
Si è tenuto poche ore fa l'atteso incontro del Presidente Soru con le popolazioni colpite dall'alluvione del 22 ottobre. Dato che erano molto pochi i poggini presenti penso di fare cosa utile cimentandomi in una cronaca dell'evento alla quale mi permetterò di aggiungere alcune impressioni del tutto personali.
L'incontro è stato organizzato in maniera egregia da Don Battista, vero motore della comunità di Frutti d'Oro. Partecipavano come relatori, oltre al governatore Soru, anche l'assessore dei lavori pubblici RAS Mannoni (che non ha quasi aperto bocca), il sindaco di Capoterra Marongiu, il direttore dell'Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna ing. Silvano.
Innanzitutto reputo interessante il fatto che questo incontro si sia tenuto. Sebbene possa sembrare una banalità, sappiamo bene come si comportano certi politici "di grido", che considerano la distanza con i cittadini uno degli elementi distintivi del potere. Il governatore Soru conferma di fare politica in maniera molto diversa rispetto ai suoi predecessori. Anche il suo linguaggio è diretto, senza fronzoli e giri di parole, molto chiaro. Questo non vuol dire che, dopo l'incontro, la gente abbia capito con esattezza come sarà questo territorio dopo gli interventi,a ma siamo in Italia non aspettiamoci miracoli e accontentiamoci dei miglioramenti che notiamo. In questa storia, a mio avviso, ce ne sono molti. E' in fase di realizzazione uno studio idrogeologico di dettaglio che fornirà indicazioni tecniche e probabilmente le risposte che oggi anche il Governatore non ha potuto dare, o che ha dovuto dare in modo incompleto. Personalmente ho la forte sensazione che gli uomini di oggi non siano in grado di mantenere in vita quello che gli uomini di ieri avevano costruito, pur disponendo di risorse molto più limitate.
Soru mette l'accento sul fatto che questi eventi sono frutto di cambiamenti climatici. Ma è sicuro? Vi sono accese discussioni scientifiche su questo argomento, anche perchè i dati climatici di cui disponiamo risalgono a meno di 100 anni ed è quindi difficile capire cosa è accaduto al nostro clima negli ultimi millenni. Soru però abbraccia la teoria dell'evento eccezionale, imprevedibile. E' la stessa teoria che verrà poi ripresa dal sindaco Marongiu ed è, se mi permettete, anche la teoria più adatta a "salvare le chiappe" dei politici, che quindi non sarebbero colpevoli di una gestione del territorio SCIAGURATA e IGNORANTE (sempre nei casi in cui la Magistratura non appuri che sia anche "delinquente"). La realtà che nessuno ha il coraggio di dire con chiarezza, neanche il coraggioso Presidente Soru, è che gli unici colpevoli di questo disastro sono gli uomini, quelli che hanno amministrato e gestito il territorio così come quelli che non lo hanno descritto in modo inappropriato. La colpa non è della NATURA. Soru comunque è quello della "legge salvacoste" e non può astenersi dal lanciare alcune frecciate velenose agli amministratori locali, ricordando che le case sono troppo vicine al fiume, così come sono troppo vicine al mare che le ha aggredite con le violenti mareggiate dei giorni scorsi. E' chiaro che di questa situazione i proprietari sono del tutto incolpevoli. A questo proposito Soru annuncia anche la risoluzione del problema di erosione del litorale che dovrebbe essere garantita da un progetto apposito. Non conoscendolo non so se verranno poste delle barriere tipo Adriatico oppure sarà effettuato un ripascimento. Raccontando la recente esperienza del nubifragio di Orosei avvenuto nei giorni scorsi Soru ha ricordato come spesso anche i toponimi delle località in cui si è costruito ricordavano la presenza di acqua in quei luoghi. Cosa possiamo aspettarci costruendo in un luogo chiamato "Palude delle canne" etc. Era superfluo, ma lo facciamo noi, ricordare che una lottizzazione denominata "Rio S. Girolamo" porta anche nel nome un pericolo che si sarebbe dovuto conoscere. Comunque in nome del "politically correct" e del tentativo di salvaguardare l'immagine dell'amministrazione comunale (che è dello stesso colore politico), Soru non mette il dito nella piaga degli errori fatti nel passato e invita a pensare al futuro nel nome del "volemose bene". Ancora errori ve ne sono stati nei soccorsi, ma è stata sottolineata la grande mobilitazione collettiva che, secondo il Governatore, "non si vede da tutte le parti". Ci tengo particolarmente a citare questo elogio che ho considerato rivolto anche a quei tanti volontari di Poggio dei Pini e della nostra associazione Grusap che sono intervenuti massicciamente e per molti giorni nelle zone più colpite. La precisione di Soru è nettamente diminuita quando ha cercato di descrivere la situazione geologica dell'area. A parte lo strafalcione sulla "stecca fluviale" (invece dell'asta) è apparso chiaro che quello non è il suo campo: i lettori del nostro blog sono invece informatissimi. Una dichiarazione che ha fatto effetto: l'asilo di Rio S. Girolamo "sarà spostato". Vorrei ben vedere, chi ce li manderebbe i bambini in uno stabile dove per puro miracolo non si è verificata una carneficina?
L'ing. Silvano, che coordina gli studi idrogeologici di dettaglio in fase di realizzazione, afferma che verrà realizzato un cosiddetto "Contratto di fiume" che coinvolgerà anche le popolazioni interessate. Speriamo che non sia una delle tante formule, tipo "piano paesistico", che poi non portano a niente. Non è chiaro come si realizzerà questo coinvolgimento. A questo proposito ricordo che si è formato un gruppo di professionisti che si propone proprio di partecipare a questo tipo di attività, saranno coinvolti?
Veniamo ora al nostro signor Sindaco, il cui intervento, è proprio il caso di dire, ha fatto acqua da tutte le parti. La sala, sempre silenziosa con gli altri ospiti, ha rumoreggiato più volte all'indirizzo del primo cittadino di Capoterra. Ciò è certamente dovuto a una generale difficoltà politica di questo momento, difatti se i più sprovveduti si sono bevuti le storia sulla responsabilità dei cambiamenti climatici o del laghetto di Poggio, la maggior parte di noi sa dove si trovano le responsabilità del disastro. Quei mugugni sono probabilmente un segnale rivolto a lui personalmente dagli elettori che probabilmente, alla prossima occasione, lo inviterebbero a "zaccare stradoni" se osasse ripresentarsi, cosa che difficilmente avverrà. Particolarmente sottolineata dal pubblico la sua affermazione "non sono riuscito a capire per quale ragione sia accaduto tutto ciò". Un autogol. Il Sindaco ha poi dato i numeri: nel corso del suo intervento ha detto che la quantità di acqua precipitata è stata pari a: 274 mm., 384 mm, 374 mm. e addirittura 460 mm. OK il valore giusto lo abbiamo pubblicato il 29 ottobre su questo blog ed è di 372 mm. La sorgente de Sa Scabizzada viene poi da lui posizionata a ben 541 metri di altitudine, mentre invece si trova a soli 250 metri. Dopo avere sciorinato queste inesattezze afferma che "nessuno sa cosa è successo a monte, nessuno è andato a vedere". Di certo non ci è andato lui. Insomma per Marongiu si è trattato di evento "ecceziunale veramente" (quindi nessuna colpa da parte degli amministratori, solo un pò di sfiga) e poi chissà cosa sarà mai accaduto "più in alto", forse è sorto un enorme geyser sulla cima del monte S. Barbara che ha creato questa imponente inondazione! In realtà moltissime persone, anche io che non sono Messner, sono andate lassù e hanno verificato che la natura, dove è rispettata, accoglie queste precipitazioni così intense senza grandi sconvolgimenti. Marongiu avrebbe potuto constatare che dove esiste un manto vegetale naturale non vi è alcuna traccia del nubifragio. Nei valloni, negli impluvi e, ovviamente presso i fiumi, la natura invece fa il suo corso da milioni di anni, trasportando i materiali dalle montagne verso le valli fino al mare. Nei pressi di queste vie d'acqua non è opportuno costruire. Non lo facevano gli antichi, perchè dovremmo farlo noi. Dovrebbe essere anche illegale, ma in Italia, si sa, anche le cose che sembrano più ovvie possono essere messe in dubbio da cavilli e burocrazia di vario tipo. A questo proposito, in un successivo articolo, cercheremo di capire come è possibile che sia sparito il vincolo idrogeologico che gravava sul nostro territorio montano (o lo proteggeva?). Certo che se i vincoli li togliamo, tutto diventa legale.Insomma se proprio non vi siete bevuti le storia della precipitazione eccezionale, il Sindaco ha in serbo un'altra carta da giocare, quella della legalità. Il PAI, Piano di Assetto Idrogeologico, era redatto in modo così conservativo da ritenere quasi impossibile un evento come quello che si è verificato il 22 ottobre (tempo di ritorno 50 mila anni) , mentre le opere realizzate dopo l'alluvione del 1999 presso la foce (tutte andate distrutte), dovevano avere una "stima di durata" di almeno 200 anni. Ha ragione in questo il Sindaco. Abbiamo detto anche noi che gli studi di settore erano fatti male, molto male. Il PAI è pubblicato nel blog, potete consultarlo. Quindi è probabilmente vero quanto affermano i politici di Capoterra degli ultimi decenni, intervistati anche dalla RAI dopo l'alluvione: le urbanizzazioni sono state realizzate sempre rispettando la legge. Questi amministratori, però, non vengono da Marte, pertanto come tanti altri capoterresi, avrebbero dovuto conoscere perlomeno le memorie storiche relative agli eventi idrogeologici di quelle terre. Questa responsabilità, anche se non fosse mai riconosciuta da alcun tribunale, lo sarà forse nella cabina elettorale. Devo comunque condividere un grido di allarme lanciato dal Sindaco: gli interventi si fanno celermente quando sono straordinari. Quando invece la situazione diventa "ordinaria" ecco che le opere spesso si fermano e chi si è visto si è visto. Il rischio è che vengano realizzate solo le prime opere considerate urgenti, mentre tutte le altre, sebbene inserite in studi belli e colorati (come il PAI), potrebbero rimanere per sempre sulla carta. Questo è secondo me un timore molto, ma molto fondato. Prepariamoci al "pacco".
Veniamo ora alla questione del lago di Poggio dei Pini, che sta particolarmente a cuore a molti lettori del nostro blog.
La prima considerazione da fare, piuttosto triste, è che nella chiesa di Frutti d'Oro si è potuto toccare con mano il risultato ottenuto dai pochi ignoranti (ribadisco: POCHI) che hanno messo in giro informazioni e scenari che sono completamente privi di alcun fondamento scientifico. Ne abbiamo parlato approfonditamente anche nel blog e abbiamo anche ricevuto una lettera proveniente da un consigliere comunale di maggioranza, Giacomo Mallus della Margherita, che ha difeso e alimentato queste azioni di vero e proprio sciacallaggio sociale, mirate a creare dissapori e divisioni nella popolazione. Queste persone, che paventano i timori di restare vittime di un nuovo Vajont (Su Vajonti), non hanno alcuna conoscenza idrogeologica: sono psicologi, analisti chimici, meccanici, casalinghe. I geologi di Frutti d'Oro, primo fra tutti Antonio Sau, hanno tentato di divulgare le informazioni corrette, ma evidentemente non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. I motivi di questa ostilità nei confronti degli abitanti di Poggio dei Pini da parte di pochi idioti non la si troverà nei testi di geologia, ma nei bassifondi dell'animo umano. Solitamente questi sentimenti si mischiano insieme ai tanti, belli e buoni, della società. L'alluvione purtroppo pone i riflettori anche su queste bassezze.
Alcun cittadini di Frutti d'Oro hanno pertanto sollecitato interventi sulla diga di Poggio dei Pini che "non fa dormire sonni tranquilli". Un tizio era addirittura preoccupato del lago-pozzanghera attuale.
Ad ogni modo le informazioni che riguardano la diga sono le seguenti. Il canale scaricatore, che ha una portata di circa 100 mc/s sarà ampliato fino ad avere una portata doppia. Contemporaneamente il livello del lago sarà abbassato in modo da portare la capacità da 250.000 mc a soli 70.000 mc. Su cosa significhi questo per il futuro del lago, soprattutto in estate, si apriranno le discussioni, ma penso che alla fine lo vedremo direttamente di persona in agosto, quando entreranno in azione, dopo i nemici del lago, anche i nemici del bosco.
La situazione di cui stiamo parlando viene definita provvisoria dall'ing. Silvano. In inverno non è difatti possibile intervenire sul corpo diga (demolendolo come qualcuno vorrebbe), però entro l'estate dovrà essere presa una decisione definitiva che potrebbe prevedere anche la rimozione della diga. Io personalmente penso invece che resterà una pozzanghera in inverno e niente in estate e propongo un concorso di idee per realizzare perlomeno un prato dove prima c'era il lago. Poggio dei Pini sarà sempre un luogo meraviglioso con lago o senza, dipende anche da noi.
Se è vero che più voci sono intervenute per esprimere l'immotivato timore dell'effetto "Su Vajonti", come ha reagito la comunità di Poggio dei Pini? L'evento era stato ampiamente pubblicizzato. I residenti di Poggio dei Pini erano presenti in numero scarso, uno solo di loro ha parlato, Manuele Levanti, per ribadire l'azione di freno effettuata dalla diga nei confronti della furia della acque e per segnalare la necessità di effettuare opere sui costoni montani. Soru parlava a Frutti d'Oro e ha quindi pensato ai circa 5000 elettori delle frazioni litoranee. Ha pertanto rassicurato chi sogna la demolizione della diga e ha trascurato chi vorrebbe che il piccolo laghetto collinare fosse sicuro ma continuasse a esistere e a svolgere il suo ruolo positivo non solo per il paesaggio, ma anche in funzione proprio di briglia idrologica e punto di rifornimento antincendio. Al meeting non è intervenuto nessun rappresentante della Cooperativa Poggio dei Pini. Non mi risulta neanche che fossero presenti, NON LI HO VISTI. Probabilmente i nostri rappresentanti erano nascosti dietro illoro muretto a secco. No comment
Un'ultima cosa : nessuno ha sollevato il problema del rione di Pauliara isolato dal resto di Poggio.