente. Se prendo dei lotti e li sposto da una posizione all'altra, il totale dei metri cubi potrebbe essere lo stesso, mentre la mappa, la densità e la localizzazione delle aree abitate potrebbe risultare stravolta.

Sembrerebbe che per qualcuno un piano di lottizzazione non abbia bisogno di cartografia, che sia solo un tabellina di volumetrie che, come il Lego, possono poi essere dislocate a piacimento da chi lo realizzerà. Non credo proprio che sia così. Quando si parla di due cose identiche queste sono identiche. Noi italiani, si sa, non amiamo la precisione. Ma 100 lotti nelle aree verdi invece di 50 secondo quale unità di misura diventano la stessa cosa? In questa riunione è poi comparsa un'altra teoria fantasiosa per cercare di "difendere" questa presunta ugualianza fra le due varianti.

Sentite un : la variante del 97 affrontava il problema della inedificabilità dei lotti "di montagna" inserendo circa 50 lotti nelle zone interne, allora siccome anche questa variante fa lo stesso, pur inserendone ilo doppio, ecco che le due varianti sarebbero identiche. La volontà dei soci sarebbe quindi rispettata e non ci sarebbe nessuna violazione dello statuto. E' proprio vero che per taluno scienze come la matematica e la geografia sono "opinioni".


Un socio autorevole in campo ambientale ha posto l'attenzione sulla questione dei siti "identitari". Difatti in questa operazione di "spargimento" e di spostamento delle volumetrie aveva invaso anche aree che vengono considerate "identitarie" per Poggio. Ma quali sono? Sono state citate certamente le pinete, e si sapeva. Poi di è parlato dell'intera collina della ex sede del Grusap. Ve l'immaginate la cartolina di Poggio con il lago, il polmome verde intenso della pineta e un gruppo di case sulla sinistra in direzione della diga? Poi si è parlato dei prati, ma non ho ben capito quali.

La lottizzazione dei siti identitari testimonia come, al di la dei numeri delle cubature e delle mappe, questa variante abbia profondamente modificato la realtà urbanistica di Poggio dei Pini, sia di quelle disegnata nel 1970, che di quella del 1997 ma soprattutto di quella desiderata dai residenti. La loro reazione è stata veemente e molto chiara.
Due ingegneri che tra l'altro hanno seguito direttamente i lavori della variante del '97 hanno ricordato altre differenze tra i due interventi. Nel 1997 difatti il CdA aveva avviato la discussione sull'utilizzo delle aree destinate a servizi, situate nella zona del centro commerciale e nell'area presso le piscine. Erano anche state lasciate alcune aree per utilizzo turistico nelle zone di Masoni Ollastu e S. Barbara. Questi servizi, per i quali era stato fatto anche un concorso di idee, se fossero stati realizzati (quando c'erano i soldi per farli) avrebbero potuto far fruttare alla Coop dei soldi per consentire di mantenersi in vita senza depauperare il patrimonio ambientale. Nel nuovo piano ci sono solo lotti di abitazioni, e tante. La "vision" è quella di un villaggio dormitorio, non un luogo dove vi siano anche delle attività.

Da notare, nella replica del Presidente, la considerazione secondo la quale è sempre possibile lasciare la lottizzazione anche sui "siti identitari", tanto, poi, se le future amministrazioni non vorranno, non saranno obbligate a costruire proprio li.

In pratica si propone di fare un solenne "giurin giuretto" rendendo lottizzabili ufficialmente queste aree ed avere una perenne spada di Damocle di una promessa che potrebbe essere ritirata da una qualsiasi amministrazione futura. Basterà dire: "servono soldi".

Se è parlato molto anche delle infrastrutture, anche se con poche novità che posso riferire. Ancora si gira intorno alla convenzione con il Comune. Compare improvvisamente anche nelle arringhe del Presidente quella del 1985 ma si continua a riproporre un rifacimento pressochè totale di TUTTE le infrastrutture. Curiosa è la proposta che sul modello ritmico della "Fiera dell'est" di Branduardi suona più o meno così: siccome devo rifare la rete idrica e devo scavare, allora rifaccio anche la rete fognaria che è in PVC, poi dato che ci sono rifaccio la rete elettrica e ci metto anche i cavi in fibra ottica perchè voglio essere pronto per il futuro. I pali dell'illuminazione, non vanno bene nemmeno quelli anche se non sono sotto terra.

Per dare una dimostrazione "visiva" di tutto questo la Coop ha immediatamente provveduto ad effettuare uno scavo nella strada dei campi sportivi, mettendo in bella mostra lo scavo, i tubi, l'asfalto da rifare etc.

Non si è mai saputo perchè (ma qualcuno continua a chiederlo) la variante del 1997, dato che era "identica" a quella attuale non sia stata poi presentata al comune (o meglio sia stata ritirata) e quindi per quale motivo si sia fatto il harakiri di non cedere al Comune almeno le strade e l'illuminazione che erano state appena realizzate. Ci si dice oggi che servono soldi, ma contemporaneamente emergono degli sprechi e delle leggerezze ingiustificabili.

E' stato anche chiesto: perchè la Cooperativa non ha aperto un contenzioso con il comune? Risposta: non possiamo permetterci di fare una guerra di questo genere, non abbiamo le munizioni. Il comune non può intervenire nelle nostre opere di urbanizzazione, l'ICI non c'entra niente.

E' strano, a mio avviso, che la mancata realizzazione di parcheggi, tra l'altro posizionati in un vallone presso S. Barbara, avrebbe impedito di cedere al comune le strade solo perchè i parcheggi e strade sono citati nel medesimo art. 8 della convenzione. Vorrei conferme o smentite. E la convenzione del 1985 che dice "tutto è stato realizzato"?

Poi ci sono alcune strade che sono comunali da sempre, una addirittura la "strada dei Genovesi" aveva ospitato una ferrovia che portava il materiale minerario dalla Stazioncina di S. Girolamo a Su Loi. Possibile che la manutenzione e addirittura l'illuminazione di queste arterie comunali debba essere a carico dei soci della Cooperativa?

A dire il vero il Presidente, mentre esponeva le problematiche esistenti tra la nostra cooperativa e il comune di Capoterra, sembrava parlare più come l'avvocato del Comune che come nostro rappresentante.

Non viviamo nel Far West e ci sono le leggi. Certamente ci sono anche leggi che tutelano la cooperativa non solo quelle che tutelano il Comune. La guerra al Comune non è forse opportuna, ma utilizzare solo una parte di quella decisione e di quella fantasia che abbiamo visto espressa per cercare di impedire ai soci di accedere agli atti, darebbe degli ottimi risultati nella tutela dei nostri interessi. Se non si è capaci a fare questo, si passi la mano a qualcuno più deciso o competente.

Qualcuno ha citato anche Internet, chiedendo maggiore informazione. La risposta del nostro Presidente presenta un insieme di contraddizioni ed omissioni. Si afferma che la Cooperativa non avrebbe un sito internet decente perchè "voleva fare troppo installando un proprio server" In pratica si ammette la colpa ritenendo che sia "di scarsa importanza". ci si sbaglia, è un errore grave. Sono certo che se nella nostra comunità avessimo avuto uno strumento che consentisse il "confronto" si sarebbe certamente evitato lo "scontro" e si sarebbero evitati errori che adesso si cerca di aggirare perdendo tempo, denari e creando dissapori nella nostra comunità.

Omissione: la cooperativa ha realizzato e presentato ai soci un portale nell'estate 2006, ma lo ha chiuso dopo qualche mese. Qundi il sito lo ha fatto proprio questo CdA, ma lo ha anche abbandonato inspiegabilmente (apparentemente).

Realizzare un sito internet oggi ha dei costi infrastrutturali che partono da ZERO e per la maggior parte dei siti si fermano a 35 euro all'anno.

Il blog che leggete sarà forse brutto ma costa zero ed è stato realizzato da una persona in 1 giorno. Lo sforzo maggiore nella realizzazione di una iniziativa telematica è quello tecnico-organizzativo. La cooperativa ha avuto la possibilità di avvalersi di collaborazioni gratuite ed è quindi ingiustificato il mancato intervento in questo campo. Anzi testimonia la mancanza di partecipazione con i soci o i residenti che non fanno parte della stretta cerchia dei "los amigos" o "los parentes", ma non è certo questo lo spirito cooperativistico.

Quindi la Coop non realizza un sito internet a costo zero perchè "ha grandi progetti" in questo settore: il famoso server (ullallà) e la fibra ottica. Della serie: vorrei andare a Cagliari ma vorrei andardci in Ferrari. Questa Golf che mi è stata regalata non va bene e me ne resto a casa.

Mi permetto anche di aggiungere una cosa. Attenzione con gli investimenti in ambito tecnologico. Si sa che le tecnologie hanno un rischio di obsolescenza elevatissima. Per muoversi in questo settore bisogna essere grossi e preparati. Il rischio di trovarsi con un pugno di mosche in mano è elevato e considerando l'esperienza Poggio Sport.... Oggi c'è il cavo in fibra ottica, da qualche anno molte soluzioni di connettività vengono servite dalle tecnologie wireless. Domani chissà. Io spero che la Cooperativa, se dovesse investire, lo faccia in modo oculato.

Il Presidente mostra quindi la faccia dell'innovatore tecnologico parlando di server e di fibra ottica, ma poi conclude cercando di sminuire il deficit informativo della sua amministrazione, dicendo che lui preferisce l'informazione cartacea, quelle 2 pagine recapitate manualmente con cadenza plurimensile. Ma come? e i server, e le fibre ottiche?

La carta dei notiziari della coop, effettivamente qualche vantaggio ce l'hanno: gli altri non ci possono scrivere.

Sempre nell'ambito delle polemiche ci si lamenta da parte del CdA e sostenitori, della mancanza di una proposta alternativa al Piano di lottizzazione. Immagino, anzi a questo punto lo riterrei obbligatorio, che qualora dovessero esserci delle nuove elezioni, i candidati si esprimano in modo molto dettagliato su quali iniziative vogliano portare avanti a questo proposito.

In realtà mi sembra che questo momento non sia ancora arrivato. C'è stata una sollevazione popolare come reazione alla approvazione di un piano di lottizzazione che sconvolgeva il territorio. Ne è stato chiesto il ritiro innanzitutto per rispettare quanto dettato dallo Statuto. In seguito alla esposizione del piano questo ha subito varie critiche, molte delle qualo propositive (ebbene si, criticare si può) tanto che è stato parzialmente modificato dal CdA. Resta comunque un piano probabilmente illegittimo di cui si discute dopo e non prima della sua approvazione. Ci troviamo di fronte a un grottesco inutile referendum "confermativo" in cui si chiede il nostro parere per qualcosa che è stato già deciso.

Poi le critiche hanno riguardato anche altri aspetti della gestione presente e di quelle passate e sono emerse tante problematiche. Non è facile recuperare in qualche settimana un deficit di informazione, collaborazione e confronto durato almeno 15 anni. Possiamo continuare a parlare, meglio tardi che mai, però un provvedimento illegittimo non può andare avanti.

In questo senso vanno anche alcuni interventi "costruttivi" effettuati nella riunione del 19. Si chiede di fermarsi, discutere sulle necessità, sul dove vogliamo andare, per poi proseguire.

PS: è stato chiuso il sondaggio sull'anonimato nel blog. Risultati: 100 voti, 91% contrari. Vedi pagina sondaggi.

giovedì 17 gennaio 2008

Niet del CdA: gli atti restano segreti

Come già riportato in questo blog, un gruppo di 128 soci ha presentato oltre 1 mese fa in Cooperativa una richiesta formale di accesso ad alcuni atti. Si trattava di vari documenti, tra cui, in particolare, le convenzioni stipulate tra la Coop e alcuni consulenti esterni.

Di queste convenzioni si voleva conoscere soprattutto l'impegno economico. In pratica: quanto hanno speso i soci per queste attività.

Dopo alcuni tentativi di temporeggiare e ostacolare questa richiesta, invocando a sproposito la legge sulla privacy e minacciando i richiedenti di azioni legali qualora avessero divulgato le notizie eventualmente apprese, ecco arrivare finalmente il responso. Niente da fare. Gli atti NON VERRANNO MOSTRATI.

Tra i documenti richiesti, è stato reso disponibile solo il libro dei soci. I verbali delle delibere sono ancora oggetto di trattativa in quanto non sono chiare le modalità con cui le informazioni ivi contenute potranno essere divulgate ai soci. Il legale ingaggiato dal CdA con i soldi dei soci è difatti in agguato per colpire i soci stessi, qualora commettessero qualche irregolarità. Tanto per fare un esempio in un sondaggio presente in questo blog, il 100% dei votanti desidera che questi verbali (eventualmente filtrati da informazioni sensibili) siano resi disponibili per i soci nel sito internet della Cooperativa.

Gli altri atti richiesti resteranno ben nascosti negli archivi segreti degli amministratori.

Non si saprà quindi quanto è costato il progetto di variante al Piano di Lottizzazione che pure il CdA propone come estremamente positivo per la nostra comunità (perche occultarlo quindi?).

Non sapremo quanto ci viene a costare la consulenza del legale ingaggiato dal CdA e non si saprà neanche quanto è costato il rifacimento di un tratto della strada 3 che è di proprietà e gestione comunale. Non sapremo neanche quanto è costata la bitumazione della strada che porta all'abitazione del socio e presidente Calvisi, anche se, sinceramente, io ho sempre ritenuto poco significativo questo intervento e strumentale l'attacco ad esso relativo.
E' però a mio avviso palese che il diniego all'accesso agli atti non sia legittimo. Perchè allora? Non credo che ci sia niente di clamoroso dietro questi atti secretati. A mio avviso la richiesta di consultare gli atti viene vista dal CdA come un atto di guerra, una lesa maestà e quindi, come quei bambini che litigano per i soldatini, si risponde "no, non te li do". Non sappiamo se questi atti contengano rivelazioni imbarazzanti oppure no. Forse quello a cui stiamo assistendo è solo un gioco di potere dannoso e pericoloso per la nostra comunità.

Sempre a proposito di informazioni "non trasmesse", il verbale della riunione del 1 dicembre non è stato ancora redatto e non si conosce il motivo di questo ritardo. Cosa potrà mai contenere? Forse il numero dei soci partecipanti (oltre 400) e l'esiguo numero di voti raccolti dalle mozioni presentate dal CdA (15% dei voti).
Io personalmente vedo con molta tristezza questa escalation. Il CdA forse ha compiuto un solo grosso errore (anche se grave) a cui poteva porre rimedio subito dopo avere constatato che un così grande numero di soci non aveva apprezzato quel provvedimento (la nuova variante) e, soprattutto, il modo in cui era stata presentata al Comune (senza consultare i soci).
Invece si è scelto di partecipare a un conflitto e sono state effettuate diverse azioni molto discutibili, sia sul piano dell'opportunità che di quello della legittimità. Sembra uno di quei treni che corre verso il precipizio. Domanda: come si può fermare questa folle corsa salvaguardando, prima di tutto, la legalità e gli interessi della comunità?

domenica 13 gennaio 2008

Un quesito referendario che sa di formaggio rancido

Si sono rinchiusi per oltre un mese nella sala consiliare per elaborare una strategia di difesa nel tentativo di giustificare il fatto che i soci, alla fine dell'estate scorsa, abbiano appreso dall'Unione Sarda la notizia di un radicale sconvolgimento del territorio di Poggio dei Pini.

Hanno effettuato una serie di azioni discutibili per impedire ai soci di esprimere il proprio dissenso con un referendum regolarmente convocato e di accedere alle informazioni che riguardano la normale amministrazione della cooperativa.

Dopo essere stati messi all'angolo e colpiti da un diluvio di critiche ed accuse, ecco quindi arrivare le contromosse.

Seguendo un vezzo tipicamente italico (vedi anche lo scandalo dei rifiuti campani) quando si sbaglia non si passa la mano; si difende la "poltrona" a qualsiasi costo. Tanto a rimetterci saranno sempre i "filistei", cioè noi.

Strano paese il nostro. In Italia quando un automobilista commette un'infrazione non chiede scusa ma manda aff... chi si permette di fargli notare la manovra irregolare. Allo stesso modo, ritirare un provvedimento illegittimo, ammettendo di avere sbagliato, significa per i nostri amministratori perdere l'onore. Eppure le dimissioni del consiglio non furono richieste. Nell'assemblea del 1 dicembre venne richiesto il ritiro della variante irregolarmente approvata.

Sarà forse per orgoglio e testardaggine che il nostro CdA non ha voluto fare marcia indietro. Forse. Quindi noi dovremmo stravolgere l'armonia di quello che lo scrittore poggino Ignazio Lecca definì "il borgo fortunato", per salvaguardare "l'infallibilità" di questi pochi nostri colleghi soci che oggi amministrano la cooperativa.

Qualcuno ha ricordato che alcuni di essi percepiscono un "rimborso spese" o gettone di presenza che non è più, come una volta, quasi simbolico. Altri pensano che alcune poltrone garantiscono un non indifferente potere, con tutto quello che ne consegue in termini di prestigio e vantaggi indiretti (tutta roba legale ci tengo a precisare). La situazione, al di là dei cavilli e dei giochi di parole, è abbastanza chiara.

Veniamo quindi a questo ennesimo gioco di equilibrismo dialettico, che si manifesta nel nuovo comunicato del CdA e nel relativo quesito referendario.

E' sempre interessante analizzare le "premesse" di questi testi criptici del CdA. Esse sono infatti piene di "dietrologie" e ci riportano a sforzi interpretativi che riesumano atmosfere da "il Codice da Vinci".

Premessa n. 1
Innazitutto il CdA ci vuole ricordare che "i CdA degli ultimi 10 anni hanno sempre impostato la loro politica di completamento del piano di lottizzazione originario rispettando nella sostanza il referendum del marzo 1997".

Cerchiamo di tradurre l'arcano. Si vuole dire: "ehi raga, non siamo solo noi ("noartri") a volere lottizzare a manetta, anche le precedenti amministrazioni volevano fare la stessa cosa". Intanto, come ben noto, noi soci siamo tenuti all'oscuro delle delibere del CdA, delle quali riceviamo solo alcuni estratti "addomesticati" che talvolta vengono mostrati ad anni di distanza. Vi ricordo, a questo proposito, la proposta "Medda" del 2003 che è stata riportata da Calvisi nel corso della riunione del 1 dicembre (2007). Chi ne sapeva qualcosa? Tirano fuori le carte quando vogliono loro e tengono nascoste (pardon "secretate") quelle "scomode". E la convenzione con il comune del 1985? Che fine ha fatto?

Inoltre un dato certo è che il CdA del '97 ha attivato una discussione e ha effettuato un referendum prima di deliberare quella variante. Nessuno ci ha poi spiegato il motivo per cui la stessa variante sia stata ritirata (ennesimo segreto). Nel 1997 c'era un altro CdA sprecone e l'informazione nei confronti dei soci era ridotta al lumicino con una possibilità di confronto praticamente nullo. Però almeno avevano organizzato un paio di assemblee r avevano fatto votare un referendum.

Appare ovvio che il CdA oggi avrebbe dovuto seguire la medesima strada del '97, tra l'altro tracciata dal nostro Statuto. Perchè non l'ha fatto? Non giunge ancora risposta forse perchè la risposta è inconfessabile. Si continua a ripetere la falsità secondo cui la variante del 97 è "sostanzialmente" identica a quella del 2007. Ci sono le mappe e le tabelle a testimoniare che così non è. Le mappe sono in questo blog ma potete anche farvele mostrare in Cooperativa.

La realtà è che questa variante NON POTEVA ESSERE APPROVATA dal CdA e presentata alla Regione, come è stato fatto, senza la nostra PREVENTIVA approvazione.

Immagino che questa irregolarità sarà un giorno stabilita anche da un giudice, ma ci vorrà tempo e nel frattempo la variante illegittima rischia di continuare il suo iter, rendendo molto difficile, tra chissà quanti anni, tornare indietro. Per ironia della sorte, gli eventuali danni causati da comportamenti illegittimi di questa amministrazione rischiamo di pagarli sempre noi, cioè la Cooperativa.

Premesse n. 2 e 3
Il comunicato propone una apparentemente positiva "riduzione" di 440.000 mc di volumetrie che si otterrebbe paragonando questa variante del 2007 allo storico piano di lottizzazione del 1970. Ma chi lo dice che questa "pietra di paragone", cioè la volumetria del Piano del 1970, rappresenti oggi, nel 2008, un progetto realizzabile? E' molto improbabile che oggi si possa edificare sulla Punta Mustaddini, a Masoni Ollastu, a S. Barbara, per effetto dei numero vincoli che sono subentrati. Si sta paragonando quindi una cosa reale a un qualcosa di "scaduto".

Se oggi produco un formaggio che fa schifo posso dire che è molto migliore di quello rancido che tengo nel cassetto dal 1970?

Quel progetto, inoltre, non conteneva solo i numeri dei mc totali, conteneva anche delle mappe e un "disegno urbanistico" che invece questa variante vorrebbe stravolgere. Come recita il comunicato del CdA ci sono "95 lotti variamente distribuiti nel territorio". Questi lotti (vedi mappe) nel 1970 non c'erano e nel 1997 erano meno di 50. Sono quindi "sostanzialmente" RADDOPPIATI. Inserendo questi lotti all'interno e ai bordi della nostra lottizzazione ne risulta una DENSITA' molto maggiore. Densità vuol dire case più vicine, traffico e rumore condensato, perdità di quelle aree verdi che davano respiro alle nostre zone residenziali. Perdiamo il verde "vicino" e guadagnamo il verde "lontano" che però forse è già vincolato. Insomma stiamo attenti: quella che viene proposta come una RIDUZIONE è invece un INCREMENTO.

Premessa n. 4
L'ultima premessa riprende il vecchio motivo della necessità di rispettare la convenzione con il Comune e ripete la solita pappardella con l'elenco di tutti i servizi da rifare da capo.

Vi ricordo la convenzione del 1985 con il Comune che dice che la Cooperativa ha assolto a tutti gli impegni assunti e che quindi "tutte le opere di urbanizzazione primaria e secondaria sono state realizzate in attuazione e con il rispetto delle prescrizioni del piano di lottizzazione, con la sola eccezione delle opere relative alla rete fognaria e agli impianti di illuminazione pubblica ..." (rete fognaria e illuminazione realizzate e collaudate subito dopo). Di questa convenzione nessuno ha parlato ne prima ne dopo. Non è stata smentita, ma il CdA continua a far finta che non esista.

Onde per cui: GLI IMPEGNI ECONOMICI CHE IL CDA ADDUCE A GIUSTIFICAZIONE DI QUESTO INTERVENTO SONO MESSI IN DISCUSSIONE DA DOCUMENTI UFFICIALI CHE LI CONTRADDICONO. Alcune persone qualificate, soci palesemente privi di alcun interesse personale o coinvolgimento diretto nell'amministrazione, hanno messo in discussione (anche in questo blog) le cifre riportate dal CdA ritenute quantomeno eccessive.

Il quesito

Finite le premesse si passa al quesito in cui si chiede se siamo favorevoli al progetto di variante che comprende il vincolo a verde di oltra la metà del comprensorio di proprietà della cooperativa e a rinunciare a mc 440.000 di edilizia residenziale e quindi a CONTENERE lo sviluppo futuro di Poggio dei Pini .. e comunque con l'esclusione delle pinete e del lotto ex sede Grusap. Insomma le premesse servivano da "spot" colmo di omissioni e inesattezze per proporre allo stupido acquirente un prodotto pessimo cercando di farlo sembrare "buono". Ci cascheremo?

Ma dai ... Contenere!!! Hanno rinunciato a edificare sui "cucuzzoli della montagna" dove comunque non avrebbero mai potuto farlo, hanno riversato una marea di lotti nelle attuale zone residenziali, saturando tutte le zone verdi "di respiro" e hanno la faccia tosta di parlare di "contenimento".
E le pinete .... sappiamo bene tutti da chi sono state salvate.

Cari amici lettori, a prescindere dai giochi di parole dei quesiti referendari, il vero quesito a cui dobbiamo rispondere è: "vogliamo continuare a farci prendere in giro"?
Se vogliamo cambiare è questo il momento di farlo.

Siamo ancora una cooperativa?

di Giampaolo Lai

Gli avvenimenti accaduti nell'ultimo periodo e i comportamenti personali osservati mi hanno indotto a pormi questa domanda, Per trovare una risposta è necessario un piccolo riepilogo anche se non puntuale con date e descrizioni dei fatti come Giorgio Plazzotta ha meritatamente già pubblicato. A me interessa una riflessione soprattutto su ciò che credo di intravedere oltre i singoli fatti.

Allora vediamo alcune cose ad iniziare da uno scritto datato 11/12/07 protocollo 2479 con riportato in calce “Il Consiglio di Amministrazione” contenente una filastrocca di epiteti, dal contenuto “forte”, indirizzati a Soci della Cooperativa poco inclini a piegare la schiena ma propensi ad ottenere chiarezza su atti della Società. Ritenendomi incluso fra quei Soci ho personalmente scritto al Presidente chiedendogli semplice conferma se il CDA condividesse o meno quelle affermazioni poco edificanti. Con squisita cortesia mi è stato risposto con lettera personale datata 22/12/07 con la quale mi si conferma “Ti stimo troppo per pensare che le accuse, Ti assicuro del tutto fondate mosse dal Consiglio a certi soggetti che con falsità, slealtà, malafede, ecc. hanno arrecato danni rilevanti alla Cooperativa, e non solo in termini di danno all'immagine, possano essere state intese come critiche a Te o ad altri ex Amministratori che della salvaguardia degli interessi della Cooperativa si sono sempre occupati”. Dunque, in mancanza di una smentita sperata, sono confermati gli epiteti assai poco gloriosi rivolti ad ALTRI SOCI che, con me, hanno chiesto alcune cose.

Poiché nel frattempo un legale interpellato allo scopo, aveva anche chiarito che una eventuale azione di revoca degli Amministratori in carica poteva manifestarsi, da parte dei Soci, eventualmente, con votazione segreta, nella stessa lettera da me ricevuta, si afferma che se non fosse stata motivata con la “giusta causa” gli Amministratori rimossi avrebbero chiesto il risarcimento ai Soci favorevoli alla revoca, da individuare con voto ad appello nominale. Appunto per distinguere i Soci buoni dai cattivi.

Resta da capire in quali casi la giusta causa potrà essere invocata con certezza. Se un CDA ignora il dettato Statutario ed altri Soci, inascoltati, lo fanno rilevare matura la giusta causa ? Se un CDA sollecitato da Soci ai termini dello Statuto indice un referendum e poi lo annulla a 4 giorni dal suo svolgimento integra un caso di giusta causa ? E la formulazione “se mi mandi via mi paghi” rivolta ai Soci che hanno eletto quel CDA con VOTO SEGRETO che significato avrà ? E un Socio, anche dipendente, avrà il coraggio di esprimere in modo palese il suo voto eventualmente opposto alle aspettative del suo datore di lavoro ?
Lo Statuto nel testo vigente è una filastrocca di doveri dei Soci nei riguardi della Società Cooperativa. Il Codice civile è richiamato frequentemente. L'art. 53 ci dice “anche se tu segui la procedura stabilita dal codice per vedere gli atti” il Presidente “può negare l'accesso a particolari atti e documenti qualora dalla loro conoscenza e/o divulgazione possano derivare pregiudizio o nocumento alla Società o alle persone in essi menzionate”. Quali sono questi atti ? Chi stabilisce se sono o meno sensibili ? . Insomma della serie ... campa cavallo..

Il ricambio ? Come nel ventennio di cui alcuni di noi hanno vissuto gli ultimi anni. Qui però si riesce a parlare anche di quarantennio perchè “ io sono bravo e non ho fiducia negli altri e quindi stò e continuo a stare”.

Dice lo Statuto (art. 51) “Le cariche sociali sono generalmente gratuite” prosegue con ammissione di un rimborso delle spese sostenute. Appunto rimborso e non compenso. Anche gli Amministratori Delegati (Comitato Esecutivo), a mio giudizio, potranno rivendicare il “rimborso” per le spese sostenute (tipico il caso della benzina per gli spostamenti). Attribuire invece un “adeguato indennizzo” snatura lo spirito Cooperativistico. Ed infatti in un passato non lontano le cariche erano gratuite e ciascuno dava in funzione delle proprie disponibilità e capacità. Da Cooperatore.

Manca, nello Statuto, una norma di salvaguardia per i Soci di “minoranza” intendo dire che la Regola non obbliga l'inserimento di una minoranza in Consiglio di Amministrazione. I Soci non possono sapere altro che ciò che il convento distribuisce, prendere o lasciare. Non viene neppure più esposto l'avviso di convocazione per le adunanze del CDA, cosa che in passato accadeva. Non è noto se i Soci possano assistere a queste adunanze, lo Statuto nulla contiene né in senso affermativo né in senso contrario. E' quindi possibile che il Presidente (applicando il famoso art. 53) possa negare anche questa opportunità perchè in quella occasione, Soci presenti estranei al CDA, potrebbero conoscere cose proibite o sensibili dalla cui conoscenza potrebbe derivare pregiudizio o nocumento alla Società o alle persone in essi menzionate. Appunto della serie non mi fido degli altri anche se Soci.

Era stata, in passato, approvata una regola per gli appalti di forniture e/o servizi ed era stata intrapresa la strada della comunicazione pubblica delle esigenze via via emergenti. Questo per dare modo ai Soci, potenzialmente idonei allo scopo, di presentare candidature e/o proposte di forniture. Nell'ultimo periodo non ho avuto, come Socio, alcuna informativa, deduco che la norma sia stata cassata, anche quest'azione in spregio dei Soci. Tant'è che strutture sociali sono state concesse in assenza di concorrenze e senza alcuna previa pubblicità.

Altre testimonianze ognuno di noi potrà ritrovarle per esperienze dirette ma a me già queste rammentate sono sufficienti appunto per convincermi che la risposta all'interrogativo in testata è sicuramente:

NO, LA NOSTRA SOCIETA' NON E' PIU' UNA COOPERATIVA. E' ALTRO.

Anche perchè una Cooperativa come la nostra i cui Soci sono caratterizzati da qualità peculiari ed inusuali, oltre che curare con la dovuta attenzione gli aspetti economici, finanziari e quant'altro, dovrebbe, in primo luogo, prestare ascolto e rispetto alla sua componente più importante che è quella dei Soci. Proseguire ad agire con il principio de “Il padrone sono io” porterà allo sfascio dell'attuale intero impianto. A me queste riflessioni che ho esposto appaiono confermate anche dal recente episodio che riguarda la variante al piano di lottizzazione. A tutti i Soci (ad esclusione di quelli che formano il Consiglio di Amministrazione) la prima ed unica notizia certa contenente i dati numerici della variante proposta ed in itinere è pervenuta non dalla Cooperativa bensì dal giornale quotidiano. Come un qualsiasi cittadino dovunque dimorante che assume le notizie più disparate. Quanto poi alla giustificazione secondo cui le comunicazioni sono comparse sul foglio Notiziario, a me è sfuggita qualunque congrua informazione (volumi, numero dei lotti, ubicazione, etc.) che invece ho appreso, appunto, da una fonte estranea alla nostra organizzazione. .

giovedì 10 gennaio 2008

Il referendum "de noartri"

Il CdA della cooperativa Poggio dei Pini ha indetto un nuovo referendum consultivo dedicato alla variante del piano di lottizzazione che si terrà in data 27 gennaio.

Contestualmente sono state indette ben due riunioni informative per i giorni 19 e 26 gennaio (h. 16.30).

Le riunioni si terranno nei campi da tennis coperti presso la zona sportiva. Così come già scritto in questo Blog, l'inaspettata massiccia partecipazione dei soci ai recenti avvenimenti, che aveva colto di sorpresa tutti quanti nell'assemblea del 1 dicembre, faceva suggerire di svolgere le assemblee in uno spazio più ampio. Ciò dovrebbe consentire la partecipazioni di tutti i residenti interessati: soci, figli, mogli, suoceri, nonni, zie, tate etc. senza dovere ricorrere all'intervento delle forze dell'ordine.

Abbastanza curioso, nel breve comunicato, l'appello: "riteniamo che l'importanza dell'argomento meriti un'attenta riflessione ed un accurato esame da parte di tutti i soci". Sembrerebbe un invito di solerti amministratori che cercano di sollecitare l'interesse di una platea sonnolenta. In realtà da 2 mesi a questa parte l'interesse dei soci su questo argomento è a livelli stratosferici mai visti nella nostra comunità. La realtà, che non traspare dai crtiptici comunicati del CdA, è costituita da numerose assemblee e riunioni che si tengono nel nostro centro, da richieste che vengono firmate da centinaia di soci, da un referendum (annullato), dalla richiesta di assemblea straordinaria e, per ultimo, questo blog, che è stato letto più di 3600 volte in 1 mese e mezzo, ricco di "attente riflessioni" dei soci, che non hanno mai avuto tanto spazio per potere discutere. Non si capisce il senso di questo appello. Il vero invito è quello che i soci rivolgono al CdA di fornire spiegazioni innanzitutto sulle decisioni che sembrano viziate da illegittimità di varia natura.

Se poi arriveranno anche le scuse relative a comportamenti poco saggi e signorili ed elementi che possano far prevedere per la nostra comunità un futuro in cui il confronto non sia scontro, in cui la strategia della delegittimazione e dell'ostruzionismo sia superata da quella trasparenza e quella partecipazione alla gestione del bene cooperativo che dovrebbe essere alla base dei nostri rapporti sociali e che viene invocata a gran voce da tutti.

E' chiaro pero' che il rispetto si conquista con la correttezza e la serietà. Oggi il CdA indice un referendum sulla variante dopo averne annullato uno dedicato allo stesso tema. E' serio? E' corretto? E qual'è il quesito del referendum? Non si sa .... sorpresa. I sudditi non chiedano troppo, ogni cosa a tempo debito. Qualunque cosa sia si tratta pur sempre di un referendum "rubato" a quei 200 soci che lo avevano richiesto a fine novembre. Probabilmente verrà tirato fuori un altro cavillo che spiegherà il senso della sorpresa. Immagino che basti cambiare 1 metro di cubatura per rendere un nuovo referendum ammissibile. Potremmo fare 2 milioni di referendum, tutti leggermente diversi l'uno dall'altro. Questo è il referendum "de noartri", non quello dei "sobillatori". Non so come verrà spiegato che questo referendum avrebbe dovuto tenersi prima della approvazione di un intervento così importante per la nostra comunità, come previsto dal nostro Statuto, prima anche della spesa (di importo ancora segreto) per il relativo progetto esecutivo. Qualcosa verrà detto: mi aspetto gare di "cavillismo" ed arrampicate da free-climbing sugli specchi. Per ora su questo argomento il CdA non ha scritto nulla. Evidetentemente il canovaccio della sit-com prevede che il mistero sarà svelato più avanti.

Innegabilmente serviva tempo per preparare una difesa da tutti quegli attacchi che avevano stordito il CdA il 1 dicembre. Non si poteva votare una settimana dopo: sarebbe stata una disfatta certa. Il 27 come andrà? Probabilmente non molto diversamente, ma vediamo cosa spunterà dal cappello a cilindro. Il clima è rovente quindi il mio suggerimento è: la trasparenza parta da subito. Scrutatori e controllori degli aventi diritto al voto prevedano la partecipazione di entrambi gli schieramenti. Mi hanno scritto dalla Bulgaria e mi hanno detto che adesso anche loro fanno così.

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