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domenica 2 novembre 2008

Le due valli trasformate

Le valli di Masone Ollastu e del Rio San Girolamo sono tra le mete preferite delle mie passeggiate. Vivere a Poggio dei Pini significa anche aprire il cancello e trovarsi immediatamente in un ambiente naturale meraviglioso, a 10 metri dallo sterrato della vecchia via dei Genovesi che mi porta nell'alta valle del Rio S. Girolamo, oppure a pochi passi dalla pineta di Pauliara che mi porta a scollinare nella Valle di Masoni Ollastu.
Oggi sono tornato in questi luoghi che ben conosco per vedere come erano stati trasformati dalla piena più imponente che si ricordi a memoria d'uomo.
Rita ha già descritto molto bene, anche dal punto di vista geologico, quello che è successo.
A quanto detto voglio aggiungere l'impressione di un amico che faccio mia. L'impatto degli elementi naturali sulle costruzioni dell'uomo provoca un senso di desolazione, disperazione, tristezza, tragedia. L'impatto della furia devastatrice dell'acqua nelle valli naturali, lasciate intatte dall'attività e dalle costruzioni dell'uomo, sebbene abbia stravolto il paesaggio, sradicato migliaia di alberi e arbusti, eroso i versanti, trasportato enormi massi e cumuli di pietre e sabbia, non fornisce al viandante la medesima impressione di disperazione, ma un quieto senso di rigenerazione, di armoniosa trasformazione degli elementi naturali. E' l'acqua che fa il suo corso, trasportando i materiali dalla terra al mare, strappando dalla montagna enormi macigni e trasformarlo in sabbia ad ogni rotolamento. E' anche un monito che dobbiamo fare nostro, una lezione che sembriamo non volere mai imparare.

Oggi il Rio San Girolamo è tornato ad essere un rigagnolo quieto e insignificante, in estate sparirà del tutto, ma il maestoso letto di pietre e sabbia su cui scorre questo rivolo d'acqua è li a mostrarci chiaramente che quel nano può trasformarsi in gigante. Domani quell'alveo sarà nuovamente ricoperto di vegetazione e il serpentello vi scorrerà timido e asfitico per chissà quanto tempo. Non dimentichiamoci però di questo 22 ottobre 2008, perchè un giorno il serpentello tornerà ad essere un Dragone.
Nella valle di Masoni Ollastu la diga "di Medda" è crollata e il piccolo bacino di 12.000 mc. non esiste più. Nella Valle del San Girolamo è quasi sparita la vecchia stazione mineraria e il sentiero che costeggiava il fiume è praticamente scomparso, ne restano solo alcuni tratti. Si può ovviamente camminare sull'ampio greto finchè la vegetazione non lo ricolonizzerà.
E' invece percorribile la mulattiera che segue la valle a mezzacosta sul lato del M. S. Barbara e giunge a una cascatella che adesso fa bella mostra di se nella valle ampia e nuda.

Mostro alcune delle foto che ho scattato.


Quello che rimane della diga "di Medda" a Masoni Ollastu

Il laghetto di Masoni Ollastu fotografato nel 2000

Depositi sabbiosi del Riu Masoni Ollastu

L'alveo del Rio San Girolamo presso le Piscine di Poggio dei Pini

L'alveo del Rio S. Girolamo dal ponticello che porta alla omonima chiesetta.

Cascatella sul Rio S. Girolamo

1 commento:

Rita ha detto...

caro Giorgio ciò che hai scritto è proprio la descrione della sensazione che ho avuto io quando ho percorso la valle domenica scorsa. Ciò che avevo scritto nel mio primo post voleva infatti far capire ai lettori che con i fiumi non si scherza e sopratutto con certi fiumi (mi viene in mente il Flumini Uri di San Vito) che sono praticamente delle "fiumare" calabresi. La loro bellezza è direttametne proporzionale alla loro forza ed energia nel modellare il paesaggio a loro piacimento, senza che noi miseri "umani" possiamo fare niente per contrastarli. D'altronde uno dei paesaggi italiani più apprezzati al mondo sono le dolomiti, le loro forme così affascinanti e selvagge sono esclusivametne il risultato di erosioni causte dall'acqua e dalla gravità: le imponenti pareti subverticali, i torrioni, le conoidi di detrito, i pinnacoli delle Tre Cime di Lavaredo ad esempio sono il risultato di millenni di erosione e trasporto operata dalle acque. Lì milioni di turisti all'anno vanno a trascorrere le vacanze, qui da noi ci sono le dolomiti sarde: i Tacchi dell'Ogliastra (Punta Perda Liana, Mont'Arbu di Seui) o il supramonte di Orgolosolo con la famosa valle di Gorroppu e Tiscali e il Monte Albo di Lula, che io amo moltissimo.
Ma dopo aver visto la valle del Rio S. Gerolamo non si può restare stupefatti come in quelle zone ben più famose della Sardegna, vale veramente la pena di andare a vederla.
Qualche furbo cacciatore di frodo locale forse si arricchirebbe di più se mettesse su un'attività di escursionismo e guida turistica, per portarci i turisti a vedere da dove hanno avuto origine i luoghi della catastrofe.

Ps Anche io ho delle foto, perchè non creiamo un sito ad hoc per le fotografie di tutti i poggini e non solo.

A presto Rita

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