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martedì 23 dicembre 2008

Una progettualità sostenibile: la Registrazione EMAS del territorio

di Walter Cocco

Capoterra, 21 Dicembre 2008

La discussione sul governo del territorio che trova spazio su questo blog mi da l’opportunità di portare all’attenzione dei suoi visitatori alcune considerazioni sul tema.
Prima di entrare nel merito, voglio però fare alcuni ringraziamenti.
Il primo è per Giorgio Plazzotta, il cui blog ospita questa discussione. A Giorgio va il mio ringraziamento in primo luogo per aver partecipato attivamente, dando il suo personale contributo di contenuti, all’incontro-dibattito organizzato venerdì scorso dal circolo del Partito Democratico “Bidda Mores” sul tema “Capoterra e il suo territorio: una progettualità sostenibile”; in secondo luogo, per aver dato spazio a questa iniziativa all’interno del suo blog, stimolando la discussione in merito.
Il secondo ringraziamento va a tutti coloro che, numerosi, hanno partecipato alla stessa iniziativa, nessuno escluso, sia che abbiano proposto un punto di vista attraverso il proprio intervento durante il dibattito, sia che abbiano semplicemente ascoltato (non è poco di questi tempi) concorrendo così a creare con la propria presenza entusiasmo negli organizzatori in vista anche di una prossima iniziativa su questo o altro tema.
Passo ora alle considerazioni. Sostanzialmente sono due, una di metodo, l’altra di merito.
La prima, di metodo.
Quello di una pianificazione sostenibile per lo sviluppo armonico del territorio è un tema complesso e articolato. Per questo merita di essere trattato con la massima attenzione e con grande capacità di ascolto, perché una pianificazione sostenibile e integrata non può che nascere dal mettere insieme i diversi punti di vista e i diversi interessi, individuali e collettivi, per arrivare ad una “soluzione di sistema” il più possibile condivisa, efficace, solidale e, quindi, sostenibile.
Si tratta cioè di mettere a disposizione tutte le conoscenze e tutte le competenze tecniche, politiche, sociali, economiche e istituzionali nella consapevolezza che nessuna di queste, da sola, è in grado di ottenere il risultato auspicato.
L’iniziativa del Partito Democratico nasce con questo presupposto ed obiettivo.
Certo, sono consapevole che non tutto si risolve con una iniziativa pubblica, così come non tutto si risolve attraverso i propri interventi su un blog, ma ciò che dobbiamo sforzarci di fare è di riconoscere l’importanza dell’uno e dell’altro, e di qualsiasi altra forma di comunicazione nell’ambito di un confronto sereno, rispettoso e scevro da pregiudizi tra le diverse opinioni.
La seconda considerazione, di merito.
L’iniziativa si proponeva di discutere del governo del territorio partendo da 3 relazioni introduttive.
La prima, relatrice Raffaela Serra, assessore all’urbanistica per alcuni anni nella passata legislatura, era centrata sulla pianificazione idrogeologica, sulla legislazione vigente e sulla sua attuazione.
Attraverso la seconda relazione, Veronica Pinna, attuale assessore alla programmazione e bilancio del comune di Capoterra, ha esplicitato quella parte del Piano Strategico Comunale relativa a “La tutela, salvaguardia e valorizzazione delle risorse storico ambientali”.
Non mi soffermo in questa sede sui contenuti di queste due prime relazioni, se non per rimarcarne la concretezza e la competenza con cui sono state esposte e rimandando ad altri momenti eventuali approfondimenti con chi fosse interessato
Mi voglio invece soffermare sulla terza relazione introduttiva, quella di William Schirru, segretario provinciale della Filcem CGIL, incentrata sul concetto di sostenibilità e sulla Registrazione ambientale EMAS .
Il concetto di sostenibilità che era molto basato sul futuro, in realtà nelle vicende attuali sta diventando molto presente perché la concezione intrinseca di dare un patrimonio alle generazioni future è superata dal fatto che stiamo già consumando il patrimonio della nostra generazione.
È in questo ambito che si colloca la Registrazione EMAS.
Che cos’è EMAS?
Il Regolamento 761/2001 EMAS (Eco Management and Audit Scheme) è un regolamento comunitario di tipo volontario il cui campo di applicazione va dai singoli siti industriali alle aree territoriali vaste aventi anche diverse vocazioni (industriali, turistiche, agricole ecc…)
Le responsabilità politica di una pubblica amministrazione che intende aderire al nuovo Regolamento EMAS sono legate alla gestione del territorio e alla qualità della vita, presente e futura, dei cittadini che vivono nell’area geografica da questa amministrata.
Un’amministrazione che adotta lo schema EMAS, deve:

  • assicurare che gli impatti ambientali diretti e indiretti, connessi alle attività svolte nel territorio di competenza e sulle quali l’Amministrazione stessa ha potere di gestione o di controllo (qualità dei servizi, stato dell’aria, dell’acqua, del suolo, rumorosità, gestione dei rifiuti, trasporti, impatti dovuti a particolari attività industriali, ecc.) siano effettivamente posti sotto un controllo continuo e che il Sistema stesso sia in grado di prevenire adeguatamente situazioni anomale e di emergenza.
  • Valutare tutte le possibili aree di miglioramento della qualità ambientale e attuare programmi in questo senso.

Ne deriva che gli aspetti che devono essere prioritariamente considerati nel percorso di adesione ad EMAS, così come previsto nel Regolamento stesso, sono:

  • la ricerca del massimo livello di compatibilità tra sviluppo e ambiente;
  • la corretta pianificazione territoriale con obiettivi misurabili e responsabilità connesse individuate;
  • la verifica continua ed il monitoraggio delle attività svolte in relazione ai fattori ambientali;
  • l’armonizzazione tra attività produttive, turistiche, di servizio nell’ottica della tutela ambientale;
  • il corretto bilanciamento tra libere iniziative private e pubbliche esigenze sociali;
  • la partecipazione ed il consenso dei cittadini;
  • maggiore spendibilità delle risorse territoriali e salvaguardia delle loro “tipicità”;
  • la corretta informazione ed educazione ambientale della popolazione e degli operatori economici;
  • l’incentivazione di comportamenti eco-compatibili.

Il percorso formale di adesione è complesso e articolato, in questa sede mi limito a citare solo per punti i passi da seguire.
Essi vanno dalla effettuazione di una analisi ambientale iniziale del territorio alla definizione degli obiettivi e di un programma ambientale da discutere e condividere con le parti interessate, dalla realizzazione del Sistema di Gestione Ambientale e redazione della dichiarazione di politica ambientale alla diffusione dei risultati raggiunti.
La registrazione EMAS del comune di Capoterra, proprio per i motivi suddetti, per le peculiarità del suo territorio, del suo assetto idrogeologico, per le caratteristiche della sua economia, darebbe un grande contributo ad un governo sostenibile del territorio.
In Italia ci sono dei significativi esempi non solo di registrazione ma anche di risultati; la registrazione EMAS dell’area vasta di Mantova ha concorso a rendere quel territorio, su cui insistono grossi ed impattanti siti industriali, tra i più vivibili d’Italia.
La provincia di Cagliari (la provincia è l’ente individuato quale garante e promotore dell’EMAS) sta finanziando per il 2009 l’avvio della registrazione EMAS dei comuni di Sarroch, Villa San Pietro e Pula.
Può essere questo, secondo me, il momento giusto perché anche Capoterra inizi questo percorso.

Walter Cocco

34 commenti:

Stefano Fratta ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Stefano Fratta ha detto...

Mi pare che la certificazione EMAS, come altre certificazioni di vario tipo, sia un obiettivo degno di attenzione. Ma solo se è sostanziato e giustificato dal dispiegamento di effettive azioni nel senso della tutela ambientale e dal raggiungimento di obiettivi in tal senso. FINE DEL POLITICHESE.

In altre parole: le certificazioni sono carte, anche se bollate dalle ottime intezioni: quello che conta sono i fatti. Come si riordina l'esistente e si programma lo sviluppo, questo è l'importante. Al di là delle certificazioni che, se meritate e non concesse gratis, coronerebbero -a conclusione di un percorso- un lavoro svolto.
E allora cominciamo a mettere ordine nella principale emergenza, quella idrogeologica, con interventi scientifici di studio e quindi con una programmazione territoriale che non pretenda di mettere la camicia di forza ai fiumi, ma trovi il modo di prevenire il ripetersi di tragedie come quella del 22 ottobre.
Stefano Fratta

Anonimo ha detto...

Sull'onestà intelletuale di Walter Cocco non vi è alcun dubbio.
Appartiene alla nuova generazione e non pare vincolato da logiche di correnti o capibastone.
Mi permetto però alcuni appunti, senza alcuna intenzione polemica.
Nulla può certificare la vivibilità di un territorio se prima non forniamo ai cittadini i servizi minimi affinchè la vita quotidiana sia un pochino migliore.
Tralascio di evidenziare lo scempio che è stato fatto del nostro territorio, in termini di speculazione edilizia e insediamenti industriali.
Penso infatti che su queste materie non basteranno mai le parole e gli interventi.
Su alcune altre invece basta pochissimo. Per esempio: se vogliamo rendere vivibile il territorio a migliaia di persone che viaggiano quotidianamente per la città, dobbiamo adoperarci affinchè sia realizzata in tempi brevi la nuova ss 195; se vogliamo aiutare le famiglie che hanno bambini molto piccoli dobbiamo costruire Asili nido, Capoterra infatti è uno dei pochi Comuni della Sardegna che non ha Asili ndo Pubblici; se vogliamo rendere vivibile edecorosi i nostri quartieri dobbiamo fare in modo che essi vengano puliti frequentemente dalla ditta che ha l'appalto per la pulizia, edinvece tutti sappiamo che questo non avviene; dobbiamo chiedere alla Polizia Municipale di essere presente nelle strade per combattere il fenomeno dei centauri incoscienti che a tutte le ore scorrazzano per strade e campagne; dobbiamo esigere che il territorio non sia una grande discarica, i saccheti dai rifiuti sono dappertutto; dobbiamo esigere una manutenzione della strade efficiente, gli appalti si vincono ma poi nessuno controlla i lavori; dobbiamo chiedere velocità e trasparenza alla macchina comunale, senza sentirci nel dovere di trasformare un nostro diritto in un favore. Spesso si è costretti a farlo per ottenerequello che spetta "..ci pensu deu.." Insomma, dobbiamo imparare a rispettare prima di tutto noi stessi, far valere i nostri diritti appunto, creare una comunità consapevole e solidale.
Ovviamente ho fatto solo alcuni esempi, terra terra, ma nulla si costruisce se prima non si inizia a farlo da terra, appunto.
Il resto, se utile se necessario, comprese le certificazioni e quant'altro, verrà dopo.
Per ora ottenere alcune di queste piccole cose sarebbe già un grande risultato.

Gianleonardo Corda

Anonimo ha detto...

Buon Natale dal Cda della Cooperativa a tutti i lettori del blog.


luca Madeddu

Sandro Atzeni ha detto...

Certo che ci vuole un bel coraggio unito ad una bella faccia tosta, fare gli auguri anche a coloro a cui si è sputato in faccia calpestandone i diritti, ma se questo vi fa sentire più buoni ed elevati al Signore, che dovreste vedere nel vostro prossimo, allora caro Luca Madeddu mi fai la cortesia di riferire al CDA che i soci della strada 58 e limitrofe rifutano con sdegno siffatti auguri formali ed ipocriti che hano il sapore di una presa per il culo. Grazie

Anonimo ha detto...

Spero che Luca creda veramente di essere il portavoce del CdA. Un portavoce ingenuo.

Se fosse diversamente i suoi auguri apparirebbero irridenti e a questo punto possono essere ricevuti come un insulto. Oltretutto non da un ingenuo ma da un maligno.

Comunque grazie e da parte mia ringrazio.

Anonimo ha detto...

Scusate mi sono di nuovo dimenticato di firmare il post precedente. Silvio Ceccarelli

giacomo ha detto...

CIAO, per l'antenna mi sono informato, so per certo che vodafone e tim mettono antenne unificate ( una antenna per due ) questa è una procedura che si può chiedere ai gestori che risparmierebbero, l'antenna nuova si potrebbe mettere sempre nel monte vicino alla vedetta ma più vicina al vecchio acquedotto e distante dalla vedetta, della serie meglio una che due, la cooperativa guadagnerebbe di meno ma sarebbe la soluzione migliore.

Intanto aggiungo anche che al belvedere dopve sorge la vedetta ci potrebbero andare tutti i soci, dando una chiave a chi la richiedesse, perchè in questi anni è stato chiuso l'accesso, anche per giusti motivi ( vedi discariche ), quindi magari facendo pagare una copia ai soci.

ATTIVITA' PRODUTTIVE

E poi quella delle antenne non mi sembra l'unica strada per incamerare dei soldi, anzi la reputo una strada più da condominio che da società cooperativa che dovrebbe essere più dinamica per quanto riguarda le attività produttive, insomma sembra un pò la solita gabella da amorfi.


CIAO GIACCOMO

Anonimo ha detto...

Per Giacomo che alcuni giorni fa era alla ricerca di grossi tubi in metallo. Sulla strada 26 vicino ai nn. 5 e 7 ci sono due tubi apparentemente abbandonati che mi sembrano adatti.
Silvio ceccarelli

Sandro Atzeni ha detto...

Silvio, ti chiedo di esprimere meglio la frase che hai scritto in precedenza, quella subito dopo la mia e di cui il concetto appare poco chiaro. Grazie

giacomo ha detto...

Ciao , grazie Silvio, domani ci farò un salto così se ho tempo e assieme a qualche altro ne mettiamo almeno uno, questa storia di questo guado ha davver dell'assurdo, è il risultato di una certa inerzia e di una mancanza di professionalità diffusa nonchè del'ormai celebre scarica barile da parte di tutti, perchè neanche gli uffici preposti si vogliono caricare di questa ridicola responsabilità.

Invece il Sindaco continua a non occuparsi della strada di campagna per la quale ci vuole una mezza giornata per dargli una piccola sistemata.

Forse c'è qualche furbetto che la vorrebbe asfaltata e per questo motivo i tempi si stanno allungando.


Ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Dimenticavo, ho alcune piante da piantare ( querce da sughero ), magari organizziamo una piccola giornatina di rimboschimento, non sono molte ma almeno sarà la prima di molte altre che organizzeremo, questo per ripristinare questa usanza poggina ditrutta da alcuni imbecilli.

ciao Giacomo

Anonimo ha detto...

Caro Silvio Cecarelli

Con tutto il rispetto che si deve ad una persona più grande, mi consenta di dirle che chi pecca di ingenuità in questo caso è lei!

E' quantomeno inverosimile che io mi possa permettere di scrivere il commento qui sopra, sebbene abbia la mia firma, o meglio, l'autore(o impostore) abbia utilizzato le mie credenzialità.

Quanto a Sandro Atzeni, presumo che non abbia seguito il mio consiglio e non abbia riletto con la dovuta attenzione i documenti allegati.

Credo di conoscere l'autore di quel messaggio, era solito fare la medesima cosa nel forum della cooperativa e, conoscendolo, credo di conoscere anche la risatina che si è fatto nel momento dell'invio del messaggio e di quella che altrettanto si è fatto leggendo il commento di Sergio e Silvio.

Caro simpatico impostore, non è il caso ti faccia gli auguri, abbiamo avuto modo di scambiarli ieri mattina al bar. Mi dispiace che non abbia perso il gusto di prendere in giro la gente, non risparmi neanche quelle della tua “fazione”. Sei proprio piccolo piccolo piccolo, come una marionetta.




Luca Madeddu

Anonimo ha detto...

Caro Liucca,

come Ti ho sempre detto le bugie hanno le gambe corte.
Però per favore non prendere ulteriormente in giro le persone più grandi di Te.
La prossima volta pensa prima di andare in giro a raccontare che " quelli del comitato o Franco Magi dicono solo bugie ".
E ricordati: VERBA VOLANT, SCRIPTA MANENT.


Claudio Magi

francomagi ha detto...

"LIUCCA",
Al di la delle "scaramucce personali" che non riguardano certamente i lettori del blog e che peraltro sono di cattivo gusto, potresti spiegare meglio a Sandro Atzeni (ed a tutti i lettori del blog), la Tua recente affermazione "presumo che non abbia seguito il mio consiglio e non abbia riletto con la dovuta attenzione i documenti allegati"?.
Io ho seguito il Tuo consiglio, ho rivisto approfonditamente tutti i documenti allegati alla famigerata "questione antenne", ma non sono assolutamente giunto alle Tue conclusioni.
Non basta fare affermazioni generiche e ciclostilate.
A me sembrano dati lapalissiani ed incontrovertibili!
Infatti:
- In data 02 settembre 2005, il Presidente pro tempore della Cooperativa Giovanni Calvisi, violando lo Statuto, disattendendo la volontà plebiscitaria dei Soci e la stessa deliberazione del Consiglio di Amministrazione che si conformava all’esito referendario, ma soprattutto senza sentire nemmeno la necessità di informare i soci, firma un contratto di locazione di immobile (scarica 119 kb) con la TIM Italia Spa;
- In data 25-01-2006 la Telecom Italia Spa presenta una istanza tesa a conseguire il rilascio dell’autorizzazione edilizia;
- in data 18-07-2008, visto il parere favorevole della ASL e dell’Ufficio Tutela del Paesaggio, viene rilasciata la relativa autorizzazione edilizia;
- a seguito dell’evento alluvionale del 22 ottobre 2008, il dirigente del settore urbanistica – “accertata la necessità di ripristinare la copertura cellulare nel territorio comunale colpito dagli eventi alluvionali del 22 ottobre 2008 e nelle more dell’espletamento dell’iter autorizzativo per l’installazione degli impianti definitivi” – autorizza l’anticipata installazione temporanea di una antenna;
Al termine dell’iter autorizzativo sarà quindi edificata una nuova antenna ancora più grande, dell’altezza di ben 20 metri.
- In un “appello” pubblico, peraltro indirizzato anche a tutti i Soci, nel 2000 Giovanni Calvisi ed altri sostenevano che “sarebbe opportuno evitare ogni rischio ancorché potenziale derivante dall’inquinamento elettromagnetico”, ponevano l’accento sul “particolare pregio paesaggistico” del Poggio, ma soprattutto ritenevano “che una decisione di tale delicatezza non possa prescindere dal giudizio degli abitanti di Poggio per un fattivo rapporto di compartecipazione dei Soci”.

Spiega a Sandro (ed ai lettori) cosa andrebbe riletto "con la dovuta attenzione".

Ciao

Franco Magi

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Sandro Atzeni ha detto...

Sono convinto anche io che il messaggio di auguri a firma Luca Madeddu non sia stato scritto da lui, anche perchè avendolo negato non v'è ragione di non credergli. Si è trattato di un deprecabile tentativo di buttare benzina sul fuoco e non era davvero il caso. Ho voluto seguire il suo consiglio di controllare le date dei documenti e dalla cronologia non mi è apparso nulla che mi faccia pensare di avere dedotto conclusioni errate, quindi vorrei invitarti, anch'io, a commentarci il susseguirsi degli avvenimenti. Grazie

Giorgio Plazzotta ha detto...

Come sapete ogni tanto in questo blog compaiono personaggi che scrivono messaggi sotto falso nome o senza nome. Queste azioni di boicottaggio (numerose in passato) hanno cercato di inquinare la discussione in questo blog che ha sempre rappresentato una spina nel fianco di chi invece preferiva che vi fosse il silenzio o l'informazione "controllata". Non a caso questi sabotatori hanno sempre spinto in una ben determinata direzione.
Il Portale della Cooperativa Poggio dei Pini realizzato nel 2006 (poi soprresso dall'attuale CdA) prevedeva una autenticazione rigorosa degli utenti che avrebbe impedito questi "giochini infantili". Con questo blog non è possibile. Portiamo pazienza.
Se qualcuno scrive un messaggio usando il vostro nome per cortesia comunicate subito l'abuso.

giacomo ha detto...

CIAO, POSSIAMO ANCHE RIDERCI SOPRA SU CERTI AVVENIMENTI, UN PO' DI SATIRA E QUALCHE PRESA PER IL SEDERE RAVVIVANO LA DISCUSSIONE, L'ANONIMATO SECONDO ME ANDREBBE DIFESO QUANDO NON E' TROPPO INVASIVO E DISTRUTTIVO, GLI AUGURI DA PARTE DELLA COOPERATIVA POSSONO ANCHE FAR RIDERE, RIDERE FA BENE, POI PERO' DEVONO SEGUIRE LE AZIONI COSTRUTTIVE, SCUSATE CHE DIRE DEGLI " AUGURI DALLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE " POSIZIONATI PER ANNI NELLE STRADE E A MIO GIUDIZIO DI SQUALLIDO GUSTO, QUELLI NON FACEVANO RIDERE...E ANZI POSSIAMO DIRE CHE FACEVANO VENIRE IL VOLTASTOMACO, UN MODO SECONDO ME DI POLITICIZZARE ANCHE GLI AUGURI NATALIZI ....SPERIAMO DI NON VEDERLI MAI PIU', CASO MAI IN FUTURO DEI SEMPLICI AUGURI ANDREBBERO MEGLIO.


CIAO GIACOMO

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giacomo apprezzo il valore della goliardia e della risata.
Per quanto riguarda l'anonimato sono invece sempre stato contrario in un contesto come quello di un sito comunitario. Penso anche che questa scelta ci abbia consentito di rendere questo blog un punto di contatto importante per la nostra comunità. Lascio volentieri l'anonimato a situazioni nelle quali può avere un senso, per esempio il telefono azzurro o l'anitimafia. Qua da noi l'anonimato difende solo i vigliacchi e i calunniatori.

giacomo ha detto...

Il blog è il tuo e chiaramente puoi fare quel che vuoi e condivido la tua scelta, ma nel caso che una persona volesse dire un qualcosa di utile e non volesse apparire per sue ragioni io personalmente non farei a meno di magari un ottimo consiglio.

comunque il discorso è complicato e articolato.

ciao Giacomo

gianleonardo corda ha detto...

Desiderare che il proprio nome. comunque noto all'amministratore del blog, non appaia può essere legittimo, scrivere lettere anonime no, figuriamoci poi firmarle con nomi altrui.

Gianleonardo Corda

Anonimo ha detto...

I commenti da parte di Gianleonardo Corda sul mio intervento in merito alla Registrazione EMAS del territorio sono assai interessanti e in larga parte da me condivisi; inoltre, mi danno lo spunto per fornire ulteriori elementi che possono essere utili nella discussione.

Prima di entrare nel merito, una doverosa premessa: in questa sede mi soffermerò solo sui punti oggetto della tematica EMAS, mentre evito, almeno in questa occasione, di pronunciarmi su altri temi, come ordine pubblico e sicurezza così come intesi da Gianleonardo, che sebbene siano altrettanto importanti, non rientrano nell’ambito in questione.

Premesso ciò, vado ora per punti per chiarezza di esposizione e facilità di lettura.

1. EMAS non è solo una certificazione ambientale, anzi essa contiene, include al suo interno la certificazione del Sistema di Gestione Ambientale (SGA) e quindi l’analisi ambientale iniziale ad esso propedeutica; la certificazione dell’SGA è quindi solo un elemento, seppur determinante, per il raggiungimento della Registrazione.

2. EMAS contiene in sé altri elementi, altrettanto determinanti, che ne costituiscono i punti di sostanziale novità e concretezza.

Le novità di cui parlo sono le seguenti.

a) La Dichiarazione Ambientale.

La dichiarazione ambientale ha carattere di obbligatorietà.
Si tratta di un documento informativo tramite il quale l’organizzazione, il Comune nel nostro caso, comunica al cittadino e ad altri soggetti interessati informazioni sulle sue prestazioni ambientali e sul continuo miglioramento delle stesse.

La dichiarazione ambientale nasce per promuovere la sostenibilità del territorio ed il suo sviluppo attraverso la ricerca dell'equilibrio tra aspetti ambientali, economici e sociali.

Il Regolamento 761/2001 ed in particolare l’Allegato 3.2 indica gli elementi informativi che la dichiarazione dovrebbe contenere.

Essi sono:
•la descrizione dell’organizzazione, delle sue attività, prodotti e servizi;
•la politica, il programma e il sistema di gestione ambientale;
•l’identificazione e valutazione dei problemi che la caratterizzano;
•l’indicazione dei target ambientali;
•l’indicazione dei dati numerici riguardanti gli aspetti ambientali più significativi;
•l’indicazione del nome e del numero di accreditamento del verificatore ambientale (l’accreditamento avviene a valle di un audit ambientale da cui scaturisce un risultato positivo).

L’organizzazione potrà ottenere la registrazione solo se la dichiarazione ambientale è stata convalidata e si è accertato che essa ottemperi alla legislazione ambientale applicabile.

Nella dichiarazione ambientale, quindi, il Comune rende espliciti i suoi obiettivi concreti quali, ad esempio, come già fatto in altre realtà europee e italiane, inserire criteri ambientali nelle attività di pianificazione territoriale; promuovere ed incentivare il risparmio dell’acqua, la riduzione della produzione dei rifiuti e l’aumento della loro quota di differenziazione; favorire il risparmio e l’efficienza energetica; favorire una mobilità sostenibile, promuovendo ed incentivando mezzi e modalità di spostamento a basso impatto ambientale; coinvolgere le attività produttive e dei servizi presenti sul territorio tramite accordi che favoriscano un comportamento ambientale virtuoso;informare i cittadini in modo costante e trasparente sullo stato dell’ambiente del territorio comunale.

b) La Contabilità Ambientale

La contabilità ambientale è un sistema che permette di strutturare, organizzare e governare in maniera efficace ed efficiente gli obiettivi strategici attraverso una serie di indicatori misurabili che danno evidenza dell’avanzamento reale nelle politiche ambientali.

Un elemento importante in questo ambito è la compilazione del Bilancio Ambientale, da affiancare al bilancio economico dell’amministrazione, all’interno del quale vengono inserite le spese ambientali correnti per ambito di competenza.

La contabilità ambientale può anche essere un efficace strumento di rendicontazione e comunicazione esterna

c) La Rendicontazione al pubblico

È questa la novità più importante in termini di trasparenza.

Una volta dichiarati gli obiettivi e gli strumenti per raggiungerli, ogni organizzazione che aderisce ad EMAS ha l’obbligo di confrontarsi col pubblico (cittadini e ogni altro soggetto interessato) sistematicamente e periodicamente sui risultati raggiunti.

L’organizzazione deve aggiornare i dati e ogni modifica deve essere convalidata ogni anno da un verificatore ambientale.

L’organizzazione deve poter dimostrare al verificatore ambientale che qualunque interessato alle prestazioni ambientali dell’organizzazione può avere libero accesso alle informazioni.

Gli indicatori scelti e resi pubblici devono inoltre essere in grado di:
•fornire una valutazione accurata delle prestazioni dell’organizzazione,
•garantire comprensibilità e assenza di ambiguità;
•consentire un confronto da un anno all’altro al fine della valutazione dell’andamento delle prestazioni ambientali dell’organizzazione;
•permettere confronti con risultati di riferimento a livello settoriale, nazionale o regionale, come opportuno.

3.Per quanto affermato nei primi due punti, posso arrivare a concludere che le “piccole cose” di cui parla Gianleonardo, che poi tanto piccole non sono, quali la viabilità, il decoro pubblico, l’igiene e la salute, l’efficienza e la trasparenza sono temi che possono e devono rientrare, in maniera strutturata ed organica, nell’ambito della Registrazione.

Noi non dobbiamo scegliere tra l’occuparci delle “piccole” questioni ambientali quotidiane o il dotarci degli strumenti che garantiscano una progettualità sostenibile.

Dobbiamo semmai pretendere che ci si occupi allo stesso tempo di entrambe: esse possono e devono andare avanti di pari passo.

È in questo ambito che EMAS può essere una risposta ad una delle esigenze primarie che ogni amministrazione locale dovrebbe avere, ovvero quella di rispondere in maniera adeguata alle esigenze ambientali di ogni giorno senza mai però trascurare l’obiettivo di più lungo termine di uno sviluppo sostenibile del territorio.

È in questo stesso ambito, quindi, che dobbiamo considerare la registrazione EMAS, non come il fine a cui tendere quanto un importante mezzo per ottenerlo, non la meta ma un percorso strutturato per arrivarci, non l’obiettivo bensì lo strumento condiviso e partecipato per raggiungerlo.

Walter Cocco

Anonimo ha detto...

Scritto da Giampaolo Lai

L'EMAS E LE SUE COMPETENZE.

Chiedo al Signor Cocco quale seguito potrebbe avere, alla luce delle competenze in capo all'EMAS, una proposta quale qui illustro.
A me parrebbe sensato che tutta la popolazione residente nel territorio di Capoterra, di Sarroch, di Villa S.Pietro e Pula venga interpellata riguardo alla istituzione di una linea di trasporto pubblica sull'asse Cagliari - Capoterra. Mi spiego meglio: parlo di una linea ferrata (cioè tranwiaria) con capolinea Cagliari (porto o vicinanze) e dall'altro lato, provvisoriamente, Torre degli Ulivi ed esattamente con capolinea su quell'estesissima area - ora libera - oltre Sgaravatti. Qui vedrei un grosso parcheggio di scambio come ne ho già visti numerosi a Roma (stazione Ostiense, Salario, quartiere Africano ed altri. Anche Cagliari si appresta a realizzare un parcheggio simile in prossimità de La Scaffa). Ebbene in 10, 15 minuti un bacino di utenza non modesto (ora circa 50.000 residenti ma in crescita) avrebbe l'opportunità di evitare l'uso dell'automobile. Ovvero si dovrebbe percorrere il tratto fra la propria abitazione e questo parcheggio di scambio e qui usare una linea tranwaria per giungere nel capolougo. Gli esempi ? proprio quella metropolitana di superficie recentemente avviata a Cagliari verso Quartu. La nostra, però, avrebbe il grosso vantaggio di essere molto più rapida perchè potrebbe avere poche fermate intermedie e, di fatto, non ne avrebbe affatto nel tratto fra La Maddalena e Cagliari in quanto qui non vi sono utilizzatori, ecco spiegati i 10, 15 minuti.
Questo è quanto programmano altre realtà suburbane legate a realtà urbane accentatrici di servizi e di economie (come è Cagliari) e nelle quali è perfino vietato circolare con auto private. E questo futuro varrà anche per Cagliari. In città poi una efficiente rete di trasporti pubblici consentirà di raggiungere qualunque quartiere. Ovvio che non sarà comodissimo come l'uso dell'automobile ma questa espone a rischi, a costi sempre crescenti e a difficoltà di stazionamento dentro la città. Indico come provvisorio il capolinea oltre Sgaravatti in quanto nessun impedimento potrà, in futuro sorgere per l'estendimento verso la Saras e Sarroch e oltre. Il primo tratto, per me, è quello più produttivo. Certo occorre prevedere un nuovo ponte per l'attraversamento del tratto di mare all'ingresso di Cagliari. Provate a vedere su Google Hearth cosa riescono a fare in casi simili e vi renderete conto che pensare questa soluzione non è utopico. Forse potrebbe essere una buona idea per l'Università che potrebbe proporre questo studio ad un team di futuri Ingegneri (quindi materia di tesi di laurea). Questi giovani potrebbero recarsi in altre realtà con caratteristiche confrontabili, vedere, studiare, tradurre in progetto. Il tutto visto sotto ogni aspetto: tecnico, economico, sociale.
Ma poi non dimentichiamo che il tram lambirebbe anche un tratto di mare non proprio da trascurare.
Si sollecitano riflessioni da parte dei lettori.
Grazie
Giampaolo Lai

giacomo ha detto...

Ciao, sono davvero della stessa opinione del Sig. Giampaolo Lai, l'ho sempre pensato anche io e magari suggerisco anche di chiedere uno sponsor al Sig. Moratti che con la Saras produce tanti soldini, in più tutto il suo personale potrebbe viaggiare su rotaia.

Ciao Giacomo

Anonimo ha detto...

Caro Liucca,

Ti sono state fatte in manniera civile e cortese alcune domande in merito alle antenne:
perchè non dare risposta?


Ciao
Claudio Magi

giacomo ha detto...

Ciao volevo aggiungere anche un altra cosa, le ferrovie nuove qualora si facessero sarebbe meglio affidarle agli inglesi, visto che in Sardegna le hanno fatte loro e che dopo in pratica non si è fatto più nulla o quasi, escluso questo ultimo triennio.

ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Ciao, volevo dire anche a Luca Madeddu, ti sei dimenticato di firmare la petizione, hai scritto tutti i tuoi dati però manca la firma, quando la firmi???'


ciao Giacomo

max steri ha detto...

L'idea del treno mi piace particolarmente, certo per essere realizzata necessita di studi approfonditi e di ingenti finanziamenti... ma è anche vero che ormai facciamo parte di quell'area metropolitana che si millanta da tanti anni, ma continuiamo ad avere grosse carenze con i trasporti pubblici... e sopratutto gli orari dell'ultima corriera la sera (quella per pula) è sempre alle 20,25 da almeno 25 anni fa... bisogna fare qualcosa anche per il sistema trasporti...

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giacomo nei casi (rari) di comunicazioni delicate per le quali è opportuno non rivelare il nome è sempre possibile farlo a patto che l'identità sia conosciuta almeno da chi è responsabile della pubblicazone. Noterai anche nei giornali che si utilizza la formula "lettera firmata". E' possibile farlo anche sul blog e anzi ti dirò che è già stato fatto.

giacomo ha detto...

ok

silvio ceccarelli ha detto...

Per la ferrovia anch'io ci avevo pensato. In occasione dell'inaugurazione della nuova tratta di metropolitana leggera cagliari monserrato mi è stato presentato,da amici, un ingegnere che riveste una carica molto importante in quell'Ente. Gli ho chiesto se non avevano pensato di estendere il servizio anche verso Capoterra. Mi è sembrato molto scettico in quanto i loro progetti prevedono solo il prolungamento verso quelle zone che già sono servite dalla vecchia linea delle complementari con solo piccole deviazioni. Secondo lui un progetto per il nostro territorio potrebbe essere proposto alle ferrovie dello stato che già hanno la linea che va verso Elmas Iglesias. In effetti pensare ad una linea ferrata lungo il litorale dal giorgino a Sarroch mi sembra improponibile per l'impatto ambientale che avrebbe. Se ragioniamo una strada ferrata che transiti nei pressi di Macchiareddu potrebbe avere un bacino di utenza maggiore.

Per Giacomo
Leggo che parli ancora di petizione. Io ho raccolto una quindicina di firme poi mi sono fermato perchè mi è stato obiettato che la petizione precedente era andata a buon fine ed era inutile produrne un'altra.
Fammi sapere se e quando le vuoi oppure se devo cercarne altre fra i miei conoscenti.

giacomo ha detto...

ciao, grazie Silvio, certo servono , ricordo a tutti che le due raccolte erano ben distinte nel fine, quella che abbiamo presentato noi, quest'ultima, è per il guado sul fiume missisipi, almeno dai tempi che sono trascorsi fino a oggi sembra si parli di questo.

Scherzavo, è la petizione per il guado vicino alla zona sportiva e per la strada dissestata, poi le firme le userò per diventare onorevole come Luca Madeddu, anzi no per diventare sindaco di scraffingiu, o forse per diventare presidente della coop. :)..devo decidere ancora il posto .

ciao Giacomo

Stefano Fratta ha detto...

Una linea ferroviaria -o di metropolitana di superficie o come vogliamo- credo che avrebbe un suo ritorno arrivando a servire Sarroch e le industrie, magari avvicinandosi ulteriormente a Pula, e credo che sarebbe una svolta enormemente positiva per il territorio. Potrebbe trovare posto affiancandosi al tracciato della nuova 195. MI piacerebbe anche che si potesse parlare -senza essere presi per pazzi o visionari- delle piste ciclabili, che nei paesi più civili d'Europa affiancano ogni infrastruttura stradale e/o ferroviaria. Il fatto che adesso pochissimi o nessuno utilizzino le due ruote per il trasporto individuale è dovuto all'assenza di queste infrastrutture, che in posti molto più freddi coprono tutta la nazione in continuità.
Anche questa è una possibilità da esplorare.
Stefano

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