Nei fine settimana mi faccio una lunga passeggiata. Conosco abbastanza bene tutte le montagne del cosiddetto Parco del Sulcis e soprattutto quelle della zona intorno a Poggio dei Pini che posso raggiungere partendo a piedi direttamente da casa. Questa volta sono andato nella zona di Punta Is Cabias, una delle colline che si trovano tra la valle di Masoni Ollastu e l'arco di S'Ena 'e sa Craba, a sud di Poggio dei Pini.
In quella zona sono solito percorrere dei sentieri molto ampi che sono in realtà carrarecce, abbastanza larghe da essere percorse con un fuoristrada. Penso che vengano mantenute in ordine dalla Forestale a non conosco il vero motivo per cui sono state realizzate. Ho riportato nell'immagine Google Earth, con la linea rossa, uno dei sentieri che percorro più spesso e che ho battezzato "Anello de Is Cabias", una passeggiata che consiglio a tutti. Solitamente lascio la macchina presso il punto 1, ma questa volta sono partito direttamente da Sa Birdiera, considerando che il collegamento con Pauliara è interrotto, ho attraversato la Pineta di Pauliara e salito sul crinale (punto 1) che porta al laghetto Medda-Obinu, dove e crollata recentemente la piccola traversa in cemento ed è sparito il piccolo invaso. Siamo nella valle di Masoni Ollastu dove il fiume mostra i resti di ciò che è successo nel corso dell'alluvione del 22 ottobre. I guadi che ero solito attraversare a piedi o in bicicletta sono irriconoscibili; in un punto addidittura il fiume ha cambiato il suo corso, spostandosi di una ventina di metri dal letto originario (punto 2). Abbandono comunque la valle per prendere il sentiero che porta a fare il giro de is Cabias. Voglio vedere cosa è successo da questa parte della valle, quali sono gli effetti del nubifragio. La mulattiera si presenta rovinata in molti punti. Non è più percorribile da un fuoristrada se non per brevi tratti, spesso il passaggio è difficoltoso anche a piedi. Solo le moto Trial riescono a passare, vedo le tracce, e mi chiedo come facciano perchè i solchi e gli ammassi di pietre sembrano davvero insormontabili. Le situazioni più critiche si presentano nei punti in cui il sentiero incrocia gli impluvi o i ruscelli che quella mattina, da ciò che si vede, sono diventati torrenti impetuosi. In particolare uno si chiama Rio Peppi Sa Bertula e un suo affluente viene riportato con il nome "s'Acqua Fittani" (punti 3,4,5,6). Per preservare la mulattiera erano state messe delle tubazioni in cemento del diametro di soli 50 cm. Come si può vedere dalle foto sono tutte state divelte e si sono formate delle voragini. Solchi profondi che percorrono lunghi tratto del sentiero si sono formati in più punti, rendendo il cammino incerto e pericoloso. Il vero disastro l'ho invece riscontrato nel sentiero che ho segnato con un tratteggio rosso (punto 7).
Il sentiero distrutto
Quel sentiero, invero già rovinato dall'alluvione del 99, mi era particolarmente utile per chiudere l'anello e ritornare nella Vallada de Masoni Ollastu e poi verso casa. Il sentiero non solo non esiste più, è stato quasi completamente inglobato dal letto del torrente, interrotto da voragini profonde anche 5 metri. Attualmente sconsiglierei di percorrerlo a meno che voi, come me, non siate appassionati dell'anello de Is Cabias.
Allego alcune foto che testimoniano la situazione.
Il nuovo letto del Riu Masoni Ollastu
1 commento:
Ciao, ho letto l'articolo, penso che in qualche modo sia corretto anche se un pò spara nel gruppo, ci vuol come sempre più attenzione dei dettagli, perchè non si può generalizzare, ci sono cose fatte bene e cose fatte male e inoltre la mia critica viene confermata dal fatto che anche qui si spara sulla diga e sull'acqua, di conseguenza non si conoscono bene i fatti e si utlizzano dati anche reali a fini anche politici, questa è la mia impressione e così facendo come sempre si perde il lume della ragione e delle eventuali migliorie, come sempre in Italia ( sinistra contro destra ), leviamo invece dalle scatole i politici di sinistra e di destra e agiamo sulle verità e suigli eventuali suggerimenti tesi a modificare gli errori grossolani.
Ciao Giacomo
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