Questo Blog è stato creato per scambiare informazioni, idee, proposte e materiali tra residenti del comune di Capoterra. Si invitano i lettori a firmare i propri commenti o articoli con nome e cognome. Potete inviare i vostri articoli al seguente indirizzo: giorgio.plazzotta@gmail.com

domenica 16 novembre 2008

Assemblea dell'unità per parlare del futuro

Ieri pomeriggio si è tenuta una assemblea straordinaria dei residenti di Poggio dei Pini. Nel corso dell'ultimo mese si sono verificati eventi importanti e drammatici; inoltre alcune novità hanno reso necessario un momento di informazione e di confronto con i soci.



E' stata una assemblea intensa e vibrante. Se ci pensate bene le assemblee degli ultimi anni sono state SEMPRE caratterizzate da una forte carica polemica, con contrasti spesso accesi ed interventi di aspra critica nei confronti degli amministratori. Questa volta le cose sono andate molto diversamente. Le polemiche sono state messe da parte e nella sala si respirava un'atmosfera di partecipazione, di costruzione e di speranza.
Devo dire che gran parte delle informazioni non erano nuove per i lettori del blog, che è diventato nell'ultimo periodo, non solo per i poggini, una preziosa fonte di conoscenza. Abbiamo però finalmente potuto sentire la voce ufficiale dei nostri rappresentanti e anche alcuni interessanti interventi dei residenti. Anche in questa riunione, e ancor più che nella precedente, Antonio Secchi ha mostrato di essere rientrato nel CdA con un compito di rilievo e non possiamo non notare che il suo ritorno ha combaciato con un netto miglioramento dei rapporti tra i soci e il CdA: è un caso oppure no? Penso che su questo argomento avremo ancora occasione di ritornare in futuro.
Le problematiche principali che sono state affrontate sono:
  • situazione del lago e della diga;
  • situazione delle reti idriche e fognaria;
  • situazione viabilità con Pauliara;
Problemi di Comunicazione tra Cooperativa e Genio Civile
Abbiamo appreso dell'esistenza di problemi di comunicazione tra la Cooperativa e il Genio Civile o meglio ancora l'Agenzia del Distretto Idrografico della Sardegna che è ufficialmente responsabile dei lavori di messa in sicurezza della diga. Ad essere sincero questa cosa mi sorprende e non mi convince. Come è possibile che la Cooperativa non sia riuscita a comunicare con i responsabili dei lavori? Queste persone stanno lavorando intorno al nostro lago da molti giorni (li ho incontrati io personalmente mentre andavo a piedi da casa al supermarket, assicuro che non si nascondono nel bambù come il panda tibetano). Forse è il caso che i nostri amministratori siano un meno timidi o cocciuti.E' importante che si operi per attivare un canale di comunicazione tra la Cooperativa, o meglio tra noi veri proprietari del lago, e chi su questo lago sta operando, lo sta modificando o forse anche uccidendo. Non mi sto cimentando in giudizi tecnici che non mi competono. Sto dicendo che abbiamo il diritto di sapere quale è il piano dei lavori. Come già detto siamo i proprietari e datori di lavoro, non i servi scemi. Quel lago fa parte della nostra vita quotidiana, è come un nostro parente e non si può sopprimere o amputare senza neanche dircelo. Questo genere di comportamenti sono tipici della burocrazia italiana, ma devono cambiare; i cittadini devono essere coinvolti, in particolare nelle scelte che hanno un elevato impatto ambientale. Non me la sto prendendo con i tecnici geologi che operano sul lago e stanno facendo il loro lavoro sicuramente bene. Mi rivolgo alle istituzioni in generale. Può darsi che il Genio Civile non disponga di addetti alle pubbliche relazioni e questo lavoro non deve essere fatto dai geologi, così come i commercialisti non dovrebbero gestire dighe. Sono le istituzioni, in questo caso Soru (pieno di consulenti strapagati) che si devono attrezzare per aumentare la trasparenza. Alla Cooperativa chiedo di insistere, nel tentativo di attivare un contatto e una collaborazione con il Genio Civile. A quest'ultimo chiedo di informare in qualche modo i cittadini su quello che accade ed accadrà. C'è tensione in giro ed è quindi importante che vi sia anche informazione. Oso addirittura proporre ai responsabili dei lavori, se mi leggono, di concedere una intervista a me personalmente qui sul blog.

Il canale di sfioro della diga
La questione lago è incentrata, in questa fase, sulle caratteristiche e sul futuro del cosiddetto "canale di sfioro". Si tratta del canale attraverso il quale l'acqua tracima dal lago e si riversa, più avanti, in quello che è l'alveo naturale del Rio S. Girolamo. Come tutti abbiamo potuto constatare quel canale ha una portata insufficiente. Non aveva retto alla piena del 1999, perchè non era ancora stato ampliato in questi 9 anni? Mi sembra che in generale da parte della Cooperativa non si presti una sufficiente attenzione alle norme vigenti, lo abbiamo constatato in molte occasioni. Non credo che nessuno voglia affermare che le norme siano inutili e che possano essere ignorate. La norma prevede che la portata del canale di sfioro sia, per un lago come il nostro, di 170 mc al secondo. Meglio non pensare a quale fosse invece la portata effettiva del canale. Siamo buoni e pensiamo che, anche se fosse stata a norma, in nessun caso avrebbe potuto contenere quella mostruosità dei 380 mc/sec che lo hanno attraversato la mattina del 22 ottobre. Una tale quantità d'acqua non fa saltare solo i ponti, ma anche tutte le formule adottate dai tecnici progettisti nei loro calcoli. Pensate che tali formule consideravano, per una portata simile un tempo di ritorno di ben 50.000 anni. Un valore considerato praticamente impossibile. L'archeologo Mauro Dadea ha testimoniato come l'analisi della sorgente de Sa Scabizzada di cui abbiamo parlato in un recente articolo, possa fornire alcuni elementi che aiutano a valutare la cronologia di questi fenomeni alluvionali. Dal '600 (età di costruzione della nicchia) non si è mai assistito a una piena di queste proporzioni, ma probabilmente una un debole, che scalzò una parte della struttura esterna, si verificò ai primi dell' '800. Mi sembra di poter dire che le stime utilizzate si basavano su presupposti errati e ampiamente sottodimensionati, che dovranno essere rivisti. Gli esperti ci lavoreranno su e dovranno essere prese decisioni ufficiali su quali valori utilizzare, dopo questo evento, per la progettazioni di qualsiasi opera idraulica, incluso il canale si sfioro. E' pensabile però, dato che i 380 mc/sec non sono un dato stimato, ma li abbiamo tutti visti con i nostri occhi, che questo possa essere il valore a cui le opere dovranno adeguarsi in futuro. Il canale di sfrioro della diga (sempre nell'ottimistica ipotesi che il lago non venga cancellato)dovrà pertanto essere allargato, e non di poco. Come? e Chi paga? E' presto per rispondere a queste domande. Si è elucubrato su tre ipotesi:
  • allargamento (notevole) dell'attuale canale
  • costruzione di un secondo canale
  • costruzione di una diga più bassa in cemento che funga essa stessa da sfioratore
I partecipanti all'assemblea si sono emozionati e infervorati nell'esaminare queste ipotesi. Il perchè è presto detto: tutti vogliamo che il lago continui a esistere perchè è parte di noi.
Di queste ipotesi si parlerà ancora, il Blog è ovviamente a disposizione per tutti gli approfondimenti del caso. Ritornerò comunque sullo sfioratore alla fine di questo articolo per alcune considerazioni molto importanti.
Il collegamento con Pauliara
Il rione Pauliara è praticamente isolato dal resto di Poggio dei Pini da un mese. Il Genio militare, di cui sollecitavo l'intervento per la costruzione di un passaggio provvisorio, non si è mai visto. Qualcuno mi dice che non è stato chiamato ... mah! Vorrà dire che tutti quanti abbiamo imparato che quelle attrezzature per le quali paghiamo le tasse e che ci vengono mostrate nelle "parate" non sono disponibili quando realmente servono. La strada e il ponte sotto la diga, oltre che distrutti, non verranno più realizzati in quel punto, troppo a ridosso della diga. E' chiaro che dovrà anche essere chiarito quale progetto interesserà il lago per potere definire il problema dell'attraversamento. L'ipotesi più probabile, secondo me certa, è la realizzazione di un collegamento provvisorio nella zona di fronte al fu campo di calcio e la successiva costruzione di un vero e proprio ponte in un punto situato non distante dalla "diga lago piccolo" dove l'alveo ha una conformazione favorevole.
La Forestale ha autorizzato la Cooperativa a realizzare un nuovo sentiero che passa attraverso la pineta di Pauliara, parallelo a quello che tutti conosciamo e recentemente trasformato in una fangovia da vari motociclisti. Il passaggio nella pineta esiste già e immagino che l'intervento non preveda l'abbattimento di un solo albero. Mi auguro anche che NESSUN MOTOCICLISTA si permetta di passare ancora nella pineta. Se ne becco uno prometto di intervenire "fisicamente".

Reti idriche e fognaria
Le reti idrica e fognaria hanno subito rotture in più punti a causa dell'alluvione. Su entrambe stanno lavorando i mezzi di Abbanoa. La rete idrica ha subito danni limitati ed è stata ripristinata rapidamente. Il problema che la riguarda deriva dal fatto che i pozzi della Cooperativa che si trovano nei pressi dei Campi Sportivi non possono più essere utilizzati perchè inquinati e non si sa fino a quanto permarrà questo divieto. Parleremo più avanti delle conseguenze.La rete fognaria ha subito danni molto più ingenti, sono saltati vari km di tubazioni. I lavori di ripristino sono onerosi e anche urgenti, dato che attualmente gli scarichi si riversano nel Rio S. Girolamo, tornato nel frattempo ad essere l'innocuo ruscelletto di sempre.Torniamo all'acqua. Sino al 22 ottobre i residenti di Poggio dei Pini hanno ricevuto nelle loro case l'acqua che proviene da 2 diversi fornitori: Abbanoa (ex ESAF) e Cooperativa Poggio dei Pini con i suoi pozzi, impianti di sollevamento e serbatoi dislocati all'interno del nostro territorio. L'acqua della Cooperativa ci costa molto meno di quella di Abbanoa e copre il 50% del nostro utilizzo. Da ora in poi non potremo più utilizzare l'acqua di Poggio ma solo quella di Abbanoa. In soldoni questo dovrebbe significare un raddoppio del costo relativo all'acqua per ogni famiglia di Poggio. Sono state mostrate alcune tabelle e pregherei Manuele Levanti, Luca Madeddu, o qualcuno della Cooperativa, di approfondire questo punto fornendo maggiori dettagli e stime sui costi.Nonostante ciò che pensa qualcuno le famiglie di Poggio non sono dotate di risorse economiche illimitate, capaci di ammortizzare un raddoppio dei costi dei servizi essenziali. Immagino che qualcuno pagherà il doppio mentre altri rinunceranno o ridurranno l'irrigazione dei giardini. Esiste sicuramente un un sogno, già emerso precedentemente, chissà se potrà essere realizzato prima o poi. Se si dovesse procedere con la realizzazione di un acquedotto ex novo, considerato l'elevato grado di obsolescenza di quello attuale, il vecchio acquedotto potrebbe essere utilizzato per una rete idrica dedicata espressamente all'irrigazione con acqua non potabile (sistema duale).
Passiamo al problema della gestione. Entro pochi anni acquedotto e fognatura dovrebbero passare in gestione ad Abbanoa, così come avviene per qualsiasi altro cittadino del territorio regionale. Questo passaggio può essere anticipato ad oggi. Questo anticipo significa da una parte rinunciare immediatamente ai benefici derivanti dal possesso di un nostro sistema di approvvigionamento idrico (quindi raddoppio delle bollette dell'acqua), ma dall'altro significa anche non doversi più occupare della gestione e della manutenzione della rete che, come è noto, rappresenta un onere non indifferente per la Cooperativa. Su questo argomento il Presidente ha annunciato che verrà indetto un referendum nel quale i soci dovranno decidere se seguire la strada della cessione immediata oppure no. Anche in questo caso immagino vi saranno commenti e considerazioni dei lettori del Blog.

Il problema delle mine
Prima di concludere, ritorno alla problematica del lago per affrontare un argomento delicato. Dato che nessuno conosce con esattezza le caratteristiche dell'intervento del Genio Civile presso il canale sfioratore, circolano le voci più disparate: c'è chi dice che verrà abbassato di 1 metro e mezzo e chi dice che si arriverà a 2.75 metri. L'abbassamento dello sfioratore è considerato necessario finchè non verrà realizzato un intervento che mette la diga in sicurezza. Come è possibile immaginare passerà molto tempo anche perchè andranno reperiti i fondi, problema non di poco conto. Parliamoci chiaro, ci vorranno ANNI. Nel frattempo il lago sarà trasformato in una pozza, pozzetta, pozzona. Quasi sicuramente vuoto nei mesi estivi quando l'acqua serve per spegnere gli incendi. Ma come sarà di preciso? Tutto dipende da quanto sarà abbassato il punto di sfioro e anche da eventuali opere di rimozione dei materiali depositati sul fondo. Ecco quindi che 1 metro o 2 in più (di profondità) fanno una grande differenza. Dobbiamo aspettare di scoprire che tipo di pozzanghera ci sarà consegnata o forse è il caso che il piano ci venga comunicato SUBITO? In mancanza di comunicazione proliferano le voci. E allora diciamole. Pare che domani vengano sistemate cariche esplosive nei pressi dello sfioratore. A cosa servono? Ad abbassarlo e di quanto? Oppure servono ad allargare il canale (cosa che doveva essere fatta da tempo)?
La gente è pronta alla mobilitazione.

17 commenti:

giacomo ha detto...

Ciao un altra cosa che vorrei scrivere sperando che qualcuno di alta professionalità ( magari se lo dice da solo )lo legga, se il lago con questa'acqua venisse dragato laddove non c'è, questa poca acqua si distribuirebbe facendo abbassare ancora l'attuale livello, per adesso altra acqua è meglio che non ne venga immessa in quanto è inquinata, questo è un suggerimento per non distruggere anche quel poco di vita animale che è rimasto nella pozza residua ( pozza della vergogna ) in quanto poi si potrebbe parlare anche di disastro ambientale a danno di specie ormai insediate da circa 40 anni.

Per quanto riguarda i lavori di domani e che forse qualcuno non ha capito sono i seguenti: mantenimento dello stato dell'acqua al livello attuale, cioè quel livello che vedrà il lago seccarsi in estate, ieri alla riunione tanto casino e sopratutto tanta cagnara della serie mobilitazione etc etc. di fatto si stava contestando proprio questa situazione, allora dico questo che qualcuno o ci fa o ci è, ma no dai sono i giochi della politica, quella politica che si è insinuata al Poggio e che deve essere debellata perchè è aria fritta allo stato puro.

Di ieri ( riunione )posso dire con molta sincerità che l'intervento più in armonia con lo spirito del Poggio è stato quello del Sig. Giampaolo Lai che è stato anche il più applaudito.

Penso davvero che al Poggio si sia arrivati al capolinea o si scende o si inzia un altra corsa, la prossima corsa si spera che ci siano quanto meno persone più giovani al governo e anche un presidente giovane un pò anche per seguire l'America che oggi si può fare, anche perchè l'Italia è il paese con più vecchi ( di testa ) al governo, senza nulla togliere all'attuale presidente della coop. che sempre secondo me e lo ripeto fino all'ossessione è quello che in questi tempi passati è stato forse il capro espiatorio di turno che tra le altre cose si è trovato anche a gestire questo inferno davvero incredibile.

ALTRO ARGOMENTO

La cosa strana è che ancora oggi non hanno inziato a mettere in sicurezza il fiume a monte della diga e che invece continuano a valle, lavorare a monte della diga significa in primo luogo cercare di ridurre le acque di ingresso nel lago dando maggior tempo per la defluizione, significa altresì salvaguardare anche gli insediamenti di valle, non ci vuole niente per capirlo e anche uno di alta profesionalità lo capirebbe.... no forse no!! chissà - bisogna iniziare da dove nasce il problema e cioè da monte.

ciao Giacomo

Rita ha detto...

Scusami Giorgio , ma credo di dover fare delle precisazioni assolutamente necessarie a quanto hai riportato.
1) Non risponde al vero che noi siamo i proprietari del lago o delle dighe. Infatti nessun ente gestore è proprietario delle dighe, anche se le ha costruite lui con i soldi dello Stato o della Regione, in quanto esse appartengono tutte al demanio regionale che dà in concessione l’uso dell’acqua, a fronte di un canone annuo, ad un concessionario che si impegna a rispettare tutte le norme dello Stato e della Regione in materia di dighe e di gestione dei bacini di ritenuta. Pertanto il VERO PROPRIETARIO è la Regione e non la Cooperativa, noi non siamo i proprietari proprio di nulla e tanto meno i datori di lavori di una amministrazione pubblica verso la quale abbiamo solo degli obblighi. Questo è il motivo per cui il Genio Civile è potuto intervenire per effettuare tutti quei lavori che la Cooperativa non poteva eseguire, anche e soprattutto per mancanza di fondi, e che qualcuno ritiene siano stati effettuati in “casa nostra” e su “beni di nostra proprietà”. Si pensi che le idrovore fatte arrivare dal Piemonte costavano 500.000 Euro e che l’utilizzo dell’idrovora che sta tenendo basso il livello del lago, in attesa che finiscano i lavori di rinforzo del paramento di valle eroso, costa 500 €/ora. La Cooperativa sarebbe stata in grado di accollarsi tali oneri? Per completezza di informazione, inoltre, ricordo ai più smemorati che noi abbiamo una concessione, da poco rinnovata alla scadenza, che riguarda ESCLUSIVAMENTE il lago grande mentre in nessun documento risulta la concessione di utilizzo del laghetto piccolo a valle, che è stato costruito addirittura prima di quello grande, ma di cui la Ditta Saggianti non ha lasciato alcun progetto e alcuna concessione all’uso, in eredità alla cooperativa.
2) Vorrei chiarire una volta per tutte che gestire un lago non è come pulire e fare la manutenzione di una acquario o di una vasca per i pesci rossi nel proprio giardinetto, ma è una faccenda ben più gravosa ed impegnativa e per fare ciò è necessario disporre di personale esperto e preparato, è necessario nominare l’ingegnere responsabile della diga che sappia gestire l’ordinario ma soprattutto le emergenze assicurando la presenza costante 24 ore su 24 soprattutto nelle situazioni di emergenza. Il lago sarà anche un bene identitario o un fiore all’occhiello della nostra comunità, un’attrattiva turistica, o un abbellimento del paesaggio, una necessità per l’antincendio, ma nella realtà esistono ben altri oneri e obblighi per il concessionario e soprattutto delle pesanti responsabilità civili, e penali, se non ci si attiene scrupolosamente a quanto disposto dalle normative vigenti. Queste ultime tra l’altro sono così rigide e precise proprio in conseguenza di quanto successo nell’ottobre del 1964 nel Vajont. Per capire cosa comporti la gestione di una diga basta leggersi il contenuto delle normative vigenti in materia, chi ne ha voglia potrà cercare il testo nella rete.
DECRETO del Ministero dei Lavori Pubblici n. 44/1982 - Norme Tecniche per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle dighe di sbarramento (dighe e traverse)
LEGGE n. 584/1994 - Misure urgenti in materia di dighe
CIRCOLARE del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 2/22806/1995 - Disposizioni attuative e integrative in materia di dighe
CIRCOLARE 28 agosto 1986 n. 1125, concernente sistemi d'allarme e segnalazioni di pericolo per le dighe di ritenuta
LEGGE REGIONALE 31 ottobre 2007, n. 12 “Norme in materia di progettazione, costruzione, esercizio e vigilanza degli sbarramenti di ritenuta e dei relativi bacini di accumulo di competenza della Regione Sardegna”
3) Il canale di sfioro della diga era stato progettato nel 1960 per far defluire circa 180 mc/s (e non 170) ma evidentemente in fase costruttiva c’è stata qualche “disattenzione” e invece di 180 ne poteva portare meno di 100 mc/s. Questo fatto non è certo da addebitare alla cooperativa, la quale ha comprato l’azienda agricola dalla Ditta Saggianti compresa la diga, ma non poteva certo sfuggire all’esame fatto subito dopo l’evento alluvionale del 1999, dopo il quale vennero fatte tutta una serie di misurazioni e rilievi topografici, che potevano consentire con dei calcoli idraulici di fare tutte le verifiche del caso ed eventualmente portare alla decisione, non certo dilazionabile, di effettuare i lavori di adeguamento. Adesso, se si deciderà di lasciare la diga così come è, si dovrà pensare a come allargare tale canale, ma questo comporterà anche un ripensamento della viabilità sulla sponda sinistra del lago.
4) Il collegamento con Pauliara. Ieri qualcuno suggeriva di aprire direttamente una strada carrabile sul bordo del lago. Credo che queste proposte abbiano veramente del ridicolo. A parte il fatto che ci troviamo dentro una pineta e che difficilmente può essere concesso il taglio degli alberi, ma si rendono conto della pendenza di quel versante e di ciò che c’è sopra? Se si dovesse aprire una strada o un sentiero più largo di 1,5-2,00 metri si dovrebbe fare una trincea ed uno sbancamento che comprometterebbero la stabilità dello scavo e delle rocce sovrastanti il lago con conseguenti problemi e fenomeni di instabilità più a monte (innesco di piccole frane di versante).
5) Rete idrica: credo che le stime presentate con l’aumento del costo dell’acqua fossero leggermente errate. Innanzitutto perché la nostra tariffa è già oggi differenziata in fasce di consumo, per cui più si consuma più si paga. Per fare un confronto reale bisognerebbe se risponde al vero che Abbanoa effettua una bolletttazione unica annuale, perché a me risultava che venisse fatta semestralmente. Inoltre bisognerebbe confrontare le fasce di consumo e i relativi costi al mc per capire quale potrebbe essere l’effettivo aumento. Da un calcolo sommario fatto ieri, alla mia famiglia risulterebbe, sulla base dei consumi del 2007 , un incremento da i 100 ai 200 Euro l’anno e non quelli che sono stati presentati durante la riunione. Bisognerebbe anche capire se la bollettazione verrà fatta direttamente da Abbanoa a tutti gli utenti o se invece la Cooperativa acquisterà tutta l’acqua da questo ente e poi provvederà lei a fare la bollettazione trimestrale ai soci, come sempre avvenuto.
6) Rete fognaria. ben più importante è invece la questione della tariffa di depurazione. Infatti secondo me si dovrebbe puntare a scindere i consumi invernali- autunnali da quelli primaverili-estivi in quanto, nel nostro caso, una grande parte dell’acqua consumata non va a finire al depuratore ma finisce nel terreno con l’irrigazione. Sicuramente una alternativa potrebbe essere quella di avere delle reti duali, una dedicata all’acqua potabile di Abbanoa e l’altra gestita dalla cooperativa dedicata solo all’acqua grezza per l’irrigazione, che senza l’onere della depurazione costerebbe meno (forse) rimarrebbe infatti il costo degli oneri di sollevamento da Pauliara ai serbatoi di carico. Ma questi costi potrebbero essere ridotti se la cooperativa si avvalesse di pannelli fotovoltaici, con un risparmio delle spese di energia elettrica attualmente molto alte (40.000 Euro/semestre). In ogni caso visto lo stato di degrado in cui versano le nostre condotte credo che sia opportuno che ci decidiamo a cederle così avremo un speranza che qualcuno ci rimetta mano in modo definito, anche perchè non si è ancora capito da dove la cooperativa pensa di ricavare i soldi per rifaret utte le condotte che ormai hanno quasi 50 anni
7) Il problema delle mine e dei lavori nel lago. Si è discusso molto di questo punto e si sono sentite un mucchio di imprecisioni. Innanzitutto le mine non dovevano essere fatte brillare sullo sfioratore. Dovevano essere realizzate semplicemente delle prove per l’utilizzo di microcariche, sotto controllo sismografico, per appurare se fosse possibile utilizzarle al fine di approfondire leggermente il canale di sfioro in granito e far sì che la capacità di deflusso delle acque fosse maggiore dell’attuale, che come già detto è assolutamente insufficiente anche per l’invaso attuale. Ciò avrebbe consentito di eseguire il lavoro in due giorni invece che in una settimana con l’utilizzo del martellone. Ieri invece si è paventata l’ipotesi che gli artificieri dovessero far saltare definitivamente lo sfioratore ed anche il canale sottostante, creando ingiustificati allarmismi e reazioni esagerate. Anche le voci sulla profondità finale dello sfioratore sono, appunto, solo voci perché è da più di quindici giorni che si sapeva che sarebbe stato abbassato di 1,5 metri al fine di tenere basso il livello del lago. Questi lavori di approfondimento tra l’altro sarebbero stati necessari comunque, anche lasciando la diga esattamente uguale a come era prima, in quanto il canale scolmatore era inadeguato e andava per forza di cose approfondito. Ma ciò che non è stato detto è che la messa in sicurezza della diga comporta l’esecuzione di una scogliera in grossi massi al piede di valle (cioè sul lato eroso) e la successiva realizzazione di un rinforzo sul paramento di valle mediante la stesura di terra a strati rullata ed addensata, in modo da ripristinare la forma originaria del paramento. Tutto ciò è in corso di realizzazione già da giorni e mi stupisco che la cooperativa non se ne sia accorta o che nessuno sapesse nulla, visto che anche i suoi geometri hanno avuto sicuramente contatti con i tecnici e i mezzi della protezione civile che stavano lavorando a valle della diga, già dalla settimana scorsa. Una volta concluse queste attività, sarà chiuso il canale di by-pass che corre lungo la strada e sarà possibile ripristinare la morfologia del sentiero che correva intorno al lago sulla sponda sinistra, quindi il Rio S. Gerolamo potrà nuovamente defluire con le sue acque dentro l’invaso e iniziare a riempirlo nuovamente fino ad un totale di circa 100.000 mc. Tutto ciò servirà a far passare i prossimi mesi in sicurezza e fare in modo che la cooperativa possa presentare il suo progetto alle amministrazioni competenti che dovranno esaminarlo e approvarlo.
8) Per finire sarà meglio in futuro che gli amministratori, prima di chiedere incontri o altro, si informino bene sulle competenze degli uffici e dei funzionari a cui si rivolgono. L’Agenzia del Distretto idrografico a cui si è fatto cenno durante la riunione NON HA ALCUNA COMPETENZA in materia di dighe visto che si deve occupare esclusivamente di gestione delle risorse sotterranee e superficiali e di mitigazione di problemi conseguenti ad alluvioni e siccità; è stata tirata in causa nell’Ordinanza n. 2 del 10 novembre solo per gli l’individuazione delle opere urgenti dal punto di vista degli aspetti idrogeologici e della messa in sicurezza. L’assessorato LL.PP: invece, mediante il Servizio infrastrutture e Risorse Idriche, svolge funzioni di programmazione coordinamento e controllo in materia di dighe, comprende, tra l’altro, in particolare, le attività riguardanti la programmazione e gestione dei finanziamenti e la conseguente attuazione e controllo delle opere di sbarramento. Infine c’è il Genio Civile che svolge le funzioni istruttorie e di attuazione degli adempimenti connessi alle materie di competenza assessoriale, svolge funzioni in materia di edilizia demaniale e patrimoniale, viabilità e infrastrutture di interesse locale, cura gli adempimenti sulle acque pubbliche e non, sulle opere idrauliche e idrico-fognarie, sul consolidamento degli abitati e sugli impianti elettrici. Per avere tali informazioni e i nominativi dei referenti è sufficiente connettersi con il sito della Regione dove si trovano numeri telefonici ed email.
A presto Rita Lai

Giorgio Plazzotta ha detto...

Rita coma al solito i tuoi contributi arricchiscono per tutti noi la comprensione dei problemi. Hai parlato benissimo di analfabetismo geologico. L'analfabetismo si contrasta con la conoscenza. Vogliamo conoscere. Sei d'acordo sul fatto che è utile la conoscenza delle cose (perlomeno una conoscenza superficiale) da parte di tutti oppure pensi che su queste cose bsognerebbe lasciar fare agli esperti senza mettere il becco?
C'è un equivoco che devo chiarire. Quando ho affermato NOI SIAMO I PROPRIETARI DEL LAGO, non intendevo noi come Cooperativa Poggio dei Pini. Volevo esprimere un concetto più ampio. Noi come cittadini siamo "proprietari" dell'ambiente che ci circonda. Era Un affermazione di principio, spero che adesso si sia capito. Voglio anche aggiungere che con questo non voglio assolutamente dire cose del tipo: "il lago è nostro e ce ne freghiamo delle leggi e delle norme" e neppure "il lago e mio perche vivo qui pero tu che vivi li ti devi beccare gli aventuali inconvenienti". Sarebbe un discorso egoistico. Come penso di avere più volte sottolineato la mia richiesta è quella della INFORMAZIONE. Capisco che ci sono gli enti preposti alla gestione delle dighe pero' scusa non mi basta. Ho il diritto e voglio conoscere i dettagli dell'intervento che si sta attuando senza dovermi rivolgere all'assurdo sistema delle voci di corridoio. Lo so che viviamo in uno stato burocratico in cui il cittadino è suddito e deve starsene zitto di fronte a decisioni che piovono dall'alto. Beh scusa ma io non sono d'accordo con questo modo di fare. Non chiedo di decidere come realizzare il canale di sfioro, chiedo di sapere. Capisco che ai geologi del genio non gliene può fregare di meno di informarmi ma loro comunque operano per conto delle istituzioni e io sono il cittadino "proprietario". Qualcuno, da parte dell istituzioni mi informi. Poi se non sarò convinto potrei anche decidere di protestare oppure essendo informato condividerò la scelta effettuata dall'istituzione sul territorio e sull'ambiente in cui vivo.

Giorgio Plazzotta ha detto...

sulla questione dell'acqua è molto importante capire. anche perche le famiglie di poggio dovrebbero effettuare scelte sull'uso dell'acqua, ma per farle devono capire come cambieranno le tariffe.
mi sembra di capire che quasi tutti si è d'accordo con la cessione immediata delle reti. A questo punto vorrei fare un appello. Chi non è d'accordo con la cessione ci faccia conoscere le sue ragioni. E' molto importante che le posizioni minoritarie si facciano sentire cosicche' chi deve decidere possa poi effettuare la sua scelta dopo avere sentito le due campane.

Rita ha detto...

Mancavano due precisazioni al post precedente.
1) L’ordinanza n.2 del 10 novembre stabilisce che la Regione mette a disposizione 1.400.000 € per gli interventi urgenti di manutenzione straordinaria della viabilità e degli alvei dei corsi d’acqua e le opere di prevenzione dei rischi idrogeologici e idraulici. Dice anche che il compito dell’Agenzia del distretto idrografico della Sardegna d’intesa con la direzione generale dell’Assessorato LL.PP. è quello di predisporre un piano dei primi e più urgenti interventi di manutenzione straordinaria degli alvei dei corsi d’acqua e delle opere di prevenzione dei rischi idrogeologici e idraulici relativi al rio S. Gerolamo. Quindi a breve vedremo quali saranno le priorità e le situazioni più a rischio scelte dall’Agenzia e su quelle si interverrà. Il dubbio è legato alla somma a disposizione, in quanto è palesemente insufficiente a risolvere tutte le situazioni esistenti sul rio S. Gerolamo e suoi affluenti. E’ ovvio che dovrà essere predisposto un lungo elenco di situazioni a rischio che dovranno far parte di un progetto organico di risistemazione dell’alveo da monte a valle che dovrà essere finanziato con fondi ulteriori (forse quelli dello Stato?), che però non può prescindere da una decisione fondamentale. Cosa si vuole fare dei residenti delle lottizzazioni di valle? E di tutti quelle abitazioni che stanno anche a monte della diga che sono state investite da detriti e acqua da parte dei numerosi affluenti del rio S. Gerolamo?. Questo è il punto cruciale, perché se si devono salvare tutte le abitazioni allora bisognerà costruire degli argini enormi e forse in alcuni tratti a valle della diga (ma anche a monte?) avremo un fiume pensile costretto entro argini piuttosto alti.
2) Problema degli impluvi minori all’interno della lottizzazione Poggio dei Pini. Come giustamente ricordato dalla giovane abitante di Pauliara un tempo le recinzioni avevano dei varchi per consentire il deflusso naturale delle acque in corrispondenza degli impluvi e dei ruscelli, che ad ogni pioggia si riattivavano. Nelle mie passeggiate di queste settimane per i lotti di Poggio ho visto delle situazioni veramente incredibili. Partendo da monte verso valle si vedono lotti che hanno delle tubature con diametri anche di 60-100 cm, alcune realizzate in passato dalla cooperativa altre realizzate dai soci stessi. Proseguendo verso valle però talvolta queste canalizzazioni scompaiono, oppure sono state occluse dai proprietari dei lotti, perché magari davano fastidio per la realizzazione di un muro, di una piscina, di uno scantinato e l’acqua entrava in casa. Tutto ciò ha causato delle situazioni di rischio e dei danneggiamenti sia dei lotti più alti che di quelli vallivi. In qualche caso l’acqua è tornata indietro nel punto di occlusione ed ha danneggiato il lotto montano, in altri casi si è riaperta la strada naturale ed ha danneggiato tutti i lotti a valle, erodendo il terreno sotto la recinzione, abbattendo le recinzioni, allagando scantinati, portando via le macchine, ecc. Il dott. Secchi ha sollevato questo problema, suggerendo che i proprietari devono consentire il naturale deflusso idrico, ma deve essere chiara una cosa. Queste situazioni spesso non erano note ai soci che ignoravano le situazioni di monte e non erano stati adeguatamente informati; oppure il progettista ha sottovalutato il problema non sapendo che a Poggio dei Pini esistono vie d’acqua naturali e che nel sottosuolo esiste una quantità enorme d’acqua che ad ogni pioggia (anche minima) si riattivano mediante piccole sorgenti diffuse a breve profondità. Le case sono state costruite senza la prescritta relazione geologica e geotecnica (Legge n. 64/74) e senza una relazione di compatibilità idraulica, i giovani progettisti , talvolta anche gli architetti ignorano che devono essere realizzate opere quali i cavedi, le impermeabilizzazioni degli scantinati , appositi drenaggi e pozzetti di raccolta e non ultimo e grave fatto che le acque delle grondaie non devono essere immesse nella rete delle acque nere, perché fanno esplodere le fognature. Inoltre non credo che ogni singolo socio possa risolvere autonomamente il problema, anche perché spesso questi impluvi confluiscono in un manufatto stradale della cooperativa, anch’esso talvolta di diametro inadeguato a smaltire il deflusso. Sono necessari infatti degli studi di tipo idraulico bacino per bacino e impluvio per impluvio, al fine di quantificare esattamente la quantità d’acqua che può passare in un determinato sito e solo così si possono progettare le esatte dimensioni e le posizioni in cui realizzare queste opere che in moltissimi casi non si possono limitare a “semplici canalette” o tubazioni , ma si tratta di vere e proprie opere idrauliche e di sistemazione idrogeologica perché devono prendere in considerazione non solo il problema acqua ma anche la presenza del sedimento formato da sabbia, ghiaia e grossi massi e blocchi di granito. Penso quindi che tutto questo problema debba essere affrontato in una visione globale e unitaria e da parte di personale qualificato e non singolarmente, perché sennò alla prossima pioggia assisteremo nuovamente alla conta dei danni dei privati e dei ponti della cooperativa.
Spero che qualcuno della cooperativa legga queste riflessioni e che servano a cambiare un po' le cose.
A presto Rita LAI

Piergiorgio ha detto...

Il problema acqua e per molti versi simile al problema incendi: secondo me si può sintetizzatore in una parola: incuria.
Le cunette come la pulizia dei terreni confinanti, anche se di proprietà della cooperativa va fatta dal proprietario del lotto. Non può essere che passo varie domeniche a pulire il sottobosco dietro casa o la cunetta davanti o i canali di scolo e poi i vicini se ne fregano? E nel caso dell'acqua confluisce nel mio terreno e trova sfogo attraverso le tubazioni che io mantengo pulite....
Nell'altra riunione, se non erro, una signora faceva presente che aveva informato la coop per la pulizia del canale vicino a casa..
Magari spende centinaio di euro per un giardiniere che curi il giardino ma oltre i muri di recinzione c'è una giungla...

Rita hai perfettamente ragione sui cavalca fosso, com'è possibile che il diametro sia sempre uguale scendendo lungo le strade addirittura sia inferiore perché la cunetta deve essere "bella" allora la copro di cemento o di prato e non mi interessa dove passa l'acqua, tanto se non passa sotto passa sopra.
Ed è ciò che e successo e succede appena piove un pò, basta fare un giro dopo una pioggia e si vedono le "lingue" di sabbia che attraversano la strada.
Come mai la Cooperativa non è mai intervenuta a far sistemare le cunette?
Lo so è una goccia rispetto a ciò che è successo ma può essere il contributo di ogni singolo, il bicchiere si riempie con molte gocce..

Piergirogio

giacomo ha detto...

Rita scusami tanto ma per proprietario si intende la popolazione, è una questione morale, la regione siamo noi e non quella ritenuta come ente e che a volte sempre la casa dei padroni un pò dittatori.

Comuque sia mancano sia uno studio sulla evaporazione e ancora più importante uno studio per cercare di ridurre al massimo l'impatto ambientale verso flora e fauna eistenti e questo la dice lunga su come si stiano svolgendo i lavori, troppa fretta e troppa voglia di distruggere.

Dopo l'alluvione la distruzione.

Ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Per Giorgio, io molto umilmente per adesso non sono d'accordo in quanto la cosa non è stata accuratamente vagliata da degli esperti ( vedi comitato tecnico ) che ancora oggi valuta soltanto i nuovi progetti, perchè non si approfondisce la questione, tutti sono d'accordo con la cessione, ognuno è libero di valutare le cose come si vuole, io invece non mi accontento di poche parole dette in una riunione che aveva in effetti un solo punto che era quello di difendere il lago grande.

Per me si sta ripercorrendo in parte la strada e i motivi della variante e dei nuovi lotti, vorrei sapere se i tubi rotti li paga lo stato di calamità con i soldi messi dallo stato??..vorrei una risposta da parte di Franco Magi che è reputo molto attento ed esperto nonnchè persona che si sta davvero facendo in quattro per la difesa dei diritti dei cittadini.

Mi immagino soltanto in caso di manutenzione quanto bisognerà aspettare, per non parlare delle bollette che saranno ultra salate e allora si riderà come è sempre avvenuto qui a Poggio ( dopo ), io poi personalmente quello del gestore unico per l'acqua una cosa abbastanza strana, è per questo che ho da poco informato l'antitrust italiano su questo fatto, non sapre ma vorrei che fossero fatti degli accertamenti in materia, vorei anche che fossero diversi i gestori dell'acqua e che ognuno si scegliesse quello che vuole o quello che per esempio può far uscire del vino, della coca cola, etc etc ... un pò come per l'energia elettrica e per i telefoni....bye bye

ciao Giacomo

ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Per le cantine i se fossi nella Cooperativa le vieterei in tronco, oppure farei firmare una liberatoria, così dicasi per i muretti delle recinzioni e per il cemento nelle cunette.

Le cantine servono soltanto per i prosciutti e il formaggio, anche un pò di vino, ma in generale sono opere inutili e molto costose.

ciao Giacomo

Rita ha detto...

Scusa Piergiorgio ma io non mi riferivo ai cavalcafossi fatti per crare l'accesso carrabile o pedonale al lotto, mi riferivo piuttosto a vere e proprie "tubazioni" di diametri notevoli (non i soliti 20-30 cm)che attraversano TRASVERSALMENTE i lotti ubicati all'interno di impluvi naturali. Abbiamo esempi eclatanti a Pauliara, nel Centro Commerciale, a Bellavista, a Sa Birdiera. Purtroppo non posso fare riferimenti espliciti a numeri di lotti ma ti assicuro che ne ho fotografati decine e censiti in una carta di dettaglio della lottizzazione.

Per darti un'idea della quantità di tali situazioni basti dire che dentro la lottizzazione, oltre al Rio S. Gerolamo, esistono un'infinità di corsi d'acqua più o meno importanti che hanno bacini idrografici anche di 3-4 kmq a monte, con alimentazione del rio che parte, talvolta, addirittura da quota 600 m. Ciò significa che in quel corso d'acqua, e in quel lotto, non arriva solo l'acqua che scorre immediatamente a monte all'interno della lottizzazione, ma bensì può arrivare acqua e sabbia proveniente da un bacino montano ENORME.
In certi casi tali corsi d'acqua passano in una fascia di rispetto troppo esigua, di pochi metri, assolutamente inadeguata alle portate di piena e spesso dopo aver attraversato i lotti dei soci confluisce in un ponte della cooperativa (Strade n. 62, 51, 47, 49, 46, 50, 69, 70, 72 73, 74, 1, 27, 6, 8)
Le conseguenze di questo stato di cose sono ormai sotto gli occhi di tutti, si veda ad esempio la completa rottura del ponte sulla strada 49.
A tutto ciò si aggiungono altri elementi peggiorativi: cunette ostruite da sabbia e terra o vegetazione; presenza di striscie tagliafuoco eseguite seguendo le linee di massima pendenza sui cui, ovviamente, si sono innescati processi erosivi intensissimi che hanno convogliato quantità enormi di sabbia e detriti sulle strade e nei lotti (Strada 4, 74,72); totale eliminazione della copertura vegetale (erbacea ed arborea) durante la realizzazione dei lavori di fondazione o durante la costruzione delle abitazioni in lotti in forte pendenza con conseguenti erosioni incanalate importanti (50-80 cm); realizzazioni di scavi, sbancamenti e riporti di materiali incoerenti che le acque hanno trascinato a valle, ecc.
Queste cose non succedono solo in caso di eventi meteorici eccezionali, ma purtroppo in certi casi avvengono ad ogni pioggia più o meno intensa e causano problemi costanti nei lotti e nelle abitazioni.
Spero che ora sia chiaro di cosa stiamo parlando!
A presto Rita Lai

Anonimo ha detto...

Caro Giorgio,
da motociclista ENDURISTA non accetto quello che hai scritto. Se per sentiero intendi quello che costeggia il lago attraversando la pineta, da Residenza Lago a Pauliara io ci son passato a piedi il giorno dell'alluvione ed era ricoperto di limo e fango, portato certamente in quantita dalla piena e a stento si stava in piedi con gli scarponi da trekking mi sembra difficile che ci siano passati in moto...però magari tu li hai visti e questo cambia le cose. Inoltre dopo qualche giorno son state poste delle reti arancioni che ne impedisconoi il passaggio (ci sono ancora??).

Comunque siccome sono un poco stufo di essere guardato come un teppista solo perchè guido una moto da enduro, vi informo che queste moto sono targate, assicurate e omologate. Poi se qualche ragazzino di 14 anni toglie il silenziatore al suo 50 per fare lo spiritoso io non lo trovo così grave (e mi riallaccio al "Poggiodromo") perchè tutti i ragazzini dal '40 a oggi lo hanno sempre fatto e non hanno mai fatto male a nessuno.

Penserei piuttosto ai "dottoroni" che percorrono le strade principali del Poggio a più di 100 Km/h con le loro BMW scintillanti!

Scusate la lungaggine, saluti, Nicola Nonnis

Rita ha detto...

Scusate:
1) prima di esprimere giudizi e pareri su chi è proprietario e chi no, leggete e studiatevi le leggi e le norme sulle dighe, oppure fatevele spiegare dagli esperti in materia. Le "impressioni" e i "sentiemnti" non vanno d'accordo con le responsabilità e gli obblighi di legge. Al magistrato di quello che "pensano" i cittadini o che "auspicano", in situazioni di pericolo per la pubblica incolumità, come questa, credo proprio che non gliene possa fragare assolutamente niente, e così pure ai Prefetti. Viviamo in uno stato con delle leggi che, come ho più volte ribadito, discendono da un evento catastrofico che provocò nel 1964 2000 vittime a Longarone, Erto e Casso. Ce lo siamo dimenticato?
Comunque se non ci credete potete sempre intervistare qualcuno dei magistrati che abitano nella nostra comunità.
2)Sulla questione dei "tubi rotti" non serve chiedere pareri a Franco Magi, leggetevi il testo dell'Ordinaza n. 2 pubblicata qui sul blog da Giorgio e avrete le risposte in merito alle competenze attribuite dal Commissario per l'alluvione per il rifacimento della rete idrica e fognaria e con quali soldi ciò verrà fatto.
A presto Rita LAI

Giorgio Plazzotta ha detto...

nicola senti, anche se non mi piace il chiasso dei motori nei boschi e preferisco la bicicletta o il tekking io sono per il live and let live. chiedo solo di non passare in quei 200 metri di bosco perchè in questo particolare momento rappresentano l'unico passaggio pedonale per le persone.
non ho visto le moto passare nel sentiero "fangoso" ma come sai le moto lasciano una traccia ben riconoscibile e scavano in solco profondo, correggimi se sbaglio. Non escludo anche che in quei primi giorni dell'alluvione qualcuno sia passato in moto li per recarsi a Pauliara a prestare soccorso. Io vorrei solo che adesso il sentiero fosse percorso solo dai pedoni, ci sono anche epersone anziane che lo percorrono, voi con le moto potete fare un altro percorso

Giorgio Plazzotta ha detto...

se le moto non sono passate in quel sentiero o hano smesso di farlo da tempo chiedo scusa. in questo caso allora piuttosto che realizzare un secondo sentiero lungo il lago mi armerei di MARRA per spianare i solchi fangosi che rendono difficile il passaggio (sono ancora fangosi?) a piedi ed eventualmente ci metterei sopra della terra secca.
propongo che questo lavoro venga svolto da un gruppo di volontari. ma deve gestirlo la cooperativa. non ho capito perche sereve un secondo sentiero.

Anonimo ha detto...

Anche io sono del tuo avviso, anche io faccio trekking, arrampicata e mi piace vivere la montagna in svariati modi.

Personalmente non faccio quel sentiero da anni proprio per non disturbare.

Poi in tutte le "famiglie" ci sono i maleducati e in quella degli enduristi non mancano di certo.

Dirò a tutti quelli che conosco di evitare quel sentiero!

Saluti, Nicola

Piergiorgio ha detto...

Rita il problema mi era chiaro,
volevo dire che bisogna cominciare dal piccolo, molti interventi li possiamo fare noi singoli (pulire le cunette e non ricoprirle).
Per altri interventi che necessitano di mezzi movimento terra, calcoli, valutazioni tecniche sulle portate bisogna assolutamente aspettare.
Sicuramente in molti casi la sostituzione di un canale di scolo con una tubazione e controindicato
(si otturano più facilmente, e sono più difficili da pulire).

Facendo un giro ho notato che alcuni canali ripristinati in questi giorni hanno una sezione maggiore ma con restringimenti in corrispondenza dei ponti ove si creerà sempre un strozzatura con accumulo di materiale e relativa diminuzione della luce.
Se si considera l'ultimo evento del 22 tutti i ponti, o meglio le tubazioni, che permettono all'acqua di passare sotto la strada sono di gran lunga insufficienti.

Anonimo ha detto...

Oggi con un panino in mano ho pranzato passeggiando sulla diga, dove stanno eseguendo i lavori di consolidamento della diga, da quella visuale ho notato che in effetti Pauliara non è poi così lontana dal resto del Poggio...
...i mezzi della Protezione Civile, della Cooperativa e i mezzi pesanti passano in una strada sterrata che guada il Rio San Gerolamo poco più a valle del ponte crollato. Si passa bene, l'ho fatto anche io per provare, certo che con mezzo camion di pietre e 10 minuti di una ruspa si potrebbe creare un varco che mi è sembrato più che sicuro.

Magari montando un faro per la notte tipo quelli puntati sulla diga sarebbe perfetto.

Magari lo sapevate già...magari no!

Ciao, Nicola Nonnis

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