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mercoledì 5 novembre 2008

La sciagura vista dall'alto

Riallacciandomi alla necessità di disporre di foto aeree ed ortofotocarte della zona dopo l'alluvione, come strumento indispensabile per pianificare gli interventi urbanistici nella zona e a proposito della idea di Rita di raccogliere le foto in un unico contenitore ho cercato un pò su internet in quello che è il più grande contenitore di foto online FLICKR (www.flickr.com). Vi ho trovato moltissime foto, ma soprattutto la collezione di Diego Manunta che mi è sembrata veramente eccezionale (http://www.flickr.com/photos/diegomanunta/). Oltre a numerose foto scattate da terra, ho trovato anche foto riprese nella giornata del 27 ottobre dall'elicottero dei Carabinieri che forniscono una visione della scena più ampia di quella che tutti noi abbiamo potuto osservare. Questi documenti fotografici possono essere anche utili per i fini di pianificazione anche nell'ambito del centro residenziale di Poggio dei Pini, sempre qualora si decida di fare qualcosa in questo senso.

Il Lago "grande" di Poggio dei Pini e la sua diga

Il Lago "piccolo" di Poggio dei Pini

Il ponte per Pauliara

Zona ingresso Poggio dei Pini

Zona sportiva di Poggio dei Pini

Il Rio S. Girolamo tra Sa Birdiera e Bellavista

Area di confluenza del Rio S. Girolamo nel lago

Il Rio S. Girolamo nei pressi della chiesetta omonima

7 commenti:

Rita ha detto...

Prendo spunto dalle belle foto pubblicate da Giorgio per parlare del lago: un bene identitario che non vogliamo perdere

Nei giorni immediatamente successivi all’alluvione, si è temuto che la diga venisse abbattuta, era il capro espiatorio ed era ritenuta dai più, erroneamente ed ingiustificatamente, la principale causa del disastro avvenuto a valle, nelle lottizzazioni costiere.
Ora abbiamo capito che lei, e ovviamente anche il lago, non c’entra nulla con l’onda di piena, e che non avrebbe mai potuto contenere una massa d’acqua enormemente più grande della sua capienza.
Ora per la grande “malata” tenuta costantemente sotto osservazione, dovrà arrivare il responso finale, si dovrà decidere se dovrà essere abbattuta, se ridimensionata e aggiustata, oppure se se ne potrà costruire un’altra più sicura.
I motivi per cui gli abitanti di Poggio vorrebbero preservarla sono molteplici, ognuno ha i suoi.

Perché è un bene paesaggistico che nei dintorni di Cagliari non ha uguali è infatti unica. Ogni fine settimana e nei giorni festivi attirava tante persone che venivano a fare passeggiate con i bambini, a dare da mangiare ai cigni e alle oche, a trascorrere un pomeriggio rilassante passeggiando lungo i suoi sentieri. Prova ne sia che quando c’è stato il disastro molti curiosi sono venuti a vedere proprio la diga e il lago e volevano avvicinarsi per constatare di persona cosa fosse successo.

Perché è diventata una nicchia ecologica dove i cigni, uccelli abituati ai freddi climi del nord Europa, hanno trovato un loro habitat speciale,e a quanto risulta dalle indagini della LIPU il più meridionale di tutto il Mediterraneo.

Perché serve per l’anticendio e noi siamo una zona a rischio costante di incendi, con il bosco dietro casa.

Perché le coppiette venivano a sedersi sulle panchine e a sbaciucchiarsi.

Perché gli sposi della zona venivano a fare le loro foto ricordo dopo la cerimonia.

Perché qualche ragazzino trascorreva qualche ora a pescare le carpe.

Perché qualche appassionato di canoa la usava per fare dei brevi giri di allenamento

Perché gli amanti del jogging utilizzavano il coronamento e le sue sponde per correre la mattina presto e tenersi in forma.

Perché tante persone la utilizzavano giornalmente per passeggiare e per raggiungere l’alta parte della lottizzazione, chi per andare al bar a comprare il giornale e trovare gli amici con cui scambiare quattro chiacchiere, chi per andare al market a comprare il pane.

Perché tanti adulti e bambini si divertivano ad attraversarla in bicicletta e a passare sullo sfioratore anche quando c’era un filo d’acqua.

Io vorrei dire il mio punto di vista e quello che pensa mio figlio.
Per lui la diga significava poter godere di uno dei momenti più belli della settimana. Aspettava con trepidazione e la luce negli occhi questo momento; la domenica mattina prendeva la sua bicicletta mountain bike, il suo caschetto e insieme al padre partiva dalla nostra casa di Pauli Ara per andare fino al Centro Commerciale a comprare i giornali. Non passava mai dalla strada sottostante perché non era divertente. Passare sul coronamento era molto più bello e soprattutto se c’erano delle pozzanghere era ancora più avventuroso perché la bici si riempiva di fango (e anche i vestiti). Se sullo sfioratore c’era un po’ d’acqua poi l’avventura era ancora più emozionante e tornava a casa orgoglioso di esserci riuscito senza bagnarsi. Qualche volta non si poteva passare e allora bisognava tornare indietro e rassegnarsi a percorrere, con rammarico e delusione, la strada asfaltata. Ma la cosa più bella di questa passeggiata era di poter trascorrere un’oretta in giro con il padre, e qualche volta anche io mi aggregavo a queste uscite rilassanti.
Adesso non potrà più vivere questa sua esperienza di svago domenicale a cui non avrebbe voluto mai rinunciare e ciò gli dispiace immensamente.

L’ho consolato dicendogli che forse qualcuno, prima o poi, deciderà di realizzare un passaggio pedonale sotto la diga dove prima c’era il laghetto piccolo, ma lui ha detto che non sarà la stessa cosa: da lassù si potevano vedere tutte le montagne e capire come stava il fiume, se il lago si stava riempiendo oppure no, se erano nati dei nuovi cigni e se le oche avevano dei piccoli.

Ha imparato quella strada a memoria da quando aveva 1 anno, e non sapeva ancora quasi parlare, non sappiamo come ha fatto!. La domenica qualche volta col passeggino facevamo quella strada per andare al Centro Commerciale. Quando la babysitter durante la settimana, ogni mattina, lo portava in giro col passeggino, se passava dalla strada asfaltata lui si arrabbiava e le gridava, indicando la diga: “Di lì, di lì”, così la costringeva a passare dal coronamento, anche se la strada era più difficoltosa perchè le ruote del passeggino di inceppavano nei sassi. Sicuramente l’acqua del lago lo attirava ma come abbia fatto ad orientarsi in un modo così preciso fin da così piccolo non l’abbiamo mai capito. Forse sono io che, da geologa, gli avrò trasmesso il mio spiccato senso dell’orientamento?

Capisco che raccontare tutto ciò mentre giù a valle, ma anche qui a Poggio, tante persone non hanno più una casa, i vestiti, la macchina, i ricordi di una vita, possa essere considerato inopportuno, ma dal punto di vista di un bambino significa che a lui mancherà uno dei momenti più particolari e significativi del suo rapporto con il padre, un rito importante, un momento che ha vissuto fin da piccolissimo: se la diga verrà abbattuta gli verrà tolto per sempre.
A presto Rita Lai

giacomo ha detto...

PER GIORGIO QUELLA DEL SANGUE DOVREBBE ESSERE UNA BUFALA, METTI QUEL NOME SU GOOGLE E POI DECIDI.

CIAO GIACOMO

Anonimo ha detto...

Si è una bufala

http://attivissimo.blogspot.com/2008/10/torna-lappello-per-le-donazioni-di.html

Diego

Giorgio Plazzotta ha detto...

mi scuso per avere pubblicato la bufala e ringrazio chi ha segnalato, ricordando per la 250 milionesima volta di firmare con nome e cognome

giacomo ha detto...

Ciao, volevo mettere questo articolo preso da repubblica.it che ritengo molto interessante,

http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/ambiente/clima-vertice-ue-2/obama-ambiente/obama-ambiente.html

Vorrei dire anche che molto probabilmente i costi e la politica in termini di riduzione ambientale di emissioni di co2 è di gran lunga meno onerosa di quanto costa rimettere a posto i luoghi devastati dagli eventi climatici, inoltre siccome penso anche che le cause sono da valutare in un ottica planetaria, ritengo che l'Italia stia sbagliano politicamente in quanto fa una considerazione egoistica delle cose, finalmente si intravede una luce su questo fronte e speriamo che il neo presidente degli steits compia il miracolo tenendo conto che quel paese è il più grande colpevole in termini di quantità di co2 emessa assieme ormai alla Cina.

La nostra combricola di vecchi governatori se ne accorgerà?? ne dubito.

Ciao Giacomo

Anonimo ha detto...

Riprendo quanto detto da Rita sui fatti relativi alla diga e tutto quello detto nei giorni successivi.
Io abito a Rio sg, in realtà tra le prime case che si trovano scendendo da via dei genovesi, quindi completamente fuori dal problema, tanto che quel giorno non mi sono accorto di nulla e sono uscito per andare in ufficio come se nulla fosse (tranne trovare poi il disastro e la devastazione in viale europa e quindi tornare indietro).
Per tutto il giorno si avvicendavano a casa vigili del fuoco, carabinieri, polizia municipale (!!) che continuavano a dire che era la diga che era crollata, e che stava crollando anche l'altra, che bisognava andarsene subito da li.
Non capivamo tutto questo terrorismo, primo perchè molta gente che era scappata dalla devastazione si è rifugiata da noi in quanto "zona franca" e banalmente si cercava di aiutarli prestandogli un telefono per avvisare i famigliari, tranquillizzandoli, ecc e poi perchè ce ne dovevamo andare dove? come? e perchè??
Addiritura ad un certo punto è arrivata una camionetta di carabinieri dall'accento non certo sardo, che ci ha intimato a forza di andarcene perchè la diga era crollata!! e alla domanda si ma dove andiamo? la risposta è stata "a cagliari, andate a cagliari, via di qua" si ma la strada è aperta? "certo, certo".
Via caricati tutti in macchina, partiamo arriviamo in via europa dove ovviamente tutto era assolutamente bloccato.. nel frattempo arriva la stessa camionetta, chiedo dov'è che dovrei passare e la risposta è stata "no no non da qua, deve passare per qualche altra via del paese"....??quale via?? "e salga verso su.. ce ne saranno di vie che vanno da qualche parte" .... alchè la pazienza è finita, siamo tornati a casa e continuato a fare quello che stavamo facendo, incuranti di tutti i messaggi terroristici (proseguiti fino a notte).
Racconto questo per dire che se la diga è diventata capro espiatorio, non è solo per colpa delle persone, ma i primi disorganizzati soccorsi che hanno diffuso questa notizia, tra l'altro diffusa a chi? a persone che in quel momento erano alla disperazione più totale, e che vedevano in quelle persone i salvatori (e per molti versi così è stato). Ovvio che quelle parole sono divenute la verità assoluta.

Non prendetevela quindi con quelle persone accusandole di essere ignoranti (l'ho sentito dire), abusive, e altro, mettetevi nei loro panni.
La situazione diga va affrontata per quello che è, ovvero un problema tecnico, e perchè se è vero che la diga non è la causa, è anche vero che con interventi seri la diga potrebbe anche diventare un aiuto a gestire grossi flussi d'acqua (che si spera non si ripetano, ma è stupido dire che non si ripeteranno).

giacomo ha detto...

Certo è così come scrive questa persona da r. San Girolamo, dopo la tragedia capitano queste cose ora che si sa è tutto a posto, si cerchi la collaborazione tra tutti per risolvere davvero questo problema enorme e ora si sa per certo che il lago grande non è la causa d tutto questo.

ciao Giacomo

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