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martedì 8 gennaio 2008

Una Co-operativa in cui non si co-opera

Riprendo in questo post alcuni spunti contenuti in commenti pubblicati nel blog dai lettori.

Nel fiume di parole che si sono scritte in questi ultimi mesi, dopo anni di silenzi, ogni tanto emergono relitti delle passate gestioni sulla base dei quali è però difficile fare un quadro chiaro della situazione. D'altronde, anche se è giusto guardare ... anzi, costruire il futuro, non si può ignorare il passato. Come suol dirsi, il passato insegna e soprattutto ci offre degli elementi che possono evitare di commettere errori deja vu.

Hanno detto alcuni intervenuti che i passati amministratori "sono i responsabili delle fogne costruite male, dell'illuminazione pubblica eseguita in spregio alle normative di legge anche allora vigenti, della fatiscenza del nostro acquedotto ecc".
Affermazioni che ovviamente possono essere confutate, ma comunque libere opinioni.

Roberto ha poi scritto: "Per contro si scopre che 37 anni sono passati davvero invano, visto che nel periodo delle vacche grasse, quando i lotti da vendere ancora c'erano, non si è riusciti a realizzare le opere di urbanizzazione primaria e secondaria in attuazione della Convenzione. Qualcosa non ha funzionato, lo si vuole ammettere almeno per un attimo?".

Insomma l'ipotesi, che sembra confermata dai risultati, è che di errori e di sprechi ne siano stati compiuti molti e che oggi si vadano a ricercare altri fondi per effettuare opere che si sarebbero potute realizzare in passato se i soldi dei circa 900 lotti già venduti, e non dimentichiamoci le quote sociali, fossero stati utilizzati in maniera più efficente.

La mancanza di trasparenza che ha caratterizzato quasi tutte le amministrazioni della Cooperativa rende difficile effettuare una analisi puntuale, citando, caso per caso, dove sono stati effettuati gli sprechi e gli errori, ma un vecchio e famoso proverbio dice che "tutti i nodi vengono al pettine" e così è stato anche questa volta. Giunti al momento di tirare le somme ci si accorge che i conti non tornano, che la rete idrica non è stata ricostruita, che alcuni servizi di base realizzati e collaudati non sono stati dati in gestione al Comune, che alcune strutture, realizzate da tempo, non sono state sottoposte a opportuna manutenzione e rischiano di essere oggi del tutto inutilizzabili. Altro proverbio: "non rimandare a domani quello che si può fare oggi". E così quel "dopo" presente in molti pensieri del passato è diventato l'oggi. Dopo il lauto pasto e le grasse risate arriva l'oste e ci porta il conto salato. Che fare? Vendere le aree verdi, e continuare a procrastinare al "dopo" le soluzioni dei problemi.

Qualche amministratore anziano ha provato, senza risultare convincente, a recitare il lamento greco dei poveri amministratori che si sacrificano da anni per il bene della collettività, qualcun'altro ha provato a dipingere il passato con un inesistente quadretto di "serenità e amicizia", ignorando le diatribe e le lotte a cui abbiamo assistito ad ogni scadenza di mandato. C'è poi, tra gli anziani amministratori, chi afferma che per amministrare la Cooperativa sarebbe sufficente un generico "buonsenso". Non si capisce se questo possa includere anche la competenza, la correttezza e la trasparenza che non sembrano essere state molto abbondanti nelle precedenti amministrazioni.
Ma allora questi amministratori hanno fatto solo fesserie? No. Lungi da me dipingere un quadro così tetro, e non è neanche possibile pretendere la perfezione. Però ci sono ancuni aspetti in cui si sono meritati un bello zero spaccato. La trasparenza, citata da moltissimi interventi, è a livelli inaccettabili. La condivisione e la partecipazione dei soci (tutte cose citate nello Statuto) è nulla ed è anzi evidente che i soci vengono tenuti lontano addirittura dalla conoscenza quando non anche dalla collaborazione.

Qualcuno potrebbe pensare che la trasparenza, la condivisione e la partecipazione siano solo belle parole che si mettono nei documenti ufficiali, come il nostro Statuto, ma poi in pratica non servono. Niente di più sbagliato, non si tratta di ideali, ma di cose concrete che si trasformano in risorse economiche (soldi). Pensiamo davvero che escludendo 1800 persone dalla partecipazione alla vita sociale possiamo ottenere dei vantaggi? Continuiamo la sagra del proverbio. Ne abbiamo uno sardo, molto saggio: "Centu concas, centu berrittas", ma ne abbiamo anche uno si segno opposto: "l'unione fa la forza". Sono entrambi veri: è necessario un momento di sintesi in cui pochi realizzano quello che molti hanno deciso, ma è utile, quando opportuno, che le forze si uniscano per ottenere un risultato migliore e quindi di conseguenza "risparmiare denari".

Cosa vuol dire in pratica? Vuol dire che se nella nostra comunità ci sono, ad esempio, diversi ingegneri idraulici se questi ultimi sono disponibili a fornire pareri o anche partecipare alla progettazione delle opere idrauliche nella nostra comunità si dovrebbe cercare di coinvolgerli, non di escluderli, cooptarli, affiliarli come si fa qui a Poggio. Questo esempio vale per tante altre professionalità, praticamente tutti potremmo dare il nostro piccolo o grande apporto. Certo non tutti saranno disponibili, è naturale, ma non credo che dei 1800 residenti di Poggio dei Pini solo 15 eroi siano disposti a sacrificare parte del loro tempo libero per il bene collettivo. Quindi capite bene che rinchiudersi nella sala consiliare, prendere decisioni senza coinvolgere e neppure comunicare quello che si sta facendo, è un modo di operare sbagliato non solo dal punto di vista degli ideali ma anche economicamente dannoso. E' necessario un cambiamento. A mio avviso sono quindi le regole che devono essere cambiate, prima ancora delle persone.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Silvio Ceccarelli
Mi rivolgo direttamente a te perchè sei il più costante a tenere sempre aggiornato il blog ma mi piacerebbe anche rivolgermi a Franco perchè ritengo che le idee e le proposte che escono da questo laboratorio non rimangano patrimonio di una minoranza di persone (se non vado errato prima di iniziare a scrivere risultavano esserci 77 contatti) nessuno ha sentito la necessità di integrare le tue considerazioni. Dobbiamo renderci conto che i soci della Cooperativa sono circa 880 ammettendo che in questa futura assemblea partecipino la metà dei soci (come è avvenuto nel 2004 dopo che si esra scatenata una bagarre non indifferente) se non informiamo adeguatamente le persone, dando loro anche il tempo di ponderare su nuove proposste per il futuro, ma lascindo loro l'unica informazione terroristica dell'attuale consiglio e dei suoi sodali, rischiamo veramente di prendere bastonate. Allora sì che ci sarà veramente da pararsi le parti intime. Se erano arroganti prima figuriamoci se ottenessero la ratifica del loro operato da un'assemblea di didinformati o spaventati o gabbati a qualunque titolo.
Ora voglio mettere una cigliegina sulla torta delle nostre discussioni accademiche. Abbiamo ben presente l'art. 50 del nuovo Statuto che di seguito riscrivo integralmente " I Soci Promotori ed i Benemeriti costituiscono una Consulta alla quale è commessa l'alta vigilanza sulle attività socialial fine di conservare al sodalizio lo spirito che ne ha infermato la costituzione. La Consulta esprime i pareri che le vengono richiesti ed esercita le funzioni previste dalle norme del presente statuto". Io mi permetto di dare un breve giudizio sul significato di questo articolo dello statuto. Queste persone sono più scaltre e preveggenti di chiunque di noi. Loro sono dei professionisti e noi dei dilettanti. Anche se riusciamo a farli uscire dalla porta ce li troviamo alla finestra a condizionare ogni scelta e ogni decisione. Non importa se le scelte e le decisioni sono prese nell'interesse della Società e dei Soci. L'opposizione sarà totale e rancorosa fintantochè non riusciranno a tornare in sella. Anche questo ce lo insegna la storia del nostro sodalizio. Per questo motivo mi chiedo e chiedo a chi mi legge: abbiamo le risorse umane in grado di reggere la prevedibile aggressione degli eventuali soccombenti?
Ora scusatemi ma devo riordinare le idee. Nel prossimo contatto scriverò del peccato originale.
Grazie per l'attenzione. Silvio

Anonimo ha detto...

Piero Scalas
Salve, leggo l'intervento del Sig. Ceccarelli e mi viene un dubbio. Nelle settimane scorse sento che tot soci richiedono un referendum, l'accesso agli atti o la convocazione dell'assemblea. Da più parti si solleva anche l'accusa di mancanza di rispetto nei confronti dei soci quando si presume che non siano rispettati i diritti degli stessi. D'altronde si dice: "E' possbile che più di 200 soci siano improvvisamente impazziti?"
Adesso lei dice che se l'assemblea dovesse regolarmente confermare la fiducia a questo consiglio sarebbe solamente a causa di soci "disinformati, spaventati o gabbati". Accidenti, certo che lei rispetta molto l'opinione altrui e le espressioni democratiche. Mi sembra la seconda puntata di Berlusconi nella serie "Chi vota Prodi è un co....ne"!
Dimenticavo....parla anche di "informazione terroristica" e di arroganza...
Su una cosa le do ragione: riordini le idee.
Piero Scalas

Giorgio Plazzotta ha detto...

Secondo me "informazione terroristica" è forse un eccesso verbale. Pero' informazione "allarmistica" è quantomeno generoso.

A sostegno di questa tesi vorrei portare alcuni esempi:

- Franco Magi e un politico che rappresenta poteri occulti che vogliono defenestrare l'attuale amministrazione;

- Se non viene approvata la variante la cooperativa viene sottoposta a liquidazione coatta;

- se non viene approvata la variante arrivano impresari senza scrupoli che costruiscono ovunque;

- Se non viene approvata la variante ogni socio deve sborsare di tasca propria 30mila euro;

- Chi vota per la revoca del Consiglio verrà citato per danni;

Se a questo modo di portare avanti le proprie ragioni aggiungiamo altri fatti come:

- l'assurdo impedimento per i soci che lo richiedono di prendere visione degli atti, appigliandosi a ogni cavillo possibile e immaginabile contro un diritto lampante;

- le parole sprezzanti scritte nei confronti di centinaia di soci che hanno espresso democraticamente e civilmente la propria contrarietà all'azione del CdA;

- avere dichiarato per iscritto la variante del 2007 come identica a quella del 1997, per poi presentarle in assemblea come notevolmente diverse;

- avere annullato un referendum consultivo utilizzando un pretesto ritenuto illegittimo;

Bene considerati tutti questi comportamenti che sono stati messi in atto dal nostro consiglio di amministrazione (e immagino che altri ancor meno edificanti potrebbero essere aggiunti alla lista) allora gli aggettivi utilizzati da Silvio mi sembrano del tutto giustificati.

Pensate che Silvio Ceccarelli, con le sue lettere critiche ha indirettamente provocato la "chiusura" di ben due Notiziari del Poggio, perchè i CdA di allora che pubblicavano il Notiziario non gradivano alcuna critica (in Bulgaria non si usava). Invece il Blog non è stato ancora chiuso, visto Silvio?

Spero, per tutta la nostra comunità, che anche i timori di eventuali vendette future siano infondati. Oggi sembra che una maggioranza di soci abbia deciso di dire basta a questo modo di gestire la cooperativa, ma il CdA, che adesso è in netta minoranza, gioca la sua partita per il potere e la sta giocando bene: prendere tempo e resistere ai limiti della leggittimità. Forse anche oltre, ma questo lo stabiliranno i giudici solo tra molti mesi.
Se le cose non dovessero cambiare forse ha ragione Silvio (Ceccarelli non Berlusconi che non c'entra proprio niente Piero).
In quel caso io mi preparo.
Con questo blog mi sono meritato molti litri di olio di ricino.

giacomo ha detto...

Ciao a tutti in questa parte del blog si parla della cooperazione tra i soci e le loro famiglie, a questo proposito vorrei portare a conoscenza di tutti i lettori alcuni articoli dello statuto del Poggio che io non conoscevo.

Gli articoli in particolare sono il 60 e il 61 per quanto concerne la vita comunitaria e l'articolo 68 riguardante la clausola compromissoria.

allora l'articolo 60 dice così:
LA SOCIETA' PROMUOVE E FAVORISCE LA VITA COMUNITARIA BASATA SUI PRINCIPI DELLA SOLIDARIETA'E DELL'AMICIZIA FRA I SOCI E FRA LE LORO FAMIGLIE E SULLA ATTIVA PARTECIPAZIONE ALLA GESTIONE DEGLI INTERESSI COMUNI. ( DA NOTARE LA PAROLA ATTIVA )

ARTICOLO 61:

LA SEDE DEFINITIVA PUNTO DI RIFERIMENTO DELlA VITA COMUNITARIA SARA' COSTITUITA DA UNA STRUTTURA CON IDONEI LOCALI PER LE RIUNIONI ASSEMBLEARI E PER LE ATTIVITA' DEGLI ALTRI ORGANI SOCIALI, NONCHE' PER CONSENTIRE INCONTRI E MANIFESTAZIONI RICREATIVE E CULTURALIE PER DARE VITA A UN CIRCOLO SOCIALE.

ART. 68

PER TUTTO QUANTO NON E' PREVISTO DALL'ATTO COSTITUTIVO E DAL PRESENTE STATUTO VALGONO LE DISPOSIZIONI DEL CODICE CIVILE E DELLA LEGISLAZIONE SPECIALE SULLE SOCIETA' COOPERATIVE RETTE CON I PRINCIPI DELLA MUTUALITA' ( SONO PREVISTE DALLO STATUTO ).

Senza voler colpevolizzare nessuno su quanto accaduto in sede di assemblea dei soci ( sbagliare è umano ), vorrei far notare come nello stesso statuto si faccia riferimento alla partecipazione attiva di tutti i soci e loro famiglie anche alle assemblee, senza mettere in discussione il diritto di voto che spetta solamente ai soci.

L'unico problema rimane la capacità della sala delle assemblee

Comunque sia penso che la partecipazione dei soci e delle famiglie sia da vedere come motivo di valore aggiunto alla vita comunitaria di cui nessuno deve avere timore, anche nelle situazioni più difficili.

Concludo dicendo che sempre in termini di cooperazione e di sviluppo questo argomento debba essere tenuto in forte considerazione per il futuro.

ciao giacomo

Anonimo ha detto...

Silvio Ceccarelli
Che tristezzza leggere i commenti del giovane Scalas. In risposta a dubbi, opinabili ma concreti, getta una provocazione. Anzichè antrare nel merito e commentare, discutere, cercare di convincere l'interlocutore sulla giustezza delle proprie opinioni fa dell'ironia. E' facile fare dell'ironia. Pensi Piero che anche gli stupidi sanno fare dell'ironia. Entrare concretamente nel merito dei problemi, dibatterli seriamente, argomentarli adeguatamente invece è più difficile Bisogna mettere in campo la propria intelligenza, la preparazione profesionale, la cultura anche la dialettica.
Durante le riunioni che si sono svolte successivamente all'approvazione di una variante al piano di lottizzazione originario, ma anche durante l'assemblea del primo dicembre, si è avvertita una certa insoddisfazione nei confronti degli amministratori in carica. In questo blog, che non mi sembra l'organo ufficiale del comitato spontaneo, si cerca di capire le radici di questa insoddisfazione, e in questo Giorgio si sta dimostrando molto utile per la sua capacità di analisi e di sintesi. Visto poi che c'è l'occasione si cerca di dare consigli su un possibile scenario futuro della Cooperativa. Questo è male? Disturba qualcuno? Fa paura ? Perchè fa paura? O perchè disturba?
Chi attualmente amministra probabilmente non vede altro scenario futuro che la prosecuzione di una gestione che in quarant'anni ha premiato ma si è contraddistinta per molta inerzia. Si vendevano lotti anche per coprire le spese di ordinaria amministrazione. Non si faceva la manutenzione degli impianti. Non è mai stata attuata un'azione efficace di contrasto contro gli incendi. Ma principalmente è sempre mancato un dialogo utile, costruttivo ed efficace con l'Amministrazione Comunale.
Nei quarant'anni trascorsi sono cambiate molte cose e molte situazioni. Principalmente, per quanto riguarda la nostra collettività e l'argomento in discussione, sono cambiate le Leggi in materia urbanistica e fiscali. Lo Stato ha puntualizzato quali sono i compiti e i doveri delle Amministrazioni Locali e ha fornito loro le risorse per far fronte a questi doveri.
Fatte queste premesse , che temo dovessero essere necessarie visti gli interlocutori, modestamente, come è mia abitudine, ho espresso una proposta concreta, la trasformazione della Società da immobiliare ad impresa di servizi. In questo modo potremmo ottenere che il Comune paghi alla Cooperativa i servizi che la Legge gli assegna per competenza e per i quali noi paghiamo l' ICI l' addizionale IRPEF e il ristorno di una quota delle tasse che lo Stato incassa sul nostro territorio. Altro obbiettivo che potremmo ottenere è di tranquillizzare tutti quei Soci che si sentono turbati dall'ipotesi della perdita del lavoro dei dipendenti della Cooperativa (per inciso preoccupazione che non ha mai minimamente sfiorato il CdA che ha sempre licenziato, senza giusta causa, i dipendenti quando non erano più graditi) salvaguardando e valorizzandole loro professionalità.
Vede Sig. Piero Scalas io non considero coglioni tutti quelli che non la pesano come me. Però ho paura delle persone credulone, che credono per fiducia e stima senza analizzare a fondo le situazioni che rifiutano il contraddittorio ed il confronto. Poi ho paura degli ambiziosi e degli arrivisti, di chi ama il denaro e, se non lo possiede, prova piacere a spendere, senza controllo, quello degli altri.
Concludo sperando di non aver offeso il suo amorproprio, se fosse così chiedo scusa, e di poter avere il suo punto di vista sulle mie opinioni e proposte.
De peccato originale parlerò in un'altra occasione.
Grazie per l'attenzione.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Dal fioretto alle mazzate il passo è breve. Vi chiedo di fare un passo indietro e tornare sulle questioni.

Anonimo ha detto...

Silvio Ceccarelli
ok ricevuto.
Chiedo scusa a tutti per l'intemperanza.

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