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martedì 25 novembre 2008

Confronto con il catasto del 1930

Vi mando due documenti, quale ulteriore contributo all'interessante lavoro di ricerca, dove si può notare l'alveo del fiume (in rosso) ai tempi dei rilievi cartografici del Nuovo Catasto Terreni (NCT). Si tratta di una sovrapposizione delle foto aeree e del Foglio 30 così come risulta all'impianto del NCT, cioè intorno al 1930.
Se si osserva con attenzione si individuano facilmente i "landmarker" che non sono cambiati nel corso degli anni (strada dei Genovesi, vecchia Strada Provinciale per Porto Botte (oggi SS195), Strada Vicinale Baccalamanza-Ollastu, Sentiero Barracca Varzia).
Come si può notare i campetti e gli spogliatoi si trovano sull'alveo del fiume, a conferma di quanto già rilevato da Rita Lai e Alessandro Forci, ma allargando il campo di osservazione, con dolore, rilevo che anche la Scuola Materna di Rio San Girolamo si trova sull'alveo del fiume.
Posso solo commentare che la Carta Catastale dell'impianto è stata sovrascritta negli anni con i nuovi frazionamenti, ma le linee originarie sono ancora lì. Si vedono. Come è possibile che i progettisti non si siano accorti che le opere da realizzare cadevano in pieno sul fiume? Non hanno ritenuto attendibili le carte catastali? Chiediamolo ai vari censori che oggi ci insegnano a disprezzare gli ecosistemi (naturali e artificiali) perchè fastidiosi e semplici vezzi di ricchi annoiati, in favore di una tutela spinta dell'economia edilizia (non certo a tutela degli abitanti del prodotto di detta economia). Vero è che tutto ciò che è naturale o si appoggia alla natura, segue logiche diverse dall'incremento annuo della produzione nazionale, ma forse una gita guidata a monte del "lago criminale" può far comprendere a questi fini economisti, cosa succede quando la montagna troppo alta e poco boscata si vendica, quando i compluvi vengono ostruiti con ponticelli troppo economici, quando il sottobosco, ma anche il cisto e il lentischio, non riescono a sopravvivere per i troppi incendi...
Eliminiamo ogni accumulo di risorsa idrica, perchè qualcuno a valle, in riva al fiume, ai laghi e al mare, deve costruire, "lisciamo" ogni versante collinare e aspettiamo la prossima alluvione.

Roberto Trudu



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L'edificio parzialmente coperto dalla campitura rossa dell'alveo è proprio la scuola materna di Rio S. Girolamo

6 commenti:

giacomo ha detto...

Ciao, mi sembra che oltre il ponticello della zona sportiva quello che non c'è più,il fiume appena dragato non abbia un fondo tipico da fiume, presenta invece terra nera, poche pietre e poca sabbia, la terra nera è venuta fuori dopo che in pratica è stato lievemente ripulito e riportato a quello che doveva essere il livello precedente, mi sembra ma non sono esperto, se fosse così sarebbe più giusto credere che il ramo più importante fosse quello che taglia vicino ai campi da tennis.

Comuqnue sia tutta l'area sportiva è nel letto del fiume, gli argini alti sono facilmente visibili, poi si diceva anche che erano il frutto di una remota glaciazione, sempre detto da qualche geologo anni fa , comunque se qualcuno anche qui chiarisse per cortesia.

Ricordo anche in sintesi ( approfondirò più avanti ) che circa 10 anni fa qualcuno voleva fare il parco giochi per bambini nel vallone sotto la diga piccola, vi ricordate i concorsi, i tagli di legna etc etc....alla prossima allora, adesso raccolgo i dati realtivi a questa altra favola che è potrebbe essere legata in qualche modo anche alla nuova variante, bocciata!!!.



Ciao Giacomo

Rita ha detto...

Vedo che lo studio delle carte storiche ha suscitato l'interesse anche di altri poggini.
A parte la zona sportiva per la quale dovranno essere progettate le opere necessarie a consentirne l'utilizzo in sicurezza e senza ulteriori danneggiamenti delle struture esistenti, non sarebbe male fare questo tipo di osservazioni e ricostruzioni su altre aree che hanno manifestato, durante l'alluvione, situazioni particolarmente critiche. Tra queste cito la zona a monte del lago grande, dove confluiscono tre corsi d'acqua (zona del ponte distrutto vicino alla cabina Telecom), quella ad ovest e a nord del centro commerciale, quella dell'Hydrocontrol, quella della strada 64 e 47 attraversate da un importante corso d'acqua.
Credo che verrebbero fuori delle soluzioni interessanti ed utili per decidere cosa fare dei tanti impluvi e per fare un serio e complessivo progetto di messa in sicurezza dei singoli lotti. Infatti non credo che, come è stato suggerito nell'ultima assemblea di domenica 16 novembre, i proprietari possano autonomamente decidere che tipo di interventi eseguire per consentire il normale e libero deflusso delle acque meteoriche, anche mettendosi d'accordo tra confinanti.
Per risolvere definitivamente e seriamente i problemi di deflusso idrico è OPPORTUNO ED URGENTE prima di intervenire eseguire uno studio idraulico e sul trasporto solido (sabbia e massi) su tutti i singoli bacini idrografici minori che afferiscono al nostro territorio, individuando per ciascun bacino il deflusso massimo e stabilendo quindi sia le dimensioni e sia la collocazione di tubature, indispensabili per consentire il deflusso da monte a valle.
In alcuni casi, dove si tratta di veri e propri torrenti, si dovrà fare una seria riflessione su come deviarne parzialmente il tracciato, facendo sì che non vadano più ad invadere i giardini distruggendo le recinzioni, se possibile, verificare la possibilità di fermare a monte della lottizzazione i sedimenti ricorrendo alla realizzazione di briglie di decantazione, oppure decidere di delocalizzare alcuni lotti che sono veramente in situazioni troppo critiche.
Lo stesso studio sulle portate dei corsi d'acqua minori dovrà essere alla base della revisione di tutti i ponticelli e attraversamenti che sono andati in crisi durante l'alluvione e che dovranno necessariamente essere adeguati alle nuove esigenze.
Questo studio era già stato commissionato dalla Cooperativa ad un ingegnere (Cilloccu) e ad un geologo (Marini) nel 2006, ora avrebbe bisogno di una ovvia revisione alla luce di quanto accaduto ma penso che oramai sia imprescindibile la sua realizzazione, anche nell'ottica della richiesta che la Cooperativa potrebbe avanzare nei confronti della Regione per la messa in sicurezza delle situazioni a rischio idraulico, come previsto dall'Ordinanza n. 2 del 10/11/2008.
Vorrei sapere cosa ne pensano i soci che hanno avuto i maggiori danni ai lotti per allagamenti e/o accumulo di metricubi di sedimenti nei giardini. Auspico che anche essi si facciano portavoce di questo mio suggerimento presso gli Uffici della Cooperativa, affinchè il problema venga affrontato unitariamente e non in maneira frammentaria, sennò ciascun socio dovrebbe farsi fare delle valutazioni da un proprio consulente che dovrebbe poi indicare la soluzione per il lotto. Non credo che questo metodo avrebbe in definitiva lo stesso risultato di un progetto unitario, che essendo organico e comprendendo tutto il territorio potrebbe anche essere parzialmente o totalmente finanziato dalla Regione Sarda.
A presto Rita LAI

giacomo ha detto...

CIAO A TUTTI, FERMO RESTANDO CHE LA COSA IN ASSOLUTO PIU' IMPORTANTE E' LA MESSA IN SICUREZZA DEL FIUME A MONTE DELLA DIGA E LA MESSA IN SICUREZZA DELLA DIGA STESSA, RITENGO CHE QUESTE SIANO LE COSE PIU' IMPORTANTI.

QUINDI SE NE DEDUCE CHE A PARTE QUALCHE RECINZIONE E A PARTE QUALCHE CANTINA ALLAGATA, A PARTE QUALCHE ( MOLTI ) SBAGLIO DI PROGETTAZIONE DELLE CASE STESSE, C'E' DA DIRE CHE CIRCA IL 90% DEI DANNI A POGGIO DEI PINI INTESA COME ENTITA' UNICA, SENZA ESTEROFILIE PRO QUALCHE ENTE, E' DATO DALL'INCURIA DEL RIO A MONTE DELLA DIGA E DALLA ECCEZIONALE PIOVOSITA', CI SAREBBE QUINDI DA VALUTARE QUANTO HA INCISO QUESTA MASSA D'ACQUA CONSIDEREVOLE E QUANTO HA INCISO IL FATTO CHE IL RIO A MONTE DELLA DIGA ( SCUSATE MA - REPETITA IUVANT ) FOSSE TOTALMENTE ABBANDONATO NONOSTANTE A VALLE CI FOSSERO: N. 2 DIHE + DIVERSI ABITATI E MIGLIAIA DI PERSONE IN TRANSITO E CON RESIDENZA STABILE.

QUINDI C'E'DA VERIFICARE SE IL FIUME E LA SUA MESSA IN SICUREZZA AVEVANO UN GUARDIANO PUBBLICO O PRIVATO CHE AVESSERO L'OBBLIGO PER LEGGE DI TENERLO IN OSSERVAZIONE, CHIARAMENTE NON DI OSSERVARLO DAGLI UFFICI MA DI OSSERVARLO ANDANDOCI NEL CORSO DEGLI ANNI PER VERIFICARE LE SUE CONDIZIONI, NON DOPO LE ALLUVIONI SIA BEN CHIARO.

CONCORDO CON RITA IN MANIERA ASSOLUTA MA CONTINUO ANCHE VERSO IL MIO PENSIERO SOLITO, SONO MONOTONO LO SO.

DOMANDA N.10 : CHI DOVEVA TENERE IN SICUREZZA IL FIUME A MONTE DELLA DIGA ???' - RONFF........FIUUUUUU...RONFFFF....

ALTRA DOMANDA N. 10 : CHI DOVEVA DARE L'ALLARME METEO QUI IN SARDEGNA...RONFF.....FIUUUUUU RONFFFFFFF...VIVA MECHICO!!!!..

CIAO GIACOMO

giacomo ha detto...

CIAO VOLEVO DIRE CHE C'E' UN ALLERTA METEO TRA GIOVEDI ( DOMANI ) E VENERDI'.....NON USCIRE DI CASA SE LA SITUAZIONE E ' PERICOLOSA.

CIAO GIACOMO

Anonimo ha detto...

Questi giorni ho reperito anche io un pò di informazioni da qualche parente anziano che ha lavorato negli orti su loi negli anni 40-50 come bracciante, oltretutto ho scoperto di avere avuto uno zio di mio nonno che ha realizzato qualche impianto idraulico in zona parecchi anni fa... dai frammentari ricordi emerge una zona vastamente adibita a frutteti, uliveti e vecchie dicerie di antichi cimiteri francescani, ma questo rimane nelle dicerie in quanto penso che la presenza dei cipressi sia dovuta al solo scopo di riparare le colture dal forte vento di maestrale... mi si descrive una zona dove sorge adesso frutti d'oro, che era piana di esondazione naturale, testimonianza della quale la vasta presenza di canneti a partire dall'attuale zona del campo di calcio, chiesa, e tutta frutti d'oro 2 dove è stata colpita maggiormente dall'alluvione... inoltre mi si racconta dei numerosi fiumi sotterranei nella zona dei vigneti (la vigna), mentre qualche amico che abita là da tempo mi conferma questa notizia, tra l'altro il pozzo d'acqua della vigna a quanto pare attinge da una vena d'acqua sotterranea e più di 20 anni fa molti proprietari hanno incontrato problemi nell'escavo delle fondamenta per la scoperta di alcune vene d'acqua... a questo punto mi viene spontanea la curiosità, e di fatto una domanda che giro ai più esperti... quanto importante può essere la presenza di numerose vene d'acqua sotterranee, e quanto queste hanno probabilità di riscavarsi la via verso la superficie in caso di nubifragi eccezionali e quindi di fenomeni di piena abnormi? Quanto può essere pericoloso questo fenomeno? Ho il presentimento che se andiamo a scavare a fondo, abbiamo un vasto territorio che presenta su diverse tipologie, una sola caratteristica altamente a rischio idrogeologico, pertanto sono molto attento agli sviluppi delle ricerche da voi esperti fatte su queste zone (tra l'altro non ero a conoscenza dei diversi affluenti di poggio in zona club-house che sono parzialmente scomparsi dalla superficie)... rimarrò attento e spero di trovare anche io qualche elemento in più per capire com'era in origine questo territorio, fermo restando che si debba mettere in sicurezza a partire da monte... continuo a seguirvi con attenzione.
Cordiali saluti, Massimiliano Steri-Capoterra

giacomo ha detto...

Ciao, vorrei informare tutti che passerà il tubo per l'acqua nella pineta vicino al lago grande, non so se sia l'unico passaggio possibile ma c'è da tener conto che ormai l'unico lato selvaggio del lago in questione è proprio quello sul versante della pineta dove nidificano le gallinelle e altre specie, è sicuramente la zona più delicata in assoluto in quanto è la meno antropizzata.

Penso che il sentiero debba restare provvisorio e che invece magari dopo si possa fare un sentiero natura magari con guide locali che bisognerebbe formare in quanto purtroppo ho visto che il Grusap vuole andare vers la strada della p.civile, con questo passaggio dell'acqua di fatto si sta facendo una strada in un poasto magnifico, vorrei sapere se esiste uno studio di impatto ambientale ( obbligatorio per legge ) , e se si è consultato un biologo.

Penso che ci sia bisogno di molta attenzione perchè da certe situazioni di emergenza qualcuno potrebbe fare delle cavolate in buona fede facendo i soliti danni.


Ciao Giacomo

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