Sabato 19 gennaio si è tenuta una delle due riunioni propedeutiche al referendum promosso dal CdA di cui si è ampiamente scritto in questo blog. Come di consuetudine, scrivo un resoconto per chi non c'era, ma soprattutto mi interessa commentare e sollecitare i lettori ad inserire le proprie considerazioni personali.
La partecipazione alla riunione: scarsa. Non so se nel freddo tendone dei campi sportivi ci fossero 100 persone, forse meno. Se si considerano i circa 500 partecipanti all'assemblea del 1 dicembre (compresi i non soci) e le centinaia di firme raccolte dalle iniziative del Comitato, a questa riunione hanno partecipato veramente poche persone. Perche? Sinceramente vorrei conoscere il vostro parere perchè anche io sono rimasto sorpreso.
Un accenno alla scarsa partecipazione è stato effettuato dal Giovane secondo cui "l'informazione è scarsa perchè manca la controparte" e tutti noi presenti avremmo dovuto invitare i nostri vicini.
Continuo a contrastare l'idea secondo cui gli 800 soci della cooperativa, o se vogliamo i 1800 residenti di Poggio dei Pini, si comportino come un gregge di pecore che si muove a seconda delle indicazioni del pastore. Ancora mano utile è la logica del blocchi contrapposti che traspare da alcuni comunicati e da certe affermazioni. Non mi piace pensare alle persone che hanno una visione diversa da me su una questione come a una "controparte", e questo non vale neanche per quelle persone che hanno degli interessi personali o dei legami familiari da supportare e difendere. Ad ogni modo, se si hanno argomenti e ragioni, si può fare informazione anche in presenza di un boicottaggio da parte degli "oppositori", basta guardare questo blog!
Tra i motivi più probabili per cui molte persone non si sono recate a questa riunione c'è, a mio parere, il fatto che tra il 1 dicembre e oggi ci sono state ampie possibilità di informazione. I residenti hanno avuto occasione di leggere vari documenti cartacei e hanno potuto informarsi e confrontarsi anche su internet. Spero di avere avuto un piccolo merito affinchè oggi, a quasi due mesi dall'apertura di questo blog, ci sia stato a Poggio dei Pini uno scambio di opinioni ed un confronto che non è mai esistito in precedenza e che, chi mi conosce lo sa, inseguivo e proponevo da tempo. Vanno bene le riunioni, anche perche sono momenti di socializzazione importante, ma come luogo di confronto, se organizzato seriamente, Internet offre oggi delle potenzialità enormi che sarebbe anacronistico non utilizzare.
Un altro possibile motivo della parziale disattenzione verso questa riunione potrebbe risiedere nella sfiducia che i soci hanno in questo CdA. La fiducia, come suol dirsi, va meritata. Non dimentichiamoci che questa riunione segue eventi abbastanza "traumatici". Oggi il CdA, dopo avere zittito, oscurato, boicottato, omesso e offeso indice una riunione alla quale molti soci non partecipano. E' davvero così strano?
Torniamo alla riunione e parliamo di variante. Il presidente Calvisi in mezz'ora ritorna sulla variante fornendo ulteriori precisazioni, ma soprattutto suoi punti di vista da "non tecnico" quale egli giustamente si dichiara. Ecco così che il piano di lottizzazione originario del 1970 ed i suoi principi ispiratori vengono "interpretati" dal presidente che vive tra noi da pochi anni e che come tanti non ha mai respirato l'aria di quegli anni della "fondazione". Ci viene quindi detto che le volumetrie di allora erano state "condensate" nelle famose torri delle antenne di Sa Birdiera e che già da allora i fondatori avevano in realtà intenzione non già di costruire gli assurdi palazzoni di 30 piani, bensì di "spargere" queste volumetrie per l'intera Poggio dei Pini. Pertanto a tutti i soci che hanno acquistato un lotto di terreno che confinava con le aree verdi e a cui era stato assicurato che in quei terreni non si sarebbe mai costruito in effetti sarebbe stata detta da sempre una solenne bugia. Non mi sembra una interpretazione proponibile. I progetti sono fatti di numeri e mappe, non di "intenzioni" e di interpretazioni.
Una simile lettura della situazione sembra volere scaricare sui "fondatori" responsabilità che invece sono di chi oggi, rimasto senza il becco di un quattrino a causa di una gestione non oculata delle risorse, vuole stravolgere proprio quel piano originario e perdipiù lo vuole fare senza discutere con i soci. E' il famoso gioco dello scaricabarile.
Non è la prima volta che i fondatori vengono "interpetati" e strumentalizzati per coprire le magagne recenti, non mi sembra corretto.
Il problema di oggi però non è tanto la discussione su quanti soldi servano, su quanti lotti servano, su dove lottizzare e su dove no. Queste scelte sono state già fatte dal CdA quasi 1 anno fa senza discuterne con i soci e la variante, commissionata e pagata (non si sa quanto) è stata già presentata agli enti competenti in attesa di approvazione. Questa azione è contraria al nostro Statuto e questa discussione, per quanto utile, avviene in ritardo di un paio di anni. Vogliamo fare finta di niente?
E' chiaro che l'amministrazione cerchi di coprire questo grossolano errore e questo atto offensivo nei confronti dei soci a cui viene in qualche modo detto: queste cose lasciatele fare a noi che siamo esperti, voi continuate tranquilli a pagare il condominio e a passeggiare con i vostri cani nelle zone verdi. Anzi ve le riduciamo così renderemo più facile la socializzazione.
Come nella riunione precedente, anche in questa, il CdA non mette bene in evidenza le mappe. Le mappe sono sempre state mostrate frettolosamente negli incontri individuali presso la Coop. sotto forma di "lenzuoli" cartacei che vi assicuro, sono ben poco facilmente comprensibili se non gli si dedica una lettura attenta di almeno 15 minuti.
Nel 1997 le mappe colorate e con diverse zonizzazioni, erano state esposte in modo da potere essere analizzate accuratamente. Quindi niente mappe (per fortuna sono nel blog).
Però il CdA si sofferma ampiamente sui numeri astrusi delle volumetrie. 1.600.000 mc erano previsti, riduzione di 300.000 nel 97, riduzione di 400.000 nel 2007, senza contare i metri cubi di Masoni Ollastu e S. Barbara. Perchè tutto questo fiorire di numeri e niente mappe? Per confonderci. Innanzitutto queste migliaia di metri cubi ci confondono a priori, inoltre è facile prendere un metro cubo da qui e metterlo là, nel totale resta sempre 1 metro cubo anche se la realtà che ci sta dietro potrebbe essere molto differente.
In una mappa, invece, i cambiamenti, le variazioni o gli stravolgimenti, vengono messi in mostra molto più nettamente. Se prendo dei lotti e li sposto da una posizione all'altra, il totale dei metri cubi potrebbe essere lo stesso, mentre la mappa, la densità e la localizzazione delle aree abitate potrebbe risultare stravolta.
Sembrerebbe che per qualcuno un piano di lottizzazione non abbia bisogno di cartografia, che sia solo un tabellina di volumetrie che, come il Lego, possono poi essere dislocate a piacimento da chi lo realizzerà. Non credo proprio che sia così. Quando si parla di due cose identiche queste sono identiche. Noi italiani, si sa, non amiamo la precisione. Ma 100 lotti nelle aree verdi invece di 50 secondo quale unità di misura diventano la stessa cosa? In questa riunione è poi comparsa un'altra teoria fantasiosa per cercare di "difendere" questa presunta ugualianza fra le due varianti.
Sentite un pò: la variante del 97 affrontava il problema della inedificabilità dei lotti "di montagna" inserendo circa 50 lotti nelle zone interne, allora siccome anche questa variante fa lo stesso, pur inserendone ilo doppio, ecco che le due varianti sarebbero identiche. La volontà dei soci sarebbe quindi rispettata e non ci sarebbe nessuna violazione dello statuto. E' proprio vero che per taluno scienze come la matematica e la geografia sono "opinioni".
Un socio autorevole in campo ambientale ha posto l'attenzione sulla questione dei siti "identitari". Difatti in questa operazione di "spargimento" e di spostamento delle volumetrie aveva invaso anche aree che vengono considerate "identitarie" per Poggio. Ma quali sono? Sono state citate certamente le pinete, e si sapeva. Poi di è parlato dell'intera collina della ex sede del Grusap. Ve l'immaginate la cartolina di Poggio con il lago, il polmome verde intenso della pineta e un gruppo di case sulla sinistra in direzione della diga? Poi si è parlato dei prati, ma non ho ben capito quali.
La lottizzazione dei siti identitari testimonia come, al di la dei numeri delle cubature e delle mappe, questa variante abbia profondamente modificato la realtà urbanistica di Poggio dei Pini, sia di quelle disegnata nel 1970, che di quella del 1997 ma soprattutto di quella desiderata dai residenti. La loro reazione è stata veemente e molto chiara.
Due ingegneri che tra l'altro hanno seguito direttamente i lavori della variante del '97 hanno ricordato altre differenze tra i due interventi. Nel 1997 difatti il CdA aveva avviato la discussione sull'utilizzo delle aree destinate a servizi, situate nella zona del centro commerciale e nell'area presso le piscine. Erano anche state lasciate alcune aree per utilizzo turistico nelle zone di Masoni Ollastu e S. Barbara. Questi servizi, per i quali era stato fatto anche un concorso di idee, se fossero stati realizzati (quando c'erano i soldi per farli) avrebbero potuto far fruttare alla Coop dei soldi per consentire di mantenersi in vita senza depauperare il patrimonio ambientale. Nel nuovo piano ci sono solo lotti di abitazioni, e tante. La "vision" è quella di un villaggio dormitorio, non un luogo dove vi siano anche delle attività.
Da notare, nella replica del Presidente, la considerazione secondo la quale è sempre possibile lasciare la lottizzazione anche sui "siti identitari", tanto, poi, se le future amministrazioni non vorranno, non saranno obbligate a costruire proprio li.
In pratica si propone di fare un solenne "giurin giuretto" rendendo lottizzabili ufficialmente queste aree ed avere una perenne spada di Damocle di una promessa che potrebbe essere ritirata da una qualsiasi amministrazione futura. Basterà dire: "servono soldi".
Se è parlato molto anche delle infrastrutture, anche se con poche novità che posso riferire. Ancora si gira intorno alla convenzione con il Comune. Compare improvvisamente anche nelle arringhe del Presidente quella del 1985 ma si continua a riproporre un rifacimento pressochè totale di TUTTE le infrastrutture. Curiosa è la proposta che sul modello ritmico della "Fiera dell'est" di Branduardi suona più o meno così: siccome devo rifare la rete idrica e devo scavare, allora rifaccio anche la rete fognaria che è in PVC, poi dato che ci sono rifaccio la rete elettrica e ci metto anche i cavi in fibra ottica perchè voglio essere pronto per il futuro. I pali dell'illuminazione, non vanno bene nemmeno quelli anche se non sono sotto terra.
Per dare una dimostrazione "visiva" di tutto questo la Coop ha immediatamente provveduto ad effettuare uno scavo nella strada dei campi sportivi, mettendo in bella mostra lo scavo, i tubi, l'asfalto da rifare etc.
Non si è mai saputo perchè (ma qualcuno continua a chiederlo) la variante del 1997, dato che era "identica" a quella attuale non sia stata poi presentata al comune (o meglio sia stata ritirata) e quindi per quale motivo si sia fatto il harakiri di non cedere al Comune almeno le strade e l'illuminazione che erano state appena realizzate. Ci si dice oggi che servono soldi, ma contemporaneamente emergono degli sprechi e delle leggerezze ingiustificabili.
E' stato anche chiesto: perchè la Cooperativa non ha aperto un contenzioso con il comune? Risposta: non possiamo permetterci di fare una guerra di questo genere, non abbiamo le munizioni. Il comune non può intervenire nelle nostre opere di urbanizzazione, l'ICI non c'entra niente.
E' strano, a mio avviso, che la mancata realizzazione di parcheggi, tra l'altro posizionati in un vallone presso S. Barbara, avrebbe impedito di cedere al comune le strade solo perchè i parcheggi e strade sono citati nel medesimo art. 8 della convenzione. Vorrei conferme o smentite. E la convenzione del 1985 che dice "tutto è stato realizzato"?
Poi ci sono alcune strade che sono comunali da sempre, una addirittura la "strada dei Genovesi" aveva ospitato una ferrovia che portava il materiale minerario dalla Stazioncina di S. Girolamo a Su Loi. Possibile che la manutenzione e addirittura l'illuminazione di queste arterie comunali debba essere a carico dei soci della Cooperativa?
A dire il vero il Presidente, mentre esponeva le problematiche esistenti tra la nostra cooperativa e il comune di Capoterra, sembrava parlare più come l'avvocato del Comune che come nostro rappresentante.
Non viviamo nel Far West e ci sono le leggi. Certamente ci sono anche leggi che tutelano la cooperativa non solo quelle che tutelano il Comune. La guerra al Comune non è forse opportuna, ma utilizzare solo una parte di quella decisione e di quella fantasia che abbiamo visto espressa per cercare di impedire ai soci di accedere agli atti, darebbe degli ottimi risultati nella tutela dei nostri interessi. Se non si è capaci a fare questo, si passi la mano a qualcuno più deciso o competente.
Qualcuno ha citato anche Internet, chiedendo maggiore informazione. La risposta del nostro Presidente presenta un insieme di contraddizioni ed omissioni. Si afferma che la Cooperativa non avrebbe un sito internet decente perchè "voleva fare troppo installando un proprio server" In pratica si ammette la colpa ritenendo che sia "di scarsa importanza". ci si sbaglia, è un errore grave. Sono certo che se nella nostra comunità avessimo avuto uno strumento che consentisse il "confronto" si sarebbe certamente evitato lo "scontro" e si sarebbero evitati errori che adesso si cerca di aggirare perdendo tempo, denari e creando dissapori nella nostra comunità.
Omissione: la cooperativa ha realizzato e presentato ai soci un portale nell'estate 2006, ma lo ha chiuso dopo qualche mese. Qundi il sito lo ha fatto proprio questo CdA, ma lo ha anche abbandonato inspiegabilmente (apparentemente).
Realizzare un sito internet oggi ha dei costi infrastrutturali che partono da ZERO e per la maggior parte dei siti si fermano a 35 euro all'anno.
Il blog che leggete sarà forse brutto ma costa zero ed è stato realizzato da una persona in 1 giorno. Lo sforzo maggiore nella realizzazione di una iniziativa telematica è quello tecnico-organizzativo. La cooperativa ha avuto la possibilità di avvalersi di collaborazioni gratuite ed è quindi ingiustificato il mancato intervento in questo campo. Anzi testimonia la mancanza di partecipazione con i soci o i residenti che non fanno parte della stretta cerchia dei "los amigos" o "los parentes", ma non è certo questo lo spirito cooperativistico.
Quindi la Coop non realizza un sito internet a costo zero perchè "ha grandi progetti" in questo settore: il famoso server (ullallà) e la fibra ottica. Della serie: vorrei andare a Cagliari ma vorrei andardci in Ferrari. Questa Golf che mi è stata regalata non va bene e me ne resto a casa.
Mi permetto anche di aggiungere una cosa. Attenzione con gli investimenti in ambito tecnologico. Si sa che le tecnologie hanno un rischio di obsolescenza elevatissima. Per muoversi in questo settore bisogna essere grossi e preparati. Il rischio di trovarsi con un pugno di mosche in mano è elevato e considerando l'esperienza Poggio Sport.... Oggi c'è il cavo in fibra ottica, da qualche anno molte soluzioni di connettività vengono servite dalle tecnologie wireless. Domani chissà. Io spero che la Cooperativa, se dovesse investire, lo faccia in modo oculato.
Il Presidente mostra quindi la faccia dell'innovatore tecnologico parlando di server e di fibra ottica, ma poi conclude cercando di sminuire il deficit informativo della sua amministrazione, dicendo che lui preferisce l'informazione cartacea, quelle 2 pagine recapitate manualmente con cadenza plurimensile. Ma come? e i server, e le fibre ottiche?
La carta dei notiziari della coop, effettivamente qualche vantaggio ce l'hanno: gli altri non ci possono scrivere.
Sempre nell'ambito delle polemiche ci si lamenta da parte del CdA e sostenitori, della mancanza di una proposta alternativa al Piano di lottizzazione. Immagino, anzi a questo punto lo riterrei obbligatorio, che qualora dovessero esserci delle nuove elezioni, i candidati si esprimano in modo molto dettagliato su quali iniziative vogliano portare avanti a questo proposito.
In realtà mi sembra che questo momento non sia ancora arrivato. C'è stata una sollevazione popolare come reazione alla approvazione di un piano di lottizzazione che sconvolgeva il territorio. Ne è stato chiesto il ritiro innanzitutto per rispettare quanto dettato dallo Statuto. In seguito alla esposizione del piano questo ha subito varie critiche, molte delle qualo propositive (ebbene si, criticare si può) tanto che è stato parzialmente modificato dal CdA. Resta comunque un piano probabilmente illegittimo di cui si discute dopo e non prima della sua approvazione. Ci troviamo di fronte a un grottesco inutile referendum "confermativo" in cui si chiede il nostro parere per qualcosa che è stato già deciso.
Poi le critiche hanno riguardato anche altri aspetti della gestione presente e di quelle passate e sono emerse tante problematiche. Non è facile recuperare in qualche settimana un deficit di informazione, collaborazione e confronto durato almeno 15 anni. Possiamo continuare a parlare, meglio tardi che mai, però un provvedimento illegittimo non può andare avanti.
In questo senso vanno anche alcuni interventi "costruttivi" effettuati nella riunione del 19. Si chiede di fermarsi, discutere sulle necessità, sul dove vogliamo andare, per poi proseguire.
PS: è stato chiuso il sondaggio sull'anonimato nel blog. Risultati: 100 voti, 91% contrari. Vedi pagina sondaggi.