Questo Blog è stato creato per scambiare informazioni, idee, proposte e materiali tra residenti del comune di Capoterra. Si invitano i lettori a firmare i propri commenti o articoli con nome e cognome. Potete inviare i vostri articoli al seguente indirizzo: giorgio.plazzotta@gmail.com

giovedì 10 gennaio 2008

Il referendum "de noartri"

Il CdA della cooperativa Poggio dei Pini ha indetto un nuovo referendum consultivo dedicato alla variante del piano di lottizzazione che si terrà in data 27 gennaio.

Contestualmente sono state indette ben due riunioni informative per i giorni 19 e 26 gennaio (h. 16.30).

Le riunioni si terranno nei campi da tennis coperti presso la zona sportiva. Così come già scritto in questo Blog, l'inaspettata massiccia partecipazione dei soci ai recenti avvenimenti, che aveva colto di sorpresa tutti quanti nell'assemblea del 1 dicembre, faceva suggerire di svolgere le assemblee in uno spazio più ampio. Ciò dovrebbe consentire la partecipazioni di tutti i residenti interessati: soci, figli, mogli, suoceri, nonni, zie, tate etc. senza dovere ricorrere all'intervento delle forze dell'ordine.

Abbastanza curioso, nel breve comunicato, l'appello: "riteniamo che l'importanza dell'argomento meriti un'attenta riflessione ed un accurato esame da parte di tutti i soci". Sembrerebbe un invito di solerti amministratori che cercano di sollecitare l'interesse di una platea sonnolenta. In realtà da 2 mesi a questa parte l'interesse dei soci su questo argomento è a livelli stratosferici mai visti nella nostra comunità. La realtà, che non traspare dai crtiptici comunicati del CdA, è costituita da numerose assemblee e riunioni che si tengono nel nostro centro, da richieste che vengono firmate da centinaia di soci, da un referendum (annullato), dalla richiesta di assemblea straordinaria e, per ultimo, questo blog, che è stato letto più di 3600 volte in 1 mese e mezzo, ricco di "attente riflessioni" dei soci, che non hanno mai avuto tanto spazio per potere discutere. Non si capisce il senso di questo appello. Il vero invito è quello che i soci rivolgono al CdA di fornire spiegazioni innanzitutto sulle decisioni che sembrano viziate da illegittimità di varia natura.

Se poi arriveranno anche le scuse relative a comportamenti poco saggi e signorili ed elementi che possano far prevedere per la nostra comunità un futuro in cui il confronto non sia scontro, in cui la strategia della delegittimazione e dell'ostruzionismo sia superata da quella trasparenza e quella partecipazione alla gestione del bene cooperativo che dovrebbe essere alla base dei nostri rapporti sociali e che viene invocata a gran voce da tutti.

E' chiaro pero' che il rispetto si conquista con la correttezza e la serietà. Oggi il CdA indice un referendum sulla variante dopo averne annullato uno dedicato allo stesso tema. E' serio? E' corretto? E qual'è il quesito del referendum? Non si sa .... sorpresa. I sudditi non chiedano troppo, ogni cosa a tempo debito. Qualunque cosa sia si tratta pur sempre di un referendum "rubato" a quei 200 soci che lo avevano richiesto a fine novembre. Probabilmente verrà tirato fuori un altro cavillo che spiegherà il senso della sorpresa. Immagino che basti cambiare 1 metro di cubatura per rendere un nuovo referendum ammissibile. Potremmo fare 2 milioni di referendum, tutti leggermente diversi l'uno dall'altro. Questo è il referendum "de noartri", non quello dei "sobillatori". Non so come verrà spiegato che questo referendum avrebbe dovuto tenersi prima della approvazione di un intervento così importante per la nostra comunità, come previsto dal nostro Statuto, prima anche della spesa (di importo ancora segreto) per il relativo progetto esecutivo. Qualcosa verrà detto: mi aspetto gare di "cavillismo" ed arrampicate da free-climbing sugli specchi. Per ora su questo argomento il CdA non ha scritto nulla. Evidetentemente il canovaccio della sit-com prevede che il mistero sarà svelato più avanti.

Innegabilmente serviva tempo per preparare una difesa da tutti quegli attacchi che avevano stordito il CdA il 1 dicembre. Non si poteva votare una settimana dopo: sarebbe stata una disfatta certa. Il 27 come andrà? Probabilmente non molto diversamente, ma vediamo cosa spunterà dal cappello a cilindro. Il clima è rovente quindi il mio suggerimento è: la trasparenza parta da subito. Scrutatori e controllori degli aventi diritto al voto prevedano la partecipazione di entrambi gli schieramenti. Mi hanno scritto dalla Bulgaria e mi hanno detto che adesso anche loro fanno così.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Silvio Ceccarelli.
La Cooperativa chiama i Soci a ben due asssemblee e preannuncia un referendum, senza però comunicarci formalmente il quesito. Da parte tua, con la consueta premura, ti fai carico di analizzare e commentare lo scarno invito del CdA. Da parte dei lettori del blog, i cui contatti sono stati nella merdia, nessun commento.
Peccato. O i Soci cominciano a essere stufi delle polemiche, anche se garbate, oppure si sono già fatti un'idea precisa della situazione, hanno fugato tutti i loro dubbi ed hanno deciso come si comporteranno agli apuntamenti cui saranno chiamati.
Avevo promesso di parlare del PECCATO ORIGINALE della Cooperativa Poggio dei Pini. Non posso sapere se già all'atto della sua costituzione, ma sicuramente nei primi anni successivi alla fondazione, i suoi fondatori hanno pensato e progettato concretamente di avviare le pratiche burocratiche per staccarsi dal Comune di Capoterra e fondare un nuovo paese. Questo progetto, che si è protratto a lungo negli anni finchè un nuova normativa (guarda un po' queste Leggi che cambiano e sballano i progetti dei nostri padri fondatori!) ha di fatto vanificato le aspettative.
Per tutti gli anni in cui la precedente normativa avrebbe forse consentito a questa comunità di staccarsi dal Comune originario per costituire una nuova Municipalità, ma anche negli anni successivi, quando ormai il sogno si era infranto, questa aspettativa ha condizionato pesantemente i rapporti con le Amministrazioni comnunali di Capoterra che si sono succedute. Non è una fantasia la mia, questa aspettativa era condivisa e coinvolgeva non solo i componenti dei CdA di turno ma tutti gli abitanti che via via si insediavano. Inizialmente chi veniva ad abitare a Poggio non trasferita neppure la residenza. Mantenendola nei paesi o città d'origine. Per convincere le famiglie a trasferire la residenza c'è voluta una normativa che consentiva all'ENEL di applicare tariffe più elevate ai non residenti. Penstate alla comicità della situazione, è bastata una tariffazione Enel per frenare i nostri separatisti.
I rapporti con la pubblica amministrazione locale non sono mai stati chiari, leali e trasparenti perchè viziati da questa volontà di separarsi. Per questo motivo, per coinvolgere la popolazione di Poggio, venivano messi in atto azioni e discorsi antipatizzanti nei confronti anche della popolazione di Capoterra che veniva descritta con tutti i luoghi comuni che ben conosciamo (ed ancora oggi vengono ricordati quando capita l' occasione).
Tutta la storia di Poggio è stata, e io ritengo lo sia ancora oggi, condizionata da questa contraddizione iniziale: acquisti terreni, lottizzi, investi denaro, fai debiti e stipuli convenzioni con la riserva mentale che appena puoi volterai le spalle a chi ti ha consentito di realizzare i tuoi progetti.
Diversamente non si spiegherebbero tanti fatti. Dai più importanti: far recepire all'Ente Locale la normativa che gli impone di dare analoghi servizi a tutti i suoi cittadini, sia che abitino nel centro storico sia che abitino le periferie. Ai più banali: non voler chiedere, a nome degli abitanti, il rispetto della convenzione in ordine alla pulizia periodica dei cassonetti dell'immodizia (puoi chiedere conferma a tua suocera).
Nelle prossime assemblee dovremmo veramente pretendere che queste persone, così fortemente condizionate ancora oggi da questo Peccato Originale, lascino le loro cariche e facciano spazio a persone più professionali, più coerenti, più moderne e più buone. Sì più buone perchè io vedo in questa loro caparbietà nell'attuazione di tutte le azioni che gli consentono di mantenere le cariche molta cattiveria.

Anonimo ha detto...

Ancora da Silvio Ceccarelli.
Mi sono dimenticato di dire che mi sembra che l'esistenza di questo blog sia prssochè sconosciuta ai Poggini. Mi è capitato di parlarne ad amici, in verità solo tre, ma nessuno ne conosceva l'esistenza, eppure erano interessati al problema. Mi sembra che sia un peccato che le idee che escono da questo dibattito rimangano patrimonio solo di pochi lettori.
Io rinnoverei l'invito agli amici del comitato spontaneo di accennare, nei loro bollettini, all'esistenza di questo strumento di dibattito.
Sarebbe un peccato che il tuo impegno venisse apprezzato da poche persone e le belle idee, le analisi critiche e le proposte dei vari soci che hanno voluto esprimersi restassero limitate a questo seminario.
grazie per l'attenzione.

Anonimo ha detto...

Interessante e forse anche percorribile l'ipotesi del PECCATO ORIGINALE. Escluderei cattiveria, come indicato in fine da Silvio. Forse è invece paura ? Consapovelezza di aver perso la bussola ? Ostinarsi a mantenere ben saldo il comando, ora che i conti piangono (e vedrete quanto) è comprensibile ma non giustificabile. Purtroppo i lotti sono terminati e bisogna reperirne altri per coprire i costi crescenti, ma nulla si fa per diminuirli. Ad un mio invito in questo senso un Amministratore mi risponde: dimmi tu quali. Ma io non ho responsabilità di governo sei tu che devi indicare le scelte da proporre ai tuoi amministrati. Scegliere di compromettere il territorio, con l'attuale variante, non risolve ma rinvia il problema ad altro tempo perchè anche i teorici 180 futuri lotti termineranno. Meglio sarebbe rimediare con scelte programmate e razionali. Ad esempio facendo rendere alcune strutture, come ho proposto in passato, oppure creandone di nuove con imprenditori intelligenti ma sopratutto da avvicinare e motivare con atteggiamento franco e leale perchè gli affari si fanno sempre in due senza prevaricazioni. Altra via: vendere i beni patrimoniali, come è di moda "cartolarizzare" per pagare i debiti. Aspettiamo per esaminare il bilancio 2007 e, se possibile, prepararne uno preventivo per il corrente anno 2008 che sarà un periodo di duro dimagrimento. Spero che chi di dovere legga e rifletta. Giampaolo Lai

Anonimo ha detto...

Non Ho ancora ricevuto nessuna convocazione di assemblea, finora.
Ho invece ricevuto un ciclostilato (si dirà ancora così?) firmato ambiziosamente "I GIOVANI DI POGGIO".
I giovani, pur sperando che lo siano, ripetono qualche solfa vecchia e qualche tono un tantino oltre il cortese.
Leggo infatti, debitamente sottolineato, che: vivere a poggio è soprattutto una scelta di vita e non TOLLERIAMO (mio il maiuscolo) che alcuno strumentalizi le tematiche che stanno a cuore a tutti.
Cari Giovani -neanche "un gruppo di", proprio "i giovani", come se solo loro fossero giovani o come se rappresentassero TUTTI i giovani di Poggio-, questa storia della strumentalizzazione è vecchia e già sentita, la tolleranza è una virtù, e non capisco il tono, che percepisco vagamente minatorio di quel "non tollereremo".
Se, poniamo il caso, io sottoscritto non dovessi smettere prontamente di "strumentalizzare le tematiche" in che modo si manfesterebbe la vostra intenzione di "non Tollerare"?
IO NON MI INTIMIDO, comunque.
Non è poi per niente vero che il piano di lottizzazione (quello pre-variante Masala) ancora vigente -ma scaduto per forza di leggi sopravvenute- comprenda una enorme possibilità di edificare, la prevedeva come pura possibilità, largamente ipotetica.
Non si spiegherebbe tra l'altro l'affermazione di avvenuta vendita dell'ultimo lotto. Mettiamoci d'accordo, era l'ultimo o no? Se, come detto dal CdA, nel 2007 si è venduto l'ultimo lotto è chiaro che una nuova lottizzazione andava fatta e che quella prospettata è solo una tra le tante possibli, che ha peraltro raccolto estesi dissensi tra i soci e gli abitanti.
Non voglio dilungarmi, faccio solo notare che da quello che si capisce, nel conto che i GIOVANI presentano non risultano omessi i lotti nelle pinete.
Ora capisco che lo specifico interesse dei Giovani, come più volte dichiarato, è che si produca una lottizzazione abbastanza estesa da consentire una offerta sovrabbondante, sì da garantire un "prezzo agevolato per i soci e i loro familiari". E capisco che dal loro punto di vista sacrificare le pinete era uno sforzo che noi soci avremmo dovuto sentirci in obbligo di fare.
Ma TOLLERATE, vi prego il mio radicale dissenso. Il sacrificio di zone di pregio e di parte delle pinete -compresi i quattro lotti fronte lago e vicini al ex GRUSAP, due dei quali IN PIENA PINETA- impoverirebbe i miei, di figli.
Privandoli di parte delle pinete che amano e considerano patrimonio indisponibile di tutta la comunità, sovraccaricando Poggio dei Pini di abitanti, inflazionandolo di lotti e così svalutando, per la semplice legge della domanda e dell'offerta, il loro Patrimonio Familiare.
I "GIOVANI" sottolineano ancora che "fino ad oggi non è mai stato fatto un referendum consultivo per procedere con la lottizzazione".
Precisamente, solo che a norma dell'art. 63 dello statuto un referendum di questo tipo si DOVEVA svolgere PRIMA dell'approvazione di una qualunque variante da parte del CdA, altro che approvare e prtare ad intesa con gli Enti Locali, Comune e Ragione.
Ciò non è stato fatto a tempo , secondo la stessa affermazione dei "GIOVANI", e rappresenta per me un punto non secondario di sfiducia nell'operato del CdA.
Stefano Fratta

P.S. In un altro forum ho letto, postato da dei giovani, la criptica eppure aulica metafora "La farfalla è uscita dal bozzolo".
Se la farfalla è questa... a me sembra il solito vecchio bruco mangiaalberi.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Silvio,
avere una partecipazione massiccia per una pubblicazione telematica è veramente difficile.
La gente poi la conosciamo, il numero di chi, in una qualsiasi comunità (non solo Poggio), si disinteressa di tutto è sempre soverchiante rispetto a quelli che si impegnano o addirittura collaborano. Non attendiamoci miracoli. E' proprio grazie a questo meccaniscmo che a Poggio tante cose non sono mai cambiate. E' vero che è inaccettabile essere trattati come un gregge di pecore, come fatto da questo CdA, però in qualche modo questa deprimente qualifica è anche meritata. Se ci si comporta da pecore poi è naturale che a qualcuno venga voglia di fare il pastore.

Tornando al blog, questo è un momento particolare per la nostra comunità, e ciò ha fatto si che questo blog, creato in una sola giornata, abbia ricevuto immediatamente un centinaio di visite medie ogni giorno. Non è molto, è moltissimo, credimi. Il processo di diffusione di questi strumenti è lento, tantopiù tra persone non giovanissime.
Certo ci sono persone che non sono state raggiunte. Gli unici sistemi di pubblicità che ho utilizzato sono il passa parola (o ancora meglio il passa email) e un foglio che affiggo in piazzetta e che di tanto in tanto viene strappato.

Non mi è stato proposto da alcuno di pubblicizzare il blog nei volantini che vengono distribuiti nelle case, ne dal Comitato, ne quantomeno dalla Cooperativa.
Sinceramente mi sta bene così. La mia è una pubblicazione spontanea e autonoma. Anche se personalmente, come appare chiaro da ciò che scrivo, le mie posizioni sono molto vicine a quelle del comitato, questo blog è un entità del tutto indipendente, che io metto a disposizione di tutti, con le stesse diritti e doveri. Affermare, come è stato fatto in modo disgustoso, che il blog sia del Comitato o che io falsifichi i commenti, eliminando quelli "sgraditi", è una bassa insinuazione di chi evidentemente è uso a questo genere di comportamenti.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Stefano, adesso si svegliano tutti. Due giovani scrivono a nome di tutti i giovani, magari domani due amanti della natura scriveranno a nome di tutti gli ambientalisti, due attempati a nome di tutti gli anziani e così via. E' il festival della millanteria. Si ha una così scarsa considerazione di se stessi da volere evitare l'uso del proprio nome e e cognome quando si parla? Oppure serve una maschera per coprire qualcos'altro, magari la prova che non si agisce a nome proprio ma a nome di qualcun'altro.

Mi sono sempre chiesto anche in tempi non sospetti perche i giovani fossero così poco attivi nella società, in questo caso quella poggina. Eppure i giovani dovrebero essere attivi e pieni di iniziative. Non ne ho viste, Grusap a parte.
I giovani dovrebbero essere idealisti e quindi essere i primi difensori degli alberi, ma qui a Poggio abbiamo uno strano tipo di giovane che difende le lottizzazioni.
I giovani, poi sono noti per la loro dimestichezza con le nuove tecnologie.
Eppure qui a Poggio non si sono mai messi a fare un sito Internet che oggi tutti scoprono essere molto utile.

I giovani sono sempre molto generosi e pronti a cambiare il mondo, ma la saggezza si acquisisce con il tempo. E' sempre stato così.
Purtroppo la storia insegna che c'è sempre stato qualche "adulto" che se ne è approfittato.

Giampalo Lai ha detto...

IL COMUNICATO GIOVANI.
A proposito del comunicato dei GIOVANI che non ho letto non avendolo avuto, intuisco che questi giovani Poggini, forse, nel 1997 erano ancora moltissimo giovani e quindi non possono ricordare che in quella data era stato celebrato un REFERENDUM e che conseguentemente era stato predisposto un progetto (PINTOR) limitato a 53 lotti, come, più o meno, scelto dai Soci votanti, appunto, con il referendum 1997. Sarebbe utile anche sapere che le risorse occorrenti per fare alcune cose la nostra Cooperativa avrebbe potuto recuperarle dalla vendita dei lotti in aree A2 e A3 la cui concessione era pronta, da ritirare, a fine anno 2004 ed invece è stata lasciata nelle mani del Comune e non si conosce il motivo. Se fosse stata ritirata oggi, in quell'area, sarebbero già all'opera muratori e quant'altro. Ed invece si pensa di saturare, con i 180 lotti circa (ma quanti saranno ?) le aree verdi dalle quali siamo circondati. Poi bisognerebbe ricordare che il PPR pone qualche vincolo e che alcuni terreni, in predicato di edificazione, risulterebbero già ora inviolabili. Vogliamo vedere quali ? Ad esempio quelli in prossimità del lago, ma anche altri.
Rinnovo acquedotto: ho sentito dire che fra poco anche l'acquedotto di Capoterra passerà in gestione ad Abbanoa. Penso che a breve anche il nostro, nello spirito della legge, verrà assunto da quella società. I prezzi praticati a Cagliari da Abbanoa, ho verificato, sono leggermente più contenuti di quelli ora praticati dalla Cooperativa (anche se sostanzialmente analoghi) quindi non pavento gravi danni per noi, salvo la necessità di un uso più attento del bene acqua. Intestardirsi a creare prati inglesi, in estate, in Sardegna, è un fatto assurdo, si violenta la natura ed il clima mediterraneo che così è da millenni. Come constatiamo la Sardegna è verde d'inverno e gialla d'estate, proviamo ad assecondare le stagioni.
Ora celebreremo il nuovo referendum CONSULTIVO e quindi poco vincolante per il CDA attuale o per quello futuro, e allora a quale scopo viene indetto ? E perchè non è andato a termine quello richiesto da numerosissimi Soci ?
In altra occasione proverò ad esplorare quali vie potrebbero imboccarsi per ricavare risorse da alcune strutture della nostra Società. Capita che certe idee possano percepirsi solo osservando ciò che accade attorno a noi. Altri, memori dei periodi di fanciullezza evidentemente perdurante, applicano le proprie capacità intellettuali all'attribuzine di nomignoli (più o meno educati) all'altro - dissenziente - o ad immaginarlo appartenente a sette oscure segrete e diaboliche. A Poggio abbiamo un esorcista ? se si diamogli un poco di lavoro. Sarà utile per tutti.
Ciao a tutti Giampaolo Lai

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giampaolo,
un'altra notizia che riguarda l'acquedotto e di cui vorrei si parlasse in questo blog e quella secondo cui qualche anno fa moltissimi comuni sardi hanno avuto l'opportunità di rifare completamente e gratuitamente la propria rete idrica grazie a un grosso contributo della Comunità Europea. Se non sbaglio si tratta del periodo in cui c'era Pili alla Regione.
Pare che anche Capoterra sia tra i comuni che hanno ricevuto quel finanziamento. Qualcuno può confermare?

In pratica, se ho capito bene, se l'acquedotto di Poggio dei Pini, che attualmente è ancora gestito dalla Cooperativa, fosse stato trasferito al Comune prima di quell'intervento sarebbe stato rifatto a nuovo grazie ai finanziamenti europei così come il resto della rete idrica capoterrese.

Se ciò fosse vero dovremmo addebitare alle passate amministrazioni della Cooperativa e alla loro scelta di non trasferire i servizi al comune, anche questo gravissimo danno economico per noi soci, un danno che, dalle cifre che sono state espresse anche qui nel blog, varia tra i 3 milioni e i 5.5 milioni di euro.

Un altro argomento che hai sollevato e che vorrei commentare riguarda i vincoli. Intanto mi risulta che dal 1970 ad oggi (37 anni) siano stati compiuti molti passi avanti nella tutela del territorio e che dal punto di vista normativo questa tutela si sia manifestata in una serie di vincoli. Ritengo che questi vincoli ambientali abbiano un valore superiore a quello di un piano di lottizzazione. Mi chiedo quindi se i famosi "lotti di montagna" che in ogni comunicato della Coop continuano ad essere presi in considerazione, siano in effetti qualcosa di reale oppure se siano solo "storia" di 40 anni fa. E' molto importante perche il CdA e i fautori della "cementificazione" (progettisti, costruttori, amici di costruttori, fornitori dell'edilizia etc.) propongono uno scenario di "riduzione", mentre in realtà potrebbe trattarsi di uno scenario di "incremento", cioè il contrario.
Inoltre mi sembra che alcuni dei nuovi lotti si trovino a una distanza dai corsi d'acqua (lago e fiume) inferiore ai 150 metri vincolata della legge Galasso e dal decreto Urbani. Non è il mio settore professionale quindi chiedo a voi chiarimenti su questo punto.

Post più popolari