Immagino che tutti abbiate letto le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Berlusconi che vorrebbe "regolamentare Internet a livello internazionale".
Questa proposta, di cui non si conoscono ancora i dettagli (regolamentare cosa e come?), dovrebbe essere presentata al prossimo G8 (il condizionale con il Cavaliere è d'obbligo, dato che viene spesso frainteso).
Nel nostro paese si erano già verificati altri maldestri tentativi di "imbavagliare" Internet. Per par condicio è giusto ricordare il decreto Levi-Prodi, varato dal precedente governo di centrosinistra e successivamente "ritirato e rinnegato" anche in seguito a una pacifica ma vibrata sollevazione popolare. Si cercava di inserire una clausola che, rendendo obbligatoria l'iscrizione all'ordine dei giornalisti per tutti gli autori di pubblicazioni sul web (quindi anche un blog com questo), in pratica ne avrebbe voluto decretare la scomparsa o quantomeno una drastica riduzione. Come mai questi tentativi di regolamentazione non siano andati in porto e perchè oggi si pensi a una "regolamentazione internazionale" è presto detto. A meno che non si imponga una vera è propria censura, come avviene in Cina, non è possibile inserire regolamentazioni nazionali in una rete planetaria come Internet, perchè queste limitazioni verrebbero facilmente eluse spostando i contenuti "vietati" dai paesi "regolamentati" (leggi censurati) a quelli "liberi".
Alla faccia della Libertà e della Democrazia che i principali partiti italiani usano per riempirsi la bocca e battezzare i loro pseudo-nuovi partiti. Se da un lato la Rete è lo specchio della società di oggi ed è quindi possibile che venga utilizzata anche per compiere una moltitudine di reati, vi sono alcune tipologie di infrazioni che nella rete sono più comuni. Si pensi soprattutto alla violazione dei diritti d'autore o alla pedofilia. Ora mi sembra che i pedofili vengano efficacemente braccati dalle forze dell'ordine, mentre per quanto riguarda la pirateria, che pur rappresenta un problema, non si può certo dire che sia una priorità per il nostro paese attanagliato da ben più gravi problemi.
Ma allora perchè questa insistente e bi-partizan attenzione verso una "regolamentazione della rete" da parte dei nostri politici di destra, di sinistra e di centro? Perchè si vogliono colpire con leggi di stampo fascista (non a caso l'Ordine dei giornalisti venne creato nel Ventennio) questi autori di contenuti che sono comunque soggetti a tutte le leggi del nostro ordinamento giuridico?
Il problema è che la casta ha speso enormi energie (e denari) per tenere sotto controllo la società, inserendo nei posti di comando, anche a livello giornalistico, persone "fidate" che ti devono qualche favore. E' un sistema complesso ed articolato che ufficialmente non esiste, ma che ogni cittadino conosce molto bene perchè ci vive dentro.
Arrivano quattro "peones" che con un computerino si mettono a dire quello che la gente non deve sentire e talvolta si permettono anche di infastidire persone o interessi che devono essere invece "rispettati". Ma scherziamo? Si vuole forse destabilizzare lo status quo? E' pericoloso rompere certi equilibri.
A riprova di ciò vi offro, con molto rammarico, la testimonianza dell'amico Giovanni Panunzio, fondatore del Telefono Antiplagio, una associazione che si occupa di "smascherare" i molti maghi-ciarlatani che imperversano nel nostro paese e offre supporto alle loro vittime.
Conosco Giovanni da sempre e seguo la sua iniziativa dal 1996. In quell'anno avevo realizzato i miei primi due siti internet, Linea Poggio e Isola Sarda: erano gli albori del World Wide Web.
Poichè a quel tempo "fare un sito" non era semplice come oggi, offrii al Telefono Antiplagio ospitalità all'interno di Isola Sarda, in modo da rendere i documenti dell'associazione fruibili anche ai "navigatori" della rete. Così è stato per molti anni, il Telefono Antiplagio è ancora presente su Isola Sarda, ma......
Ma allora perchè questa insistente e bi-partizan attenzione verso una "regolamentazione della rete" da parte dei nostri politici di destra, di sinistra e di centro? Perchè si vogliono colpire con leggi di stampo fascista (non a caso l'Ordine dei giornalisti venne creato nel Ventennio) questi autori di contenuti che sono comunque soggetti a tutte le leggi del nostro ordinamento giuridico?
Il problema è che la casta ha speso enormi energie (e denari) per tenere sotto controllo la società, inserendo nei posti di comando, anche a livello giornalistico, persone "fidate" che ti devono qualche favore. E' un sistema complesso ed articolato che ufficialmente non esiste, ma che ogni cittadino conosce molto bene perchè ci vive dentro.
Arrivano quattro "peones" che con un computerino si mettono a dire quello che la gente non deve sentire e talvolta si permettono anche di infastidire persone o interessi che devono essere invece "rispettati". Ma scherziamo? Si vuole forse destabilizzare lo status quo? E' pericoloso rompere certi equilibri.
A riprova di ciò vi offro, con molto rammarico, la testimonianza dell'amico Giovanni Panunzio, fondatore del Telefono Antiplagio, una associazione che si occupa di "smascherare" i molti maghi-ciarlatani che imperversano nel nostro paese e offre supporto alle loro vittime.
Conosco Giovanni da sempre e seguo la sua iniziativa dal 1996. In quell'anno avevo realizzato i miei primi due siti internet, Linea Poggio e Isola Sarda: erano gli albori del World Wide Web.
Poichè a quel tempo "fare un sito" non era semplice come oggi, offrii al Telefono Antiplagio ospitalità all'interno di Isola Sarda, in modo da rendere i documenti dell'associazione fruibili anche ai "navigatori" della rete. Così è stato per molti anni, il Telefono Antiplagio è ancora presente su Isola Sarda, ma......
Caro Giorgio,
ho visto il blog di Poggio, mi e' piaciuto, sia per l'impostazione che per i contenuti. Spero di passare a trovarti, anche se in questo momento mi sembra di vivere in un vortice, leggi un po'...
TELEFONO ANTIPLAGIO CHIUDE
Antonio Ricci e Mediaset fanno chiudere Telefono Antiplagio, associazione che dal 1994 ha segnalato alle autorita' oltre 20 mila truffe di maghi e santoni.
Ne da' notizia il fondatore, prof. Giovanni Panunzio, al quale RTI ha pignorato, senza preavviso, 1/5 dello stipendio per il blog-parodia ''Striscia la nequizia'' pubblicato su striscialanotizia.net.
La vicenda risale al 2003 quando Striscia, che nei suoi vent'anni di vita ha sporto denuncia solo cinque volte e tutte contro Telefono Antiplagio, denuncio' il prof. Panunzio per aver creato un sito internet in concorrenza con quello di Striscia.
In realta' nel blog erano ospitati gli interventi di cittadini contro Mediaset e contenuti satirici su Striscia e i maghi, pubblicizzati anche in centinaia di pagine di Mediavideo e regolarmente ignorati dalla redazione di Antonio Ricci. RTI, rappresentata dall'avvocato Leandro Cantamessa, facendo leva sull'uso abusivo del marchio, chiese al Giudice Civile di Arezzo la chiusura del blog.
In quell'occasione il magistrato stabili' che il prof. Panunzio, privo di difesa perche' non citato, dovesse pagare 45mila euro a RTI, di cui oltre 20mila per le spese legali. Dopo aver proposto appello a Firenze, il fondatore di Telefono Antiplagio ottenne la sospensione della sentenza, ma non per la parte relativa agli onorari, ora richiesta tramite pignoramento. Con questa iniziativa il colosso Mediaset e' riuscito a dare il colpo di grazia a Telefono Antiplagio, comitato di volontari al servizio dei cittadini. Telefono Antiplagio pertanto cessa l'attivita'.
D'ora in poi chi dovesse avere problemi con i maghi puo' rivolgersi proprio a Striscia la notizia, a meno che i maghi in questione non siano quelli pubblicizzati nel Mediavideo di Mediaset, che Striscia si e' sempre guardata bene dallo smascherare.
P.S. Nota per i giornalisti: i contenuti del blog censurato sono ripubblicati qui: www.antiplagio.org/uno.htm .
Ne da' notizia il fondatore, prof. Giovanni Panunzio, al quale RTI ha pignorato, senza preavviso, 1/5 dello stipendio per il blog-parodia ''Striscia la nequizia'' pubblicato su striscialanotizia.net.
La vicenda risale al 2003 quando Striscia, che nei suoi vent'anni di vita ha sporto denuncia solo cinque volte e tutte contro Telefono Antiplagio, denuncio' il prof. Panunzio per aver creato un sito internet in concorrenza con quello di Striscia.
In realta' nel blog erano ospitati gli interventi di cittadini contro Mediaset e contenuti satirici su Striscia e i maghi, pubblicizzati anche in centinaia di pagine di Mediavideo e regolarmente ignorati dalla redazione di Antonio Ricci. RTI, rappresentata dall'avvocato Leandro Cantamessa, facendo leva sull'uso abusivo del marchio, chiese al Giudice Civile di Arezzo la chiusura del blog.
In quell'occasione il magistrato stabili' che il prof. Panunzio, privo di difesa perche' non citato, dovesse pagare 45mila euro a RTI, di cui oltre 20mila per le spese legali. Dopo aver proposto appello a Firenze, il fondatore di Telefono Antiplagio ottenne la sospensione della sentenza, ma non per la parte relativa agli onorari, ora richiesta tramite pignoramento. Con questa iniziativa il colosso Mediaset e' riuscito a dare il colpo di grazia a Telefono Antiplagio, comitato di volontari al servizio dei cittadini. Telefono Antiplagio pertanto cessa l'attivita'.
D'ora in poi chi dovesse avere problemi con i maghi puo' rivolgersi proprio a Striscia la notizia, a meno che i maghi in questione non siano quelli pubblicizzati nel Mediavideo di Mediaset, che Striscia si e' sempre guardata bene dallo smascherare.
P.S. Nota per i giornalisti: i contenuti del blog censurato sono ripubblicati qui: www.antiplagio.org/uno.htm .
2 commenti:
Ciao, Non penso ci siano rischi, anche perchè internet non la controlla cussu balossu, e le . com sono controllate dagli americani che anche quando c'era giorgio il cespuglio erano libere e democratiche, per cui l'asino può anche ragliare quanto vuole che tanto perde tempo.
ciao Giacomo
e' proprio il caso di dire... alla politica di "pizziara"... ehehe se non ci fosse la rete... speriamo si diffonda capillarmente in tutte le famiglie, e che si abbandoni il lavaggio del cervello delle tv nazionali...
Massimiliano Steri, Capoterra
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