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sabato 26 gennaio 2008

I GIOVANI “VEGLIARDI” DI POGGIO DEI PINI SCRIVONO ANCORA.

di Giampaolo Lai

Leggo il nuovo scritto dei “Giovani” datato 19/1/08. Ovviamente si intuisce che si tratta di VEGLIARDI scriventi e spiego perché.

1 – si invoca il rifacimento totale della rete idrica: E’ più giusto dire che la rete idrica necessita di alcuni interventi. Intanto precisiamo che non si debbono fare interventi radicali bensì localizzati e “progressivi” quindi con oneri diluiti nel tempo i cui costi potranno, come sarebbe giusto, essere recuperati sul costo della fornitura. Al limite si potrebbe ricorrere ad un mutuo. Ma c’è un però. Abbanoa, si voglia o non si voglia, gestirà obbligatoriamente anche il nostro acquedotto. Non sarà immediatamente ma non passerà troppo tempo. Si dice che già Capoterra passerà entro breve. Il Comune ha l’obbligo di rifare ciò che non è efficiente nel centro urbano ? Dovrà consegnare impianti totalmente rinnovati o consegnerà nello stato in cui si trovano ora gli impianti. Come hanno operato i Comuni già passati alla gestione Abbanoa. Noi dobbiamo essere i primi della classe ?

2 – la rete fognaria: idem come sopra. Ma poi noi già paghiamo al Comune oneri di adduzione e trattamento dei liquami (le cartelle arrivano regolarmente). Chi ci ha mai spiegato quali costi vengono coperti con le cartelle esattoriali ?

3 – Illuminazione stradale: il nostro impianto rispetta la norma sull’inquinamento luminoso perché proietta il cono di luce “solo” verso il basso. Non viene emessa luce verso il cielo come avviene con apparecchiature trasparenti. E’ a norme CEI perché è stato collaudato. Il rinforzo del numero di pali (rispetto del calcolo dell’illuminamento occorrente in un centro urbano) sarebbe già possibile perché le sezioni dei conduttori posati teneva conto di questo rinforzo. Così dicasi per le apparecchiature di comando installate nelle cassette di alimentazione dei vari circuiti. Però domando: dobbiamo illuminare Piazza Esedra o Piazza Castello o Piazza Plebiscito o Piazza Costituzione, o Piazza del Popolo ? Dobbiamo snaturare la nostra caratteristica urbana/semi rurale ? E quali Norme dobbiamo rispettare: quelle vigenti al momento della costruzione o quelle che verranno fra X anni. Rischiamo di intervenire ora per fare cose che saranno superate fra breve avuto riguardo al divenire molto rapido di normative nel campo elettrico.

4 – Strade: si dice che qui piove molto ! le strade vengono inondate ! vengono distrutte ! e le cunette ? chi le controlla ? ed i canali (che vengono anche ostruiti dai Soci con getti di calcestruzzo per soddisfare i propri bisogni con buona pace della Società ?

5 -- Spese ordinarie: quale azione sul contenimento dei costi si attua ? Forse affidando, in perdita, i pochi beni patrimoniali che potrebbero fruttare ? Forse assumendo consulenti a costi sconosciuti ? Appaltando a trattativa privata e segreta, all’esterno, senza il coinvolgimento di Soci che potrebbero garantire minori oneri ?

6 – Gas e fibre ottiche: sul gas, a Cagliari mi è stato fatto, gratuitamente, un allaccio, da me non richiesto. Così anche a Lanusei, ad Arzana, e in numerosissimi altri centri della Sardegna. Come avranno fatto ? chi ha pagato ? babbo natale ? chiediamolo ad un nostro Socio che questi impianti ha realizzato nel capoluogo, forse si troveranno le fonti di finanziamento e così nel medesimo scavo che si farà per il gas metteremo anche le fibbre ottiche che, come si sa, sono già superate dagli eventi perché nel frattempo è arrivato il WI FI con cui potrebbe realizzarsi una rete di videosorveglianza che, guarda caso, consentirebbe di contenere altri costi ora presenti.

7 – il piano di lottizzazione nato sul progetto dell’Ing. Monni (che è molto bello salvo per la parte che ha previsto la disseminazione sul territorio di importanti servizi quali le Scuole, la Chiesa, l’aggregato delle associazioni ed altri servizi) e che ha visto la convenzione del 1970 è scaduto per due ragioni. Intanto perché la valenza decennale prevista dalla legge è stata ampiamente superata nonostante gli interventi di proroga e poi, principalmente, perché la legge Buccalossi ha stravolto totalmente i ruoli del pubblico e del privato nelle aree di nuova urbanizzazione. Dice il Presidente che si intraprenderebbe la guerra dei trent’anni. E perché ? se non proviamo a sentire i nostri interlocutori (il Comune) e ricordargli quali costi ha sostenuto per casi di lottizzazioni abbandonate dai lottizzanti (e la Corte dei Conti ?). Avanti, meno incompatibilità da parte di nostri Amministratori e la vertenza si potrebbe utilmente almeno proporre. Ma no, noi siamo benestanti e preferiamo pagare di tasca.

Il piano di lottizzazione nella sua originale stesura non esiste più anche perché, di fatto modificato ed accorciato proprio dai Soci con il referendum del 1997. Resta l’ipotesi dello scambio con il Comune di 38 ettari di Masoni Ollastu di nostra proprietà, con la minore superficie di 6 ettari sul costone delle Scuole medie e materna. Ecco su questo penso che potrebbe farsi una riflessione favorevole. E’ chiaro che converrebbe ad entrambe le parti.

8 – I lotti servono per rifare le opere: a parte quanto esposto prima, i ricavi dai nuovi lotti andrebbero tutti a coprire le spese di urbanizzazione di buona parte di questi e poi, gli introiti sarebbero diluiti in molti anni e, strada facendo, servono lotti da vendere per bilanciare i costi annuali ! A buon intenditor …

9 – Risorse finanziarie occorrenti dove trovarle ? risposta: subito dai nuovi lotti in aree A2 e A3. Storia che è certificata perché a Poggio occorre avere sempre la carta scritta sotto mano visto che ti propinano frequentemente cose di dubbia verità. Era tutto pronto già tre anni fa (2004) bastava ritirare in Comune la concessione edilizia. Non è stato fatto. Chiedo perché (al Presidente, il 19, è sfuggito questo quesito da me proposto, forse per pura dimenticanza). Ricordo anche che questa situazione si era sbloccata grazie alla determinatezza dell’allora Consigliere Luigi Putzolu che aveva costretto, antecedentemente, il Presidente Secchi ad invocare il Commissario ad Acta dalla Regione vista l’inerzia del Comune a decidere. Se fosse andata avanti quella parte di attività, la Società avrebbe registrato in entrata una massa finanziaria di circa 2,5 milioni di Euro (75.000 Euro – valore stimabile di ciascuno dei 32 lotti) . Il 50% circa sarebbe andata spesa in opere di urbanizzazione ma circa 1,2 milioni di Euro sarebbero stati disponibili per fare alcune cose che oggi si indicano indispensabili, se no, la fine della Società (fallimenti etc). Sarebbe stato utile quella milionata di Euro ? Sicuramente verrà obiettato che questi numeri sono di pura fantasia. Vero, altrettanto come sono di pura fantasia quelli indicati dal CdA in varie occasioni (20 milioni di €uro occorrenti).
Punto e basta perché ho già detto abbastanza.

Giampaolo Lai

3 commenti:

Giorgio Plazzotta ha detto...

a proposito di interventi tecnologici, prima di investire in fibre ottiche non sarà il caso di dotarsi di un piccolo gruppo di continuità per proteggere i server della Cooperativa?

Anonimo ha detto...

Da Silvio Ceccarelli
Ringrazio Giampaolo per questa fantastica sintesi, anche se incompleta, non sappiamo quali sono gli effettivi debiti della Società. Aggiungo inoltre che il Comune ha, come tutti i Comuni, problemi di bilancio. Se trova chi gli risolve i problemi gli stende passatoie rosse ad ogni visita. Purtroppo per noi l'interlocutore dell'Ente locale ha trovato gente che ha la libidene di spendere denaro altrui, sommata ad altra libidine di essere socialmente importanti, accompagnata da un'esperienza quarantennale di soci che non conoscono i loro diritti e se li conoscono non conoscono la strada per farli valere.

Giorgio Plazzotta ha detto...

a proposito dei rapporti tra Cooperativa e Comune di Capoterra dobbiamo registrare che, a fronte di una innegabile necessità di avviare un confronto tra le due parti, vi sono almeno due consiglieri di amministrazione che hanno incarichi diretti o hanno parenti che svolgono incarichi presso il Comune.
Qui non si tratta di fare illazioni sull'onestà di alcuno. I conflitti di interessi dovrebbero essere evitati a priori, a prescindere dalle singole persone. E' una garanzia per chi ha incarichi e, ovviamente, anche per chi viene rappresentato (noi).
Inoltre i nostri amministratori svolgono questo ruolo per puro spirito di servizio nei confronti della comunità, pertanto non dovrebbero esserci particolari ostacoli a passare la mano qualora debba instaurarsi un rapporto professionale che potrebbe dare luogo a conflitto di interessi.

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